Vai al contenuto

Proteo (astronomia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Proteo
(Nettuno VIII)
Satellite diNettuno
Scoperta16 giugno 1989
ScopritoriStephen Synnott
(Voyager 2)
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore117 647 km[1]
Periposeidio117 588 km
Apoposeidio117 706 km
Circonf. orbitale739 200 km
Periodo orbitale1,122315 giorni
(1g 2h 56min)[1]
Velocità orbitale
  • 7 621 m/s (min)
  • 7 625 m/s (media)
  • 7 629 m/s (max)
Inclinazione orbitale28,92°
Inclinazione rispetto
all'equat. di Nettuno
0,526°
Inclinazione rispetto
al piano di Laplace
0,026°
Eccentricità0,0004[1]
Dati fisici
Dimensioni440×416×404 km[1]
Superficie2,195 × 1012
Volume38,117 × 1012
Massa
5,0 × 1019 kg
Densità media1,3 × 103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie0,075 m/s²
(0,001 g)
Velocità di fuga180 m/s
Periodo di rotazioneRotazione sincrona
Inclinazione assiale
Temperatura
superficiale
  • 51 K (media)
Pressione atm.nulla
Albedo0,10[1]
Dati osservativi
Magnitudine app.19,7

Proteo (dal greco Πρωτέας), o Nettuno VIII, è il secondo satellite di Nettuno per dimensioni dopo Tritone.[1] Il suo nome deriva da quello di Proteo, una divinità minore del mare in grado di modificare, secondo la mitologia greca, il proprio aspetto.

Proteo venne scoperto grazie a un'immagine catturata dalla sonda statunitense Voyager 2 durante il sorvolo di Nettuno del 1989. Ricevette la designazione provvisoria di S/1989 N 1.[2] Stephen Synnott e Bradford Smith annunciarono (circolare UAI 4806) la sua scoperta il 7 luglio 1989, citando 17 immagini scattate nell'arco di 21 giorni, facendo in tal modo risalire la scoperta al 16 giugno.[3]

Modello del satellite

Proteo ha un diametro superiore a 400 km, ed è pertanto più grande di Nereide,[1] un altro satellite di Nettuno già precedentemente noto grazie ad osservazioni effettuate dalla Terra. Si ritiene che Proteo non sia stato scoperto dai telescopi terrestri a causa della sua orbita troppo vicina al pianeta, che ne impedisce l'individuazione diretta. Inoltre Proteo è uno degli oggetti più scuri del sistema solare, con un'albedo pari ad appena 0,10 (viene riflesso il 6-10% della luce solare incidente), che lo accomuna a Febe, satellite di Saturno.[1][2] Questo porta a concludere che, a differenza di altri satelliti, non abbia avuto attività geologica di rilievo.[2] Ha un aspetto irregolare; gli scienziati credono che Proteo abbia la densità limite per un corpo non sferoidale. Il satellite saturniano Mimas si presenta più regolare, nonostante sia meno massiccio di Proteo.[4]

La formazione geologica più prominente della superficie di Proteo è certamente il cratere Pharos.[4]

  1. ^ a b c d e f g h Neptunian Satellite Fact Sheet, su nssdc.gsfc.nasa.gov, NASA.
  2. ^ a b c Proteus in depth, su solarsystem.nasa.gov.Profilo di Proteo NASA
  3. ^ Daniel W. E. Green, 1989 N 1, in IAU Circular, vol. 4806, 7 luglio 1989. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  4. ^ a b S. Croft, Proteus: Geology, shape, and catastrophic destruction, in Icarus, vol. 99, n. 2, 1992, pp. 402–408, Bibcode:1992Icar...99..402C, DOI:10.1016/0019-1035(92)90156-2.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Sistema solare: accedi alle voci di Wikipedia sugli oggetti del Sistema solare