Vai al contenuto

Teatro del castello di Drottningholm

Coordinate: 59°19′23.04″N 17°53′06″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Teatro del castello di Drottningholm
Localizzazione
StatoSvezia (bandiera) Svezia
RegioneSvealand
LocalitàEkerö
IndirizzoDrottningholm
Coordinate59°19′23.04″N 17°53′06″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1665 - 1673
Inaugurazione1673
Distruzione1762
Ricostruzione1764
StileBarocco
Realizzazione
ArchitettoNicodemus Tessin il Vecchio
Nicodemus Tessin il Giovane
ProprietarioNational Property Board of Sweden
 Bene protetto dall'UNESCO
Il castello di Drottningholm e il parco reale
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1991
Scheda UNESCO(EN) Royal Domain of Drottningholm
Residenza privata del Re di Svezia

(FR) Scheda
Esterno del Teatro del castello di Drottningholm 2013
L'interno della sala del teatro

Il teatro del castello di Drottningholm (in svedese Drottningholms slottsteater) è un teatro d'opera situato nel castello di Drottningholm di Stoccolma, in Svezia. È uno dei pochi risalenti al XVIII secolo in Europa e ancora regolarmente funzionanti che utilizza le macchine di scena originali.

È sede di un festival estivo dell'opera incentrato sulle opere di Haydn, Handel, Gluck e Mozart, interpretate secondo le autentiche modalità della loro epoca, che si è guadagnato una crescente reputazione internazionale. Il teatro ha anche ospitato spettacoli dell'Opera reale svedese.

L'esterno del teatro
Il Salone Dejuener, costruito durante il regno di Re Gustaf III, è oggi utilizzato come ingresso del Teatro
Camerino
Interno del teatro foto del 1966

Il primo teatro di Drottningholm fu progettato dall'architetto Nicodemus Tessin il Vecchio e completato da Nicodemus Tessin il Giovane. L'interno fu decorato tra il 1665 e il 1703, inizialmente in uno stile barocco pesante e sontuoso, ma in seguito sempre più raffinato a causa dell'ispirazione ai modelli francesi. Il teatro fu inaugurato nel 1754 e ospitò la compagnia di attori francesi Du Londel, che la corte aveva contrattato l'anno precedente e che avrebbe utilizzato il teatro fino al 1771. La compagnia usò il teatro nei mesi estivi per rappresentazioni di teatro francese e opera italiana destinate alla regina Lovisa Ulrika e alla sua corte.

Quando l'edificio teatrale originario andò in fiamme il 27 agosto 1762, durante la rappresentazione di un'opera comica, la regina Lovisa decise di ricostruirlo per la corte del castello di Drottningholm, commissionandoneil progetto a Carl Fredrik Adelcrantz. Il lavori iniziarono nel 1764 e compresero un complesso di camere, al di fuori della sala principale, per ospitare i membri della corte che non avrebbero soggiornato nel palazzo reale, incluso Adelcrantz, il sovrintendente agli spettacoli, gli attori, il personale del teatro e giovani aristocratici [1]. L'edificio progettato da Adelcrantz è stato definito insolito sotto diversi aspetti.[2] Soprattutto, anche se il teatro era destinato a simulare lo stile artistico di Versailles, la mancanza di fondi del Tesoro svedese rese indispensabile l'adozione di uno stile ben più sobrio. L'esterno dell'edificio è molto semplice rispetto ad altri teatri di corte, nello stile di un maniero di campagna senza indicazioni che lo identifichino come un teatro d'opera. L'interno, impreziosito dal decoratore francese Adrien Masreliez, utilizza trompe-l'oeil, cartapesta e stucco per imitare materiali più costosi come il marmo e l'oro. Il teatro è insolito per la sua forma, dal momento che la sala ha una pianta a T con i due troni per i monarchi regnanti posti nei punti d'incrocio delle due braccia della T davanti al palcoscenico e il resto della corte seduto su panche di legno. Anche il palcoscenico è dotato di proporzioni insolite (8,2 x 17,4 m), che furono utili ai progettisti per creare scene prospettiche di grande profondità.

