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Tutto su mia madre

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Tutto su mia madre
Cecilia Roth e Penélope Cruz in una scena del film
Titolo originaleTodo sobre mi madre
Lingua originalespagnolo
Paese di produzioneSpagna, Francia
Anno1999
Durata101 min
Rapporto2,35:1
Generecommedia, drammatico
RegiaPedro Almodóvar
SoggettoPedro Almodóvar
SceneggiaturaPedro Almodóvar
ProduttoreAgustín Almodóvar, Michel Ruben
Casa di produzioneEl Deseo
FotografiaAffonso Beato
MontaggioJosé Salcedo
Effetti specialiAntonio Molina
MusicheAlberto Iglesias
ScenografiaAntxòn Gòmez
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

«A Bette Davis, Gena Rowlands, Romy Schneider… A tutte le attrici che hanno fatto le attrici, a tutte le donne che recitano, agli uomini che recitano e si trasformano in donne, a tutte le persone che vogliono essere madri. A mia madre»

Tutto su mia madre (Todo sobre mi madre) è un film del 1999 scritto e diretto da Pedro Almodóvar.

Presentato in concorso al 52º Festival di Cannes, ha vinto il premio per la miglior regia.[1] Si è aggiudicato inoltre l’Oscar e il Golden Globe al miglior film straniero.

Madrid: Manuela, un’infermiera single, ed il figlio diciassettenne Esteban, nel giorno del compleanno del ragazzo, sono andati a vedere lo spettacolo teatrale Un tram chiamato desiderio. Alla fine della rappresentazione Manuela ed Esteban hanno atteso all’uscita del teatro Huma, la prima attrice, per un autografo. Quella notte però piove a dirotto e la donna, una volta uscita dall’edificio, sale subito in macchina per allontanarsi repentinamente. Esteban tenta di rincorrere il veicolo, ma viene investito e ucciso ad un incrocio.

Manuela aveva da sempre nascosto al figlio l’identità del padre, cosicché per anni il ragazzo aveva alimentato il desiderio di conoscerlo e incontrarlo. Così, come per soddisfare l’ultimo desiderio del figlio, dopo la sua morte, Manuela si reca a Barcellona alla ricerca del padre del ragazzo, una donna transessuale di nome Lola (prima della transizione Esteban). A Barcellona Manuela ritrova una sua vecchia e cara amica, Agrado, anche lei transessuale, che lavora come prostituta.

Da quel momento in poi gli avvenimenti e le storie dei vari personaggi si sovrappongono in modo vorticoso. Manuela conosce Rosa, una suora laica che sta per partire per il Salvador, che scopre però di essere incinta e di avere l’HIV. Il padre del bambino, con sorpresa e dolore di Manuela, è ancora Lola. Agrado, grazie a Manuela, abbandona la prostituzione per lavorare da Huma come assistente tuttofare. Manuela, infatti, era riuscita a conoscere Huma e a raccontarle la tragica storia del figlio Esteban.

Anche Huma sta vivendo una storia travagliata, essendo in ansia per Nina, un'attricetta tossicomane con cui ha intessuto una storia d'amore. Intanto Rosa partorisce un bambino positivo al virus a cui dà il nome di Esteban (il terzo Esteban della vita di Manuela), e che affiderà a quest'ultima prima di morire. Al funerale di Rosa finalmente compare Lola che, debilitata dall’AIDS, subisce il carico dei suoi errori, fra cui la consapevolezza d'essere genitrice di un figlio morto e di uno appena nato.

Due anni dopo Manuela torna a Barcellona a trovare Huma e Agrado insieme al piccolo Esteban, che ha negativizzato il virus in un tempo record. Qui scopre che Lola è morta e che Nina ha lasciato Huma per sposarsi e ora vive nel suo paese d'origine con il marito e il figlio che hanno avuto.

Le riprese si sono svolte dal 5 ottobre 1998 al 28 novembre dello stesso anno. Miguel Bosé disse dell’amico Almodóvar che «le sue sceneggiature a volte sono meglio dei suoi film» e che aveva girato il film per una sorta di premonizione, riferibile alla madre che era venuta a mancare il 12 settembre.[2]

Il regista ha dichiarato che il film rappresenta «la normalità di fine secolo… La normalità non va guardata con tolleranza, ma con naturalezza. La tolleranza implica un giudizio morale imposto da fedi politiche o sociali. La naturalezza, invece, riflette semplicemente la normalità». Almodóvar condanna il melodramma lacrimevole e tragico americano, cui sostituisce l’ironia come mezzo per farsi scivolare addosso il dolore.

Distribuzione

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Il film è uscito in Italia il 17 settembre 1999.

  • La scena dell’incidente richiama la sequenza analoga de La sera della prima di John Cassavetes (1977), in cui la diciassettenne Nancy alla fine d'uno spettacolo attira l’attenzione dell’attrice che ammira: dopo un rapido saluto quest'ultima, sorpresa da una forte pioggia, salta in macchina rincorsa dalla giovane fan. Mentre Nancy fa gli ultimi cenni al veicolo che s'allontana, viene travolta da un’automobile che sopraggiunge a forte velocità e che l’uccide sul colpo.
  • Il titolo è un riferimento al film Eva contro Eva del 1950, il cui titolo originale è All About Eve (letteralmente Tutto su Eva). All’inizio del film infatti Manuela e il figlio guardano in televisione proprio questo film.
  • È citato a più riprese Un tram che si chiama Desiderio, che Huma e Nina stanno recitando sia nelle sequenze di Madrid che in quelle di Barcellona e che, in una messa in scena di dilettanti, aveva causato il primo incontro fra Manuela e Esteban in Argentina.

Riconoscimenti

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  1. ^ (EN) Awards 1999, su festival-cannes.fr. URL consultato il 5 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2015).
  2. ^ Pedro & Miguel, fratelli di movida (PDF), in L'Unità, 15 settembre 1999, p. 19. URL consultato il 22 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2019).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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