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Padenghe sul Garda

Coordinate: 45°30′30″N 10°30′59″E
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Padenghe sul Garda
comune
Padenghe sul Garda – Stemma
Padenghe sul Garda – Bandiera
Padenghe sul Garda – Veduta
Padenghe sul Garda – Veduta
Veduta dell'abitato e del castello
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoAlbino Zuliani (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°30′30″N 10°30′59″E
Altitudine127 m s.l.m.
Superficie26,81 km²
Abitanti4 886[1] (30-6-2024)
Densità182,25 ab./km²
Comuni confinantiBardolino (VR), Calvagese della Riviera, Desenzano del Garda, Lazise (VR), Lonato del Garda, Moniga del Garda, Sirmione, Soiano del Lago
Altre informazioni
Cod. postale25080
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017129
Cod. catastaleG213
TargaBS
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 355 GG[3]
Nome abitantipadenghini
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Padenghe sul Garda
Padenghe sul Garda
Padenghe sul Garda – Mappa
Padenghe sul Garda – Mappa
Posizione del comune di Padenghe sul Garda nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Padenghe sul Garda (Padenghe in dialetto gardesano[4]) è un comune italiano di 4 886 abitanti della provincia di Brescia del basso Garda, in Lombardia.

Geografia fisica

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L'intera zona è ricca di molti uliveti. L'olio di Padenghe - al pari di quello di tutto il Garda - è molto pregiato e ricercato.

I vigneti della Valtenesi producono uva di pregiata qualità ed una vasta gamma di vini, specialmente rossi, dalle ottime qualità organolettiche e gradazione alcolica intorno agli 11° - 12°.

Nella varietà di uve coltivate, il Groppello è il vitigno più rappresentativo: una varietà a bacca rossa considerata una rarità enologica, in quanto coltivata solo in Valtènesi, che è alla base di tutti i vini rossi e rosati di questa zona.

Garda Classico Chiaretto

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È sicuramente il vino più originale e caratteristico della Denominazione, unico nelle sue piacevolissime caratteristiche, ottenuto dalle uve rosse del Garda Classico rosso, ma vinificato in modo da ottenere un vino dal colore rosato “petalo di rosa”. Si differenzia dai rosé del resto del Mondo per la sua sorprendente aromaticità floreale e di frutti di bosco, accompagnata da una giusta acidità che determina una grande freschezza di sensazioni gustative, e da una struttura che per un rosé è da definirsi eccezionale. Vino da bersi giovane per apprezzarne appieno la prorompente tipicità, si adatta perfettamente a parecchi piatti delicati ed estivi, a pesce saporito, a carni bianche anche abbastanza speziate, ad antipasti, verdure cotte e salumi dolci.

Garda Classico Rosso Superiore

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Ottenuto come il precedente viene però invecchiato almeno un anno. Ha una gradazione minima di 12° e si presta ad accompagnare i piatti di carni rosse o selvaggina, lo spiedo bresciano, fino ai più elaborati piatti della grande cucina nazionale ed internazionale.

Garda Classico Rosso

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Ottenuto da vinificazione congiunta di Groppello (min. 30%), Marzemino (min. 5%), Barbera (min. 5%) e Sangiovese (min. 5%), sposa varietà locali (Groppello e Marzemino) e varietà diffuse a livello internazionale (Barbera e Sangiovese) per cogliere in una sintesi di particolare tipicità il meglio delle potenzialità viticole ed enologiche della zona. Vino di buona struttura che, se giovane, si presenta come ricco complemento a pranzi non eccessivamente impegnativi, mentre nella tipologia Superiore, invecchiato per disciplinare almeno un anno, si presta ad accompagnare i piatti di carni rosse o selvaggina, lo spiedo bresciano, fino ai più elaborati piatti della grande cucina nazionale ed internazionale.

