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Castello di Presule

Coordinate: 46°30′19.25″N 11°29′44.55″E
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Castello di Presule
Schloss Prösels
Il castel Presule
Ubicazione
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
CittàFiè allo Sciliar
IndirizzoAndreas Hofer, Fie' Allo Sciliar/vols Am Schlern
Coordinate46°30′19.25″N 11°29′44.55″E
Mappa di localizzazione: Trentino-Alto Adige
Castello di Presule
Informazioni generali
TipoCastello
Termine costruzione1517
Condizione attualeRistrutturato
VisitabileSi
Informazioni militari
Comandanti storiciLeonhard von Völs
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Il castello di Presule (in tedesco Schloss Prösels) è un castello dell'Alto Adige, che si trova nell'altipiano dello Sciliar, nel cuore delle Dolomiti, precisamente nel comune di Fiè allo Sciliar.

Castel Presule

Il castello è un splendido esempio di arte gotica, e la sua realizzazione risale ai tempi di Massimiliano I d'Asburgo nel 1517, come scritto sopra il portale d'ingresso. In realtà i signori di Fiè, amministratori dei vescovi di Bressanone, eressero il maniero già nell'anno 1200.

Il più famoso proprietario è stato il conte Leonhard von Völs (1458-1530), che visse nel momento di massimo splendore del castello.

Anche il poeta sudtirolese Oswald von Wolkenstein vi soggiornò per qualche tempo.[1]

In italiano è talora indicato come Castel Colonna. Questo perché i Völs (Fiè), ad un certo punto, sotto Leonardo II, cominciarono ad aggiungere il cognome Colonna al proprio. Il motivo non è chiaro: per alcuni i signori di Fiè sarebbero stati un ramo dei Colonna romani arrivati in Tirolo nel XII secolo; per altri, invece, Leonardo I di Fié avrebbe partecipato alla battaglia di Lepanto al fianco di Marcantonio Colonna, affermando che la sua famiglia era originaria dei Colonna di Tuscolo. Per una terza versione, Marcantonio Colonna avrebbe adottato Leonardo, per poter ostentare l'appartenenza ad una nobile casata romana. Più probabilmente però, Leonardo di Fiè chiese ed ottenne semplicemente di poter aggiungere quello dei Colonna al proprio nome.[2]

Dal 1804 al 1978 il castello cambiò molteplici volte la proprietà e visse alcuni periodi di decadenza seguiti anche da periodi di restauro. Alla fine però il castello fu abbandonato a se stesso.

Solo nel 1981 un gruppo di appassionati cittadini di Fiè allo Sciliar fondò il Kuratorium Schloss Prösels S.r.l., e iniziarono così i lavori di ristrutturazione che durarono fino al 1982.

Nei mesi estivi si possono effettuare visite guidate. Inoltre vengono spesso effettuate numerose manifestazioni e eventi culturali e mostre.

All'ingresso del Castello si trova un monumento dedicato a rogo delle streghe, avvenimenti storici risalenti al XVI esimo secolo proprio nel Comune di Fiė allo Sciliar di cui si trovano ancora gli atti processuali.

Principali locali

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  • Collezione di armi ed armature
  • Collezione quadri già del ristorante "Batzenhäusl" di Bolzano[3]
  • Collezione di quadri moderni
  • Loggia con archi a sesto acuto ed alcuni affreschi, nel cortile
  • Polveriera (Pulverturm) di epoca medievale

Galleria d'immagini

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  1. ^ Hans-Dieter Mück, Oswald von Wolkenstein auf Prösels, in «Der Schlern», 57, 1983, pp. 306-315.
  2. ^ Si veda Marcello Caminiti, Castelli dell'Alto Adige, Calliano, Manfrini Editori, 1988.
  3. ^ Vedi Mathias Frei, Die Bildersammlung aus dem Bozner Batzenhäusl in Schloss Prösels, Völs am Schlern, Bressanone, Weger, 1999.
  • Helmut Stampfer, Castel Prösels - Fié allo Sciliar, 3ª ediz., Bolzano, Athesia, 1999.
  • (DE) Mathias Frei, Die Bildersammlung aus dem Bozner Batzenhäusl in Schloss Prösels, Völs am Schlern, Bressanone, Weger, 1999.
  • (DE) Franz-Heinz Hye, Neues zur Baugeschichte von Schloß Prösels - Ergebnisse einer heraldischen und bautektonischen Untersuchung, in «Der Schlern», 62, 1988, pp. 387–400.
  • (DE) Hanns-Paul Ties, Die Freiherren von Völs und die Antike. Bildprogramme der Renaissance in den Burgen Prösels und Haselburg (Südtirol), in Stefanie Lieb (ed.), Burgen im Alpenraum (Forschungen zu Burgen und Schlössern, vol. 14), Petersberg, 2012, pp. 171–184.
  • I castelli del Trentino e Alto Adige, Trento, Kina Italia, ISBN 88-81800322.

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