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Arco inflesso

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Arco inflesso in architettura è la denominazione di un arco con conci arcuati, quando nella parte inferiore sono disposti secondo una linea convessa e in quella superiore concava. Il profilo dell'arco assomiglia quindi alla carena capovolta di una nave.

Da sinistra a destra: arco inflesso piatto, arco inflesso normale, arco a schiena d'asino
Chaitya-Decorazione di finestra cieca nel recinto vedika della stupa di Bharhut (II/I sec. a. C.)

I centri dei due archi inferiori sono all'interno, mentre quelli superiori stanno al di fuori dell'arco inflesso. Quando entrambi i centri dei due archi inferiori coincidono, si crea una forma generale di arco inflesso.

Talvolta, quando l'arco appaia invece costruito in modo da essere una variante dell'arco a sesto acuto o a tutto sesto, con un solo piccolo contrarco in punta, viene definito cuspidato.

Gli archi inflessi hanno in molti casi si presentano con l'intradosso a tutto sesto e l'estradosso invece cuspidato.

Reliquiario di Bimaran, Afghanistan
ca. 30 a. C. o I sec. d. C.

Pare che l'arco inflesso abbia avuto origine in India, ove già dal III secolo a.C. gli ingressi ai conventi sotterranei buddisti Erano realizzati in questo modo. Le ragioni che stanno alla base di tale aspetto non sono chiare, tuttavia sono simili alle foglie del fico sacro o a un atteggiamento di preghiera diffuso in India con mani giunte alzate sopra il capo. Esso potrebbe però anche trattarsi di una mera comprensibile accentuazione o esagerazione estetico-architetturale.

In tempi più recenti simili aspetti degli ingressi furono adattati comunque alle finestre (architettura Kudu) e ancor dopo si svilupparono come elementi decorativi "ciechi" (chandrasala), che spesso vennero combinati in grossi pannelli decorativi (udgama).

Nell'arte edilizia islamica gli archi inflessi vennero utilizzati per la prima volta intorno al 1100. Nell'architettura persiana ed egiziana comparvero i primi apici, tuttavia comparvero isolatamente nel XII secolo anche nel Maghreb e in Andalusia.

Nel centro e nord Europa comparvero gli archi inflessi, a parte poche eccezioni, solo dal XIII/XIV secolo nel tardo-gotico, primi esempi dei quali valgono generalmente alcune croci di Eleonora in Inghilterra. Probabilmente precedente è la comparsa di archi cuspidati a Venezia nell'edilizia di gusto bizantino, successivamente l'arco inflesso divenne una caratteristica precipua del gotico veneziano.

Archi inflessi si trovano con particolare frequenza quali parti superiori della cornice di un portale o di una finestra, sia come archivolti, architravi di finestre o ornamenti di timpani, in forma di gocciolatoi o coronamenti. Corrispondentemente questi elementi architettonici vengono indicati come "finestre ad arco inflesso" o "portali ad arco inflesso".

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