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Fortezza di Castel Goffredo

Coordinate: 45°17′55.34″N 10°28′33.82″E
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Voce principale: Castel Goffredo.
Fortezza di Castel Goffredo
La città fortezza di Castel Goffredo agli inizi del Cinquecento[1]
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
CittàCastel Goffredo
IndirizzoParco la Fontanella
Coordinate45°17′55.34″N 10°28′33.82″E
Informazioni generali
TipoLinea fortificata
Inizio costruzioneXI secolo
MaterialeMattoni
Demolizione1757 - 1771
Visitabile
Informazioni militari
Funzione strategicaDifesa del borgo
[2]
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Tratto della prima cinta muraria, a sinistra, corrispondente con il giardino del Palazzo Gonzaga-Acerbi. Sullo sfondo la Torre civica.
La zona di "Castelvecchio" in una mappa degli inizi del Cinquecento.
Porta Picaloca
Ex Torrione di Sant'Antonio.
Torrione di Sant'Antonio con un tratto di mura
Castel Goffredo, chiusa e canale Tartarello che alimentava il fossato della fortezza nel Cinquecento.

La fortezza di Castel Goffredo era una struttura fortificata di confine situata a Castel Goffredo.

Il complesso di opere difensive nel corso dei secoli furono erette per difendere la città da attacchi ostili. Si potevano distinguere due cinte murarie, una all'interno dell'altra, delle quali rimangono oggi solo alcuni tratti. Le due cinte murarie non furono eseguite contemporaneamente, ma realizzate in tempi diversi ed entrambe rafforzate dai signori di Castel Goffredo, i Gonzaga.

Prima cinta muraria (X-XI secolo)

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Il primo perimetro fortificato di Castel Goffredo, dotato, fino alla metà del Quattrocento, di fossato a difesa e costituito prevalentemente da palizzate in legno e terrapieni,[3] si formò forse entro le rovine del castrum romano[4] e fu eretto tra il 900 e il 1000.[5] Al suo interno sorse il primo nucleo urbano e si chiamò Castellum vetus, ovvero “Castelvecchio",[6] conservato quasi integro ai giorni nostri. Il primo documento attestante la struttura fortificata risale al 29 dicembre 1430, quando il signore di Mantova Gianfrancesco Gonzaga disponeva la riparazione del fortilizio.[7] Del luogo si parla anche in un documento del 12 giugno 1480 nel quale Ludovico Gonzaga, vescovo di Mantova e signore di Castel Goffredo, stipulò un accordo con il comune circa lo scambio di alcune terre, tra cui l'antica rocca, contro cessione della torre e locali annessi.[8]
Della prima fortificazione facevano parte anche:

  • il castello medievale, ora scomparso;
  • la Torre civica, che fungeva di porta d'accesso (chiamata porta castelli veteri)[9] e chiudeva l'accesso a "Castelvecchio";
  • il Palazzo del Vicario, residenza castellata addossata alla torre civica, con fossato antistante di difesa;
  • la Rocca, situata al centro della piazzetta di "Castelvecchio";
  • il Torrazzo medievale.

Della prima cinta si conserva ancora un importante tratto corrispondente al lato nord del Palazzo Gonzaga-Acerbi.

Seconda cinta muraria e rivellino (XV secolo)

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All'inizio del Quattrocento, sotto il marchesato di Alessandro Gonzaga, anche il resto dell'agglomerato urbano esterno alla prima fortificazione, venne dotato di un secondo ordine di mura e di rivellino.[10] Tutto attorno alle mura si estendeva un fossato originato dal corso dei torrenti Fuga e Tartarello[8], mentre una strada di circonvallazione percorreva tutto il perimetro.
Ludovico Gonzaga, vescovo di Mantova e signore di Castel Goffredo, nel 1480 affidò l'incarico di potenziare le mura difensive all'architetto militare Giovanni da Padova, [11] iniziando la sostituzione delle antiche difese in legno con mura in pietra.[12]

La seconda cinta muraria era dotata di quattro porte di accesso:[13]

in seguito ridotte a due (di Sopra e del Povino) sotto il dominio del marchese Aloisio Gonzaga.

