Vai al contenuto

Porta delle Lame

Coordinate: 44°30′08.54″N 11°19′59.76″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Voce principale: Mura di Bologna.
Porta delle Lame
Mura di Bologna
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàBologna
Indirizzoviale Antonio Silvani, 40122 Bologna BO, piazza VII Novembre 1944 ‒ Bologna (BO) e via Lame
Coordinate44°30′08.54″N 11°19′59.76″E
Informazioni generali
Tipoporta cittadina
CostruzioneXIII secolo-1677
Condizione attualericostruita in stile barocco
Informazioni militari
Azioni di guerrabattaglia di Porta Lame
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Porta delle Lame (pôrta däl Lâm in bolognese, meglio conosciuta semplicemente come Porta Lame), oggi Piazza VII Novembre 1944, è una delle porte della terza cinta muraria di Bologna.

Porta Lame sorge nel punto in cui l'omonima via cambia nome in via Francesco Zanardi, in corrispondenza dell'incrocio con i viali di Circonvallazione. Venne edificata per la prima volta nel XIII secolo. La porta si trovava vicino al porto della città e alla salara, e dall'asse viario su cui venne eretta si raggiungeva la parte bassa della pianura (Trebbo di Reno, Castello d'Argile, Pieve di Cento), coperta da numerosi specchi d'acqua (da qui lame, che in latino significa palude).

In origine aveva un cassero coperto e nel 1334 fu dotata di due ponti levatoi, uno per i carri e uno per i pedoni. Con l'abbattimento del cassero medievale, fra il 1674 e il 1677 è stata completamente ricostruita ed è stato innalzato l'attuale edificio di stile barocco[1].

Il 7 novembre del 1944 i partigiani hanno intrapreso una dura battaglia contro l'esercito tedesco, riuscendo infine ad avere la meglio. La battaglia di Porta Lame viene ricordata come il più importante scontro fra le truppe nazifasciste e i partigiani all'interno di una città, durante la Seconda guerra mondiale[2].

Attraverso i lavori di restauro eseguiti fra il 2007 e il 2009, porta Lame è stata riportata agli antichi splendori.

All'esterno sono state collocate due statue in bronzo del 1947, opera di Luciano Minguzzi, dedicate al Partigiano e alla Partigiana: tratte dal monumento equestre in bronzo di Mussolini a cavallo di Giuseppe Graziosi, in origine erano collocate allo stadio Littoriale.[3]

Porta Lame ospita dal 1995 il Museo speleologico Luigi Fantini del gruppo speleologico GSB-USB. Nel 2018 il museo è stato rinnovato.[4]

  1. ^ Restauro Porta Galliera a Bologna: progetto restauro porta monumentale, Banca di Bologna Archiviato l'11 luglio 2013 in Internet Archive.
  2. ^ 7 novembre 1944. Battaglia di Porta Lame, su Bologna Online. Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi, Biblioteca Salaborsa, 26 agosto 2021, ultimo aggiornamento il 14 febbraio 2022. URL consultato il 2 maggio 2024 (archiviato il 27 novembre 2014).
  3. ^ 1 gennaio 1986. Le statue del Partigiano e della Partigiana di Luciano Minguzzi a Porta Lame, su Bologna Online. Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi, Biblioteca Salaborsa, 26 agosto 2021, ultimo aggiornamento il 14 febbraio 2022. URL consultato il 2 maggio 2024.
  4. ^ Museo di speleologia "Luigi Fantini", su gsb-usb. URL consultato il 2 maggio 2024.
  • Giancarlo Roversi, Le mura perdute. Storia e immagini dell'ultima cerchia fortificata di Bologna; Grafis Edizioni, Bologna, 1985.
  • C'era Bologna. Porta per porta la città rivela i suoi antichi segreti, a cura di Tiziano Costa e Oriano Tassinari Clò; Newton periodici, Roma, 1991.
  • Luigi Arbizzani, Sguardi sull'ultimo secolo. Bologna e la sua provincia, 1859-1961; Galileo, Bologna, 1961.
  • La battaglia di Porta Lame. 1944 sette novembre 1969; Arte stampe, Bologna, 1970.
  • Renato Romagnoli, 50º Anniversario della battaglia di Porta Lame e della Bolognina; Moderna, Bologna, 1995.
  • Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943-aprile 1945; Il Mulino, Bologna, 1998.
  • Bologna è libera. Pagine e documenti della Resistenza, a cura di Luigi Arbizzani, Giorgio Colliva, Sergio Soglia; ANPI, Bologna, 1965.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN236153058 · GND (DE7603811-7