Vai al contenuto

Lanius borealis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Averla settentrionale
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordineCorvida
FamigliaLaniidae
GenereLanius
SpecieL. borealis
Nomenclatura binomiale
Lanius borealis
Vieillot, 1808
Areale

     estivo

     invernale

     di residenza

     migrazione

L'averla settentrionale (Lanius borealis Vieillot, 1808) è un uccello passeriforme della famiglia Laniidae[2].

Il nome scientifico della specie, borealis, deriva dal latino e ne sottolinea la diffusione boreale: il nome comune rappresenta anch'esso un riferimento all'areale di diffusione.

Fra gli indiani di Old Crow, nello Yukon, questo uccello è noto come tzi kwut go katshi lyi[3].

Esemplare nella contea di McHenry.
Esemplare a Port Angeles.

Misura 24-27 cm di lunghezza, per 56-80 g di peso[4].

Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto, muniti di grossa testa ovale e allungata che sembra incassata direttamente nel torso, becco robusto dall'estremità adunca, ali arrotondate, forti zampe artigliate e coda di media lunghezza e dall'estremità vagamente romboidale.
Nel complesso, l'averla settentrionale somiglia molto all'affine averla americana, dalla quale può essere riconosciuta per la taglia maggiore, la colorazione generalmente più chiara e la minore estensione della mascherina facciale, oltre che per il becco più lungo e uncinato in maniera più prominente.

Il piumaggio si presenta di colore grigio chiaro su calotta (fronte, vertice, nuca), dorso e scapolare, che si schiarisce ulteriormente su petto e fianchi (dove le singole penne sono orlate di colore più scuro a dare alla zona un effetto screziato) e codione, mentre la gola, il ventre e il sottocoda (così come il sopracciglio, la base delle copritrici e lo specchio alare su remiganti e coda) sono di colore bianco.La mascherina facciale (che va dai lati del becco all'area auricolare e alla parte superiore delle guance, cingendo quasi completamente l'occhio), le ali e la coda sono di colore nero. Le sottospecie asiatiche tendono a presentare sfumature brunastre su testa e spalle, ed anche l'accentuazione della barratura pettorale varia a seconda della sottospecie.

Il becco e le zampe sono di colore nerastro: gli occhi sono invece di colore bruno scuro.

L'averla boreale è un uccello dalle abitudini di vita diurne e prevalentemente solitarie: similmente alle altre averle, anche in questa specie gli esemplari delimitano un territorio che viene difeso accanitamente dagli intrusi conspecifici. I territori non sono fissi, ma variano stagione dopo stagione: lo dimostra il fatto che i territori appartenuti a determinati esemplari, qualora gli antichi proprietari muoiano o non facciano ritorno dalla migrazione (sia essa estiva o invernale), vengono rapidamente occupati da altri esemplari[5].
Questi animali passano gran parte della giornata appollaiati su un posatoio in evidenza nel proprio territorio: in tal modo, essi dispongono di una visuale privilegiata dei dintorni, al duplice scopo di avvistare prontamente eventuali intrusi da scacciare e potenziali prede da cacciare.

I richiami di questi uccelli, piuttosto simili a quelli dell'affine averla americana, sono acuti e metallici e vengono emessi di preferenza durante i mesi primaverili ed estivi[4].

Alimentazione

[modifica | modifica wikitesto]
Esemplare con cibo nel becco ad Arvada.

L'averla boreale è un uccello carnivoro, la cui dieta presenta variazioni stagionali[4]: mentre durante i mesi caldi questi uccelli si nutrono in maniera preponderante di invertebrati (principalmente ortotteri e coleotteri, ma anche altri insetti, ragni e millepiedi), mentre durante i mesi invernali essi possono predare anche piccoli vertebrati (topolini e piccoli uccelli), oltre a potersi molto sporadicamente nutrire anche di materiale di origine vegetale, come bacche e piccoli frutti.
Fra gli uccelli predati figurano allodola cornuta, cincia dal cappuccio nero, storno, passero di Brewer, passero corona bianca, junco occhiscuri, lucherino delle pinete e passero: fra i mammiferi invece possono essere annoverati toporagno migratore, topo delle messi occidentale, topi cervini, arvicola codalunga di San Bernardino, arvicola campestre e topo delle case, mentre fra i rettili sono state osservate predazioni a danno di lucertole spinose del genere Sceloporus[5].

Similmente alle altre averle, anche l'averla boreale è solita impalare il cibo in eccesso o le prede di grosse dimensioni a supporti spinosi, allo scopo di poter conservare il cibo e di poterlo spezzettare più comodamente alla bisogna per consumarlo.

Nido con giovani in una foto d'epoca.

