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Paperin de Paperac è una storia del 1967, parodia del dramma Cirano di Bergerac di Edmond Rostand. La storia è stata scritta da Gian Giacomo Dalmasso e disegnata da Luciano Bottaro.

Trama[]

Paperino ha costruito nel giardino della sua casa un fantoccio di legno con cui si diletta a simulare un duello, accompagnando i gesti con declamazioni poetiche, ma è talmente maldestro che in breve finisce fuori combattimento. Qui, Quo, Qua, dopo averlo portato in casa e adagiato sul divano, scoprono il motivo dello strano comportamento dello zio: ha appena letto il dramma Cirano di Bergerac e vuole illudersi di vivere avventure simili a quelle del leggendario poeta e spadaccino francese. Paperino, che nel frattempo ha preso sonno, sogna effettivamente di rivivere nei panni del personaggio. Questo il sogno:

Nel 1640, a Parigi, Paolino Ercole Paperin, signore di Paperac (Paperino), è stimato e rispettato da tutti per la sua vena poetica e per la sua abilità di spadaccino. Quel giorno la sua spada è malauguratamente spezzata, quindi il nobile intende andare dal suo armaiolo di fiducia (Archimede) per comprarne una nuova, ma essendo ormai mezzogiorno, decide prima di pranzare all'osteria di Mastro Paté (Ciccio).

Nell'osteria si trova anche l'antipatico visconte Gastone Felice Fortunato di Paperonne (Gastone), che inizia subito a prendere in giro Paperac per le dimensioni del suo becco, pronunciando una serie di frasi contenenti la parola becco e consigliandogli di ordinare all'oste un arrosto di beccaccia e beccafichi. Paperino normalmente non tollera di essere preso in giro, anzi, da vero nobile del Seicento, ha un fortissimo senso dell'onore ed è sua abitudine sfidare a duello chiunque lo offenda: tuttavia, avendo la spada rotta, solo sguainarla lo renderebbe ancora più ridicolo, e quindi decide di passare sopra alle offese di Gastone.

In breve per tutta Parigi si diffonde la voce per cui il signor di Paperac sarebbe diventato un codardo, e i malviventi Bassets (Bassotti) pensano di approfittarne per derubare il ricchissimo banchiere Paperon de Paperonne (Paperon de' Paperoni), zio di Paperac, dato che fin allora il denaro di Paperonne era stato validamente difeso da Paperac stesso. Il banchiere ammette lui stesso i Bassets nel suo palazzo, con una clamorosa ingenuità, e i banditi gli sottraggono tutto il denaro che trovano, servendosi per il trasporto di una borsa dello stesso Paperonne.

Nel frattempo Paperin di Paperac ha appreso dall'oste che lo sconosciuto che l'ha offeso è suo cugino Gastone (i due non si erano mai visti prima di allora), e in men che non si dica corre dall'armaiolo a procurarsi una nuova spada con cui vendicarsi. Con l'arma nuova di zecca, Paperac incontra su un ponte sulla Senna i Bassets che hanno appena messo a segno il colpo, li sfida da solo contro quattro e riesce facilmente ad avere la meglio, tanto che i ladri scappano, inseguiti dal nobile, e abbandonano la borsa sul ponte. Il prezioso contenitore è ritrovato casualmente da Gastone, che riconosce la borsa dello zio Paperonne e riconsegna il maltolto al ricco parente, raccontandogli di avere lui stesso messo in fuga i ladri. Paperonne, a cui è giunta anche voce della presunta codardia di Paperin, decide di ricompensare Gastone permettergli fra l'altro di corteggiare la sua bellissima nipote ed erede Paperinette (Paperina).

