Coordinate: 40°52′33″N 14°25′27″E

Villa Augustea di Somma Vesuviana

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Villa Augustea di Somma Vesuviana
Scavi della Villa Augustea di Somma Vesuviana
CiviltàRomana
UtilizzoVilla romana
EpocaII secolo d.C.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneSomma Vesuviana
Scavi
Data scoperta1929
Amministrazione
EnteSoprintendenza archeologica Campania
VisitabileNo
Sito webwww.comune.sommavesuviana.na.it/vivi-somma-vesuviana/villa-augustea/
Mappa di localizzazione
Map

La cosiddetta Villa Augustea di Somma Vesuviana è un complesso di strutture di epoca romana sito in località Starza della Regina.

L'attribuzione è dovuta alla possibilità concreta che possa trattarsi di una proprietà della famiglia dell'imperatore Ottaviano Augusto, originario della zona e morto secondo le fonti antiche nei dintorni di Nola che dista 10 km in linea d'aria da Starza della Regina.[1][2]

Il sito si colloca alle pendici nord-orientali del Somma-Vesuvio. Si tratta di un enorme complesso di strutture romane risalenti per lo più al II secolo e sommerso da eruzioni vulcaniche. L’impianto era, in origine, articolato per terrazze e si sviluppa con un allineamento N-S lungo le pendici del Somma-Vesuvio in un contesto paesaggistico e ambientale particolarmente favorevole. Il nucleo centrale risale al tardo I sec d.C., anche se la villa sicuramente esisteva già, come attestano alcuni elementi risalenti a prima del 79 d.C. Recenti scoperte attestano che fu restaurata o ricostruita dopo i danni dell’eruzione del 79 d.C., che distrusse le città costiere danneggiando solo parzialmente quelle dell’entroterra. Così per alcune centinaia di anni la villa fu un impianto produttivo a destinazione domestica fino a cadere in disuso con la fine dell’Impero Romano. Già da tempo oggetto di spoliazione, durante l’ultima fase di vita, la villa era stata più volte trasformata e probabilmente restavano in uso solo alcuni ambienti sotto forma di impianto produttivo. A seguito dell’eruzione sub-pliniana detta ‘di Costantinopoli’ del 472, la villa fu distrutta quando prima scosse sismiche preannunciarono l’eruzione, poi sabbie e lapilli si depositarono sulle rovine ed infine correnti piroclastiche e colate di fango sommersero le strutture per metà della loro altezza. Per decine di anni un sottile strato si è accumulato sul nuovo piano di calpestio, le strutture emergenti sono state erose (la statua della peplofora rinvenuta nel luogo originario risulta erosa per metà della sua altezza e segna il livello preciso del terreno) fin quando nel 512 una nuova eruzione ha ricoperto quanto restava.

I lavori di scavo sono tuttora in corso dal 2002 ad opera dell’Università di Tokyo su progetto di A. De Simone. Quanto portato in luce finora, circa 2000 m², è solo una parte dell’intero monumento, le cui strutture si sviluppano in ogni direzione oltre il limite indagato.

Il principale spazio espositivo dei reperti rinvenuti è il Museo archeologico di Nola.

  1. ^ Villa Augustea, Soprintendenza di Napoli, Ministero della Cultura, su sabapmetropolitanana.cultura.gov.it.
  2. ^ Somma Vesuviana, il sito portato alla luce potrebbe essere davvero la Villa dell’Imperatore Augusto, su www.ilmattino.it, 18 aprile 2024. URL consultato il 5 maggio 2024.

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