Garda Classico Groppello e Groppello Riserva

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È il vino più tipico della zona, un rosso delicato e di pronta beva, speziato con note fruttate, vellutato e piacevole, che si accompagna a primi saporiti, a piatti di carne di tutti i tipi e a formaggi di media stagionatura. Scegliendo i vigneti migliori e talvolta a seguito di attenta cernita delle uve, dopo un invecchiamento di almeno due anni si ottiene il “Riserva”, prodotto più ricco, intensamente speziato di spezie dolci, corposo, di ottimo spessore gustativo, sempre molto avvolgente ma dalla tannicità morbida, adatto al medio invecchiamento, da abbinare a piatti saporiti di carni rosse, al tipico spiedo bresciano, a molti secondi della cucina regionale lombarda.

Garda Classico Bianco

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Riesling renano e Riesling italico devono comporre l’uvaggio per almeno l’ 80%. All’occhio si presenta trasparente e lucido, paglierino nella tonalità, fresco e attraente. Ben si abbina a pesce di lago, crostacei, frutti di mare, piatti di riso e sformati di verdura.

Il Rio Vasorì

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Il Rio Vasorì detiene un singolare record: è il fiume più corto d’Italia.

Nasce dalle falde delle “Sorgenti fredde” e veniva usato, prima dell’avvento dell’energia elettrica, in numerosi servizi. In contrada Monte portava le sue acque alle ruote del mulino Gabana e, scendendo, a quella dell’Oleificio Beretta.

Da qui, attraverso il paese e passando sotto diversi casamenti, andava a far girare la ruota della filanda e ad azionare il maglio esistente in una casa di Via Prais.

Infine, dopo aver girato la ruota del Mulino Viola arrivava alla “Fabbrica del Vetro” per sfociare, finalmente, nel lago e godersi il meritato riposo dopo tante prestazioni.

La primavera e l’autunno sono le stagioni più piovose, mentre l’estate è di tipo mediterraneo, quindi asciutta ma interrotta da intensi temporali, specialmente nel mese di agosto.

L’elemento lacustre è al centro dell’universo benacense, la parte montagnosa concorre al paesaggio e alla natura.

Proprio per il clima mite, la flora è sontuosa sia nella zona costiera che in quella collinare.

Padenghe nell'antichità

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Le prime testimonianze archeologiche certe di un insediamento stabile nel territorio di Padenghe sul Garda risalgono all'età romana. A quell'epoca vi esistevano una villa rustica e un porto lacustre. La villa era inserita in un sistema di strutture abitative, agricole e organizzative sparse in tutta l'area del Basso Garda e delle colline moreniche a sud del lago. Risale con ogni probabilità al II-III secolo d.C. Il porto, situato in località San Cassiano, era utilizzato con finalità commerciali e di presidio militare. A partire dal V secolo d.C. il Garda e gli altri laghi prealpini rivestirono infatti un'importanza primaria per il controllo degli accessi da nord alla pianura padana e fu sede di una flotta di pattugliamento.

Padenghe nel Medioevo

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Nel Medioevo Padenghe fu sede di una pieve, chiesa con diritto di battesimo e di riscossione della decima, sottoposta al vescovo di Verona. La pieve è stata eretta nell'area della villa romana, in un rapporto evidente di continuità, come spesso è avvenuto anche in altre zone d'Italia.

L'insediamento aveva carattere sparso: era organizzato in più nuclei dislocati sulle colline, nell'immediato entroterra lacustre. Vennero incentivate e diffuse le coltivazioni pregiate dell'ulivo e della vite.

Intorno all'XI secolo vi fu eretto un castello recetto, utilizzato dalla popolazione e collegato con i castelli di Lonato, Moniga, Manerba, Polpenazze, Puegnago in una sorta di sistema difensivo unitario che ha fortemente connotato il paesaggio di tutta la Valtenesi.

Padenghe nel Quattrocento ed in epoca veneta

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Nel XIV secolo fu acquisito dagli Scaligeri, che controllarono l'intera area.

A partire dall'inizio del Quattrocento, Padenghe, insieme con i comuni della “Magnifica Patria”, che faceva capo a Salò, entrò a far parte dei domini della Repubblica di Venezia, che governò il territorio gardesano fino alla sua caduta.

