Coordinate: 37°54′N 31°55′E

Pappa tiberioupolis

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Pappa
Πάππα - Pappa
UtilizzoCittà
Localizzazione
StatoTurchia (bandiera) Turchia
DistrettoBeyşehir
Mappa di localizzazione
Map
Mappa di localizzazione: Turchia
Pappa
Pappa
Localizzazione di Pappa in Turchia.

Pappa (greco: Πάππα) era un'antica cittadina del Thema Frigia, nell'attuale Turchia centro-meridionale, corrispondente all'odierno villaggio di Yunuslar.

Pappa o Tiberioupolis (talvolta in alcune fonti, Tiberiapolis, e Pappa-Tiberiopolis) fu una città della provincia romana della Frigia Pacatiana, menzionata da Tolomeo,[1] Socrate of Constantinopoli[2] e Ierocle.[3]

All'epoca dell'imperatore Traiano godette del privilegio di battere moneta.

Roman Sarcophagus (2nd C AD)

Era situata nell'attuale villaggio di Yunuslar, distretto di Beyşehir, nella provincia di Konya, Turchia.[4]. A Pappa venne scoperto il famoso sarcofago romano che mostra le dodici fatiche di Ercole adesso esposto al Museo Archeologico di Konya.[4]

Venne cristianizzata molto presto. Qui, Niceforo, un presbitero a Tiberiopolis venne martirizzato nel 361 o 362, e più tardi canonizzato.[5] La sua festa viene celebrata il 28 novembre.[5]

Il vescovato di Pappa-Tiberioupolis compare nel più antico Notitiae episcopatuum greco tra i vescovati suffraganei di Laodicea al Lico, capitale e sede metropolitana della tarda provincia romana di Frigia Pacatiana, ma nell'VIII secolo venne unito alla Diocesi di Ierapoli, capitale e sede metropolitana della Frigia Pacatiana Seconda, e come tale compare nelle Notitiae episcopatuum del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli fino al XIII secolo, quando l'area venne invasa e saccheggiata dai Turchi Selgiuchidi. [6].

  1. ^ V, 2, 25.
  2. ^ Hist. eccl., VII, 46.
  3. ^ Synecdemus, 668, 9.
  4. ^ a b Copia archiviata, su aregem.kulturturizm.gov.tr. URL consultato l'11 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2017).
  5. ^ a b St. Nicephorus, Presbyter, at Tiberiopolis - Catholic Online, su catholic.org. URL consultato il 14 agosto 2016.
  6. ^ Friedrich Hild, " Phrygien und Pisidien ", 355