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Vilminore di Scalve

Coordinate: 46°00′N 10°06′E
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Vilminore di Scalve
comune
Vilminore di Scalve – Stemma
Vilminore di Scalve – Bandiera
Vilminore di Scalve – Veduta
Vilminore di Scalve – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
CapoluogoVilminore
SindacoPietro Orrù (lista civica FARE Vilminore di Scalve!) dal 04-10-2021
Territorio
Coordinate
del capoluogo
46°00′N 10°06′E
Altitudine1 019 m s.l.m.
Superficie41 km²
Abitanti1 428[2] (31-5-2024)
Densità34,83 ab./km²
FrazioniVilminore (sede comunale), Vilmaggiore, Sant'Andrea, Dezzolo, Bueggio, Teveno, Pezzolo, Nona, Pianezza[1]
Comuni confinantiAzzone, Colere, Gromo, Oltressenda Alta, Rovetta, Schilpario, Teglio (SO), Valbondione
Altre informazioni
Cod. postale24020
Prefisso0346
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016243
Cod. catastaleM050
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 3 517 GG[4]
Nome abitantivilminoresi
Patronosanta Maria Assunta
Giorno festivo15 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Vilminore
Vilminore
Vilminore di Scalve – Mappa
Vilminore di Scalve – Mappa
Posizione del comune di Vilminore di Scalve nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale

Vilminore di Scalve [vilmiˈnoːɾe disˈkalve] (Vilminùr [vilmiˈnuɾ] o Ilminùr [ilmiˈnuɾ] in dialetto bergamasco[5][6]) è un comune italiano sparso di 1 428 abitanti[2] della provincia di Bergamo in Lombardia. È sede della Comunità Montana di Scalve.

Situato sulla destra orografica del torrente Dezzo, in Valle di Scalve, dista circa 61 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico. Con il Palazzo pretorio è da sempre il centro di riferimento della Valle di Scalve.

L'origine del borgo risale al periodo della dominazione romana, quando venivano utilizzate le grandi risorse minerarie di ferro e zinco della zona.

Qui venne istituito un vicus, a cui il paese deve l'origine del proprio toponimo: Vicus Minor sta difatti a indicare l'esistenza di un piccolo agglomerato urbano (idem Vicus Maior per Vilmaggiore).

I secoli successivi videro il borgo passare sotto il controllo del Sacro Romano Impero guidato da Carlo Magno, che donò l'intera zona ai monaci di Tours. Questi successivamente la permutarono in favore del Vescovo di Bergamo, il quale diede investitura feudale ai Capitani di Scalve.

Questi ultimi furono di fatto esautorati dalla costituzione dell'Universitas di Scalve, una piccola istituzione feudale molto simile a una repubblica, che garantiva grandi privilegi agli abitanti e un'autonomia al limite dell'indipendenza. Questa garantiva l'esenzione del servizio militare, libertà di caccia e pesca, nonché sgravi fiscali e la possibilità di sfruttamento delle miniere presenti in zona. Grazie a queste ultime si sviluppò il commercio, favorito anche dagli scambi con la Val Seriana che avvenivano mediante il passo della Manina, posto a monte delle frazioni di Nona e Teveno.

Chiesa di Vilmaggiore

Con il passaggio alla Repubblica di Venezia, avvenuto nel XV secolo, Vilminore mantenne i privilegi conquistati precedentemente, e venne aggregato nella Comunità grande di Scalve, di cui fu capoluogo.

Soltanto nel 1797, con la fine della Serenissima e l'avvento della Repubblica Cisalpina, acquisì la propria autonomia comunale.

L'età moderna e contemporanea

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Seguenti modifiche, operate dai vari regimi che si susseguivano nella valle, modificarono i confini territoriali, ma non intaccarono l'autonomia comunale di Vilminore, che restò centro di riferimento per la zona.

La storia recente è stata caratterizzata dal disastro causato dal crollo della diga del Gleno, posta a monte dell'abitato. Il cedimento, avvenuto il 1º dicembre 1923, riversò una grandissima quantità d'acqua sui piccoli centri abitati sottostanti, provocando la morte di centinaia di persone e causando ingentissimi danni all'intera zona. A seguito di questo tragico evento, per parecchi anni l'economia della valle fu messa in ginocchio, causando un processo di emigrazione dalla valle.

Lo stemma e il gonfalone del Comune di Vilminore di Scalve sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 settembre 1995.[7]

«D'azzurro, all'orso al naturale, fermo sulla pianura d'oro, intrecciato a tre abeti di verde, fustati al naturale, nodriti nella pianura, il tutto accompagnato in capo da tre stelle di otto raggi, male ordinate, d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero tutus in silvis. Ornamenti esteriori da Comune.[8]»

Il gonfalone è un drappo di verde.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Chiesa arcipresbiteriale Santa Maria Assunta e San Pietro

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La chiesa arcipresbiteriale, risalente al XVII secolo, fu edificata dai Maestri comacini in luogo di una pieve di lontanissima costruzione che fu a lungo sede della Vicaria Plebana, è intitolata a Santa Maria Assunta e San Pietro, e presenta sculture e affreschi di pregio.