In epoca veneta il Garda divenne un grande porto interno; vi fiorirono i commerci e gli scambi. Il porto di Padenghe fu utilizzato per il commercio del sale che arrivava dalle miniere austriache attraverso il Brennero e poi veniva venduto sui mercati lombardi.

Padenghe nel Risorgimento

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Padenghe, nel 1848, è stata sede di un piccolo fatto d'arme.

Facendo un piccolo passo in dietro, a partire da marzo le città del Lombardo-Veneto si infiammano con l'obiettivo di scacciare gli Austriaci, come ad esempio avvenne con le Cinque giornate di Milano. A Brescia i sentimenti anti-austriaci crebbero, pur senza sfociare in una rivolta vera a propria come a Milano, per cui il comandante austriaco dapprima concesse alcuni benefici ai patrioti, come la creazione della Guardia Civica, e in un secondo momento decise di abbandonare la città vista l'impossibilità di ricevere i rinforzi.

Il 25 marzo don Pietro Boifava, prete di Serle e patriota, venne a sapere che una colonna austriaca, uscita da Cremona (altra città insorta), marciando verso nord, era accampata a Padenghe.[5] Boifava si recò con 15 serlesi a Lonato, per congiungersi con altri volontari; dopo di che si diresse verso Padenghe, dove sperava di aumentare il numero dei suoi seguaci, ma avvenne solo in parte.

L'obiettivo constava nell'attaccare durante la notte la colonna composta da 84 ufficiali e 300 soldati, secondo Boifava, mentre secondo Odorici il numero dei soldati e degli ufficiali era circa la metà, ma con la presenza di donne e bambini e la cassa della guarnigione.

Boifava, con i suoi armati, si recò all'accampamento imperiale dove riuscì a disarmare le sentinelle, quindi puntò verso le carrozze degli ufficiali, i quali (con a capo il colonnello barone Wimpffen; il comandante in capo era il generale Schönhals, ma non viene menzionato durante i dialoghi con il curato) li videro e scesero da esse ed iniziò una discussione fra costoro e il curato serlese. Nella discussione gli austriaci sostenevano di poter passare incolumi perché avevano il salvacondotto delle autorità patriote Cremonesi, però Boifava, a sua volta, sosteneva che tale documento valeva esclusivamente in territorio cremonese, mentre ora erano in territorio bresciano; per cui se non avessero deposto le armi "sarebbero stati massacrati". Alzatosi il livello della voce, arrivarono altri ufficiali, per cui Boifava, coi suoi volontari si ritirò. Sempre in quella notte Boifava ritornò, con i suoi in modo compatto ed intimò nuovamente la resa. Quindi ebbe un lungo dialogo con il colonnello, altri ufficiali e il cappellano militare austriaco, ripetendo che erano circondati da patrioti. I quali avrebbero attaccato appena le campane avessero iniziato a suonare a stormo. Ovviamente si trattava di un bluff, in quanto il curato di Serle non disponeva di tale forza militare.

Ormai la notte stava per finire, quando iniziarono a suonare le campane per invitare i fedeli alla preghiera dell'Ave Maria, temendo che fosse il segnale di attacco gli ufficiali austriaci decisero di consegnarsi a Boifava, questo perché oltre alle campane arrivò, a cavallo, l'avvocato Longhena: un patriota desenzanese, che con la spada sguainata intimò la resa.

I prigionieri furono scortati a Desenzano, quindi a Brescia ed infine a Milano. [6]

Lo stemma e il gonfalone del Comune di Padenghe sul Garda sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 26 giugno 2006.[7][8]

«Di azzurro, al leone d'oro, linguato e allumato di rosso, afferrante con la zampa anteriore destra il giglio di argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Il castello

Il Castello e le chiese

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Tra i monumenti più significativi vi sono il Castello di Padenghe di epoca medievale, edificato intorno all'anno 1000.

