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San Giorgio La Molara

Coordinate: 41°16′N 14°55′E
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San Giorgio La Molara
comune
San Giorgio La Molara – Stemma
San Giorgio La Molara – Bandiera
San Giorgio La Molara – Veduta
San Giorgio La Molara – Veduta
L'ingresso al Casale, il nucleo storico.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Campania
Provincia Benevento
Amministrazione
SindacoNicola De Vizio (lista civica) dal 5-6-2016
Territorio
Coordinate41°16′N 14°55′E
Altitudine667 m s.l.m.
Superficie65,77 km²
Abitanti2 772[2] (31-3-2022)
Densità42,15 ab./km²
Frazioni19 contrade[1]
Comuni confinantiBuonalbergo, Casalbore (AV), Foiano di Val Fortore, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone di Val Fortore, Paduli, Pago Veiano, San Marco dei Cavoti
Altre informazioni
Cod. postale82020
Prefisso0824
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT062059
Cod. catastaleH898
TargaBN
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Cl. climaticazona E, 2 284 GG[4]
Nome abitantisangiorgesi
Patronosan Giorgio
Giorno festivo23 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Giorgio La Molara
San Giorgio La Molara
San Giorgio La Molara – Mappa
San Giorgio La Molara – Mappa
Posizione del comune di San Giorgio La Molara all'interno della provincia di Benevento
Sito istituzionale

San Giorgio La Molara (fino al XIX secolo San Giorgio della Molinara) un comune italiano di 2 772 abitanti[2] della provincia di Benevento in Campania.

Geografia fisica

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Sulla sinistra del Tammaro e tra i suoi tributari Tamaricchio a nord e Drago a sud, San Giorgio sorge in cima a un'altura, dalla quale si possono ammirare i paesi e i monti circostanti. Il territorio comunale, piuttosto ampio, si estende nell'entroterra fino al torrente Ginestra, nell'alta valle del Miscano.

Il comune dispone di una superficie agricola utilizzata di ettari 4748,05 (aggiornato all'anno 2000)[5].

Uno scorcio del palazzo Iazeolla, sorto come castello del paese

In epoca preromana il territorio era abitato da popolazioni sannitiche, benché si ignori quale tribù (Pentri o Hirpini) controllasse l'agro sangiorgese. Gli studiosi contemporanei ritengono comunque che il più probabile confine storico tra Sanniti Pentri e Hirpini fosse costituito dal fiume Tammaro[6], per cui appare più verosimile che l'area dell'attuale San Giorgio, essendo situata a oriente del fiume, fosse occupata dagli Hirpini.

Il territorio comunale si ingrandì notevolmente agli inizi del Cinquecento a seguito dell'acquisizione del feudo di Pietramaggiore, precedentemente autonomo. San Giorgio la Molara fu a sua volta possesso feudale delle famiglie: Gaetani dell'Aquila d'Aragona (XV secolo-1543), Carafa dei principi di Stigliano (1543-1569), Cossa (1587-1620), Caracciolo (1620-1764) e infine del cardinale Fabrizio Ruffo nel 1801 sino alla fine della feudalità nel 1806[7].

Nel 1626 San Giorgio fu concesso in titolo di ducato a Giovanni Caracciolo[8].

Nel quadriennio 1743-46 il suo territorio fu soggetto alla competenza territoriale del regio consolato di commercio di Ariano nell'ambito della provincia di Principato Ultra[9]. Nel corso dell'Ottocento, all'epoca del regno delle Due Sicilie, San Giorgio la Molara fu poi capoluogo di circondario (con giurisdizione su altri due comuni) nell'ambito del distretto di Ariano.

Lo stemma è stato riconosciuto con DPCM del 16 settembre 1954 e raffigura, in campo di cielo, San Giorgio a cavallo, nell'atto di uccidere un drago. Il gonfalone, concesso con DPR del 1º marzo 1955, è un drappo di azzurro.[10]

Monumenti e luoghi d'interesse

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La roccia del castello di Pietramaggiore
Pietramaggiore fu un luogo fortificato di cui si hanno notizie a partire dal 1137. Più dati documentati suggeriscono che le sue dimensioni dovevano essere cospicue. Il terremoto del 1456 lo danneggiò gravemente, al punto che si ridusse a un casale e poi un feudo disabitato gravitante sul vicino centro di San Giorgio. Del castello rimangono ruderi molto scarsi, ma la roccia sulla cima della quale esso sorgeva è ben distinguibile nel paesaggio collinare della zona.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[11]

Geografia antropica

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  • Pianella
  • Chiaia
  • Basaleone
  • Calise
  • Taverna
  • Campolongo
  • Cerracchio
  • Favali
  • Gelso
  • Perazzeta
  • Crocella
  • Romiti
  • Noce Verde
  • San Lazzaro
  • San Pietro
  • Sant'Andrea
  • Cisterna
  • Centrale
  • Santa Cristina [1]

Il territorio è noto per la produzione di carne IGP proveniente dai bovini di razza Marchigiana allevati sui suoi pascoli.[12] Altri prodotti tipici sono le olive, l'uva e i cereali. Nella contrada "Piano delle Terre" vi era una sorgente di acqua sulfurea potabile.

Amministrazione

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Altre informazioni amministrative

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San Giorgio La Molara fa parte della Comunità montana del Fortore.

  1. ^ a b Le Contrade, su Comune di San Giorgio la Molara. URL consultato l'8 giugno 2022.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Camera di Commercio di Benevento, dati e cifre, maggio 2007.
  6. ^ (EN) Edward Togo Salmon e Julie Andrew, Samnium and the Samnites, Cambridge University Press, 1967, p. 46, ISBN 9780521061858.
  7. ^ Ricca 1869, vol. IV, p. 106.
  8. ^ Ricca 1869, vol. IV, p. 101.
  9. ^ Tommaso Vitale, Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi, Roma, Salomoni, 1794, p. 174.
  10. ^ Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di San Giorgio la Molara, su Archivio Centrale dello Stato, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 29 settembre 2024.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 30-6-2023.
  12. ^ 14° edizione della kermesse enogastronomica di carne marchigiana IGP del Fortore Via Airella San Giorgio La Molara (BN) 1 agosto 2019, su tvsette.net, TV7 Benevento. URL consultato il 27 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2020).
  • Erasmo Ricca, Istoria de' feudi del regno delle Due Sicilie di qua dal faro, vol. IV, Napoli, 1869.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN130620400 · SBN NAPV050581 · LCCN (ENnr91009025 · J9U (ENHE987007538139305171
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