Lalla Romano
Graziella Romano detta Lalla (1906 – 2001), poetessa, scrittrice, giornalista e aforista italiana.
Citazioni di Lalla Romano
[modifica]- Anche nei sogni faccio uso di citazioni.[1]
- Chi è stato, anzitutto, Alberto Vigevani? Non posso che rispondere: un poeta, anzi: un poeta che ha scritto romanzi.[2]
- Cos'è essenziale, nei ricordi e rievocazioni? Ciò che sarà colto, rivissuto da chi non c'era. In fondo, è la sola immortalità che ci compete.[3]
- È vero che quando la fine sembra già vicina, c'è sempre ancora un tempo da passare. Tempo di pazienza, per molti; e, per gli altri, forse il «tempo di ravvedersi»?[4]
- I miei libri (romanzi) sono etichettabili con la sciocca, saputa e superficiale denominazione di «autobiografici»; che non ha valore rispetto alla sola verità: l'invenzione. La scrittura è astrazione, come tutta l'arte. Della nostra storia nulla vive se non raccontato (cantato).[5]
- Imparare a convivere con i propri sogni fa parte oggi dell'arte di conoscere se stessi.[6]
- L'essere è autentico, l'esistere è un compromesso. Per questo ogni giovinezza è di per sé tragica.[7]
- Non chiedere grazia di volo all'uccello ferito, | non chiedere fiori all'arbusto dai rami stroncati, | non chiedere riso di stelle alla notte in tempesta: | neppure pazienza a una donna malata d'amore.[8]
- Silenzio come pienezza, non povertà. | Dal silenzio nasce sia l'attesa che l'appagamento.[9]
Minima Mortalia
[modifica]- a chi ha sonno sembra capriccioso l'insonne; all'insonne sembra ottuso il dormente (19)
- Ama il prossimo tuo come te stesso: ama la tua morte come la tua vita. (29)
- davanti a uno che muore, la parola vivere suona oscena. (54)
- il materialismo non è meno nobile dello spiritualismo; anzi, di più perché non pretende di esserlo. (12)
- la pazienza è carità; ma è anche sapienza, strumento di conoscenza. (48)
- Mi piace pensare a Gesù come a un uomo: anche lui ha sperato, ha disperato. (10)
- nelle persone ogni qualità ha il contrappeso di qualche difetto. (25)
- (17 aprile '84) nello stesso momento che le cose acquistano un grande valore, perdono il loro valore. (1)
- non capisco come ci possa essere gente annoiata e gente spensierata. Sono gli stessi, forse. (18)
- quando abbiamo imparato a vivere, moriamo. (28)
- Quando il male passa, perdoniamo Dio. (30)
- quando si è sordi, si sentono suoni e rumori che non ci sono. (40)
- solo i miracoli sono reali, solo le favole sono vere. (44)
- Spesso, mentire è carità. (51)
Nei mari estremi
[modifica]- Bellezza come salvezza. Conseguenza: pulire la bellezza dall'edonismo – e la salvezza dal bigottismo.
- La rispondenza dei corpi, la si chiami eros о amore, è misteriosa. E, come ogni valore materiale, simbolica.
- Per me scrivere è stato sempre cogliere, dal tessuto fitto e complesso della vita qualche immagine, dal rumore del mondo qualche nota, e circondarle di silenzio.
Dall'ombra
[modifica]Un ragguaglio è indispensabile. L'informazione più urgente riguarda l'immagine di copertina. La posizione – l'assembramento – delle figure è chiaramente dovuta non alla scelta delle persone ritratte, né tanto meno è casuale, spontanea. L'insieme è una composizione voluta del fotografo. Doveva essere celebrativa di un avvenimento importante. E infatti quella foto di gruppo fu eseguita per celebrare la licenza del ginnasio superiore (quinta ginnasio) nel 1921, a Cuneo. (Il ginnasio allora cominciava subito dopo la quarta elementare). Il fotografo era il migliore della città, di gusto torinese. Un giudizio disinteressato non può che essere positivo: ma io ho interessi esclusivi e non la amo.
Le parole tra noi leggere
[modifica]Io gli giro intorno: con circospezione, con impazienza, con rabbia.
Adesso, gli giro intorno; un tempo invece lo assalivo. Ma anche adesso ogni tanto - raramente - sbotto. Allora lui mi guarda con la sua famosa calma e dice: - Tu mi manchi di rispetto!
La mia collera di ora dev'essere un residuo delle antiche battaglie, quando io reagivo come se lui fosse una parte di me che tradiva se stessa e dunque mi tradiva. Ai miei assalti e assedi ormai piú che altro ammirativi, lui oppone freddezza, noia e perfino gentilezza (distratta). Ma soprattutto io non rinunzio a tentare di conoaverlo, discorsivamente voglio dire. So bene che le domande sono un sistema sbagliato; ma ci ricasco. Lui è seduto davanti a me, immerso in un libro (magari un fumetto). Io provo a incominciare un discorso, e per di piú su temi generali. Senza alzare il capo risponde: - Non so.
Una giovinezza inventata
[modifica]Suppongo che a quel tempo le valige fossero tutte a soffietto; comunque la nostra io la portavo con disinvoltura. Era di pelle — come faceva notare la mamma — e non pareva che in fatto di valige si potesse andare più in là.
Note
[modifica]- ↑ Da Un sogno del Nord, p. 171.
- ↑ Dall'elzeviro Il tenero Vigevani della mia memoria, Corriere della Sera, 27 marzo 1999, p. 37.
- ↑ Da Ritorno a Ponte Stura, a cura di Antonio Ria, Einaudi, 2000, p. 126.
- ↑ Da Tetto murato.
- ↑ Da Dall'ombra, p. 10.
- ↑ Da Le metamorfosi, Einaudi, 1983, p. 181.
- ↑ Da Un sogno del Nord, p. 180.
- ↑ Da Poesie, p. 140.
- ↑ Da Diario ultimo, a cura di Antonio Ria, Einaudi, 2006, p. 51.
Bibliografia
[modifica]- Lalla Romano, Dall'ombra, Giulio Einaudi editore, 1999.
- Lalla Romano. Le parole tra noi leggere, Giulio Einaudi editore, 1996
- Lalla Romano, Minima Mortalia, in Opere, a cura di Cesare Segre, Mondadori, Milano, 1991.
- Lalla Romano, Nei mari estremi, Giulio Einaudi Editore.
- Lalla Romano, Poesie, a cura di Cesare Segre, Einaudi, 2001.
- Lalla Romano, Tetto murato, Einaudi, 1957.
- Lalla Romano, Un sogno del Nord, Einaudi, 1989.
- Lalla Romano, Una giovinezza inventata, Einaudi, 1995².
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