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Susanna Raule

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Susanna Raule

Susanna Raule (1981 – vivente), psicologa e scrittrice italiana.

Citazioni di Susanna Raule

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Citazioni tratte dal suo blog:
  • Non è quasi mai solo questione di buon senso. La scienza non è solo questione di buon senso, la statistica non è solo questione di buon senso, la psicologia non è solo questione di buon senso, la medicina non è solo questione di buon senso, il diritto non è solo questione di buon senso, la climatologia non è solo questione di buon senso, l'economia non è solo questione di buon senso… (maggio 2013)
  • In ogni caso, nel dubbio, quando usiamo una parola, seguiamo questa saggia profilassi: imbracciare, puntare, mirare e solo dopo sparare. Noi siamo i custodi delle nostre parole. (maggio 2013)
  • È chiaro; se sei un autore e stai scrivendo qualcosa, di che cosa credi di parlare? Di te, non hai altre possibilità. Che tu lo faccia in modo scoperto o che tu lo faccia con un gran numero di salti mortali e diversioni, puoi parlare sempre e solo di te stesso. (aprile 2013)
  • Forse alcuni preferiscono non saperlo. Osserviamo i nostri vicini di casa, i nostri amici, i nostri parenti, noi stessi e ci diciamo che è tutto ok, quando palesemente non lo è. Quando le cose diventano troppo difficili da ignorare, allora ci mettiamo sopra una bella etichetta. "Situazione a rischio". Le situazioni a rischio vengono gestite, bene o male, professionalmente o meno, tempestivamente o tardivamente, le altre no. Le altre sono "normali". (dicembre 2012)
  • Guardi meglio e la famiglia regolare non esiste. È la triste invenzione di chi ha bisogno di rassicurazioni. Di tracciare una linea di demarcazione: al di qua ci sono io, che sono ok. Al di là ci sono loro, che sono diversi. Dato che io sono di qua, a me non può succedere niente. Loro, be'… loro sono diversi. (settembre 2012)
  • Ci sono persone che pianificano il loro funerale all'età di tredici anni e lo aggiornano e migliorano nel corso del tempo, dalla bara di cristallo al pezzo di Janis Joplin che vogliono durante l'orazione. Poi crescono e la bara diventa di acciaio inossidabile, poi di buon legno, poi di cartone perché è più ecologico, poi di nuovo di legno, ma di betulla, poi comprano una cripta, appena in tempo per vivere altri 39 anni e morire dispersi in mare. In compenso a nessuno viene più in mente un pezzo qualsiasi di Janis Joplin. (febbraio 2012)
  • Alcuni si convincono che la morte non può essere la fine di tutto. L'idea di avere un'anima immortale che dopo la nostra dipartita continuerà a spassarsela gli è di conforto. Alcuni, più moderati, non sono pronti a scommettere sullo spasso eterno, ma la morte li spaventa così tanto da preferire un'eternità di carboni ardenti e forconate nelle chiappe piuttosto che arrendersi all'oblio. (febbraio 2012)
  • Le posizioni dell'umanità riguardo al suicidio sono varie più o meno come i punti di vista sulla morte. In occidente, generalmente, non gode di buona stampa. In oriente passa per una fine onorevole. Qualsiasi siano le opinioni in merito, però, se un uomo in possesso di una sufficiente autonomia di movimento decide di farsi fuori da solo, solo la sfortuna, il caso o una pianificazione imperfetta potranno impedirgli di portare a termine il proprio progetto. [...]I diritti dei suicidi con una sufficiente autonomia di movimento, in poche parole, sono tutelati dalla natura stessa del mondo. La collettività può considerare il loro gesto amorale o sbagliato, ma dovrà limitarsi a raccontare la propria opinione ad un cadavere. (febbraio 2012)
  • [Sulla morte di Osama Bin Laden] Dovete scusarmi se ho delle difficoltà a concepire che un paese democratico risolva i suoi problemi con uno squadrone della morte senza neanche preoccuparsi di nasconderlo. Come se fosse Tutto Ok. (maggio 2011)
  • [Sulla morte di Osama Bin Laden] Questa persona veramente pessima, che da tempo si era meritata la declassazione ad animale, anzi no, vegetale, anzi no, forse dobbiamo spostarlo direttamente nel regno minerale, che è meglio. Che cosa ha fatto il commando americano di cazzuti Navy Seals, quindi? È andato in Pakistan e ha fatto fuori un sasso, praticamente. Non era neanche un lichene, tranquilli: è Tutto Ok. I sassi non hanno diritto a un processo, per principio. (maggio 2011)
  • [Sulla morte di Osama Bin Laden] Mi disturba, il tripudio collettivo per l'uccisione di un uomo. Anche di un Mr. Super Cattivo Numero Uno. Mi disturba l'onestà cristallina di un governo che ammette che il suo obbiettivo era uccidere un uomo. Senza processo. Senza domande. Senza catarsi. Senza una tomba. Senza un cadavere. Senza una prova. Senza nessuna riflessione, senza nessun dubbio, senza nessun dibattito, senza una giuria di pari, senza che nessuno abbia capito, senza nessuna volontà di comprensione, senza nessuna analisi, senza nessuna pietà. Come il cavernicolo che afferra l'osso e impara quanto sia bello, uccidere. Senza che nessuno abbia cercato una risposta che, in fondo, dovremmo cercare. Alla quale dovremmo tendere. La risposta a questa domanda: com'è possibile che a uno venga in mente di far cadere due aerei sulle Torri Gemelle? Com'è possibile che uno possa concepire l'eccidio di migliaia di persone? Com'è stato possibile che una simile persona camminasse tra di noi, vivesse tra di noi, fosse uno di noi? Non un animale, non un vegetale, non un sasso, ma un essere umano esattamente uguale a noi. (maggio 2011)

