Cagiva Raptor
Cagiva Raptor | |
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Cagiva Raptor 1000 | |
Costruttore | Cagiva |
Tipo | Naked stradale |
Produzione | dal 2000 al 2012 |
Sostituisce la | Cagiva Planet |
La Cagiva Raptor è una motocicletta prodotta dalla casa motociclistica italiana Cagiva.
Costruita nelle versioni da 125, 650 e 1.000 cm³ è stata progettata da Miguel Galluzzi[1], già designer della Ducati Monster. Il progetto Raptor nasce quando Cagiva era ancora proprietaria del marchio Ducati ed era stato originariamente denominato M2 - (Monster 2), questa sigla permane sulla targhetta adesiva posta vicino al cannotto di sterzo delle Raptor, solo la 125 non riporta tale sigla.
Raptor 125
[modifica | modifica wikitesto]Questa moto è l'evoluzione del modello Cagiva Planet ed è in produzione dal 2003, tutti e due i modelli hanno come base la Cagiva Mito, e se ne differenziano per l'assenza delle carene, per il serbatoio e il diverso impianto d'illuminazione, ovviamente essendo un modello naked ha un'impostazione di guida diversa, presentando delle tarature differenti all'impianto frenante e agli ammortizzatori, che la rendono più comoda e agile.
La Cagiva, ha un impianto frenante forte e modulabile: la "serie oro" di Brembo, montata anche sui primi modelli di Ducati Monster degli anni novanta. Per la ciclistica, le forcelle anteriori a steli rovesciati sono firmati Marzocchi, e assicurano un'ottima tenuta di strada.
Il motore, come per la Mito, è affidabile e potente, arrivando nelle versioni "full power" a sfiorare i 30 CV.
Un vantaggio di questo modello è la possibilità d'applicare l'avviamento a pedale senza la presenza delle carene; questo tipo d'avviamento, non disponibile nella versione in produzione, può essere prelevato dal kit SP della Mito o da altri modelli 125 fuori produzione, visto che le misure sono le stesse del 1980.
Dal 2007 questo modello è stato venduto con l'omologazione Euro 3 (come la Mito SP525, ma un anno prima) grazie alla presenza di un nuovo impianto (ECS) che controlla tutti i parametri del motore e che regola la quantità d'aria al motore, in modo da produrre meno sostanze inquinanti.
Questo sistema, in caso di malfunzionamento, ha una spia luminosa rossa chiamata MIL (Malfunction Injection Lamp), che avvisa quando il motore va in emergenza, come nei casi in cui la pompa (miscelatore) elettrica, il carburatore o la centralina manifestassero un inconveniente o un guasto.
Presso le officine autorizzate è possibile acquistare il kit di ripotenziamento Cagiva, il quale trasforma la naked Cagiva in versione "full power". Il kit è composto da una pancia di scarico e le nuove tarature del carburatore; ma rende non conforme alla legge la moto.
Raptor 650
[modifica | modifica wikitesto]La Raptor 650 ha il telaio realizzato dalla Telca, azienda del gruppo MV Agusta, ed è entrata in produzione con una prima serie dal 2001 al 2004, montando il motore Suzuki simile a quello della Suzuki SV 650.
La seconda serie, subentrata alla prima a partire dal 2005 e prodotta fino al 2007, è stata equipaggiata dal nuovo motore Suzuki dotato dell'impianto di iniezione digitale SDTV (Doppia valvola a farfalla) e del sistema PAIR (Pulsed secondary air injection), rivisto nell'erogazione al centro CRC di San Marino, mantenendo un cambio a sei marce[2].
È stato inoltre aggiunto un radiatore per l'olio identico alla versione 1.000cc e spostato il rettificatore di corrente dal sottosella (causa di surriscaldamento nella precedente serie) alla fiancata laterale (con feritoie per rinfrenscarlo). Il serbatoio è più piccolo di qualche litro rispetto alla versione carburatori e quindi non compatibile.
Come interventi estetici:
- cupolino derivato dalla concept bike X3
- fiancatine sottosella verniciate
- fiancatine telaio lisce (non più "butterate" stile carbonio) con feritoie dal lato sx
- specchietti in stile appuntito invece che tondi (chiamati topolino per la similitudine con il personaggio Disney)
Meno evidente la mancanza dei supporti faro tipici della prima serie (con le "manine") e presente la protezione serbatoio "parachiavi" in gomma invece che in plastica. Per la comodità del passeggero è stata modificata la parte finale della sella, squadrata e più imbottita, e aggiunto un maniglione a cui sostenersi durante il viaggio.
Il mono ammortizzatore nella versione ad iniezione è gia sollevato con le levette a triangolo di serie (a differenza del 1000cc e della carburatori che necessitano della loro aggiunta).
Raptor 1000
[modifica | modifica wikitesto]La versione maggiore, entrata in produzione per prima nel 2000 e uscitane nel 2006, è stata prodotta in un'unica serie ma in due versioni, normale e V-Raptor . A queste si aggiunse, nel 2001, l'Xtra-Raptor", versione "speciale" della V-Raptor, esteticamente identica ma con le parti della carenatura in carbonio e sospensioni completamente regolabili. Nel 2004, venne presentata un prototipo denominato X3 Raptor mai entrato in produzione.
Esse montavano un propulsore giapponese della Suzuki (TL1000) impiegato in Superbike per un breve periodo.
Tutti i propulsori presentavano il raffreddamento a liquido e l'impianto frenante era composto da due freni a disco all'anteriore (solo la versione da 125 cm³ disponeva di disco singolo all'avantreno) e uno singolo al posteriore. In comune a tutti i modelli, indipendentemente dalla cilindrata, la presenza di una forcella a steli rovesciati (da 40 mm per la 125, da 43 mm per le altre) e di un mono-ammortizzatore al retrotreno.
Maneggevolezza e potenza sono le doti naturali di questa moto: 82 Kw (110 Cv) con soli 194 kg di peso (197 nella versione V).
Fonti ufficiose dicono che siano state prodotte circa 300 V-Raptor 1000 e circa 600 Xtra-Raptor. L'Xtra, prodotta in serie limitata, ha una targhetta riportante la numerazione che, secondo quanto dichiarato alla presentazione, doveva andare dalla 1/999 alla 999/999.
Caratteristiche tecniche
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Galluzzi: l'ultima moto l'ho fatta con Skype, su gpone.com. URL consultato il 23 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).
- ^ Prova su strada della Raptor 650, su motocicliste.net. URL consultato il 23 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2013).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Manuale d'officina Raptor 125 '04 8000A2477
- Manuale d'officina Raptor 1000 & V-Raptor 1000 8C0096518
- Manuale ricambi Raptor 125 '06 8000A8862
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cagiva Raptor
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su cagiva.it (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).