Castelvenere
Castelvenere comune | |
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La torre ricostruita | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Benevento |
Amministrazione | |
Sindaco | Alessandro Di Santo (lista civica Insieme Castelvenere) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 41°14′N 14°33′E |
Altitudine | 119 m s.l.m. |
Superficie | 15,44 km² |
Abitanti | 2 383[1] (31-3-2022) |
Densità | 154,34 ab./km² |
Frazioni | Petrara, Bagni Vecchi-Olivella, Fedeli, Marraioli, San Tommaso |
Comuni confinanti | Guardia Sanframondi, San Lorenzello, San Salvatore Telesino, Solopaca, Telese Terme |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 82030 |
Prefisso | 0824 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 062019 |
Cod. catastale | C280 |
Targa | BN |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 287 GG[3] |
Nome abitanti | castelveneresi |
Patrono | san Barbato di Benevento |
Giorno festivo | 19 febbraio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Castelvenere nella provincia di Benevento | |
Sito istituzionale | |
Castelvenere ("R' Viennr" in dialetto castelvenerese) è un comune italiano di 2 383 abitanti[1] della provincia di Benevento in Campania.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio comunale confina a nord-est con Guardia Sanframondi; a ovest con Telese Terme e San Salvatore Telesino; a sud con Solopaca; a nord-ovest con San Lorenzello. È attraversato dal fiume Calore e dal torrente Seneta.
Fa parte della Valle Telesina, sorge a 119 m s.l.m. ed è suddiviso in quattro contrade: Foresta, Marraioli, Tore e Petrara.[4]
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome originario del comune era Véneri, forse perché nella zona vi era un tempio dedicato alla dea Venere.[5] Solo nel XIV secolo è citato con il nome di Castrum Veneris.[6]
Il termine "Vieneri" risalirebbe al 1308. Contenuto nelle "Rationes decimarum" del monastero di San Salvatore, il nome del casale comparirebbe regolarmente nelle numerazioni del periodo compreso tra il 1542 e il 1669.
Nel 1638 il nome "Castiel Venere" si riscontra nel tavolario Giampiero Gallarano e viene usato per descrivere il castello costruito dalla famiglia Monsorio. Inoltre, varie fonti datate dal 1671 al 1807, attribuiscono al casale i nomi "Veneri", "Castel Veneri" e "Castello Venere".
Nel 1811 la parola "Castelvenere" è citata, definitivamente, all'interno del "Decreto per la nuova circoscrizione delle quattordici province del Regno di Napoli".[7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dall'età feudale all'unità d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1151 al 1460 è feudo della famiglia Sanframondo, di origine normanna; successivamente invece è possedimento dei Monsorio.
Nel 1532 conta trentasei famiglie che diventano settanta alla fine del Cinquecento.[8]
Nel 1638, dopo un'attenta valutazione del feudo, viene acquistato da Lelio Carfora, governatore di Cerreto Sannita, per conto della famiglia Carafa.
Nella valutazione o "apprezzo" del feudo del 1638 si viene a sapere che Castelvenere "sta edificato su luogo piano, fortissimo di muraglia, con fossi attorno, di maniera che dalla parte di tramontana sta eminente, per esservi un vallone sotto, per dove scorrono le acque del paese; s'entra per una porta con ponte levatoio dalla parte occidentale, dove si trova una bella strada dritta, di conveniente larghezza, spartita in vichi da una parte e dall'altra". Il feudo fu valutato 10 520 ducati.[9]
Il terremoto del 5 giugno 1688 danneggia il paese.
Dal 1861 fa parte della provincia di Benevento.
