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Arcidiocesi di Salisburgo

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Disambiguazione – Se stai cercando l'antico principato arcivescovile, vedi Principato arcivescovile di Salisburgo.
Arcidiocesi di Salisburgo
Archidioecesis Salisburgensis
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Feldkirch, Graz-Seckau, Gurk, Innsbruck
 
Arcivescovo metropolita e primateFranz Lackner, O.F.M.
Vicario generaleRoland Rasser
AusiliariHansjörg Hofer[1]
Presbiteri279, di cui 182 secolari e 97 regolari
1.599 battezzati per presbitero
Religiosi147 uomini, 223 donne
Diaconi59 permanenti
 
Abitanti756.526
Battezzati446.262 (59,0% del totale)
StatoAustria
Superficie9.715 km²
Parrocchie210 (17 vicariati)
 
Erezione543 o 698
Ritoromano
CattedraleSanti Ruperto e Virgilio
Santi patroniSan Ruperto
San Virgilio
Sant'Erentrude
Sant'Engelbert Kolland[2]
IndirizzoKapitelplatz 2, A-5010 Salzburg, Österreich
Sito webeds.at
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Austria
La basilica Mariathal di Kramsach.
Mappa del principato arcivescovile di Salisburgo nel 1789.
In verde la parte austriaca dell'arcidiocesi nel XIII secolo.
Piazza della cattedrale a Salisburgo; al centro il palazzo arcivescovile.
La chiesa della Santissima Trinità di Salisburgo; gli edifici annessi ospitano il seminario arcivescovile.

L'arcidiocesi di Salisburgo (in latino Archidioecesis Salisburgensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Austria. Nel 2022 contava 446.262 battezzati su 756.526 abitanti. È retta dall'arcivescovo Franz Lackner, O.F.M.

L'arcivescovo di Salisburgo gode da due secoli del titolo di primate di Germania. Questo titolo, privo di giurisdizione politica, dà all'arcivescovo un primato d'onore fra i vescovi dei paesi tedescofoni. Gode inoltre del titolo di legato nato, che gli consente di vestire i panni di cardinale, anche a Roma, pur non essendo stato nominato cardinale. Per questa ragione, nei loro stemmi gli arcivescovi di Salisburgo hanno sempre galero e nappe di rosso.

L'arcidiocesi comprende lo stato federale austriaco di Salisburgo e la parte nordorientale del Tirolo.

Sede arcivescovile è la città di Salisburgo, dove si trova la cattedrale dei Santi Ruperto e Virgilio. A Salisburgo sorgono anche le ex cattedrali dell'arciabbazia di San Pietro e della chiesa di Nostra Signora dei frati francescani. In diocesi si contano tre basiliche minori: la basilica di Mariathal a Kramsach, la basilica dell'Assunzione della Beata Vergine Maria a Mariapfarr[3] e la basilica santuario di Maria Plain a Bergheim.

Il territorio si estende su 9.715 km² ed è suddiviso in 210 parrocchie, raggruppate in 17 decanati: Altenmarkt im Pongau, Bergheim, Brixen im Thale, Hallein, Köstendorf, Kufstein, Reith im Alpbachtal, Saalfelden am Steinernen Meer, Salisburgo, Sankt Georgen bei Salzburg, Sankt Johann im Pongau, Sankt Johann in Tirol, Stuhlfelden, Tamsweg, Taxenbach, Thalgau e Zell am Ziller.

Provincia ecclesiastica

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La provincia ecclesiastica di Salisburgo comprende le seguenti suffraganee:

Vescovato abbaziale (IV secolo - c. 482)

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Attorno al 450, la Vita Sancti Severini riporta che a Salisburgo avevano sede due chiese e un monastero. Poco si sa del primo vescovato, e san Massimo è l'unico abate-vescovo di cui si conosca il nome. Un discepolo di san Severino, riporta che egli venne martirizzato al ritorno da Noricum. Salisburgo venne distrutta nel 482 circa, sei anni dopo la partenza delle legioni romane dalla regione.

Erezione della diocesi (c. 543/698 - 798)

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San Ruperto, vescovo di Worms, chiamato apostolo di Baviera e di Carinzia, ritornò nella regione e fondò una chiesa a Wallersee, trovando le rovine di Salisburgo. È incerto se egli sia giunto nel 543 circa, durante il regno di Teodoro I di Baviera o più propriamente nel 698 circa quando la Baviera venne conquistata dai Franchi e vi era il duca Teodone II di Baviera.

Nonostante i dubbi cronologici, san Ruperto è il primo vescovo certo di Salisburgo.

In ogni caso la cristianità non si diffuse nella regione sino al VII secolo. Il monastero della cattedrale venne dedicato a san Pietro e la nipote di Ruperto, Erentrude fondò un monastero di monache a Nonnberg. Sotto San Virgilio la diocesi di Salisburgo fu matrice della diffusione del cristianesimo grazie all'evangelizzazione di territori limitrofi, a partire dalla Carantania, spinta dalle numerosissime missioni itineranti da parte di monaci irlandesi o di scuola irlandese.