Chiesa di San Pietro alla Pieve

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Il piccolo oratorio conosciuto anche come Tempio del donatore è di antica edificazione forse del primo millennio.

Chiese parrocchiali delle frazioni

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L'antico Palazzo Pretorio, oggi sede della Comunità Montana di Scalve

Tra le chiese delle varie frazioni, tra cui quella della Santissima Trinità a Vilmaggiore, le parrocchiali di chiesa di San Michele a Teveno e di San Rocco a Pezzolo che presentano strutture e opere scultoree di grande impatto e quella di Nona che, intitolata alla Natività di Maria, risale al XVII secolo, e la chiesa di Sant'Andrea della frazione Dezzolo che ospita la scultura dell'Annunciazione di Giovanni Giuseppe Piccini precedente il 1718. Vi è documentazione della committenza dell'altare maggiore dall'allora parroco Pietro Pedrini tra il 1707 e il 1718. Lì'altare ha la forma di tempietto con statue e telamone. Nelle nicchie laterali vi sono due statue raffiguranti l'angelo annunciante e la Vergine che tiene al petto la mano con un libro di preghiere. Queste presentano forme particolarmente allungate con morbidi panneggi neglle vesti. Entrambe sono molto plastiche e rendono un certo dinamismo alla rappresentazione.[9]Nella frazione Bueggio vi è la chiesa parrocchiale dedicata a san Gottardo.[10]

Ingresso a Vilminore

Architetture civili

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Palazzo Pretorio

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Notevole importanza riveste il palazzo Pretorio, edificato nel 1375 e ampliato due secoli più tardi. Recentemente restaurato, ospita la sede della locale Comunità montana.[11]

  • Porta di Vilminore

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[12]

Geografia antropica

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Frazioni e località

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La sede comunale è posta nel centro abitato di Vilminore.

Il comune comprende le frazioni di: Vilmaggiore, Sant'Andrea, Dezzolo, Bueggio, Teveno, Pezzolo, Nona, Pianezza[1].

Fanno parte del comune le località Ponte Formello, Fucine, Sottomargine, Fonte, Meto, Adenasso e Roccolo[1].

Il comune di Vilminore di Scalve, inteso come entità con l'attuale estensione e denominazione, è nato soltanto nel 1927 dall'unione di Vilminore e Oltrepovo. Il primo comune comprendeva soltanto l'attuale censuario di Vilminore stesso, mentre il secondo raggruppava i borghi di Bueggio, Nona, Pezzolo e Teveno, divisi dall'attuale capoluogo dal torrente Povo.

Da notare che nel 1797, anno in cui sulla scena politica della zona irruppe la Repubblica Cisalpina, gran parte dei borghi che ora compongono il comune di Vilminore di Scalve ottennero la propria autonomia a seguito della disgregazione della Comunità Grande di Scalve. Bueggio, Dezzolo, Nona, Teveno, Pezzolo e Vilmaggiore (che comprendeva anche Barzesto, ora appartenente a Schilpario) tuttavia mantennero la loro condizione soltanto per otto anni, dal momento che nel 1805 vennero fusi nell'entità comunale denominata Oltrepovo, pur mantenendo l'autonomia a livello parrocchiale.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
14 maggio 2001 15 maggio 2011 Giovanni Toninelli Lista civica Insieme Sindaco
16 maggio 2011 5 giugno 2016 Guido Giudici Lista civica Per un domani Sindaco
5 giugno 2016 4 ottobre 2021 Pietro Orrù Lista civica Comune idea per Vilminore Sindaco
4 ottobre 2021 [in carica] Pietro Orrù Lista civica FARE Vilminore di Scalve! Sindaco
  1. ^ a b c Comune di Vilminore di Scalve - Statuto
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2024 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  6. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 710, ISBN 88-11-30500-4.
  7. ^ Vilminore di Scalve, decreto 1995-09-05 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali, busta 122, fascicolo 10716.
  8. ^ Vilminore di Scalve, su Stemmi dei comuni bergamaschi.
  9. ^ Chiara Spanio, Tesori d'Arte a Bergamo, a cura di Eugenia Bianchi, Alessandra Civai, Patrizia Rimaboschi, Provincia di Bergamo - Ferrari Grafiche S.p.A., 2001, pp. 52-53, ISBN 88-86536-21-6.
  10. ^ Chiesa di San Gottardo, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali. URL consultato il 2 novembre 2024..
  11. ^ Miriam Romelli, Il palazzo Pretorio dell'antica comunità di Scalve, a cura di Franco Spada, Comunità Montana di Scalve, 2009..
  12. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  • Vittorio Mora, La chiesa di S. Maria Assunta e S. Pietro apostolo in Vilminore di Scalve, Parrocchia di Vilminore di Scalve, 1994.
  • AA.VV., Chiesa di Vilminore: tre secoli di cure, Vilminore di Scalve: Graphicscalve, 2000.
  • Miriam Romelli, Il Palazzo Pretorio dell'antica comunità di Scalve: simbolo di storia, arte e giustizia, Comunità Montana di Scalve, 1998.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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