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Sforzato di Valtellina

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Sforzato o Sfursat di Valtellina
Dettagli
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
Resa (uva/ettaro)8,0 t
Resa massima dell'uva50,0%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
11,0%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
14,0%
Estratto secco
netto minimo
27,0 g/l
Riconoscimento
TipoDOCG
Istituito con
decreto del
30/11/11  
Gazzetta Ufficiale delnº 295 del 20 dicembre 2011
Vitigni con cui è consentito produrlo
MiPAAF - Disciplinari di produzione vini[1]

Lo Sforzato o Sfursat di Valtellina è un vino, passito secco, DOCG la cui produzione è consentita in provincia di Sondrio[1]

Zona di produzione

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Comprende parte dei territori dei comuni di Albosaggia, Ardenno, Berbenno di Valtellina, Bianzone, Buglio in Monte, Caiolo, Castione Andevenno, Chiuro, Montagna in Valtellina, Piateda, Poggiridenti, Ponte in Valtellina, Postalesio, Sondrio, Teglio, Tirano, Tresivio e Villa di Tirano, tutti in provincia di Sondrio.

Informazioni sulla zona geografica

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La Valtellina (valle dell'Adda) è una valle alpina che ha un poco usuale andamento est-ovest. Essa si trova a nord del lago di Como (latitudine 46,0-46,5º) ed è racchiusa a nord e ad est dalle Alpi Retiche e a sud dalle Alpi Orobie (tutte cime oltre i 2 000 m). I vigneti occupano la fascia pedemontana (fra i 300 ed i 700 m) delle Alpi Retiche e, in misura minore, il fondovalle a sinistra dell'Adda. Essi pur essendo costantemente ventilati perché situati in una valle, risultano protetti sia dai venti freddi del nord che da quelli caldo-umidi del sud. Godono inoltre dell'effetto termoregolatore del lago di Como.[1]

Durante il periodo vegetativo (aprile-ottobre) la temperatura è compresa fra i 5 ed i 35 °C con scarse precipitazioni ed umidità relativa dell'aria fra il 65 e l'80% La notevole pendenza dei terreni (fin oltre il 70%) e la presenza dei muretti dei terrazzamenti (si stima una lunghezza complessiva di oltre 2 500 km) incrementano l'effetto dell'insolazione (oltre 1 900 ore/anno) preservando i vigneti dalle gelate e favorendo la maturazione dell'uva.[1]

Vitigni con cui è consentito produrlo

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  • Nebbiolo (che in questa zona assume la denominazione Chiavennasca) minimo 90%
  • altri vitigni a bacca rossa non aromatici idonei alla coltivazione per la regione Lombardia fino ad un massimo del 10%[1]

Nell'antichità la Valtellina è stata in successione abitata da Celti, romani e Longobardi: tutti popoli che conoscevano e praticavano la viticoltura per cui resta difficile datare la introduzione della vite nella zona. La sua intensificazione però è sicuramente riconducibile all'epoca romana, poi ripresa nel medioevo (sec. X e XI) dai “magistri comacini” e dai monaci benedettini in quanto il Monastero Sant'Ambrogio di Milano era proprietario di vigne nella zona. Dal 1550 al 1797, la Valtellina fu occupata dagli svizzeri della Lega Grigia (oggi Cantone dei Grigioni) che diedero grande impulso alla viticoltura ed all'esportazione dei vini prodotti verso le corti del centro e nord Europa[1] La zona si presta molto bene all'appassimento del nebbiolo che infatti produce il vino passito secco, insieme all'Amarone della Valpolicella, più rinomato tra quelli italiani.

Infine, le considerevoli escursioni termiche giornaliere (8-20 °C) nel periodo finale della maturazione concorrono a migliorare le qualità organolettiche dei vini prodotti. Alla stregua dei terreni prevalentemente sabbiosi (circa 70% di sabbia, 18% di limo e 10% di argilla), con assenza di calcare, molto permeabili, con scarsissima ritenzione idrica e per lo più poco profondi.[1]

Tecniche di produzione

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I nuovi impianti e i reimpianti devono presentare una densità di almeno 4 000 ceppi/ha. È vietata ogni pratica di forzatura, ma consentita l'irrigazione di soccorso. Le operazioni di appassimento, vinificazione e di invecchiamento possono essere effettuate nell'intero territorio dei comuni compresi nella zona di produzione. L'appassimento dell'uva deve protrarsi almeno fino al 10 dicembre dell'anno di vendemmia. Deve essere sottoposto ad invecchiamento di almeno venti mesi di cui almeno dodici in botti di legno a partire dal 1º aprile successivo alla vendemmia.[1]

Precedentemente l'attuale disciplinare DOCG era stato:

Approvato DOC con DPR 11.08.1968 G.U. 244 -25.09.1968
Approvato DOCG con DM 19.03.2003 G.U. 81 - 07.04.2003
Modificato con DDL 12.11.2007 G.U. 272 - 22.11.2007
Modificato con DM 25.01.2010 G.U. 33 - 10.02.2010
Modificato con D.M. 30.11.2011 G.U. 295 – 20.12.2011

Il disciplinare del 1968 prevedeva:

resa_uva = 10,0 t
resa_vino = 60,0%
titolo_uva = 14,0%
titolo_vino = 14,0%
estratto_secco = 25,0 g/l
vitigno = *Nebbiolo (localmente denominato Chiavennasca): 90.0% - 100.0%
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino con eventuali riflessi granato
odore: intenso con sentori di frutti maturi, ampio.
sapore: grande morbidezza, asciutto, strutturato e di carattere, con eventuale percezione di legno.

Il disciplinare del 2003 prevedeva:

resa_uva = 8,0 t
resa_vino = 50,0%
titolo_uva = 11,0%
titolo_vino = 14,0%
estratto_secco = 27,0 g/l
vitigno = *Nebbiolo (localmente denominato Chiavennasca): 90.0% - 100.0%
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino con eventuali riflessi granato
odore: intenso con sentori di frutti maturi, ampio.
sapore: grande morbidezza, asciutto, strutturato e di carattere, con eventuale percezione di legno.

Sforzato di Valtellina o Sfursàt

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Sforzato di Valtellina o Sfursàt
uvaggio Nebbiolo (Chiavennasca) min.90%
titolo alcolometrico minimo 14,0% vol
titolo alcolometrico svolto 11,0% vol.
acidità totale minima 4,50 g/l
estratto secco minimo 27,0 g/l
resa massima di uva per ettaro 80 q.
resa massima di uva in vino 50%

Caratteristiche organolettiche

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Colore rosso rubino che con l'invecchiamento tende al granata. Profumo intenso e complesso che ha origine dalla concentrazione raggiunta con l'appassimento delle uve. Gli aromi che si sviluppano lo rendono un vino austero di grande finezza ed intensità.

Abbinamenti consigliati

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Lo Sforzato, vino complesso e strutturato, si abbina con particolare felicità a piatti di carne importanti e salsati. Selvaggina di pelo e di piuma e brasati sono ideali. Ottimo con i formaggi a pasta dura.[2]

  1. ^ a b c d e f g h DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEI VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA E GARANTITA "SFORZATO DI VALTELLINA" O "SFURSAT DI VALTELLINA", su catalogoviti.politicheagricole.it. URL consultato il 10 maggio 2019.
  2. ^ Sforzato di Valtellina DOCG, origine e principali informazioni, su buonissimo.it. URL consultato l'8 novembre 2024.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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