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Lagenorhynchus albirostris

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Lagenorinco rostrobianco
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineCetacea
SottordineOdontoceti
FamigliaDelphinidae
GenereLagenorhynchus
J. E. Gray, 1846
SpecieL. albirostris
Nomenclatura binomiale
Lagenorhynchus albirostris
(J. E. Gray, 1846)
Areale

Il lagenorinco rostrobianco (Lagenorhynchus albirostris (J. E. Gray, 1846)) è un mammifero marino appartenente alla famiglia dei Delfinidi (Delphinidae). È l'unica specie del genere monotipico Lagenorhynchus J. E. Gray, 1846.

Lo scheletro.

Il lagenorinco rostrobianco è un delfinide dalla struttura robusta e dal rostro corto. Gli adulti misurano 2,3-3,1 m di lunghezza e pesano 180-354 kg. Alla nascita, i neonati sono lunghi 1,1-1,2 m e probabilmente pesano circa 40 kg.[2] La parte superiore del corpo e i fianchi sono di colore grigio scuro con zone grigio chiaro, compresa una sorta di «sella» dietro alla pinna dorsale, mentre la parte inferiore va dal grigio chiaro fin quasi al bianco. Le pinne pettorali, la pinna caudale e la pinna dorsale, alta e falcata, sono tutte di un grigio più scuro di quello del corpo. Come indica il nome, il rostro è generalmente di colore bianco, ma può anche essere più scuro, color grigio cenere, in alcuni esemplari anziani.[3]

I lagenorinchi rostrobianco hanno da 25 a 28 denti in ciascuna mascella, ma i tre denti più vicini alla parte anteriore della bocca spesso non sono visibili, in quanto non escono dalla gengiva. Hanno fino a 92 vertebre, più di qualsiasi altra specie di delfinide. Sebbene i piccoli nascano con due-quattro vibrisse su ciascun lato del labbro superiore, queste scompaiono con la crescita e, come gli altri odontoceti, gli adulti sono completamente glabri.[4] L'omero della pinna pettorale destra è più lungo e robusto di quello sinistro, stando a indicare un certo grado di comportamento lateralizzato.[5]

Distribuzione e habitat

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Esemplari al largo dell'Islanda.

Il lagenorinco rostrobianco è endemico delle acque temperato-fredde e subartiche dell'Atlantico settentrionale e si incontra soprattutto in zone con profondità inferiore ai 1000 m.[6] È diffuso in una fascia di territorio che si estende da un lato all'altro dell'oceano, da Capo Cod, dalla foce del San Lorenzo e dalla Groenlandia meridionale a ovest, attraverso l'Islanda al centro, fino alla zona che va dalla Francia settentrionale alle Svalbard a est; tuttavia, non è particolarmente adattato alle condizioni artiche propriamente dette.[7] È proprio a causa di questo motivo che nelle zone più settentrionali è più vulnerabile ai predatori, in particolare agli orsi polari.[8] All'interno di questo vasto areale, è possibile trovare più comunemente i lagenorinchi in quattro località: sulla piattaforma continentale del Labrador vicino alla Groenlandia sud-occidentale, intorno all'Islanda, al largo delle coste settentrionali e orientali della Gran Bretagna e al largo della costa della Norvegia.[4] Nelle isole Fær Øer, tra l'Islanda e il Regno Unito, il lagenorinco rostrobianco rischia di essere catturato durante le battute di caccia ai globicefali; inoltre, può anche finire accidentalmente intrappolato nelle reti a circuizione e nelle reti a strascico.[9] Non ci sono sottospecie riconosciute.

La specie può essere facilmente confusa con il lagenorinco acuto, nonostante occupi comunemente un areale più settentrionale. Inoltre, è anche generalmente più grande e non ha striature gialle sul fianco.

Esemplari al largo della Scozia.

I dati riguardanti le abitudini riproduttive e l'aspettativa di vita, nonché l'entità della popolazione, sono del tutto sconosciuti, sebbene la maggior parte delle fonti stimi quest'ultima a diverse centinaia di migliaia di individui, con una densità maggiore nell'Atlantico orientale rispetto a quello occidentale.

I lagenorinchi rostrobianco si nutrono prevalentemente di pesci della famiglia dei gadidi, come merluzzi, eglefini e merlani.[10][11] Sono animali sociali, che vivono comunemente in gruppi inferiori alle dieci unità,[4] ma talvolta in associazioni molto più grandi di oltre un centinaio di individui.[12] I click del loro sonar hanno una frequenza di picco di 115 kHz,[13] mentre i fischi sociali sono dell'ordine dei 35 kHz e possono essere udibili da altri membri della stessa specie a distanze che possono raggiungere i 10 km.[14]

I lagenorinchi rostrobianco sono animali acrobatici: spesso cavalcano l'onda di prua delle imbarcazioni veloci e saltano fuori dalla superficie del mare. Sebbene siano generalmente molto più lenti, possono nuotare fino a 30 km/h e sono in grado di immergersi ad almeno 45 m di profondità.[4] Collaborano tra loro per cacciare e vengono spesso osservati mentre si alimentano in compagnia di orche, balenottere comuni e megattere, nonché di altre specie di delfini.