Dall'unità ad oggi
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1898 vengono fatti degli scavi che portano alla luce un insediamento palafittico.[4]
Oltre alla palafitta, lunga 25 metri, larga 14 e poggiante su 99 pali conficcati verticalmente nel terreno, vengono ritrovati anche ossa di muflone, nuclei e punte silicee appartenenti all'età del ferro.[10]
Il 9 ottobre 1943, nei pressi della chiesa Santa Maria della Foresta, tre contadini vengono barbaramente uccisi da soldati nazisti.[11]
Il 18 febbraio 1999 Cicciano si gemella con Castelvenere. Il patto viene firmato con una delegazione di ciccianesi guidata dal sindaco e dal parroco accolta solennemente dai corrispettivi di Castelvenere, i quali ricambiano la visita il 21 febbraio.[12]
Nel 2002, anno di celebrazione del quattordicesimo centenario della nascita di san Barbato, avviene anche il gemellaggio tra Castelvenere e Xewkija (isola di Gozo, Malta).[13]
Nel 2013 il comune di Castelvenere costituisce l'unione dei comuni "Città Telesina" insieme ai comuni di Amorosi, San Salvatore Telesino, Solopaca e Telese Terme.[14]
Nel 2019 Castelvenere è "Città Europea del Vino" grazie al progetto "Sannio Falanghina - Città Europea del vino", condiviso con i comuni di Guardia Sanframondi, Solopaca, Sant'Agata dei Goti e Torrecuso.[15]
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR n. 648 del 23 gennaio 1984.[16]
«D'argento, al castello triturrito, quella centrale più bassa, di rosso, aperto del campo, murato di nero, le torri finestrate ciascuna di uno dello stesso, merlate alla guelfa di tre. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Nicola, occupa parte della centralissima Piazza San Barbato. Insieme alle altre due chiese del paese, fa parte della Diocesi Cerreto Sannita - Telese - Sant'Agata de' Goti.[17]
- Chiesa Madonna della Seggiola, progettata nel 1899, la struttura nasce nel luogo in cui, nel 1898, fu ritrovata l'antica palafitta.[4]
- Chiesa di Santa Maria della Foresta, è situata in contrada Foresta e, secondo gli storici, ha origine da un Tempio Basiliano. Come riporta la tradizione, nel 602 vi nacque San Barbato, vescovo di Benevento e patrono di Castelvenere che la comunità festeggia il 19 febbraio e l'8 maggio (San Barbato di penitenza).[4]
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Torre Angioina, si trova nel centro storico di Castelvenere, nella parte più antica del borgo medioevale, a pochi passi dalle cantine tufacee, da Piazza Mercato e dal teatro comunale. Crollata nel maggio 2006, viene ricostruita e riconsegnata ai cittadini e ai turisti nel 2016.[18]
- Cantine tufacee, sono scavate nel suolo tufaceo sottostante Via Mulino. Le cavità vengono realizzate in età rinascimentale per estrarre il tufo grigio, e poi ampliate e modificate per l'uso come cantine. Attualmente sono parte di un percorso turistico.[19]
- Ancora oggi la leggenda narra che nelle cantine tufacee si riunissero le streghe.[20]
Aree naturali
[modifica | modifica wikitesto]- Parco Rascolagatti, esteso per circa 10 ettari, il parco si trova nei pressi del cimitero di Castelvenere, lungo la strada statale 87 Sannitica che collega Castelvenere con Telese Terme; solitamente accoglie cittadini e turisti il lunedì in Albis di ogni anno, giorno in cui si tiene la tradizionale "scampagnata vennerese". Durante la manifestazione si può degustare anche la "scarpella", piatto tipico sannita riconosciuto ufficialmente tra i prodotti agroalimentari tradizionali (PAT).[21]
- Il nome "Rascolagatti" deriverebbe da una specie erbacea presente in enorme quantità (Smilax aspera, volgarmente detta Stracciabraghe).[22]
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]La popolazione residente[23] è di 2 652 abitanti, pari a 918 famiglie (dati Istat 2017).[24]
Nel 2016 gli abitanti erano: 2 624. Nel 2010: 2 562. Nel 2001: 2 621.
Abitanti censiti[25]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Musei
[modifica | modifica wikitesto]Museo delle tradizioni contadine
[modifica | modifica wikitesto]Via Mulino ospita anche il Museo delle tradizioni contadine, una delle cantine più caratteristiche del borgo medievale in quanto si snoda per decine di metri e, scendendo in profondità, è presente una sorgente d'acqua.[26]
Il museo raccoglie oggetti, utensili, strumenti, attrezzi e vecchie macchine per la lavorazione dell'uva e la conservazione del vino.
Economia
[modifica | modifica wikitesto]L'economia del paese è quasi tutta incentrata sulla coltivazione delle viti e sulla produzione di vini, anche grazie alle diverse aziende vitivinicole che si occupano principalmente di promuovere il territorio commercializzando soprattutto Barbera, Falanghina ed Aglianico.
