Vai al contenuto

Primicerio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Primicerio (disambigua).
Gli oggetti d'ufficio del primicerius notariorum, come raffigurato nella Notitia Dignitatum.
Un primicerio: Theodotus (Roma, Chiesa di Santa Maria Antiqua)

Il primicerio (latino: primicerius, «primo iscritto») era il nome di una carica all'interno delle gerarchie imperiali ed ecclesiastiche, ancora in uso in qualche diocesi. Il termine "primicerio" deriva dalle parole latine primus («primo») e ceracera»), a indicare il primo iscritto in una lista di cera (come era in uso presso i Romani).

Usi del titolo di "primicerio"

[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Impero romano esisteva la carica di primicerius sacri cubiculi, ovvero «capo della sacra camera da letto» dell'imperatore.

Nei secoli IV-XI, a Roma, il titolo indicava il capo dei notai pontifici (primicerius notariorum).

Nel Medioevo era il titolo di un dignitario di primo rango in una amministrazione civile (come fu il caso dell'Impero bizantino) o il primo tra i canonici di un capitolo cattedrale o il capo di una confraternita.

In alcune comunità rurali era compito del canonico primicerio della cattedrale quello di condurre le processioni delle rogazioni[1].

A Venezia invece, tra il X e il XIX secolo, con primicerio si indicava il canonico reggente, con prerogative episcopali, la basilica di San Marco e le relative dipendenze in nome del Doge.

Il titolo di primicerio è ancora conservato come dignità in alcuni capitoli di canonici (come ad esempio quelli delle cattedrali delle arcidiocesi di Milano, Bologna, Lucca, quelli delle cattedrali delle diocesi di Padova e Gallipoli e del Capitolo Cattedrale di Santa Maria Maggiore in Barletta), dove figura come terza dignità. Nel capitolo metropolitano di Palermo[2] e in quello della Cappella Palatina della stessa città, il primicerio è la prima dignità del capitolo ed è detto "ciantro" (dal francese chantre) e significa "primo dei cantori" (in passato il ciantro della Cappella Palatina, oltre a presiedere e intonare il canto, si occupava anche della cura delle anime del Palazzo Reale[3] e poi per consuetudine era parroco della parrocchia annessa al palazzo[4]).

  1. ^ Antica religiosità popolare a Ventimiglia. Rogazioni o Litanie, su Cumpagnia di Ventemigliusi.
  2. ^ Capitolo Metropolitano, su Arcidiocesi di Palermo. Arcidiocesi. Organi collegiali (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2017).
  3. ^ Breve Storia della Cappella Palatina, su Arcidiocesi di Palermo. Parrocchia di San Pietro Apostolo. Cappella Palatina. URL consultato il 17 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2021).
  4. ^ La Storia della Parrocchia, su Arcidiocesi di Palermo. Parrocchia di San Pietro Apostolo. Cappella Palatina. URL consultato il 17 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2013).
  • Pierluigi Galletti, Del Primicero della Santa Sede Apostolica e di altri uffiziali maggiori del Sacro Palagio Laternanense, Roma, 1776.
  • Manlio Miele, Il Primiceriato marciano al tramonto della Repubblica di Venezia.
  • Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, su books.google.it.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]