San Bonifacio completò l'opera di san Ruperto e san Virgilio, introducendo la regola di San Benedetto e rendendo Salisburgo suffraganea di Magonza.

Elevazione ad arcidiocesi (798 - 1060)

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Arno si guadagnò il rispetto del re dei Franchi Carlo Magno che gli assegnò in missione i territori compresi tra il Reno, il Raab e la Drava che erano stati recentemente conquistati dagli Avari. Vennero fondati dei monasteri e lentamente tutta la Carinzia venne cristianizzata. Mentre Arno era a Roma in missione per conto di Carlo Magno, nel 798, papa Leone III lo nominò arcivescovo metropolita della Baviera attribuendogli le diocesi suffraganee di Frisinga, Passavia, Ratisbona e Sabiona. In occasione di una contesa tra l'arcidiocesi di Salisburgo e il patriarcato di Aquileia, Carlo Magno decise di porre la Drava come confine delle due aree.

L'arcivescovo Adalvino ebbe non pochi problemi quando il re Rastislavo di Moravia tentò di sottrarre i suoi territori all'influenza tedesca. Papa Adriano II nominò Metodio, arcivescovo di Pannonia e Moravia, e solo quando re Rastislavo venne fatto prigioniero da Ludovico II che Adalvino poté giustamente protestare per la violazione dei propri diritti. Metodio apparve dinanzi al Sinodo di Salisburgo dove venne condannato all'esilio per due anni e mezzo.

Epoca delle investiture (1060 - 1213)

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Con Gregorio VII la Chiesa entrò in una nuova era. Il primo arcivescovo di questo periodo fu Gebeardo, che durante le controversie per la lotta per le investiture rimase dalla parte del papa. Gebeardo dovette soffrire nove anni di esilio e gli fu permesso di rientrare a Salisburgo solo pochi anni prima della morte, quando venne sepolto nell'abbazia di Admont. Nel 1072 gli arcivescovi di Salisburgo ottennero il diritto di nominare i vescovi loro suffraganei senza conferma da parte del papa[4]. Il suo successore Timo venne imprigionato per cinque anni e morì di morte violenta nel 1102. All'abdicazione di Enrico IV, Corrado I di Abenberg venne eletto arcivescovo. Corrado visse in esilio sino al concordato tra Chiesa e imperatore del 1122, dedicandosi poi a migliorare la vita religiosa dell'episcopato.

L'arcivescovo parteggiò nuovamente per la Chiesa nel conflitto tra il Papa e l'arcivescovo Eberardo I di Hilpolstein-Biburg, promosso dagli Hohenstaufen, ma il suo successore Corrado II si oppose all'imperatore e morì nel 1168 ad Admont, fuggendo. Corrado III di Wittelsbach venne nominato arcivescovo di Salisburgo nel 1177 alla Dieta di Venezia.

Principato arcivescovile (1213 - 1803)

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Lo stesso argomento in dettaglio: Principato arcivescovile di Salisburgo.

L'arcivescovo Eberardo II di Truchsess venne creato Principe dell'Impero nel 1213. Per molti secoli, l'arcidiocesi di Salisburgo godette di un potere temporale, costituendosi in uno stato indipendente: il Principato arcivescovile di Salisburgo.

Eberardo II creò tre nuove diocesi con l'approvazione del papa: la diocesi di Chiemsee (1216), la diocesi di Seckau (1218) e la diocesi di Lavant (1225). Eberardo venne scomunicato nel 1245 dopo essersi rifiutato di sottoscrivere un documento della Santa Sede che deponeva l'Imperatore, e morì l'anno seguente. Durante l'interregno tedesco, Filippo di Carinzia si rifiutò di consacrare nuovi sacerdoti e venne deposto da Ulrico di Seckau.

Matteo assoldò dei minatori della Sassonia che portarono con loro l'ideologia e gli scritti del protestantesimo di Lutero e fu così che il luteranesimo dilagò anche a Salisburgo. L'arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau impose ai protestanti di convertirsi al cattolicesimo o di lasciare il paese. La cattedrale venne ricostruita e non ebbe rivali nelle Alpi in quanto a bellezza e raffinatezza.

L'arcivescovo Paride Lodron invitò i Gesuiti a Salisburgo con l'intento di scacciare i protestanti: 30.000 persone vennero obbligate a lasciare il paese e a trasferirsi nel Württemberg, nell'Hannover e nella Prussia Orientale e molti emigrarono in Georgia negli Stati Uniti d'America. L'ultimo principe-vescovo, Hieronymus von Colloredo, è probabilmente più conosciuto per essere stato il primo datore di lavoro di Mozart. Egli si preoccupò di riformare la Chiesa e le scuole, alienandosi però dalla popolazione.