Per gli studiosi, tuttavia, l'importanza del teatro non è da attribuire all'architettura degli spazi, ma alle macchine di scena che costituiscono un raro esempio, sopravvissuto fino ai nostri giorni, della scenotecnica teatrale comunemente in uso in quel periodo storico. La scenotecnica di palcoscenico fu forse progettata dall'italiano Donato Stopani, anche se alcuni storici pensano che il progettista possa essere stato George Fröman, mastro costruttore della corte che poté esaminare la meccanica di scena di vari teatri durante un viaggio in Europa nel 1755.[3]

Una delle macchine di scena ancora intatte e in uso nel teatro è quella composta da serie di carri con meccanismo di movimentazione sottopalco, che consente di cambiare rapidamente le scene, costituite da quinte armate dotate di ruote, che vengono fatte scorrere per mezzo di un meccanismo ad argano lungo apposite guide (strade) predisposte sul palcoscenico[3], secondo un metodo messo a punto durante il secolo precedente daGiacomo Torelli, maestro della scenografia barocca italiana.

Il teatro ha un numero insolitamente elevato di quinte armate prospettiche, con la possibilità di eseguire fino a quattro cambi di scena contemporaneamente, e il sistema descritto consente di effettuare il cambio in soli sei secondi.

Altre macchine di cui il palcoscenico tuttora dispone sono quelle per gli effetti speciali, tra cui una che simula le onde marine, costituita, come era d'uso, da quattro grandi viti senza fine dipinte disposte orizzontalmente sul fondo della scena e rotanti sul proprio asse. Una macchina del tuono è usata per creare effetti sonori di temporale e tempesta e una macchina del volo utilizzata per effetti "deus ex machina".

L'illuminazione è controllata ruotando appositi portacandele in metallo verso il palcoscenico o in senso opposto

Il teatro venne inaugurato nel 1766 dalla regina Lovisa con rappresentazioni che a volte includevano, tra gli attori, alcuni membri della corte e della famiglia reale per festeggiare l'occasione [4].

Il teatro venne utilizzato ogni estate dalla corte fino al 1771, quando morì Adolf Frederik e la compagnia francese che lo aveva utilizzato fu congedata. Il teatro rimase inutilizzato fino al 1777, quando la regina Lovisa lo affidò al figlio Gustavo III di Svezia.

Il re Gustavo era profondamente interessato al teatro, assunse una nuova compagnia, e perfino scrisse e diresse diverse opere che furono rappresentate a Drottningholm. Il teatro rappresentato durante il regno del re Gustavo si discostava da quello dei suoi predecessori, poiché sebbene il teatro francese e quello italiano venissero ancora rappresentati, egli incoraggiò l'uso di storie e della lingua svedese per creare una nuova tradizione operistica. [5]

Apportò anche alcune modifiche all'edificio teatrale, aggiungendo un salone per feste conviviali che oggi viene utilizzato come foyer. Dopo l'assassinio del re Gustavo nel 1792 (che fa da soggetto al libretto dell'opera di Giuseppe Verdi Un ballo in maschera), il teatro fu utilizzato come magazzino per i mobili dismessi del castello di Drottnignholm.

Il restauro e la rinascita nel XX secolo

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1921, lo storico teatrale svedese Agne Beijer riscoprì il teatro di Drottningholm e, con il permesso dei regnanti, restaurò quello che rimaneva degli interni e delle macchine di scena. Vennero apportate alcune modifiche secondarie, tra cui l'aggiunta di luci elettriche progettate per produrre una luce leggermente tremolante come quella delle candele, la sostituzione del cordame originale delle macchine di scena e la sostituzione dei delicati fondali dipinti originali con delle repliche fedeli.[1] La maggior parte del teatro, comunque, è rimasta invariata rispetto al progetto originario, e gran parte delle opere in stucco e della carta da parati originali è ancora presente.

Il teatro venne riaperto il 19 agosto 1922. Fino al 1935, le rappresentazioni erano limitate a visite di rappresentanza per docenti invitati, che comprendevano spettacoli dalla scuola di balletto svedese. Nel 1935 il teatro cominciò a ospitare spettacoli stagionali, a partire da tre ballad opera di Arvid Niclas von Höpken, Joseph Martin Kraus e Carl Michael Bellman. Nel 1951, la Royal Swedish Opera divenne la compagnia stabile del teatro di Drottningholm, utilizzandolo per gli spettacoli estivi. Nel 1953, il balletto reale svedese si unì in collaborazione con l'Opera e la nuova direttrice della compagnia, Mary Skeaping, spinse i ballerini a rilanciare lo stile balletto di corte del XVII e XVIII secolo.[6]

Oggi una fondazione privata, il Museo del Teatro di Drottningholm, finanziato da governi e donazioni private, gestisce il teatro, programmando opere nei mesi estivi. Le opere sono spesso eseguite da musicisti che indossano costumi storici, e l'orchestra usa repliche di strumenti d'epoca. La maggior parte delle produzioni utilizza le macchine di scena con le modalità per le quali queste erano state progettate.