Recenti ricerche hanno puntato i riflettori sul locale vitigno Camaiola, il "barbera che barbera non è".[27] È dell'aprile 2019, infatti, la notizia secondo cui è stato avviato l'iter per l'iscrizione del Camaiola al Registro nazionale delle varietà di vite e di uve da vino.[28] A maggio 2021 "manca solo la pubblicazione del decreto del ministero delle Politiche Agricole" mentre "sarà sempre compito del Consorzio" Sannio Tutela Vini "procedere con tutte le procedure successive alla registrazione del vitigno, per fare in modo che presto sulle bottiglie si possa vedere scritto Camaiola".[29]
Considerato il "comune più 'vitato' del Centro Sud (rapporto tra superficie coltivata con vitigni e superficie totale)",[30][31] nel 2013 Castelvenere ha vinto il premio come "miglior piano regolatore delle città del vino".[32]
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio comunale è attraversato dal vecchio percorso della strada statale 87 Sannitica Napoli-Campobasso-Termoli, dalla strada statale 372 Telesina Caianello-Telese Terme-Benevento e dalla ferrovia Napoli-Foggia.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Cronologia dei sindaci di Castelvenere:[33]
- Alessandro Di Santo (2021- in carica)
- Mario Scetta (2006-2021)
- Mario Scetta (2001-2006)
- Alessandro Di Santo (1997-2001)
- Alessandro Di Santo (1993-1997)
- Leucio Antonio Verrillo (1987-1993)
- Gaetano Boniello (1987-1987)
- Leucio Antonio Verrillo (1980-1987)
- Erino Eugenio Carlo (1970-1980)
- Leucio Antonio Verrillo (1964-1970)
- Erino Eugenio Carlo (1962-1964)
- Vincenzo Venditti (1949-1962)
- Cosimo Moccia (1946-1949)
- Pietro Martone (1944-1946)
- Cosimo Moccia (1944-1944)
- Goffredo Chiavelli (1936-1943)
- Umberto Biondi (1935-1936)
- Nicola Riccardi (1933-1935)
- Pietro Albanello (1932-1933)
- Salvatore Carlo (1932-1932)
- Francesco Salvi (1931-1931)
- Luigi Di Santo (1930-1931)
- Salvatore Di Santo (1929-1930)
- Giuseppe Venditti (1928-1929)
- Salvatore Di Santo (1926-1928)
- Cosimo Moccia (1915-1926).
- Leopoldo Ferrigni (1912-1914)
- Giuseppe Venditti (1909-1912)
- Domenico Verrillo (1908-1909)
- Raffaele Romanelli (1902-1907)
- Leopoldo Ferrigni (1900-1902)
- Angelo Michele Ferri (1898-1900)
- Leopoldo Ferrigni (1889-1898)
- Raffaele Romanelli (1888-1889)
- Eliseo D'Onofrio (1887-1888)
- Francesco Guarnieri (1878-1887)
- Giustino De Simone (1878-1878)
- Donato Ciabrelli (1876-1878)
- Giuseppe D'Orsi (1872-1876)
- Filippo Simone (1867-1871)
- Cosimo Moccia (1864-1867)
- Domenico Ferrigni (1864-1864)
- Salvatore D'Onofrio (1860-1863)
- Vincenzo Romanelli (1856-1860)
- Michele Martone (1850-1856)
- Massimo D'Onofrio (1846-1850)
- Michele Martone (1844-1846)
- Giuseppe Ferrigni (1841-1844)
- Pietro Simone (1838-1841)
- Antonio Riccio (1831-1838)
- Michelangelo Nicola Simone (1830-1831)
- Nicola Verrillo (1830-1830)
- Gaetano Di Santo (1829-1830)
- Pietro Simone (1827-1829)
- Vincenzo Romanelli (1823-1826)
- Salvatore Piazza (1818-1823)
- Barbato Martone (1815-1817)
- Vincenzo Romanelli (1813-1815)
- Gianbattista Riccio (1811-1812)
- Barbato Martone (1810-1811)
- Nunzio Romanelli (1809-1810)
Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Fa parte della Comunità montana del Titerno, dell'Unione dei comuni Città Telesina[34] e dell'Associazione Nazionale Città del Vino.
Sport
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2021 Castelvenere è attraversato dal Giro d'Italia come traguardo volante della tappa 8 Foggia-Guardia Sanframondi e tappa traguardo per la Maglia Ciclamino.[35]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ a b c d Statuto Comune di Castelvenere (2012) (PDF), su incomune.interno.it.
- ^ Touring, p. 282.
- ^ Marrocco, p. 39.
- ^ SIUSA - Comune di Castelvenere, su siusa.archivi.beniculturali.it.
- ^ Pescitelli, p. 237.
- ^ Marrocco, p. 40.
- ^ VAS_Castelvenere_sintesi non tecnica (PDF), su comune.castelvenere.bn.it.
