Heinrich Hoffmann

Oh, che schifo quel bambino!
È Pierino il Porcospino.
Egli ha l'unghie smisurate
Che non furon mai tagliate
I capelli sulla testa
gli han formato una foresta
densa, sporca, puzzolente
Dice a lui tutta la gente:
" Oh, che schifo quel bambino,
 è Pierino Porcospino!

Vo' narrarvi un gran castigo
Ch'è toccato a Federigo.
Delle bestie il patimento
Era a lui divertimento.

Di sala in sala, Paolinetta
Gira e rigira, sola soletta.
Di casa uscendo la sua mammina
Disse: «Ricordati di star bonina»,
Ma, se non teme d'esser sgridata,
Grida, fa il chiasso quella sventata.

Più nero della pece e del carbone
Passeggia un bel moretto sul bastione,
E si ripara, con l'ombrello rosso,
Dal sole ardente che l'avea percosso.

Era il mattino, e il fiero cacciatore
Col suo nuovo giubbetto che ha il colore
Dell'erba fresca in un bel dì d'aprile,
Col corno, col carniere e col fucile,
Sen va pei campi e per le dense selve
A far gran preda di tremende belve

Dice la mamma: «Mio buon Corrado,
Per pochi istanti io me ne vado,
Vo' che tu sia studioso e buono,
Non far disordine, non far frastuono.

Gasparino era un bamboccio
Assai florido e grassoccio.
gli avea fresca la guancia,
E ben tonda avea la pancia.

«Ma vuoi proprio ch'io perda la speranza
Di vederti tranquillo or che si pranza?»
Dice a Filippo il padre corrucciato,
A Filippo nel mal sempre ostinato.

Mentre va Giannino a scuola
Ei contempla con diletto
Or la rondine che vola,
Or la nube, il ciel, l'insetto
O il pulviscolo leggiero
Quasi al par del suo pensiero,
Sì distratto che non vede
Dove mette il picciol piede.

Quando infuria la tempesta
Quando piove a catinelle
Fuor non mettono la testa
Bambinelli e bambinelle.