Il 28 gennaio 1785 l'arcidiocesi cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Leoben, che successivamente sarà incorporata nella diocesi di Seckau.

Epoca moderna (dal 1803 a oggi)

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Nel 1803 il Principato arcivescovile di Salisburgo venne secolarizzato come Granducato di Salisburgo, affidato formalmente al granduca Ferdinando III d'Asburgo-Lorena del Granducato di Toscana (fratello dell'imperatore Francesco II), che aveva perso temporaneamente il proprio trono. Nel 1805 Salisburgo passò all'Austria, e nel 1809 alla Baviera, che chiuse l'università, soppresse i conventi per i novizi e bandì pellegrinaggi e processioni. Il Congresso di Vienna restituì Salisburgo all'Austria nel 1814 e la vita ecclesiastica venne nuovamente normalizzata dall'arcivescovo Augusto Giovanni Giuseppe Gruber.

Il 1º aprile 1818 con la bolla Dei ac Domini Nostri di papa Pio VII fu soppressa la diocesi di Chiemsee e parte del suo territorio fu incorporato in quello di Salisburgo.

In seguito al concordato fra Santa Sede e Austria del 5 giugno 1933 gli arcivescovi di Salisburgo persero il diritto di nominare i vescovi delle diocesi suffraganee della loro provincia ecclesiastica.[5]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Abati-vescovi di Juvavum

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  • San Massimo † (? - 476 deceduto)
    • Sede abbandonata dopo il 482 circa

Vescovi di Salisburgo

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  • San Ruperto † (circa 698 - circa 718 deceduto)
  • San Vitale † (circa 560 - circa 570,[6] o circa 718 - circa 728 deceduto)
  • Erkenfrido †[6]
  • Ansologo † (circa 600)[6]
  • Ottocaro †[6]
  • Savolo †[6]
  • Ezzio †[6]
  • Flobrigido † (? - 12 febbraio 739 deceduto)[6]
  • San Giovanni † (739 - 10 giugno 745 deceduto)
  • San Virgilio † (745 - 27 novembre 784 deceduto)

Arcivescovi di Salisburgo

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L'arcivescovo Maximilian Joseph von Tarnóczy

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 756.526 persone contava 446.262 battezzati, corrispondenti al 59,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 370.000 430.000 86,0 579 408 171 639 248 1.305 199
1970 473.556 517.949 91,4 545 366 179 868 333 1.072 204
1980 531.000 540.000 98,3 490 330 160 1.083 2 244 913 206
1990 520.367 579.941 89,7 429 289 140 1.212 12 243 717 206
1999 250.161 643.706 38,9 349 252 97 716 29 206 499 207
2000 518.341 676.701 76,6 342 251 91 1.515 32 184 489 207
2001 516.767 677.000 76,3 344 252 92 1.502 32 188 478 210
2002 520.456 682.826 76,2 340 249 91 1.530 30 179 451 205
2003 514.019 682.826 75,3 328 240 88 1.567 33 170 436 208
2004 513.126 682.826 75,1 316 234 82 1.623 37 155 418 208
2010 497.378 708.847 70,2 297 213 84 1.674 38 155 369 210
2014 479.781 715.280 67,1 288 207 81 1.665 42 149 346 210
2017 470.141 735.135 64,0 282 195 87 1.667 55 130 290 210
2020 460.106 746.515 61,6 293 196 97 1.570 54 143 262 210
2022 446.262 756.526 59,0 279 182 97 1.599 59 147 223 210
  1. ^ Vescovo titolare di Abziri.
  2. ^ Patroni, su kirchen.net (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2014).
  3. ^ Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, 5 aprile 2018; Prot. 106/18.
  4. ^ La motivazione dell'intesa, a tal fine, raggiunta dal re Enrico IV e dal papa fu resa dal primo dichiarando che la vastità dell'estensione della diocesi (che includeva nominalmente anche aree ad oltre quattrocento chilometri da Salisburgo, come Bressanone, Frisinga, Passavia e Ratisbona) e la difficoltà delle strade per raggiungerle rendeva estremamente difficile per l'arcivescovo raggiungere queste sedi: (EN) John B. Freed, The Prosopography of Ecclesiastical Elites: Some Methodological Considerations from Salzburg, Medieval Prosopography, Vol. 9, No. 1 (Spring 1988), p. 34.
  5. ^ (ITLA) Acta apostolicae sedis, 1934, pp. 249 e seguenti. Cf. in particolare l'articolo IV, § 1 (p. 252).
  6. ^ a b c d e f g i vescovi da Vitale a Flobrigido compaiono nella cronotassi che data l'arrivo di Ruperto nel 543
  7. ^ Il 16 marzo 1667 è confermato dalla Santa Sede vescovo anche di Ratisbona.
  8. ^ Eubel, vol. 7, p. 233.
  9. ^ Nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Vibo Valentia.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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