Gastone si reca quindi nel giardino della villa fino a giungere sotto il balcone di Paperinette (a cui è interessato soprattutto in quanto erede della fortuna del comune zio), e comincia a declamare dei versi per fare colpo su di lei. Interviene però anche Paperin, che come poeta è nettamente più valido: in breve i due, anche per l'offesa di alcune ore prima, si sfidano a duello sotto gli occhi della bella. Costei, preferendo in cuor suo Paperin, cerca di aiutarlo facendo cadere un vaso di fiori sulla testa di Gastone, ma al posto di quest'ultimo, fortunatissimo, viene colpito lo stesso Paperin de Paperac.

A questo punto Paperino si sveglia per una pallonata ricevuta in faccia: Gastone è passato dalle sue parti e ha fatto qualche tiro a pallone in giardino con Qui, Quo, Qua, centrando inavvertitamente il cugino steso sul divano del salotto. Entrato per scusarsi, Gastone chiede se ha colpito Paperino in testa o sul becco, e così scatena le ire di quest'ultimo, che confonde ancora sogno e realtà e insegue furibondo il cugino chiamandolo "visconte".

Analisi[]

Paperin de Paperac è una parodia che sfrutta l'espediente del sogno, ossia un personaggio del presente - nella fattispecie Paperino - vive nella dimensione onirica una situazione simile a quella dell'opera letteraria, che lui stesso conosce. La vicenda, piuttosto semplice e priva di un vero e proprio finale, risulta comunque gustosa per le invenzioni della sceneggiatura - in cui non mancano ricorsi all'italiano antico, con indubbi effetti di comicità - e i bei disegni di Bottaro che ricostruiscono la Parigi del Seicento.

Differenze con l'opera originale[]

La parodia segue il dramma originale solo in alcuni spunti particolarmente noti: la figura del protagonista, abilissimo poeta e spadaccino dal carattere permaloso e collerico, i continui riferimenti al naso (nel caso della versione Disney, naturalmente il "becco"), il corteggiamento dei due rivali nei confronti della stessa donna: il rapporto a tre fra Paperin, Gastone e Paperinette ripete quello originale di Cirano, Cristiano e Rossana. Tuttavia naturalmente la storia Disney è molto semplificata e non mancano differenze:

  • è introdotto il personaggio del ricchissimo zio, per permettere la presenza di un sosia della carismatica figura di Paperon de' Paperoni; anche il tema del furto a opera di una banda di delinquenti, tipico dell'Universo dei paperi, non ha nessun riferimento con il dramma di Rostand;
  • Paperin e Gastone sono costantemente nemici, mentre Cirano e il suo rivale Cristiano finiscono per allearsi e diventare amici; nella celebre scena sotto il balcone dell'innamorata, Cristiano e Cirano si mettono d'accordo per conquistarla unendo la bellezza del primo e l'intelligenza del secondo, mentre Paperin e Gastone si scontrano apertamente sotto gli occhi di lei;
  • vengono evitati i motivi più drammatici dell'opera di Rostand come la guerra, la morte prima di Cristiano e poi di Cirano stesso, la monacazione di Rossana.

Curiosità[]

  • Il dramma Cirano di Bergerac ha ispirato, indipendentemente e quattordici anni più tardi, un'altra parodia Disney dovuta ad altri autori: Paperino di Bergerac di Guido Martina e Giovan Battista Carpi (1981).

Pubblicazioni[]

La storia è stata edita sette volte in Italia:

  • Topolino 600 (1967) Paperin de Paperac
  • I Classici di Walt Disney (prima serie) 41 - Paperin Fracassa (1971)
  • I Grandi classici Disney (cartonati) 1 (1982)
  • I Grandi Classici Disney 4 (1982)
  • Le grandi parodie (Mondadori) 2 - Le grandi parodie della banda dei paperi (1988)
  • I Classici della Letteratura 30 - Zio Paperone e "L'avaro" di Moliere (2006)
  • I Classici della Letteratura (2a edizione) 17 - Zio Paperone e "L'avaro" di Moliere (2013)

inoltre è stata tradotta e pubblicata in Brasile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Spagna e Svezia.

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