Vai al contenuto

Provincia di Milano (Lombardia austriaca)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Provincia di Milano
Informazioni generali
CapoluogoMilano
120.000 abitanti (1771)
Dipendente da Lombardia austriaca
Suddiviso in25 pievi
Amministrazione
Forma amministrativaProvincia
Evoluzione storica
Inizio26 settembre 1786
CausaRiforme di Giuseppe II
Fine24 gennaio 1791
CausaControriforma di Leopoldo II
Preceduto da Succeduto da
Ducato di Milano Provincia di Milano
Cartografia

La provincia di Milano era una provincia della Lombardia austriaca, esistita dal 1786 al 1791.

Capoluogo era la città di Milano.

La provincia continuò poi anche dal 1791 al 1797, ma riproponendo pedissequamente il vecchio Ducato di Milano.

La provincia fu creata nel 1786 all'atto della suddivisione della Lombardia austriaca in 8 province[1], create nel clima delle riforme giuseppine. Cedette alla Provincia di Como la Riviera di Lecco per la prima volta da oltre mezzo millennio, e perse anche le pievi fluviali ticinesi a favore della Provincia di Pavia, e la Gera d'Adda che andò alla Provincia di Lodi, mentre fu creata e si staccò in blocco l'inedita Provincia di Varese. La logica era quella di migliorare l’amministrazione dello Stato distribuendo meglio la popolazione fra le province, che in precedenza vedeva Milano in posizione totalmente dominante. La riforma, che andava a intaccare una situazione cristallizzata da secoli, fu tuttavia annullata dal nuovo imperatore Leopoldo II, fratello del precedente, nel 1791.[2]

Suddivisione amministrativa all'atto dell'istituzione (1786)

[modifica | modifica wikitesto]

Restaurazione del 1791

[modifica | modifica wikitesto]

L'imperatore Leopoldo II annullò la riforma il 24 gennaio 1791, sia a livello istituzionale che territoriale.[27] La provincia ritornò a ingigantirsi con le sue storiche 61 pievi più il capoluogo che riprese i suoi privilegi. Le guerre napoleoniche ribaltarono tuttavia la situazione solo sei anni dopo creando il dipartimento d'Olona.

  1. ^ Editto 26 settembre 1786
  2. ^ La razionalità della riforma la fece tuttavia essere ripresa da Napoleone un decennio dopo.
  3. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013131/
  4. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012378/
  5. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012523/
  6. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/5000455/
  7. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012550/
  8. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012730/
  9. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012800/
  10. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012847/
  11. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/3001829/
  12. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012905/
  13. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8012990/
  14. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/3001903/
  15. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013083/
  16. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/5000456/
  17. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013158/
  18. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013217/
  19. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013264/
  20. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013381/
  21. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013393/
  22. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013446/
  23. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013469/
  24. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013476/
  25. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013520/
  26. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8013650/
  27. ^ 1791-1797

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]