Vai al contenuto

Sergio Rubini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Sergio Rubini alla 67ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2010)

Sergio Rubini (Grumo Appula, 21 dicembre 1959) è un attore, regista e sceneggiatore italiano.

Rubini nasce a Grumo Appula, comune del barese, figlio di un capostazione e di una maestra elementare originari di Gravina in Puglia.[1] Dopo aver terminato gli studi nel Liceo Scientifico Federico II di Altamura, nel 1978 si trasferisce a Roma per frequentare l'Accademia nazionale d'arte drammatica, che abbandonerà dopo soli due anni. Suonatore di pianoforte e grande appassionato di teatro, riesce a lavorare con importanti registi quali Antonio Calenda, Gabriele Lavia, Enzo Siciliano ed Ennio Coltorti[2].

Sergio Rubini in Il caso Moro (1986)

Dopo alcune esperienze radiofoniche, esordisce sul grande schermo nel 1985 con Figlio mio, infinitamente caro..., a cui faranno seguito nel corso di un anno Desiderando Giulia e Il caso Moro. Nel 1987 svolse i provini per interpretare il ruolo di Fellini giovane per la pellicola Intervista, e con sua grande sorpresa riuscì ad ottenere la parte. Anche se il maestro di Rimini lo considerava più somigliante a Vittorio De Sica che a sé stesso, appena lo vide di persona per la prima volta gli disse: "Complimenti, signor Rubini, lei, all'opposto della maggioranza degli attori, assomiglia alle sue fotografie"[3]. Nello stesso anno ottiene il suo primo ruolo da protagonista nell'opera prima di Giuseppe Piccioni, Il grande Blek.

La sua esperienza nel cinema subisce una svolta nel 1989, anno in cui incontra l'autore e sceneggiatore Umberto Marino, con cui inizierà un lungo sodalizio artistico. Nel 1990 esordisce come regista con La stazione, film tratto da un'opera teatrale proprio di Marino con cui vince come miglior film alla Settimana internazionale della critica al Festival di Venezia, cui seguono La bionda (1993), la commedia Prestazione straordinaria (1994), sul tema delle molestie sessuali, Il viaggio della sposa (1997), Tutto l'amore che c'è (2000), L'anima gemella (2002), L'amore ritorna (2004), La terra (2006), Colpo d'occhio (2008), L'uomo nero (2009), Mi rifaccio vivo (2013) e Dobbiamo parlare (2015).

Il suo modo di fare cinema sarà influenzato anche da due figure fondamentali: l'attrice Margherita Buy, compagna di lavoro e poi di vita, e il regista Gabriele Salvatores che, con Nirvana (1997), Denti (2000) e Amnèsia (2002), ne estrapolerà l'aspetto surreale. Attraverso Salvatores, Sergio Rubini entra in contatto con il gruppo, che comprende una grossa fetta del Teatro dell'Elfo (Bebo Storti, Antonio Catania, Elio De Capitani, Paolo Rossi, Claudio Bisio, Gigio Alberti) e altri attori come Diego Abatantuono e Silvio Orlando.

Nel frattempo continua a lavorare come attore in film di altri registi, come Antonello Grimaldi (Nulla ci può fermare, 1989; Il cielo è sempre più blu, 1996), Giuseppe Piccioni (Chiedi la luna, 1991; Condannato a nozze, 1993; Questi giorni, 2016), Carlo Verdone (Al lupo al lupo, 1992), Giuseppe Tornatore (Una pura formalità, 1994), Pino Quartullo (Storie d'amore con i crampi, 1995), Francesca Archibugi (L'albero delle pere, 1998), Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley, 1999), Alessandro Piva (Mio cognato, 2003), Mel Gibson (La passione di Cristo, 2004); Giovanni Veronesi (Manuale d'amore, 2005; Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi, 2007; Genitori & figli - Agitare bene prima dell'uso, 2010; L'ultima ruota del carro, 2013; Non è un paese per giovani, 2017; Moschettieri del re - La penultima missione, 2018) e Susanna Nicchiarelli (Cosmonauta, 2009; La scoperta dell'alba, 2013). Le collaborazioni con Alessandro D'Alatri (Commediasexi, 2006) e Giulio Manfredonia (Qualunquemente, 2011; La nostra terra, 2014) hanno ottenuto grandi successi al botteghino. Ha partecipato anche all'ultima pellicola di Ettore Scola (Che strano chiamarsi Federico, 2013)[4] e nel ruolo di protagonista nel film di Pippo Mezzapesa Il bene mio del 2018.