- ^ Castelvenere, nove ottobre 1943, la strage dimenticata, in Corriere Sannita, 9 ottobre 2014. URL consultato il 28 novembre 2017.
- ^ Francesco Michele Petillo, Atti fatti e notizie su Cicciano e la sua gente.
- ^ (EN) Joseph Grima, Castelvenere Twinning, su xewkija.gov.mt. URL consultato il 29 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
- ^ Città Telesina, Statuto (PDF) [collegamento interrotto], su comuneteleseterme.gov.it.
- ^ Il Sannio è Capitale europea del vino 2019 | FOTO, su Ottopagine.it, 16 febbraio 2019. URL consultato il 14 marzo 2019.
- ^ Castelvenere, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 26 settembre 2023.
- ^ Castelvenere, Chiesa di San Nicola, su necrologie.repubblica.it.
- ^ Castelvenere, domani l'apertura della Torre Angioina, in Ottopagine.it, 14 maggio 2016. URL consultato il 28 novembre 2017.
- ^ ITINERARI GEOTURISTICI ATTRAVERSO IL PATRIMONIO GEOLOGICO ED ENOLOGICO: STRUMENTO DI CONOSCENZA, VALORIZZAZIONE, SALVAGUARDIA E SICUREZZA DELL’AMBIENTE. UNA PROPOSTA PRELIMINARE. ESEMPI CAMPANI E SICILIANI (PDF), su iemest.eu.
- ^ Cantine tufacee, in CAMMINI STORICI, 7 aprile 2015. URL consultato il 28 novembre 2017.
- ^ Anteprima24, La “Scarpella” di Castelvenere tra i 26 “Prodotti della gastronomia”, in https://www.anteprima24.it/benevento/la-scarpella-castelvenere-26-prodotti-della-gastronomia/.
- ^ Parco Rascolagatti, in Il cammino dell'anima, 12 maggio 2015. URL consultato il 28 novembre 2017.
- ^ Popolazione Castelvenere, su tuttitalia.it.
- ^ Castelvenere, Censius Istat (PDF), su ottomilacensus.istat.it.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
- ^ Anna Maria Baratelli, Sandra Becucci e Antonietta Caccia, Il patrimonio museale antropologico: Itinerari nelle regioni italiane. Riflessioni e prospettive, Gangemi Editore, 3 febbraio 2016, ISBN 978-88-492-9175-9. URL consultato il 28 novembre 2017.
- ^ Vincenzo Busiello, La Camaiola, il vino della gioia di Castelvenere, su Luciano Pignataro Wine&Food Blog, 2 marzo 2019. URL consultato il 7 agosto 2019.
- ^ redazione, Antico vitigno sannita Camaiola, al via iter per iscrizione al Registro delle varietà di vite | NTR24.TV - News su cronaca, politica, economia, sport, cultura nel Sannio, su ntr24.tv. URL consultato il 7 agosto 2019.
- ^ Sannio, "Benvenuta Camaiola": l'uva beneventana iscritta al Registro nazionale delle varietà di viti, su la Repubblica, 15 maggio 2021. URL consultato il 30 maggio 2021.
- ^ Castelvenere, il “Comune più vitato del Sud”: la carovana di legambiente fa tappa nel Sannio, in Il Denaro.
- ^ Turismo: Casucci, favorire sviluppo anche nei centri rurali - Campania, su Agenzia ANSA, 9 maggio 2021. URL consultato il 30 maggio 2021.
- ^ A Castelvenere il "miglior piano regolatore delle Città del Vino 2013", in NTR24.TV - News su cronaca, politica, economia, sport, cultura nel Sannio, 6 novembre 2013. URL consultato il 28 novembre 2017.
- ^ Archivio Storico delle Elezioni - Comunali, su Ministero dell'Interno. URL consultato il 28 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
- ^ Le Unioni di Comuni in Regione Campania
- ^ Barbara Serafini, Castelvenere tappa traguardo della Maglia Ciclamino, su Fremondoweb, 11 maggio 2021. URL consultato il 15 maggio 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., L'Italia: Campania, Milano, Touring Club Italiano, 2005.
- Dante B. Marrocco, Guida del Medio Volturno, Napoli, Tipografia Laurenziana, 1986.
- Renato Pescitelli, Chiesa Telesina: luoghi di culto, di educazione e di assistenza nel XVI e XVII secolo, Auxiliatrix, 1977.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castelvenere
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.castelvenere.bn.it.
- Castelvènere, su sapere.it, De Agostini.