Satanisti perbene

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Il controllore era quasi stupito che il ragazzo goth tranquillamente addormentato in mezzo al frastuono di una scolaresca avesse il biglietto in regola. Per dormire così, con la testa abbandonata contro la scomoda imbottitura del sedile e le gambe ripiegate da un lato, doveva essere come minimo un drogato. Invece, quando l'aveva cautamente scrollato, il ragazzo l'aveva fissato con due occhietti grigi assonnati ma lucidi e gli aveva mostrato il biglietto. Il controllore a questo punto si era reso conto di due cose. Innanzitutto, il ragazzo non era così giovane come gli era sembrato in un primo momento e doveva essere all'incirca sui trentacinque. Inoltre, il portafogli da cui aveva tirato fuori il biglietto era uno di quelli col distintivo delle forze dell'ordine.

Citazioni

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  • E le ombre scesero su Milano. La sera invase i viali e le rotonde, coprì i palazzi e i parchi, si allungò sui Navigli e sui suoi bar, su chi festeggiava e su chi digiunava, sui padroni dell'Italia e su chi non possedeva niente, su quelli che amavano e su quelli che non lo facevano, sui vivi e sui morti.
    Intanto, alla televisione, andava in onda lo spettacolo di una bambina strappata ai suoi genitori.

Incipit di alcune opere

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Anatomia di uno statista

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Mercuzio Niccolò Dimitri Romanoff nacque a Kairouan il 13 gennaio 2100 da Jeffery e Michelle Romanoff.
Il primo nome, Mercuzio, non fu il frutto di una sana venerazione per l'immortale Shakespeare, ma piuttosto l'esito di una sua sconveniente infatuazione per il cantante pop-rock Mercuzio Clay, che all'epoca fuoreggiava.
Ma, a quanto risulta, nessuno credette mai che un nome simile potesse calzare a un Romanoff, neppure in tenera età, e fu quindi subito chiamato col decisamente più adeguato secondo nome, anche questo, purtroppo, derivante da un'icona pop dell'epoca.
E forse anche il fatto che da lì a qualche mese il signor Niccolò Spaven venisse arrestato per il reato di pedofilia ebbe una qualche importanza. Cose che succedevano in quegli anni.

Furiosi Sensi

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Il cerchio degli iniziati era composto da post-adolescenti ubriachi, fumati o spostati. O tutte e tre le cose insieme. E il rito che stavano eseguendo, mah. Secondo Sensi probabilmente era l'inizio di un'orgia. Il punto principale dell'antica e arcana cerimonia era una trombata in pubblico, c'erano buone possibilità che finita la liturgia le cose degenerassero e la serata si concludesse in un intrico di corpi.

