Spytek II di Melsztyn

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Spytek II di Melsztyn
Spytek II di Melsztyn come immaginato da Augustinus Thille e da Wojciech Kazimierz Jastrzębski
duca di Podolia[1]
Stemma
Stemma
In carica13 giugno 1395 –
12 agosto 1399[1]
PredecessoreTeodoro Koriatowicz
SuccessoreŠvitrigaila
Nascita1364 circa
MorteVorskla, 12 agosto 1399
DinastiaTarnowski
PadreJan di Melsztyn
MadreSofia di Książ
ConsorteElisabetta Lackfi

Spytek II di Melsztyn (in polacco Spytek z Melsztyna o Spytko Melsztyński; 1364 circa – Vorskla, 12 agosto 1399) fu un nobile polacco (szlachcic) legato alla stirpe di Leliwa.

Signore delle terre di Melsztyn, nella Piccola Polonia, Spytek fu nominato maresciallo di corte (Marszalek) dal 1373, voivoda dell'area di Cracovia dal 1381, starosta di Biecz dal 1383 e anche di Cracovia dal 1390.

Abbracciando l'ipotesi avanzata da Ladislao I di Polonia, favorì l'avvio delle trattative finalizzate al matrimonio tra la regina Edvige di Polonia e il granduca di Lituania Jogaila, che sarebbe divenuto in futuro re di Polonia con il nome di Ladislao II Jagellone.[2] Nel 1391-1396, Spytek reclamò il possesso della terra di Wieluń[nota 1] e Orzeszków a scapito del duca Ladislao II di Opole. Il 13 giugno 1395, Ladislao II Jagellone concesse a Spytek una porzione della Podolia a titolo di feudo, provvedimento che fu confermato dalla regina Edvige il 10 luglio 1395.[nota 2]

Durante il breve periodo in cui fu duca di Podolia, riuscì a costringere Teodoro Koriatowicz a rinunciare ai suoi diritti sulla Podolia; inoltre, assieme alla regina e al re negoziò con Sigismondo di Lussemburgo, l'allora sovrano d'Ungheria, a proposito di delicate questioni relative ai confini. Assieme al vescovo di Vilnius, si impegnò a impedire la secessione del Granducato di Lituania dall'unione polacco-lituana quando Vitoldo firmò il trattato di Salynas il 12 ottobre 1398. Al contempo, autorizzò l'avvio di lavori finalizzati all'ammodernamento del castello di Kam"janec'-Podil's'kyj.[3] In qualità di duca di Podolia,[4] partecipò anche alla spedizione condotta da Vitoldo e appoggiata dalla Polonia contro l'Orda d'Oro, la quale si concluse con la per lui fatale battaglia del fiume Vorskla.[5] Stando a quanto raccontano le fonti, pare che si distinse durante lo scontro dando prova di coraggio contro i tartari, mentre invece Vitoldo, a capo dell'esercito, fuggì.[5] Per decisione di Ladislao Jagellone, le terre in Podolia furono ereditate da uno dei fratelli del re della Polonia, Švitrigaila.[6]

Sposatosi con Elisabetta Lackfi, Spytek ebbe cinque figli:[1]

  • Edvige di Melsztyn;
  • Dorotea di Melsztyn;
  • Caterina di Melsztyn;
  • Spytek III di Melsztyn;
  • Jan di Melsztyn († 1429).
Esplicative
  1. ^ Durante la guerra in cui si impegnò, riuscì a espugnare una serie di città, tra cui Olsztyn e Krzepice. Inoltre, guidò l'attacco nei pressi di Opole, impossessandosi delle città di Gorzów Śląski, Olesno e Lubliniec. Fu costretto a rinunciare ai suoi propositi per via di Ladislao II di Opole. Prese parte anche all'attacco a Strzelce Opolskie, così come ai successivi negoziati: (PL) Polski Słownik Biograficzny, vol. XX (Maria Józefa-Mieroszewski Krzysztof), Breslavia, Varsavia, Cracovia, Danzica, Accademia Polacca delle Scienze, Istituto di Storia, 1975, pp. 413-414.
  2. ^ Edvige rimase formalmente la regina regnante fino al 1399, mentre suo marito aveva il titolo di re consorte di Polonia. Anche se in larga misura godeva di libertà di manovra, dunque, egli governava in nome di Edvige.
Bibliografiche
  1. ^ a b c (PL) Wielka encyklopedia PWN, vol. 25 (Sg-Starmach), Varsavia, Wydawnictwo Naukowe PWN, 2004, p. 474.
  2. ^ (PL) Polski Słownik Biograficzny, vol. XX (Maria Józefa-Mieroszewski Krzysztof), Breslavia, Varsavia, Cracovia, Danzica, Accademia Polacca delle Scienze, Istituto di Storia, 1975, p. 413.
  3. ^ Sette meraviglie dell'Ucraina, su refdb-ru.translate.goog. URL consultato il 29 novembre 2021.
  4. ^ Essendo altresì un funzionario reale, Spytek preferiva non ricorrere al titolo di duca di Podolia, poiché ricoprire entrambe queste prestigiose cariche veniva giudicato con sospetto. Di solito, firmava le lettere impiegando la formula "Signore e successore del Ducato di Podolia e della Terra di Samobor; voivoda e starosta di Cracovia" (in polacco: Pan i dziedzic ksiestwa podolskiego i ziemi samoborskiej, wojewoda i starosta krakowski): (PL) Polski Słownik Biograficzny, vol. XX (Maria Józefa-Mieroszewski Krzysztof), Breslavia, Varsavia, Cracovia, Danzica, Accademia Polacca delle Scienze, Istituto di Storia, 1975, p. 414..
  5. ^ a b (PL) Polski Słownik Biograficzny, vol. XX (Maria Józefa-Mieroszewski Krzysztof), Breslavia, Varsavia, Cracovia, Danzica, Accademia Polacca delle Scienze, Istituto di Storia, 1975, p. 414.
  6. ^ (EN) Robert I. Frost, The Oxford History of Poland-Lithuania, vol. I: The Making of the Polish-Lithuanian Union, 1385-1569, Oxford University Press, 2018, p. 97, ISBN 978-0-19-256814-4.
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