Nella "città fortezza", agli inizi del Cinquecento, furono costruiti anche sette torrioni difensivi[15] ad arco circolare così chiamati:

Anche il marchese Aloisio Gonzaga, verso il 1540, provvide a rafforzare le mura e le porte di accesso alla città.[16]

Dopo il marchesato di Alfonso Gonzaga, che apportò solo piccoli miglioramenti alle fortezza, iniziò il decadimento delle mura difensive a causa dell'abbandono in cui furono lasciate dai duchi di Mantova e dalle guerre.[17]

Con l'aggregazione di Castel Goffredo al ducato di Mantova, Vincenzo I Gonzaga non si interessò alla fortezza e solo nel 1629, dopo lo scoppio della guerra di successione di Mantova e del Monferrato, la struttura fortificata di Castel Goffredo venne rivalutata.[18] La Serenissima realizzò ulteriori opere di difesa e grazie all'ingegnere militare Giovan Giacomo Marchesi costruite delle lunette a est, sud e ovest della fortezza e potenziati i torrioni con nuovi pezzi di artiglieria.[19]

Abbattimento delle mura

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Tra il 1757 e il 1771 iniziò il progressivo abbattimento delle opere di difesa, iniziando dal rivellino e dalle lunette esterne.[20][21] Nel 1817 prese avvio la demolizione della seconda cinta muraria,[22] che progressivamente venne conclusa nel 1920.[23]

Resti delle mura

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Di questa seconda cinta muraria si conserva ancora oggi traccia nel Torrione di Sant'Antonio sul quale, nel 1930, venne costruito un edificio adibito a colonia estiva elioterapica (Parco La Fontanella), nel tratto di fossato che cingeva le mura a ovest del borgo,[24] nel muro di cinta di Palazzo Gonzaga-Acerbi e una costruzione di civile abitazione sorta sul Torrione dei Disciplini assieme a un tratto di fossato a sud-ovest del centro abitato.

Delle porte che chiudevano la città rimane traccia in due pilastri in marmo della Porta Picaloca all'ingresso di via Mantova.

Galleria d'immagini

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  1. ^ In italiano: "Andremo, andrete, andranno".
  1. ^ Bonfiglio (1922), p.2.
  2. ^ Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005.
  3. ^ Vignoli (2010), p.45.
  4. ^ Alessandro Ballarini, Storia e Archeologia del territorio Mantovano tra VII e XI secolo, p. 12, su academia.edu. URL consultato il 17 dicembre 2014.
  5. ^ Bonfiglio (2005), p.34.
  6. ^ Berselli, p.99.
  7. ^ Vignoli (2010), p.39.
  8. ^ a b Bonfiglio (2005), p.61.
  9. ^ Vignoli (2010), pp. 16-17.
  10. ^ Bonfiglio (2005), p.62.
  11. ^ Giovanni da Padova. Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it. URL consultato il 2 luglio 2011.
  12. ^ Vignoli (2010), p.47.
  13. ^ Bonfiglio (2005), pp. 71-72.
  14. ^ Berselli, p.107.
  15. ^ Berselli, p.106.
  16. ^ Bonfiglio (2005), p.79.
  17. ^ Bonfiglio (2005), p.87.
  18. ^ Vignoli (2010), p.83.
  19. ^ Vignoli (2010), p.85.
  20. ^ Vignoli (2010), p.93.
  21. ^ Bonfiglio (2005), p.88.
  22. ^ Bonfiglio (2005), p.89.
  23. ^ Bonfiglio (2005), p.91.
  24. ^ Vignoli (2010), p.131.
  • Costante Berselli, Castelgoffredo nella storia, Mantova, 1978.ISBN non esistente
  • Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005, ISBN 88-7495-163-9.
  • Enzo Boriani, Castelli e torri dei Gonzaga nel territorio mantovano, Brescia, 1969.
  • Massimo Telò (a cura di), Aloisio Gonzaga. Un principe nella Castel Goffredo del '500, Roma, PressUp, 2021, ISBN non esistente.
  • Pierluigi Tozzi, Storia padana antica, Milano, 1972, ISBN non esistente.
  • Mariano Vignoli, Giancarlo Cobelli, Da terra aperta e ben intesa fortezza. Le mura e le fortificazioni di Castel Goffredo, Mantova, 2010, ISBN 978-88-95490-10-6.
  • 1999 – Immagina. Castel Goffredo: l'evoluzione di un territorio, CD-ROM, a cura del Comune di Castel Goffredo

Voci correlate

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Altri progetti

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