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  • Topolino e il fantasma dell'opera
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Topolino e il fantasma dell'Opera è una storia di Alessandro Bencivenni e Luciano Gatto pubblicata in due puntate a partire da Topolino 1486.

La storia è la parodia del celebre romanzo Il fantasma dell'Opera del 1910 di Gaston Leroux.

Trama[]

Prima parte[]

Topolino e Orazio stanno aspettando Minni e Clarabella quando sentono un suono acutissimo. Topolino pensa che si tratti del suo antifurto e invece è Clarabella che esercita le proprie capacità vocali: dovrà infatti esibirsi in uno spettacolo di beneficenza per il quale il sindaco ha messo a disposizione il malandato teatro dell’opera, che dovrà essere restaurato per l’occasione. Orazio racconta la diceria che nel teatro viva un fantasma; un artista incompreso si sarebbe rinchiuso nei sotterranei per protesta, senza mostrarsi più in pubblico, ma rapendo cantanti liriche perché cantino per lui. Topolino non crede ai fantasmi, ma ricorda un certo Rik Kanaglian che si esibiva al piano nelle case di ricchi personaggi per poi derubarli. Il malvivente non è ancora stato catturato ed è quindi in un certo senso un fantasma. Minni e Clarabella sono però rimaste affascinate dall’idea del tenebroso musicista. I quattro si ritrovano poi al teatro per iniziare le opere di ristrutturazione; l’edificio è cadente e gli amici si danno da fare, ma sono fermati da un incidente: il grande lampadario del salone è crollato e li ha quasi sepolti. In realtà l’incidente è stato provocato da Rik Kanaglian che si nasconde nel teatro con la refurtiva e vuole scacciare gli intrusi. Mentre Clarabella e Orazio bisticciano perché Orazio non apprezza la voce sguaiata di lei, esce dalle quinte un uomo in frac con capelli biondi lunghi e un’aria distinta: è il maestro Arturo Toscanelli che prende subito le parti d Clarabella contro Orazio. Topolino consiglia allora all’amico di commuovere Clarabella con una serenata, ma l’unico strumento che Orazio sappia usare è lo scacciapensieri. Il poveretto tuttavia si ingegna, inutilmente poiché sopraggiunge Toscanelli con un’orchestra e si esibisce nella serenata dal Don Giovanni. Orazio esasperato prende a pugnI Toscanelli, ma dopo questa aggressione Clarabella scaccia l’amico in malo modo.

Rapimento

Le prove continuano tra i gorgheggi striduli dell’improvvisata soprano, quando ad un tratto appare sul palco il fantasma che, appeso ad una corda, afferra Clarabella e la trascina con sé nei sotterranei; il fantasma però non ha rapito la donna per farla cantare, bensì per farla smettere, dato che è stonatissima, e la libererà solo a patto che rinunci alla musica. Intanto Topolino, Minni e Toscanelli sono alla ricerca dell’amica e la vedono riapparire, liberata. Topolino però vuole scoprire la verità sul fantasma e inizia con gli altri la perlustrazione dei sotterranei; sopraggiunge anche Orazio e, saliti su una barchetta, iniziano il giro del canale che scorre sottoterra. Ma le indicazioni di Orazio sulla direzione da seguire sono confuse, finché il maestro indica lui la strada e tutti giungono alla stanza dove il fantasma ha tenuto Clarabella: ci sono ancora i suoi abiti e nelle tasca Topolino trova un oggetto che rivelerà l’identità del personaggio.

Seconda parte[]

L’oggetto rivelatore è uno scacciapensieri che incolpa Orazio; questi ammette di aver agito per gelosia nei confronti di Toscanelli, ma Clarabella non lo perdona; nei giorni successivi, Orazio tenta un riavvicinamento, ma il suo omaggio floreale viene sabotato dal maestro. Giunge la sera dello spettacolo e Clarabella sta per cantare, quando all’improvviso le luci si spengono e molte spettatrici vengono derubate dei loro gioielli. Topolino si precipita nei sotterranei, supponendo il furto opera del fantasma, ma vi incontra solo Toscanelli che cercava anche lui il ladro. Interviene ad indagare Basettoni che decide di interrogare Orazio come possibile sospetto e in casa sua Toscanelli trova in un vaso parte della refurtiva. Orazio viene arrestato, ma Topolino non è convinto e prosegue l’indagine da sé. Insegue quindi non visto il maestro che scende nei sotterranei e prende la piccola barca; Topolino lo segue a nuoto segnando col gesso le direzioni prese.

Canale

Intanto, Minni e Clarabella rifiutano di credere Orazio colpevole e chiedono a Basettoni un supplemento d’indagine: tornano quindi al teatro per cercare nuovi elementi. Topolino nel frattempo ha scoperto un altro covo: è quello di Toscanelli, in realtà Rik Kanaglian travestito, che ha accumulato lì i suoi bottini ed ora vuole eliminare il testimone che l’ha scoperto; ma arrivano Basettoni e gli altri, che hanno seguito i segni lasciati da Topolino. Kanaglian ammette di essere il ladro e di avere messo lui i gioielli in casa di Orazio, ma non si arrende e, presa in ostaggio Clarabella, tenta la fuga sulla barca. Viene però fermato da Orazio e arrestato. Torna il sereno tra gli amici e Clarabella dovrebbe ancora esibirsi, ma ha finalmente compreso di non essere una buona cantante; così si ricorre all’espediente del play-back con la voce di una vera soprano e Orazio fa la sua apparizione sul palcoscenico ancora nelle vesti del fantasma per la delizia del pubblico.

Riferimenti[]

  • La storia è la parodia de Il Fantasma dell’Opera (Le Fantôme de l'Opéra) di Gaston Leroux, uscita nel 1910; la trascrizione fumettistica si mantiene nel complesso discretamente fedele all’originale, con forti sottolineature degli elementi fonici e musicali, e ne riprende alcuni particolari, come il crollo del lampadario, in chiave naturalmente ironica e meno drammatica. Rik Kanaglian, il corrispettivo di Erik, il fantasma nell’opera francese, condivide con lui parte della crudele genialità e della versatilità: è apprezzato pianista e baritono, oltre che astuto ladro; non ha però alle spalle la storia patetica e dolorosa di Erik, deforme e rifiutato in società. Dal romanzo di Leroux sono stati tratti numerosi adattamenti cinematografici, teatrali e televisivi.
  • Alessandro Becattini, nella sua Introduzione alla ristampa ne Le Grandi Parodie Disney, segnala un’operazione di filologia disneyana da parte di Bencivenni, che ha preso spunto per la trama da famose storie di Floyd Gottfredson.
  • Un’altra divertente e trasposizione del romanzo si trova nella storia Nonna Papera e il fantasma dell’opera di Blasco Pisapia e Emilio Urbano.

Curiosità[]

  • Come sempre nelle storie di Gatto, compare in una o più vignette un micio che non ha parte nella vicenda, ma allude sornionamente al suo creatore.
  • Il nome di Kanaglian oscilla nelle diverse pubblicazioni tra Rik e Ron, proponendo nel primo caso un’eco del nome Erik, nel secondo una più chiara assonanza con von Karajan.
  • In alcune ristampe i colori degli abiti di Clarabella e del fantasma passano dagli originari cromatismi neutri (bianco e beige) ad un più accattivante rosso vivo.

Pubblicazioni italiane[]

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