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Michael Pacher

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Il padre della chiesa, S. Agostino, e il diavolo

Michael Pacher (Falzes, intorno al 1435Salisburgo, agosto 1498 o comunque nel territorio della sua diocesi) è stato un pittore e intagliatore austriaco.

È considerato uno dei maestri più importanti del Quattrocento austriaco, vero punto di contatto tra arte nordica e costruzione prospettica di tipo rinascimentale italiano.

Sulla vita di Michael Pacher si possiedono poche notizie sicure, perlopiù ricavate da documentazione indiretta, come fatture, contratti e ricevute di vario tipo. La nascita si colloca intorno al 1430 o 1432. È probabile che sia nato a Mühlen[1], una frazione di Falzes, o a Brunico, dal momento che le prime notizie lo vedono attivo in questa città. Dopo avere iniziato, tra il 1443 e il 1445, il suo apprendistato nelle botteghe della città vecchia (Stadtgasse), e avere completato il primo ciclo di quattro anni di formazione, si recò, come era uso allora, a perfezionarsi per un paio d'anni altrove. Intorno al 1450 lo si trova a Padova, dove entra in contatto con l'arte di Jacopo Bellini, Donatello ed Andrea Mantegna. Il periodo italiano e i contatti avuti con questi importanti artisti, segneranno tutta la sua produzione artistica successiva.

Rientrato a Brunico, dove ottenne la cittadinanza e il titolo di maestro d'arte, si sposò con Ottilia (di cui si ignora il cognome), da cui ebbe almeno un figlio, Hans, che seguì le sue orme come artista, e una figlia, Margarete. Tra gli allievi della sua scuola vi fu anche un Friedrich Pacher che è conosciuto come artista di valore, ma non è chiaro se e in che modo sia imparentato con lui. Gli storici sono orientati a ritenere che fosse un nipote.

Intorno al 1471 deve aver avuto luogo un suo viaggio nelle Fiandre dal momento che si ha notizia di suoi contatti con artisti fiamminghi del tempo. Si hanno anche indizi di un suo soggiorno alla corte ducale di Mantova, forse su chiamata dei Gonzaga.

Negli ultimi tre anni di vita si stabilì a Salisburgo, dove operò e concluse la sua esistenza.

Michael Pacher, «Trittico dei Padri della Chiesa», 1471-1475, tavola, 103 × 91 cm, Alte Pinakothek, Monaco. Da sinistra: San Girolamo, Sant'Agostino, San Gregorio Magno, Sant'Ambrogio.

Partito dallo stile dei maestri sudtirolesi, intorno al 1450 Michael Pacher perviene, sotto l'influsso di Hans Multscher (che lascia un lavoro anche a Vipiteno) e della scuola del Norditalia, in particolare dello scultore Donatello e del pittore Andrea Mantegna, ad un linguaggio artistico nuovo per i territori di lingua tedesca. La prospettiva lineare caratterizza le sue rappresentazioni architettoniche e spaziali. Plasticità, espressione intensa e gesti eloquenti caratterizzano le sue figure. Il suo modo di trattare luci e ombre conferisce alle sue immagini un aspetto realistico. Egli unisce idealmente scultura lignea e pittura.

Le opere più conosciute di Michael Pacher sono le sue preziose pale d'altare, tra cui:

Tuttavia, solo il polittico di St. Wolfgang si è conservato per intero, mentre le restanti opere principali del Maestro si sono conservate solo parzialmente e si possono osservare, per esempio, nell'Alte Pinakothek di Monaco o nella galleria austriaca del Belvedere di Vienna.

Notevoli esempi di affreschi del Maestro si possono trovare nella importante Basilica romanica del Benediktinerstift Sankt Paul presso Sankt Paul im Lavanttal in Carinzia. In essi Pacher rappresenta un ciclo di raffigurazioni di santi all'interno di volte gotiche, che avevano sostituito i soffitti piatti romanici dopo un incendio.

Infine, molte opere minori del Maestro, spesso riconducibili alla sua scuola, sono disseminate in diversi paesi della Provincia autonoma di Bolzano, in Austria nelle regioni del Tirolo, del Salisburghese e della Carinzia e in Germania in alcune zone della Baviera.

  1. ^ Michael Pacher - his life and work in Bruneck, su bruneck.com. URL consultato il 17 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2014).
  • (DE) Hans Semper, Michael und Friedrich Pacher, Esslingen 1911.
  • (DE) Robert Stiaßny, Michael Pachers St. Wolfganger Altar, Wien 1919.
  • (DE) Eberhard Hempel, Michael Pacher, Wien 1931.
  • Nicolò Rasmo, Michael Pacher, München 1969.
  • Sergio Pesce, La prospettiva in Michael Pacher, 2011 prima edizione, 2013 seconda edizione, ISBN 9788891035783
  • (DE) Peter Thurmann, Symbolsprache und Bildstruktur. Michael Pacher, der Trinitätsgedanke und die Schriften des Nikolaus von Kues, "Bochumer Schriften zur Kunstgeschichte", Bd. 9, Frankfurt/Main 1987.
  • (DE) Michael-Pacher-Komitee der Stadtgemeinde Bruneck (a cura di), Michael Pacher und sein Kreis. Ein Tiroler Künstler der europäischen Spätgothik, Bozen, Athesia Druck, 1998 (opuscolo per le celebrazioni dell'anno 1998).
  • Hannes Obermair, «Lebenswelten» nel sistema parrocchiale sudtirolese del tardo medioevo: l'esempio di Gries a Bolzano, in Simona Boscani Leoni, Paolo Ostinelli (a cura di), La Chiesa dal «basso». Organizzazioni, interazioni e pratiche del contesto parrocchiale alpino alla fine del Medioevo (sec. XIV–XVI), Milano, FrancoAngeli, 2012, pp. 137-163, DOI:10.13140/RG.2.1.2764.5201.
  • Giorgio Bonsanti, PACHER, Michael, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 80, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014.
  • (DE) Lukas Madersbacher, Michael Pacher: Zwischen Zeiten und Räumen, Deutscher Kunstverlag-Athesia, Berlino-Bolzano, 2015. ISBN 978-3-422073074.
  • (DE) Helmut Stampfer, Hubert Walder, Michael Pacher in Bozen-Gries. Athesia, Bolzano 1992.

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