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352 pages, Paperback
First published January 1, 1952
I dream of having a room all for myself.
"I was wrong to buy this notebook, very wrong. But it's too late now for regrets, the damage is done."
"I often have a desire to confide in a living person, not only this notebook. But I've never been able to; stronger than the desire to confide is the fear of destroying something that I've been constructing day by day, for twenty years, and is the only thing I possess."
��Non capisce che sono stata proprio io a renderla libera, io con la mia vita dilaniata tra vecchie tradizioni rassicuranti e il richiamo di esigenze nuove. È toccato a me. Sono il ponte di cui lei ha approfittato, come di tutto approfittano i giovani: crudelmente, senza nemmeno avvedersi di prendere, senza darne atto. Adesso posso anche crollare.»
oppure«Sento tutto in me confusamente e non posso parlarne a mia madre né a mia figlia perché nessuna delle due comprenderebbe. Appartengo a due mondi diversi: l'uno che è finito con quel tempo, l'altro che è nato da esso. E in me questi due mondi si scontrano, facendomi gemere. Forse è per questo che spesso mi sento priva di qualsiasi consistenza. Forse io sono solo questo passaggio, questo scontro.»
Nei momenti in cui la donna annota le discussioni con Mirella, e le successive considerazioni, è possibile scorgere una profonda spaccatura tanto sul piano sociale quanto su quello generazionale. Si percepisce proprio una lucida consapevolezza che si fa strada nella sua mente e il diario si trasla in una vera e propria autoanalisi della sua vita.