Tartaruga marina
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Citazioni sulla tartaruga marina.
- Allo stesso modo [dello squalo] è degna di meraviglia la cura che la tartaruga riserva nel generare e tutelare la prole. Essa depone le uova emergendo a riva, vicino al mare, ma poiché non ha la forza di covarle e di restare per molto tempo sulla terra ferma, le deposita sulla battigia e le ricopre facendo un mucchio con la sabbia più fine e più morbida. [...] Ma una notizia ancora più stupefacente di quest'ultima è quella secondo cui è solo dopo avere atteso fino al quarantesimo giorno [...] che le tartarughe finalmente si avvicinano a esse, riconoscendo ognuna il proprio tesoro. Quindi ciascuna lo apre al colmo della gioia, come neanche farebbe un essere umano con un baule pieno d'oro. (Plutarco)
- Esiste una presenza, nell'oceano, che raramente cogli nelle ore di veglia, e che visualizzi meglio nei sogni. Mentre scivoli nel sonno, le tartarughe cavalcano la curva degli abissi, cercando respiro in superficie e ispirazione dal cielo; dalle placide insenature tropicali, o dalla schiuma che sibila in vortici da incubo, affiorano non viste a condividere la nostra aria. Ogni brusca espirazione afferma: «La vita resiste, nonostante tutto». Ogni inalazione profonda è un giuramento: «La vita continuerà». Ogni loro respiro è una dichiarazione alle stelle e al silenzio indomito. Di notte e con la luce, le tartarughe marine sempre si librano in quel loro universo parallelo stranamente alieno, eppure intrecciato con il nostro. (Carl Safina)
- La tartaruga marina è solitaria e pacifica e per lunghi periodi scompare nell'immensità dell'oceano. Dà la sensazione di essere vicina all'immortalità. Il suo colore rosso intenso le si addice e spicca sul piano visivo. (Michaël Dudok de Wit)
- Le tartarughe di mare si cibano di piccole conchiglie (la loro bocca è infatti la più potente fra quella di tutti gli altri animali: qualsiasi cosa prendano con questa parte del corpo, sia essa una pietra o qualsiasi altra cosa, la mangiano e la fanno a pezzi) e, quando escono dall'acqua, brucano l'erba. Tuttavia, entrano in ambasce e spesso muoiono quando, emerse in superficie, si disseccano sotto i raggi del sole. Il che fa sì che difficilmente riescano a reimmergersi. (Aristotele)
Voci correlate
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