Il teatro è oggi un luogo in cui vengono formati musicisti, ballerini e cantanti lirici in stile barocco.

Nel 1991 il teatro, insieme al castello di Drottningholm (la residenza della famiglia reale svedese), al padiglione cinese e al parco circostante, è diventato il primo patrimonio svedese ad essere iscritto nell'elenco UNESCO dei patrimoni mondiali dell'umanità. Parti del palazzo reale, del padiglione cinese e del teatro sono aperte al pubblico. I direttori artistici recenti del teatro sono stati Arnold Östman (1980-1992), Elisabeth Söderström (1993-1996), Per-Erik Öhrn (1996-2007). Mark Tatlow (2007-2013). Sofi Lerström, amministratore delegato del teatro dal 2011, ha assunto la carica di direttore artistico nel 2013.

Il teatro descritto nel flauto magico di Bergman

[modifica | modifica wikitesto]

Una replica del teatro è visibile nella versione cinematografica di Ingmar Bergman dell'opera di Mozart Il flauto magico del 1975. Secondo gli appunti di Peter Cowie all'edizione DVD del film, Bergman ha voluto ricreare quanto più possibile l'originale produzione del 1791 nel Theater auf der Wieden di Vienna, e originariamente sperava di girare le scene nel teatro di Drottningholm. Tuttavia, "l'ambiente è stato considerato troppo fragile per ospitare una troupe cinematografica. Così il palcoscenico - completo di quinte armate, fondali e macchine per il vento - è stato riscostruito accuratamente negli studi della Swedish Film Institute". Nel film sono però visibili alcune inquadrature degli esterni del teatro.[7]

Opere eseguite prima del 1809

[modifica | modifica wikitesto]

Opere, un altro dramma musicale

[modifica | modifica wikitesto]

Repliche e anteprime reprise non sono elencate qui.

Opera, baletto

[modifica | modifica wikitesto]

Direttori del Museo del teatro di Drottningholm

[modifica | modifica wikitesto]
  • Agne Beijer, 1921–64
  • Arnold Östman, 1979–80
  • Barbro Stribolt, 1980–98

La facciata occidentale di fronte al parco.

  1. ^ a b Willmar Sauter, The Drottningholm Court Theatre and the Historicity of Performance, in Nordic Theatre Studies, n. 23, January 2011, pp. 8-18.
  2. ^ Anne-Charlotte Hanes Harvey, 'Vacker som faux': The Drottningholm Theatre Aesthetic, in Tijdschrift Voor Skandinavistiek, vol. 27, n. 2, 2006, pp. 27-53.
  3. ^ a b Frank Mohler, The survival of the mechanized flat wing scene change: the court theaters of Gripsholm, Český Krumlov, and Drottningholm, in TD&T: Theatre Design & Technology, vol. 35, n. 1, Winter 1999, pp. 46-56.
  4. ^ Agne Beijer, Gustaf III's Theater restored: Drottningholm Castle, Sweden, in American Scandinavian Review, vol. 20, January 1932, pp. 32-35.
  5. ^ Gustaf Hilleström, Drottningholmsteatern förr och nu. The Drottningholm Theatre-- past and present, Stockholm, Natur & kultur, 1956.
  6. ^ Sweden, su The International Encyclopedia of Dance, Oxford University Press. URL consultato l'8 dicembre 2015.
  7. ^ Peter Cowie, "The Magic Flute". Notes on the film followed the DVD release on criterian.com. Retrieved 12 November 2012
  • Agne Beijer: Drottningholms slottsteater på Lovisa Ulrikas och Gustaf III:s tid. Drottningholms Teatermuseum / Stockholms kommun / Liber förlag 1981
  • Gustaf Hilleström: Drottningholmsteatern förr och nu. Natur och Kultur 1980
  • Hans Åstrand & Gunnar Larsson (red.): Gustavian Opera. Musikaliska Akademins skrifter nr. 66 (1991)
  • Ove Hidemark, Per Edström m. fl.: Drottningholms Slottsteater - dess tillkomst, öden och bevarande, Byggförlaget 1993
  • Sven Åke Heed: Ny svensk teaterhistoria, Teater före 1800'
  • Ingvar Andersson: Gustavianskt
  • Carl-Gunnar Åhlén: Drottningholms Slottsteater 1922-1992. Bilaga till CD-skiva Caprice CAP 21512, Caprice Records 1993

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN124720506 · ISNI (EN0000 0001 1370 0506 · ULAN (EN500309204 · GND (DE1215975-X · BNF (FRcb15048823g (data) · J9U (ENHE987007390520805171