Spilogale pygmaea
Skunk macchiato pigmeo | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Sottordine | Caniformia |
Famiglia | Mephitidae |
Genere | Spilogale |
Specie | S. pygmaea |
Nomenclatura binomiale | |
Spilogale pygmaea Thomas, 1898 | |
Areale | |
Lo skunk macchiato pigmeo (Spilogale pygmaea Thomas, 1898) è una specie della famiglia dei Mefitidi (Mephitidae) endemica del Messico, dove è presente sulla costa pacifica dal Nayarit al Chiapas.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Questo skunk ha una lunghezza testa-corpo di 12-35 cm e una coda di 7-12 cm. Il colore di base della pelliccia è nero, con motivi bianchi sulla testa e da due a sei strisce bianche disposte ad anello sul corpo. Anche la coda tende a presentare peli bianchi. Le ghiandole odorifere caratteristiche degli skunk si trovano ai lati dell'ano.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'areale dello skunk macchiato pigmeo si estende attraverso una lunga fascia sulla costa messicana del Pacifico, tra gli stati di Nayarit e Chiapas. Come habitat predilige di solito le aree rocciose con pochi alberi e cespugli. Viene avvistato raramente nelle fitte foreste e nelle zone umide.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Questa specie è onnivora, ma la sua dieta comprende più carne di quella degli altri skunk. Sue prede tipiche sono insetti, mammiferi più piccoli, uccelli e rettili. Mangia anche frutta e bacche.
Diversi esemplari di skunk macchiato pigmeo trascorrono l'inverno insieme nelle tane, ma non vanno in letargo.
L'accoppiamento avviene solitamente tra settembre e ottobre. A causa del ritardo dell'impianto, la gravidanza vera e propria inizia solo in primavera. Questa si protrae per circa un mese, trascorso il quale nascono solitamente da 3 a 6 piccoli (raramente fino a 9). Alla nascita i piccoli sono ciechi e aprono gli occhi dopo un mese. Vengono allattati per circa due mesi. I giovani sono completamente cresciuti in autunno e trascorrono l'inverno successivo con la madre.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Lo skunk macchiato pigmeo è una delle sette specie classificate nel genere Spilogale.[2] Venne descritto per la prima volta da Oldfield Thomas nel 1898 a partire da un esemplare proveniente da Rosario, nello stato messicano di Sinaloa.[3] In passato, alcuni autori lo consideravano una sottospecie dello skunk macchiato orientale (Spilogale putorius).[3] Attualmente non ne vengono più distinte sottospecie.[2]
Gli skunk macchiati rappresentano un sister group delle moffette striate (Mephitis), anch'esse diffuse nell'America settentrionale e centrale. Sister group di entrambi sono gli skunk dal naso di porco (Conepatus), concentrati per lo più nell'America meridionale. Lo skunk macchiato pigmeo è stato identificato come sister species basale di tutte le altre specie di skunk macchiato, dalle quali si separò circa 5 milioni di anni fa.[2]
Albero filogenetico delle moffette[2] | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La specie è considerata utile perché distrugge specie nocive come insetti e roditori. A volte viene catturato con le trappole per la sua pelliccia. La principale minaccia per lo skunk macchiato pigmeo è la distruzione dell'habitat.
Viene classificato come «vulnerabile» (Vulnerable) dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) a causa del forte calo delle popolazioni,[1] che si ritiene siano diminuite di oltre il 30% nelle ultime tre generazioni o 15 anni. Il calo è dovuto principalmente alla perdita dell'habitat, in quanto il suo areale si sovrappone a zone caratterizzate da un forte sviluppo della popolazione umana e convertite al turismo. Nonostante la capacità di adattamento della specie, in prossimità degli insediamenti umani una minaccia crescente è costituita soprattutto dagli animali domestici, come cani e gatti.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Helgen, K., Cuarón, A.D., Schipper, J. & González-Maya, J.F. 2016, Spilogale pygmaea, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ a b c d Molly M. McDonough, Adam W. Ferguson, Robert C. Dowler, Matthew E. Gompper e Jesús E. Maldonado, Phylogenomic systematics of the spotted skunks (Carnivora, Mephitidae, Spilogale): Additional species diversity and Pleistocene climate change as a major driver of diversification, in Molecular Phylogenetics and Evolution, n. 107266, luglio 2021, DOI:10.1016/j.ympev.2021.107266.
- ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Spilogale pygmaea, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Spilogale pygmaea
- Wikispecies contiene informazioni su Spilogale pygmaea
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Spilogale pygmaea, su Animal Diversity Web. URL consultato il 17 aprile 2024.