Si tratta di uccelli monogami, le cui coppie tendono a rimanere assieme negli anni. La stagione degli amori comincia immediatamente dopo l'arrivo ai terreni riproduttivi, che generalmente avviene ai primi di aprile[4].

I due partner collaborano nella costruzione del nido (struttura a coppa edificata con rametti, licheni e fibre vegetali, foderata internamente con materiale più soffice, anche di origine animale) fra i rami di un cespuglio o di un albero basso, oltre che nella cova delle 4-7 uova (che dura una quindicina di giorni) e nell'allevamento dei pulli: costoro divengono in grado d'involarsi a circa tre settimane dalla schiusa, pur rimanendo presso il nido natio (continuando, sebbene in maniera sempre più sporadica, a chiedere l'imbeccata ai genitori) per circa un altro mese prima di rendersi completamente indipendenti.

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]
Esemplare nella contea di Cumberland.
Esemplare nel parco nazionale e riserva di Wrangell-St. Elias.

L'averla boreale è diffusa in un areale che si estende su ambedue le sponde del Mare di Bering: questi uccelli, infatti, popolano l'Asia dalla Siberia centrale e dall'Asia centrale (area di confine fra Kazakistan, Kirghizistan e Uiguristan) ad est fino alla Manciuria ed alla Kamchatka, oltre ad essere presenti in America settentrionale dall'Alaska a Terranova e a sud fino a Carolina del Nord, Texas settentrionale e California centrale: in realtà, si tratta di uccelli migratori, con le uniche popolazioni stanziali diffuse nelle aree montuose dell'Asia centrale (dove effettuano comunque migrazioni altitudinali scendendo di quota durante i mesi freddi), nell'area che va da Tuva a Sakhalin e lungo la costa meridionale dell'Alaska e della Columbia Britannica, mentre le altre migrano verso sud durante i mesi invernali.

L'habitat dell'averla boreale è rappresentato dalle aree di taiga e dalla tundra sul limitare di quest'ultima, con presenza sparsa di cespugli e di piccoli alberi: questi uccelli popolano anche le aree agricole, mentre tendono ad evitare quelle antropizzate, sebbene sia possibile osservarle nei pressi delle aree suburbane mentre tendono agguati agli uccellini che si accingono a cibarsi dalle mangiatoie appositamente poste dall'uomo nei giardini[5].

Se ne riconoscono cinque sottospecie[2]:

Alcuni autori riconoscerebbero inoltre una sottospecie invictus del Nord-Est degli Stati Uniti[4], attualmente sinonimizzata con la nominale[2]: secondo altri autori sarebbe inoltre corretto accorpare anche la sottospecie funereus in mollis[4].

Fino al 2017, l'averla boreale e tutte le sue sottospecie venivano accorpate all'averla maggiore: gli ornitologi americani, infatti, consideravano unicamente le popolazioni nordamericane come facenti parti di una specie a sé, mentre i confronti tassonomici con le popolazioni diffuse sull'altra sponda dello stretto di Bering (considerate sia dagli americani che dagli europei come averle maggiori, sebbene tendano a vivere in parapatria con queste) evidenziavano ogni volta che si trattava della stessa specie[6].
Studi più approfonditi e di maggiore portata hanno invece evidenziato che l'averla boreale rappresenta una specie a tutti gli effetti, affine all'averla iberica (della quale sarebbe un sister taxon), all'averla americana ed all'averla maggiore cinese (con le quali formerebbe un clade[7].

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Lanius borealis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Laniidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 21 febbraio 2020.
  3. ^ Irving, L., Naming of birds as part of the intellectual culture of Indians at Old Crow, Yukon Territory, in Arctic, vol. 11, n. 2, 1958, p. 117–122, DOI:10.14430/arctic3738.
  4. ^ a b c d e f g h (EN) Northern Grey Shrike (Lanius borealis), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 21 febbraio 2020.
  5. ^ a b c Atkinson, E. C., Winter territories and night roosts of Northern Shrikes in Idaho (PDF), in Condor, vol. 95, n. 3, 1993, p. 528–535, DOI:10.2307/1369595.
  6. ^ Miller, A. H., The status of Lanius borealis as a species (PDF), in Condor, vol. 32, 1930, p. 163–164, DOI:10.2307/1363449.
  7. ^ Olsson, U.; Alström, P.; Svensson, L.; Aliabadian, M.; Sundberg, P., The Lanius excubitor (Aves, Passeriformes) conundrum—Taxonomic dilemma when molecular and non-molecular data tell different stories (PDF), in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 55, n. 2, 2010, p. 347–357, DOI:10.1016/j.ympev.2009.11.010. URL consultato il 21 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2020).

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Lanius borealis, in Avibase - il database degli uccelli nel mondo, Bird Studies Canada.