Miles Malleson

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Miles Malleson (Croydon, 25 maggio 1888Londra, 15 marzo 1969) è stato un attore, sceneggiatore e drammaturgo inglese.

Miles Malleson svolse la sua carriera di studi dapprima al Brighton College nel Sussex, poi all'Università di Cambridge, seguendo il suo desiderio di insegnare in una scuola[1][2].

Dopo poco tempo decise invece di dedicarsi alla drammaturgia, frequentando il Repertory Theatre di Liverpool e poi la Royal Academy of Dramatic Art a Londra[1][3].

Esordì nel 1913 come drammaturgo[4], evidenziando caratteristiche socialmente progressiste che espresse spesso nel suo lavoro, come quando presenziò nel consiglio consultivo del Masses Stage and Film Guild, istituito dal Partito laburista nel 1929 per diffondere spettacoli e film di tematiche internazionali al pubblico della classe operaia[1][5].

Dedicò le sue prime produzioni teatrali alle tematiche inerenti alla prima guerra mondiale, D Company e Black Eill, e ad argomenti politico-sociali[1]; successivamente tradusse e adattò opere classiche e contemporanee straniere[3][2].

Come sceneggiatore, il suo periodo più fertile risultò negli anni trenta e quaranta, quando scrisse inizialmente su tematiche storiche come La favorita di Carlo II (1934), Rhodes of Africa (1936) e La grande imperatrice (1937)[1][6].

In molti di questi film, all'inizio degli anni trenta, recitò in ruoli secondari, e dalla metà del decennio ricevette un numero crescente di proposte di lavoro sia come attore sia come sceneggiatore. Nel corso della sua carriera apparve in quasi cento film, recitando in tutti i generi, dai thriller di Alfred Hitchcock alle commedie di Ealing[1][6].

Si rivelò uno tra i più importanti attori contemporanei, grazie alla sua originale e raffinata comicità, aiutata da un volto espressivo, significativo e sfuggente, da uno spirito genuino, da una grande energia e da una voce modulabile in tutti i toni del grottesco[3][6].

Interpretò con successo i personaggi comici shakespeariani, da Sir Andrew ne La dodicesima notte a Sir Nathaniel nelle Pene d'amor perdute[3].

Successivamente lavorò come sceneggiatore in due documentari per Paul Rotha, Land of Promise (1946) e World of Plenty (1943)[1].

Come attore si distinse nel ruolo del boia filosofeggiante in Sangue blu (1949), Canon Chasuble in L'importanza di chiamarsi Ernesto (1952), Dr. McAdam in Folly to Be Wise (1952), l'avvocato Grimes in 4 in legge (1957) e come Windrush Sr. in Operazione fifa (1956) e Nudi alla meta (1959)[1][5].

Verso la fine della sua carriera apparve in parti cameo nei film comici[2], e fece numerose apparizioni nei film dell'orrore della Hammer Film Productions tra cui Dracula il vampiro (1958) e La furia dei Baskerville (1959)[6][2], prima che problemi alla vista lo costringessero a ritirarsi verso la metà degli anni sessanta[1][4][5].

Si sposò tre volte: nel 1915 con l'aspirante attrice Lady Constance Annesley, ma divorziarono nel 1923 e Malleson in seguito sposò Joan Billson, che morì nel 1956; la sua terza moglie fu Tatiana Lieven[2].

Sceneggiatore

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Doppiatori italiani

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  1. ^ a b c d e f g h i (EN) Miles Malleson, su imdb.com. URL consultato il 6 gennaio 2019.
  2. ^ a b c d e (EN) Biography of Miles Malleson, su poemhunter.com. URL consultato il 6 gennaio 2019.
  3. ^ a b c d le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 194.
  4. ^ a b (EN) Miles Malleson, su rottentomatoes.com. URL consultato il 6 gennaio 2019.
  5. ^ a b c (EN) Miles Malleson, su oldbrightonians.com. URL consultato il 6 gennaio 2019.
  6. ^ a b c d (EN) Miles Malleson (1888-1969), su screenonline.org.uk. URL consultato il 6 gennaio 2019.
  • (EN) Anthony Aldgate e Jeffrey Richards, Best of British: Cinema and Society from 1930 to the Present, Londra, I.B. Tauris, 2002.
  • (EN) Charles Barr, All Our Yesterdays: 90 Years of British Cinema, Londra, British Film Institute, 1986.
  • Masolino D'Amico, Storia del teatro inglese, Roma, Newton & Compton, 1995.
  • (EN) Catherine De La Roche, Miles of Characters, in Picturegoer, 1949.
  • (EN) Christine Geraghty, British Cinema in the Fifties: Gender Genre and the New Look, Londra, Routledge, 2000.
  • (EN) Rachel Low, Film Making in 1930s Britain, Londra, George, Allen and Unwin, 1985.
  • (EN) Brian McFarlane, The Encyclopedia of British Film, Londra, Methuen, 2005.
  • Joseph Macleod, Storia del teatro Britannico, Firenze, Sansoni, 1958.
  • (EN) Robert Murphy, Sixties British Cinema, Londra, BFI, 1996.
  • (EN) Paul Swann, The British Documentary Film Movement, 1926-1946, Cambridge University Press, 2003.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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