Gli accoppiamenti hanno luogo probabilmente in estate[15] e i piccoli nascono l'anno successivo, tra giugno e settembre.[11] Le femmine raggiungono la taglia adulta intorno ai cinque anni e la maturità sessuale tra i sei e i dieci anni, mentre i maschi raggiungono la taglia adulta intorno ai dieci anni e la maturità sessuale circa due anni dopo rispetto alle femmine.[4]

La specie venne descritta per la prima volta dal tassonomista britannico John Edward Gray nel 1846. A causa della sua relativa abbondanza in acque europee, fu tra le prime specie del genere Lagenorhynchus (dal greco lagenos, «bottiglia» o «fiasco», e rhynchos, «becco» o «muso») a essere nota alla scienza. Il suo appellativo specifico, albirostris, letteralmente «becco bianco», si riferisce alla colorazione del rostro, una caratteristica diagnostica (seppur variabile) utilizzata per la corretta identificazione della specie.[16]

Conservazione

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Le popolazioni del mare del Nord e del mar Baltico figurano nell'Appendice II[17] della Convenzione sulla conservazione delle specie migratrici degli animali selvatici (CMS), in quanto richiederebbero o trarrebbero un significativo beneficio da accordi internazionali specifici.[18]

Inoltre, il lagenorinco rostrobianco rientra nell'Accordo sulla conservazione dei piccoli cetacei del Mar Baltico, dell'Atlantico nord-orientale, del Mare d'Irlanda e del Mare del Nord (ASCOBANS).[19]

  1. ^ (EN) Kiszka, J. & Braulik, G. 2018, Lagenorhynchus albirostris, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ H. Shirihai e B. Jarrett, Whales, Dolphins and Other Marine Mammals of the World, Princeton Field Guides, 2006, pp. 199-200, ISBN 9780691127569.
  3. ^ C. G. Bertulli et al., Color patterns in white-beaked dolphins (Lagenorhynchus albirostris) from Iceland, in Marine Mammal Science, vol. 32, n. 3, luglio 2016, pp. 1072-1098, DOI:10.1111/mms.12312.
  4. ^ a b c d e A. Galatius e C. C. A. Kinze, Lagenorhynchus albirostris (Cetacea: Delphinidae), in Mammalian Species, vol. 48, n. 933, agosto 2016, pp. 35-47, DOI:10.1093/mspecies/sew003.
  5. ^ A. Galatius, Bilateral directional asymmetry of the appendicular skeleton of the white-beaked dolphin (Lagenorhynchus albirostris), in Aquatic Mammals, vol. 32, n. 2, 2006, pp. 232-235, DOI:10.1578/AM.32.2.2006.232.
  6. ^ R. G. Hansen e M. P. Heide-Jørgensen, Spatial trends in abundance of long-finned pilot whales, white-beaked dolphins and harbour porpoises in West Greenland, in Marine Biology, vol. 160, n. 11, novembre 2013, pp. 2929-2941, DOI:10.1007/s00227-013-2283-8.
  7. ^ Polar bears eating dolhins as waters warm, su Bloomberg News. URL consultato il 12 giugno 2015.
  8. ^ J. Aars, M. Andersen, A. Brenière e S. Blanc, White-beaked dolphins trapped in the ice and eaten by polar bears, in Polar Research, vol. 34, 2015, p. 26612, DOI:10.3402/polar.v34.26612.
  9. ^ Marie Francoise Van Bressem, Ben Burville, Matt Sharpe, Per Berggren e Koen Van Waerebeek, Visual health assessment of white-beaked dolphins off the coast of Northumberland, North Sea, using underwater photography [collegamento interrotto], su Wiley Online Library, Marine Mammal Science. URL consultato il 26 marzo 2021.
  10. ^ O. E. Jansen et al., Are white-beaked dolphins Lagenorhynchus albirostris food specialists? Their diet in the southern North Sea, in Journal of the Marine Biological Association of the United Kingdom, vol. 90, n. 8, dicembre 2010, pp. 1501-1508, DOI:10.1017/S0025315410001190.
  11. ^ a b S. J. Canning et al., Seasonal distribution of white-beaked dolphins (Lagenorhynchus albirostris) in UK waters with new information on diet and habitat use, in Journal of the Marine Biological Association of the United Kingdom, vol. 88, n. 6, settembre 2008, pp. 1159-1166, DOI:10.1017/S0025315408000076.
  12. ^ J. Fall e M. Skern-Mauritzen, White-beaked dolphin distribution and association with prey in the Barents Sea, in Marine Biology Research, vol. 10, n. 10, maggio 2014, pp. 957-971, DOI:10.1080/17451000.2013.872796.
  13. ^ M. H. Rasmussen e L. A. Miller, Whistles and clicks from white-beaked dolphins, Lagenorhynchus albirostris, recorded in Faxaflói Bay, Iceland (PDF), in Aquatic Mammals, vol. 28, n. 1, 2002, pp. 78-89. URL consultato il 25 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2020).
  14. ^ M. H. Rasmussen et al., Source levels and harmonic content of whistles in white-beaked dolphins (Lagenorhynchus albirostris), in The Journal of the Acoustical Society of America, vol. 120, n. 1, gennaio 2006, pp. 510-517, Bibcode:2006ASAJ..120..510R, DOI:10.1121/1.2202865, PMID 16875247.
  15. ^ A. Galatius, O. E. Jansen e C. C. Kinze, Parameters of growth and reproduction of white-beaked dolphins (Lagenorhynchus albirostris) from the North Sea, in Marine Mammal Science, vol. 29, n. 2, luglio 2012, pp. 348-355, DOI:10.1111/j.1748-7692.2012.00568.x.
  16. ^ Randall Reeves, Brent Stewart, Phillip Clapham e James Powell, National Audubon Society Guide to Marine Mammals of the World, Knopf, 2002, pp. 395-397, ISBN 0-375-41141-0.
  17. ^ Appendix II (PDF), su Convention on the Conservation of Migratory Species of Wild Animals (CMS), 11 giugno 2011 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2011).
  18. ^ Odontocetes - the Toothed Whales, su Convention on Migratory Species.
  19. ^ Lagenorhynchus albirostris, su ASCOBANS: Agreement on the Conservation of Small Cetaceans of the Baltic, North East Atlantic, Irish and North Seas.

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