Da diversi anni è docente di recitazione cinematografica presso l'Accademia nazionale d'arte drammatica; tra i suoi progetti didattici più importanti si ricordano i lungometraggi 6 sull'autobus (2012) e Fuori sede (2016), realizzati con gli allievi di recitazione e regia dell'accademia. Nel 2020 è regista e attore in uno spot pubblicitario della Nuova Barilla.[5] Nel 2023 prende parte all'esordio alla regia di Micaela Ramazzotti, Felicità. L’anno seguente interpreta se stesso nella fiction Rai Gloria.

Dal 1991 al 1993 è stato sposato con la collega Margherita Buy, conosciuta in accademia. Dal 1999 vive e lavora con la moglie, la sceneggiatrice Carla Cavalluzzi.

È ateo[6].

Regista e sceneggiatore

[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 Per La stazione, si aggiudica il Nastro d'argento e il David di Donatello per la migliore opera prima. Nel 2008 a Bari, nel corso dell'evento Extra il Governatore della Regione Puglia Nichi Vendola lo ha nominato Ambasciatore dell'olio extravegine di oliva nel mondo. Il 9 aprile 2011 riceve dal Foggia Film Festival il Premio Figlio di Puglia[8].

Nel 2009 ha ricevuto il Premio Federico Fellini per l'eccellenza artistica al Bif&st di Bari.

David di Donatello

[modifica | modifica wikitesto]
  • 1991Miglior regista esordiente per La stazione[9]
  • 1991 – candidatura a Miglior attore protagonista per La stazione
  • 1991 – candidatura a Migliore sceneggiatura per La stazione
  • 1997 – candidatura a Miglior attore protagonista per Nirvana
  • 2006 – candidatura a Miglior film per La terra
  • 2006 – candidatura a Miglior regista per La terra
  • 2006 – candidatura a Miglior attore non protagonista per La terra
  • 2006 – candidatura a Migliore sceneggiatura per La terra
  • 2017 – candidatura a Miglior attore protagonista per La stoffa dei sogni

Nastro d'argento

[modifica | modifica wikitesto]
  • 1991 – Migliore regista esordiente per La stazione
  • 1991 – candidatura a Migliore sceneggiatura per La stazione
  • 2000 – candidatura a Migliore attore non protagonista per Il talento di Mr. Ripley
  • 2003 – candidatura a Migliore soggetto per L'anima gemella
  • 2004 – candidatura a Migliore attore protagonista per Mio cognato
  • 2005 – candidatura a Migliore soggetto per L'amore ritorna
  • 2007 – candidatura a Migliore attore non protagonista per Commediasexi e La terra[10]
  • 2008 – candidatura a Migliore attore non protagonista per Colpo d'occhio[11]
  • 1991 – Miglior opera prima per La stazione
  • 2006 – candidatura a Miglior regista per La terra
  • 2006 – Gran Premio della Stampa Estera per La terra

Partecipazioni

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ 'A spasso con te', Fiamma Satta con Sergio Rubini alla scoperta della Puglia, su la Repubblica, 26 novembre 2019. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  2. ^ Chi è Sergio Rubini: moglie e figli, film "I Fratelli De Filippo", su True News., 13 dicembre 2021. URL consultato il 13 dicembre 2021.
  3. ^ Rubini: ancora Mesagne per un terzo film Il regista riceve la cittadinanza onoraria - Corriere del Mezzogiorno, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it. URL consultato il 29 giugno 2022.
  4. ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Sergio Rubini | MYmovies, su mymovies.it. URL consultato il 30 novembre 2018.
  5. ^ Editorbrand01, Barilla: al via gli spot per la pasta con Sergio Rubini, Daniele Luchetti e Alessandro Genovesi, su Brand News, 26 giugno 2020. URL consultato il 29 giugno 2020.
  6. ^ Intervista a Sergio Rubini, su corriere.it.
  7. ^ MYmovies.it, La stoffa dei sogni, su MYmovies.it. URL consultato il 30 novembre 2018.
  8. ^ Premi 2011
  9. ^ Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, su daviddidonatello.it. URL consultato il 30 dicembre 2018.
  10. ^ Premi e nomination di Sergio Rubini | MYmovies, su mymovies.it. URL consultato il 30 dicembre 2018.
  11. ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Premi e nomination di Sergio Rubini | MYmovies, su mymovies.it. URL consultato il 30 novembre 2018.
  12. ^ a b Enrico Lancia, Ciak d'oro, su books.google.it. URL consultato il 13/04/20.
  13. ^ Ciak d'oro 2004, su news.cinecitta.com. URL consultato il 09/06/04.
  14. ^ Ciak d'oro 2006, su news.cinecitta.com. URL consultato il 16/06/06.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN63661698 · ISNI (EN0000 0000 7823 0181 · SBN UBOV045071 · LCCN (ENno2001059487 · GND (DE134105516 · BNE (ESXX1107646 (data) · BNF (FRcb141339310 (data) · J9U (ENHE987007457029205171 · CONOR.SI (SL24157027