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Leucadio Solombrini

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Leucadio Solombrini (Forlì, ... – ...; fl. XV-XVI secolo) è stato un pittore e ceramista italiano di scuola forlivese, vissuto tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI, la cui fama raggiunse il re Francesco I di Francia, che lo chiamò presso la propria corte, ad Amboise.

Eleucadio o Leucadio Solombrini, o anche Leocadio Solombrino, è un esponente di quell'arte della ceramica che a Forlì vanta antichissime tradizioni, tanto che la città stessa è stata anche conosciuta come Figline.

Figlio del maestro d'arte Berto Solombrino, anch'egli ceramista e padrone di bottega, già da giovane produsse "alcuni splendidi piatti e coppe con storie mitologiche e religiose, firmandoli accuratamente"[1]. Gli archivi contengono, successivi a questi primi anni, numerosi contratti e pagamenti per sue opere.

Divenuto famoso anche a livello internazionale, fu chiamato ad Amboise dal re Francesco I di Francia, per aprirvi una bottega di produzione di maioliche.

  • Affresco con la Beata Vergine del Rosario e i Misteri nella Chiesa parrocchiale di Monte Sasso, sopra Mercato Saraceno[1][collegamento interrotto]
  • Carlo Grigioni, Eleucadio o Leocadio Solombrino da Forlì secondo documenti inediti, in Faenza n. 32 (1946), pp. 35-42; 88-91.
  • Gian Carlo Polidori, A proposito di Eleucadio o Leocadio Solombrino da Forlì, in Faenza n. 33 (1947), pp. 65-6.