La pieve di Sant'Emiliano, risalente anch'essa al periodo medievale, sorge fuori dall’attuale centro abitato, su un piccolo “promontorio” morenico poco discosto dalla possente mole del castello, sulla strada verso Lonato.

Si tratta di un piccolo edificio religioso di epoca romanica, costruito in pietra e ascrivibile cronologicamente all’XI-XII secolo. La prima menzione documentaria è contenuta in una bolla di papa Eugenio III dell’anno 1145, secondo la quale la chiesa di S. Emiliano risulta dipendente dal vescovo di Verona

La chiesa della Madonna della neve e di S. Giovanni Battista decollato in frazione Villa, la chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria e di S. Eurosia del 1720 in frazione Pratello, il santuario della Beata Vergine della Torricella a destra del cimitero del 1692, la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e Sant'Emiliano del 1600.

Palazzo Barbieri, sede del municipio, risalente al Settecento.

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Da prime indagini risulta che una parte del palazzo era già esistente intorno al XVI secolo e ciò è dimostrato dal ritrovamento effettuato durante i lavori di restauro. Il palazzo, costruito su vecchie mura, è un bell’edificio allargato poi con rifacimenti e ricostruzioni. È di forma settecentesca a U, con le ali rivolte verso Sud e strutturato su due piani.

Il portale, in pietra bugnata, risale al 1791 e si apre su un atrio formato da sei colonne che sostengono volte a crociera. Il cortile è racchiuso dalle ali del palazzo anch’esse composte, come la facciata, in ciottoli e sassi.

Un magnifico scalone in marmo avorio conduce al primo piano, ora sede dei vari uffici Comunali. Fra questi notevole è il soffitto dello studio tecnico in travi in legno e tiranti in ferro.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[9]

Amministrazione

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Sindaco Partito Coalizione Mandato Elezione
Inizio Fine
1 Ilio Bazoli Ind PCI-PSI-PSDI 26 maggio 1985 27 maggio 1990 1985
PCI-PSDI 27 maggio 1990 24 aprile 1995 1990
Elezione diretta (dal 1995)
2 Fabio Beretta lista civica centro-destra 24 aprile 1995 14 giugno 1999 1995
3 Giancarlo Allegri lista civica centro-destra 14 giugno 1999 14 giugno 2004 1999
14 giugno 2004 8 giugno 2009 2004
4 Patrizia Avanzini lista civica centro-sinistra 8 giugno 2009 26 maggio 2014 2009
26 maggio 2014 27 maggio 2019 2014
5 Albino Zuliani lista civica FdI-PD 27 maggio 2019 (4 maggio 2021) 2019
centro-destra[10] (4 maggio 2021) in carica

Atletica leggera

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A Padenghe è presente sul territorio comunale dal 1987 quando l´Atletica Vighenzi Padenghe cominciava a muovere i primi passi sui campi e sulle piste bresciane.

la società è iscritta alla FIDAL, federazione italiana di atletica leggera, conta circa 100 atleti nelle varie categorie dalle giovanili ai master. Il suo presidente è Busseni Angela.

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Toponimi in dialetto bresciano, su brescialeonessa.it.
  5. ^ BOIFAVA, Pietro, su enciclopediabresciana.it. URL consultato l'8 novembre 2024.
  6. ^ Alessandro Fabbri, Don Boifava e il '48-'49 bresciani, in Costantino Cipolla e Antonio Fappani, Don Pietro Boifava Un patriota nel cattolicesimo sociale bresciano, p. 315-326.
  7. ^ Padenghe sul Garda (Brescia) D.P.R. 26.06.2006 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 15 settembre 2021.
  8. ^ Marco Foppoli, Padenghe sul Garda, in Stemmario Bresciano, Provincia di Brescia / Grafo, 2011, p. 115, ISBN 978-88-7385-844-7.
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  10. ^ Ribaltone a Padenghe: il sindaco svolta a destra, in Bresciaoggi, 4 maggio 2021. URL consultato il 30 aprile 2023.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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