Castello di Lesignano
Castello di Lesignano | |
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Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Lesignano de' Bagni |
Coordinate | 44°38′36.9″N 10°18′29.2″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello medievale |
Inizio costruzione | entro il XV secolo |
Materiale | pietra |
Condizione attuale | scomparso |
Visitabile | no |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | presidio della Val Parma |
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Il castello di Lesignano era un maniero medievale, che sorgeva sulle colline adiacenti al centro di Lesignano de' Bagni, in provincia di Parma.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il castello fu edificato in epoca imprecisata[2] a presidio della sponda destra della Val Parma, sulle alture a est del borgo medievale di Lesignano.[1]
La prima testimonianza della sua esistenza risale al 3 aprile del 1405,[2] quando l'edificio, appartenente a Pietro e Giacomo de' Rossi, durante gli scontri che opposero i Rossi e i Terzi fu attaccato e conquistato[3] dalle truppe guidate da Guido Torelli.[2]
Nel 1464 Pier Maria II de' Rossi assegnò nel testamento la fortezza a Ottaviano,[4] che, pur risultando formalmente figlio di Bianca Pellegrini, sua amante, e del marito Melchiorre Arluno, in realtà era molto più probabilmente figlio naturale del conte.[5] Tuttavia, Ottaviano premorì a Pier Maria, perciò i beni a lui destinati furono assegnati all'erede principale Guido.[4]
La disastrosa guerra dei Rossi avviata agli inizi del 1482 stravolse i piani di Pier Maria, che morì nel vicino castello di Torrechiara il 1º settembre di quell'anno;[6] dopo la spartizione dell'eredità, Lesignano passò a Guido, ma dopo pochi mesi il feudo fu confiscato da Ludovico il Moro.[2]
Dopo la conquista del ducato di Milano da parte del re di Francia Luigi XII, il maniero tornò ai Rossi, giungendo nelle mani di Giulio Cesare, conte di Caiazzo;[1] quest'ultimo nel 1539 rapì Maddalena Sanseverino, primogenita del conte Roberto ed ereditiera del feudo di Colorno, e la sposò; il papa Paolo III, nella sua qualità di sovrano di Parma, che dal 1521 dipendeva stabilmente dallo Stato della Chiesa,[7] condannò il Rossi alla confisca delle sue terre parmensi,[8] fece radere al suolo la fortezza di Lesignano e assegnò il feudo al nipote Sforza I Sforza di Santa Fiora.[1]
Del castello si perse in seguito ogni traccia.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Lesignano Bagni, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 13 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2017).
- ^ a b c d Lesignano de' Bagni, l'esempio di un ambiente favorevole all'uomo, su ilparmense.net. URL consultato il 13 aprile 2017.
- ^ Pezzana, 1842, pp. 77-78.
- ^ a b Pezzana, 1852, p. 311.
- ^ Pezzana, 1852, pp. 308-309.
- ^ Pezzana, 1852, p. 300.
- ^ Lopresti, p. 20.
- ^ Litta, Tavola V.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia, Rossi di Parma, Torino, 1835.
- Lucia Lopresti, Granducato di Parma e Piacenza, Volume secondo, Colognola ai Colli, Demetra, 1999.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quarto, Parma, Reale Tipografia, 1852.