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Una donna nella luna

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Una donna sulla luna
Titolo originaleFrau im Mond
Lingua originalefilm muto
Paese di produzioneGermania
Anno1929
Durata156 minuti (versione originale)
200 minuti (versione restaurata nel 2000)
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generefantascienza, drammatico, sentimentale
RegiaFritz Lang
SoggettoThea von Harbou (dal romanzo omonimo)
SceneggiaturaFritz Lang, Thea von Harbou, Hermann Oberth, Fritz von Hoppel
ProduttoreFritz Lang
Casa di produzioneFritz Lang-Film e Universum Film (UFA)
FotografiaCurt Courant, Oskar Fischinger, Konstantin Irmen-Tschet e Otto Kanturek
Effetti specialiOskar Fischinger e Konstantin Irmen-Tschet
MusicheWilly Schmidt-Gentner
Interpreti e personaggi

Una donna nella luna o Una donna sulla luna (Frau im Mond) è un film muto del 1929 diretto da Fritz Lang. È un melodramma fantascientifico, ultimo film muto del grande regista tedesco, basato su un romanzo omonimo di Thea von Harbou, moglie del regista. In questo film furono presentati al grande pubblico per la prima volta i fondamenti scientifici dei viaggi spaziali su razzi, dato che il regista si avvalse della consulenza degli antesignani della missilistica Hermann Oberth[1] e Willy Ley.[2]

Quattro uomini, una donna e un bambino viaggiano su una nave spaziale verso la Luna. Il professor Manfeldt, trent'anni prima, aveva sostenuto che esistessero delle miniere d'oro sul satellite. Wolf Helius fa costruire un veicolo per raggiungere quei tesori. L'ingegnere Hans Windegger e la sua futura sposa Friede Velten appoggiano il progetto. Una società che controlla il commercio dell'oro con le cattive si pone a capo della spedizione.

Fritz Lang e la sua troupe durante la lavorazione del film

Il soggetto del film è un romanzo dal titolo Una donna sulla luna della moglie del regista, la scrittrice e sceneggiatrice Thea von Harbou. Attento alla precisione documentaristica, il regista si fece consigliare da due esperti di razzi, Hermann Oberth e Willy Ley, che costruirono un modello di razzo e calcolarono in modo accurato le traiettorie di volo. Durante la seconda guerra mondiale la Gestapo fece sparire tutti i progetti dei due scienziati perché simili ai progetti segreti per gli ordigni bellici V1 e V2.[3][senza fonte]

La direzione della fotografia fu affidata a Günther Rittau, che aveva precedentemente lavorato con Lang in Metropolis per gli effetti visivi dell scena in cui viene creato l'"Uomo-macchina".[3] Le riprese furono girate in studio. Per creare i paesaggi lunari foto di lavorazione mostrano che veniva rovesciata sul pavimento dello studio sabbia decolorata e ammucchiata in montagne sullo sfondo. Furono create anche caverne e grotte, un suolo vulcanico che ribolliva ed emanava vapori.

Fritz Lang in questo film inventa per ragioni drammatiche, per accrescere la tensione della partenza del razzo, il "conto alla rovescia": lo racconta lui stesso a Willy Ley.[4]

Distribuzione

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La prima del film si ebbe a Berlino il 15 ottobre 1929.

La lavorazione del film ha ispirato il romanzo "La donna sulla luna" (2002) di Giulio Leoni.

«[...] Nelle vaste distese di candida sabbia dei paesaggi lunari, la falsità dei sentimenti ampollosi oggi stona ancor di più; la grandiosità del fantastico cede spesso al ridicolo. In tutta questa cianfrusaglia sentimentale il genio di Fritz Lang si rivela solo nelle scene della partenza del razzo, molto precise nella loro anticipazione, le scene, ad esempio, che precedono il decollo, il cui tono da reportage è più convincente delle invenzioni da pura fantascienza.»

«Lang sa infondere poesia al documento tecnologico e creare immagini vive. Quando la nave spaziale esce dalla rimessa, viene illuminata da enormi fari i cui raggi si incrociano nella luce serale tracciando figure romboidali galleggianti nell'aria. Grazie a questa luce il razzo lunare acquista una vita propria e, pur restando del tutto concreto, il processo tecnico viene trasformato in un sogno profetico.»

«L'impresa cosmica è descritta con sorprendente realismo. L'intreccio è pietoso per le sue deficienze emotive»

  1. ^ «Oberth fu il pioniere e il genio solitario dei razzi. La sua grande occasione venne allorché gli offrirono di costruirne uno per lanciare il film di Fritz Lang Una donna sulla Luna: ma quella volta Oberth, emozionato, fallì». Enzo Biagi, Antonio De Falco, Guido Gerosa, Gino Gullace, Gian Franco Venè, Lorenzo Vincenti, La Luna è nostra, Rizzoli Editore, Milano 1969.
  2. ^ "Il Morandini 2008. Dizionario dei film", Zanichelli ISBN 88-08-20248-8
  3. ^ a b Da una video—intervista a Fritz Lang condotta da Erwin Leiser nel 1968 e intitolata Zum Beispiel: Fritz Lang.
  4. ^ Willy Ley, Rockets, Missiles and Men in Space, citato da Lotte. H. Eisner.
  5. ^ Lotte H. Eisner, Lo schermo demoniaco, Editori Riuniti, 1983, pag. 165.
  6. ^ Lotte H. Eisner, Fritz Lang, Mazzotta, Milano, 1978, pp. 94-95.
  7. ^ Siegfried Kracauer, Cinema tedesco (1918-1933), Milano, 1954.

Voci correlate

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