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Luigi del Liechtenstein

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Luigi del Liechtenstein (disambigua).
Luigi del Liechtenstein
Il principe Luigi nel 2018
Principe ereditario del Liechtenstein
Stemma
Stemma
In caricadal 13 novembre 1989
(35 anni e 29 giorni)
PredecessoreGiovanni Adamo
EredeGiuseppe Venceslao
Principe reggente del Liechtenstein
In caricadal 15 agosto 2004
in nome del padre Giovanni Adamo II
(20 anni e 119 giorni)
Nome completotedesco: Alois Philipp Maria
italiano: Luigi Filippo Maria
TrattamentoSua Altezza Serenissima
NascitaZurigo, Svizzera, 11 giugno 1968 (56 anni)
DinastiaVon Liechtenstein
PadreGiovanni Adamo II del Liechtenstein
MadreMarie Kinsky von Wchinitz und Tettau
ConsorteSofia di Baviera
FigliGiuseppe Venceslao
Maria Carolina
Giorgio Antonio
Nicola Sebastiano 
ReligioneCattolicesimo

Luigi del Liechtenstein (nome completo in tedesco Alois Philipp Maria; Zurigo, 11 giugno 1968) è il principe ereditario del Liechtenstein dal 1989.

Il 15 agosto 2004 è stato nominato reggente da suo padre Giovanni Adamo II, che è rimasto a capo dello stato solo formalmente affidandogli l'esercizio dei diritti sovrani principeschi.[1]

Giovinezza ed educazione

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Dopo aver compiuto gli studi primari a Vaduz, ha frequentato la Reale accademia militare di Sandhurst e servito per sei mesi, come ufficiale dell'esercito britannico, nelle Coldstream Guards di stanza a Hong Kong e a Londra. Successivamente, ha ripreso nuovamente gli studi all'Università di Salisburgo, dove ha conseguito la laurea magistrale in giurisprudenza nel 1993.[2]

Il 3 luglio 1993, nella chiesa di San Florino (in seguito cattedrale) di Vaduz, Luigi ha sposato la duchessa in Baviera e principessa di Baviera Sofia, che da allora ha assunto il titolo di principessa ereditaria del Liechtenstein e contessa di Rietberg.

Attività dinastiche

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Ha lavorato fino al 1996 in una società di valutazione e controllo londinese, prima di far ritorno in patria per dedicarsi all'amministrazione delle finanze paterne.[2] Luigi è stato uno dei firmatari, con il padre, della Costituzione del Liechtenstein del 1990.

Il suo coinvolgimento nella gestione politica del principato è aumentata progressivamente nel tempo fino a quando, nel 2004, è stato nominato reggente del principato (Stellvertreter des Fürsten) assumendone de facto la guida.[2]

Luigi e Sofia di Baviera hanno quattro figli:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Luigi del Liechtenstein Alfredo del Liechtenstein  
 
Enrichetta del Liechtenstein  
Francesco Giuseppe II del Liechtenstein  
Elisabetta Amalia d'Asburgo-Lorena Carlo Ludovico d'Asburgo-Lorena  
 
Maria Teresa di Braganza  
Giovanni Adamo II del Liechtenstein  
Ferdinand von Wilczek Johann Nepomuk von Wilczek  
 
Elisabeth Kinsky von Wchinitz und Tettau  
Giorgina di Wilczek  
Nora Kinsky von Wchinitz und Tettau Zdenko Kinsky von Wchinitz und Tettau  
 
Georgina Festetics de Tolna  
Luigi del Liechtenstein  
Ferdinand Vincenz Kinsky von Wchinitz und Tettau Ferdinand Bonaventura Kinsky von Wchinitz und Tettau  
 
Marie von und zu Liechtenstein  
Ferdinand Carl Kinsky von Wchinitz und Tettau  
Aglaë von Auersperg Adolf von Auersperg  
 
Johanna Festetics de Tolna  
Marie Kinsky von Wchinitz und Tettau  
Eugen von Ledebur-Wicheln Johann von Ledebur-Wicheln  
 
Karoline Czernin von und zu Chudenitz  
Henriette Caroline von Ledebur-Wicheln  
Eleonore Larisch von Moennich Heinrich Larisch von Moennich  
 
Henriette Larisch von Mönnich  
 

Onorificenze del Liechtenstein

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Onorificenze straniere

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  1. ^ (DE) Harald Wanger, Liechtenstein, Alois von (*1968), su historisches-lexikon.li, 31 dicembre 2011. URL consultato il 24 aprile 2024.
  2. ^ a b c (EN) H.S.H. Hereditary Prince Alois, su fuerstenhaus.li, 21 giugno 2012. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2012).
  3. ^ Willem-Alexander
  4. ^ Aufstellung aller durch den Bundespräsidenten verliehenen Ehrenzeichen für Verdienste um die Republik Österreich ab 1952
  5. ^ eliechtensteinensia
  6. ^ Besuch des Malteser Ritter-Ordens in Liechtenstein Archiviato il 6 gennaio 2014 in Internet Archive.
  7. ^ Daily Mail

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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