Il Trono di Spade Wiki
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Myles Toyne, detto "Cuore Nero", è il Capitano-Generale della Compagnia Dorata e un discendente in esilio della Casa Toyne.

Aspetto e Carattere[]

Myles non ha capelli scuri e non è bello come il suo celebre antenato, bensì è decisamente brutto, con le orecchie a sventola, la mascella storta e il naso grosso. Myles è molto rispettato dai suoi uomini, che lo considerano come un padre, feroce, ma giusto.

Storia[]

Myles è un discendente di ser Terrence Toyne, un cavaliere della Guardia Reale ucciso dopo essere stato scoperto a letto con una delle amanti di re Aegon IV Targaryen. Myles viene soprannominato "cuore nero" per via del simbolo che porta sullo scudo: gli piace sia il nome sia ciò cui esso allude e sostiene che un capitano generale debba essere temuto sia dagli amici che dai nemici. Se gli uomini pensano che sia crudele, tanto meglio. Myles è un soldato fino al midollo e un buon amico di Jon Connington, che l'ha sempre visto come un uomo pieno di vita.

Dopo la sua morte, come consuetudine per i capitani-generali della Compagnia Dorata, il suo teschio viene immerso nell'oro e infilzato in cima all'asta di uno stendardo della compagnia. Gli succede Harry Strickland come nuovo capitano-generale.

Nei libri[]

La danza dei draghi[]

Quando Griff raggiunge l'accampamento della Compagnia Dorata vicino a Volon Therys, osserva i teschi dorati che circondano la tenda del capitano della compagnia. Uno di quelli è il teschio di Myles e Griff guarda quello che è rimasto del suo amico: la morte l'ha privato delle orecchie a sventola, del naso e del suo calore, lasciando solo il sorriso, trasformato in un lampeggiante sogghigno dorato.

Citazioni di Myles[]

"Un capitano generale deve essere temuto, tanto dagli amici quanto dai nemici. Se gli uomini pensano che io sia crudele, meglio. "
—Myles a Jon Connington

Citazioni su Myles[]

"La verità era un'altra. Soldato fino al midolo, Myles Toyne era feroce ma giusto: un padre per i suoi uomini. E sempre generoso con l'esule Lord Jon Connington. "
—Pensieri di Jon Connington
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