I ricordi degli specchi

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La fine di ottobre è un momento particolare. L'estate è finita, eppure, in alcuni momenti, sembra non essersene accorta. Allora arriva la pioggia e ristabilisce le proporzioni. Sono scrosci grigi e tristi, che spiegano a tutti che il sole diventerà sempre più pallido e freddo e che non c'è proprio niente da fare.
Dopo la pioggia, l'aria è umida e fresca, quasi pulita, e le foglie cadute a terra hanno l'odore di un addio.
L'autunno è melanconico, se lo ascolti arrivare.
Ermanno Sensi non aveva alcuna intenzione di farlo. Inizi ad ascoltare l'autunno e finisci ad ascoltare te stesso o altra roba new age. No, grazie. Poteva fare a meno di esplorare la solita insoddisfazione strisciante, la solita irrequietezza, eccetera. Era stanco di quelle cazzate, meglio coprire ogni cosa di rumore.

Il Club dei Cantanti Morti

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Dio ha la voce di Mark Knopfler. Sonora. Convincente. Sicura. Bellissima.
Dice: «Ancora una volta, forza. Ci siamo quasi».
Ma non è la voce di Dio, naturalmente. È solo Monday. Che insiste. Che pontifica. Che corregge.
Come diavolo ci sono finita, qua?
Se hai sedici anni a Merdaville, Tennessee, morire può sembrarti un modo come un altro di passare il venerdì pomeriggio.
Questo era quello che pensavo più o meno da quando avevo iniziato a desiderare una vita sociale, tranne cambiare idea all'improvviso quando la morte era venuta a bussarmi alla porta.

L'architettura segreta del mondo

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Quando, nell'XI secolo, i mongoli di Gengis Khan erano calati dalle steppe l'effetto doveva essere stato simile. Certo, i mongoli non avevano zainetti multicolori, sandali Birkenstock e pantaloni kaki, ma il concetto, secondo Sensi, era lo stesso. Alla faccia della crisi, scendevano lungo via Prione in gruppi, parlando a un volume decisamente educato, in lingue decisamente forestiere e con espressioni giulive che al commissario mettevano i brividi.
Naturalmente il fatto era che Sensi detestava l'estate.

L'ombra del commissario Sensi

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Lunedì 3 marzo
Al largo risuonava la sirena di una petroliera. Era un suono esasperato, vagamente lugubre. Era un suono che ti faceva pensare a una bestia da centomila tonnellate pilotata da un uomo cieco. Visto che la bruma era salita durante la notte e non si era più mossa di un millimetro, era esattamente così.
La nebbia era un fatto abbastanza raro in quelle acque. In fondo non si trattava della Scozia o della Normandia. Il clima spezzino tendeva a essere mite, più piovoso che nebbioso.
Di solito molto piovoso.
La Spezia era palesemente la città più piovosa d'Italia.

Minerva in fiamme

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Un'esplosione dietro gli occhi, le ginocchia che cedono, poi la bocca sul pavimento.
Era tutto nell'ordine sbagliato. Che cos'era successo? Provò a voltare la testa. Dolore.
Non vedeva più quasi niente. restava solo una specie di oblò da cui scorgere un mondo sfocato.
«Cosa hai fatto? Guarda cosa hai fatto!»
Grida che per lui non avevano senso. Stava male, così male. Aveva freddo, rabbrividiva. No, sobbalzava. Che cos'era quella sensazione schifosa, la morte
Mamá, ayúdame... mamá, dónde estás?

Bibliografia

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  • Susanna Raule, Anatomia di uno statista, Simplicissimus Book Farm, 2013.
  • Susanna Raule, Furiosi Sensi, Susanna Raule, 2024.
  • Susanna Raule, I ricordi degli specchi: l'indagine più oscura del commissario Sensi, StreetLib, 2018.
  • Susanna Raule, Il Club dei Cantanti Morti, Iniziative Editoriali/OttoMicron Editore, 2014. ISBN 9788890683893
  • Susanna Raule, L'architettura segreta del mondo, Salani Editore, 2015. isbn 9788867156313
  • Susanna Raule, Minerva in fiamme, Mondadori, 2024. ISBN 8835733502
  • Susanna Raule, L'ombra del commissario Sensi, Salani Editore, 2011. ISBN 9788862565011
  • Susanna Raule, Satanisti perbene: un nuovo caso per il commissario Sensi, Salani Editore, 2012.

Altri progetti

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