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Lambrugo

Coordinate: 45°45′40.1″N 9°14′44.73″E
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Lambrugo
comune
Lambrugo – Stemma
Lambrugo – Bandiera
Lambrugo – Veduta
Lambrugo – Veduta
Interno della chiesa parrocchiale di Lambrugo
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoFlavio Mauri (lista civica) dal 3-10-2021
Territorio
Coordinate45°45′40.1″N 9°14′44.73″E
Altitudine290 m s.l.m.
Superficie1,84 km²
Abitanti2 531[1] (31-12-2023)
Densità1 375,54 ab./km²
Comuni confinantiCosta Masnaga (LC), Inverigo, Lurago d'Erba, Merone, Nibionno (LC)
Altre informazioni
Cod. postale22045
Prefisso031
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013121
Cod. catastaleE428
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 467 GG[3]
Nome abitantilambrughesi
Patronosan Carlo Borromeo
Giorno festivo4 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lambrugo
Lambrugo
Lambrugo – Mappa
Lambrugo – Mappa
Posizione del comune di Lambrugo nella provincia di Como
Sito istituzionale

Lambrugo (Lambrugh in dialetto brianzolo[4][5], AFI: /lamˈbryːk/), è un comune italiano di 2 531 abitanti della provincia di Como in Lombardia.

Geografia fisica

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Il territorio comunale ha una caratteristica forma triangolare e confina a est coi comuni di Costa Masnaga e Nibionno, a sud con quelli di Inverigo, a ovest con quello di Lurago d'Erba, a nord con quello di Merone.

Lambrugo dista circa 30 chilometri dal capoluogo lombardo e 14 dal capoluogo di provincia, la città di Como.

Geologia e idrografia

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L'altitudine è compresa tra i 238 ed i 340 m s.l.m. con una altezza media di 290 m s.l.m. registrata presso la sede comunale. Il territorio è quindi prevalentemente collinare e contraddistinto da numerose aree boschive.

Il territorio comunale è attraversato dal corso del fiume Lambro ed è compreso nel Parco regionale della Valle del Lambro.

Dal punto di vista sismico Lambrugo presenta un rischio molto basso ed è stata classificata come il comune zona 4[6] (bassa sismicità) dalla protezione civile nazionale.

Il clima di Lambrugo è quello caratteristico delle pianure settentrionali italiane con inverni freddi e abbastanza rigidi ed estati che risentono di elevate temperature; la piovosità si concentra principalmente in autunno e in primavera. Il paese appartiene alla zona climatica E.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperatura max. media (°C) 5 8 13 18 22 26 29 28 24 18 10 5 16.33
Temperatura min. media (°C) -2 0 3 7 11 15 17 17 14 8 4 -1 7.75
Piogge (mm) 64 63 95 82 82 97 65 68 69 100 101 60 78.83
Umidità relativa (%) 86 78 71 75 72 71 71 72 74 81 85 86 78
Eliofania assoluta (ore) 2 3 5 6 7 8 9 8 6 4 2 2 5
Venti (dir.-nodi) SW 4 SW 9 SW 9 SW 9 S 9 S 9 S 9 SE 4 SW 4 S 4 S 4 S 4 6,5

Origini del nome

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Secondo ipotesi toponomastiche, il caratteristico nome di Lambrugo deriverebbe dalla composizione delle parole celtiche "Lamber" (Lambro) e "bruig" (borgo) nella definizione di "borgo presso il Lambro", proprio a descrivere l'originaria posizione dell'abitato.

Ritratto di Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino, celebre condottiero che nel 1527 assaltò Lambrugo nel tentativo di impadronirsi dell'area del Lario, distruggendo il prezioso archivio monacale

Le prime tracce della storia di Lambrugo risalgono al V-IV secolo a.C., all'epoca della dominazione celtica dell'area del Lambro le cui prime testimonianze sono state trovate in un'area sopraelevata rispetto all'attuale livello del fiume dal momento che questo aveva un tempo acque molto più alte.

Dopo la dominazione romana, Lambrugo iniziò un periodo di sviluppo notevole solo a partire dall'XI secolo quando qui si trasferì un ramo collaterale della nobile famiglia milanese dei Carcano che fece erigere un castello e sulla metà del secolo fece erigere un monastero benedettino di clausura, dotandolo di ampi possedimenti. Da questa divisione col tempo si originarono due distinti comuni che però vennero unificati solo nel XVIII secolo sotto l'amministrazione austriaca. Sempre dal medioevo e sino al Settecento, l'area venne inclusa nella Pieve di Incino, inclusa a sua volta nel contado civile della Martesana.

Il paese venne infeudato nel 1380 alla potente famiglia milanese dei Dal Verme che mantenne la signoria sino al 1656 quando passò dapprima alla famiglia Giussani e poi, il 5 aprile 1691 ai Crivelli, nella persona di Enea I, marchese di Agliate, ciambellano imperiale, decurione di Milano ed ambasciatore del ducato spagnolo di Milano nella Confederazione Elvetica e nei Grigioni.

Nel 1527, il borgo venne conquistato da Gian Giacomo Medici, fratello del futuro papa Pio IV e zio materno di san Carlo Borromeo, che si impadronì del castello locale e devastò il monastero eretto nell'abitato, distruggendone l'intero archivio come rappresaglia. Il suo intento, approfittando della debolezza di Francesco II Sforza e del suo governo fantoccio sul Ducato di Milano, era quello di conquistare per sé l'area del Lario.

Nel 1751 il territorio di Lambrugo si estendeva già ai cassinaggi di Momberto e Carpaneia[7].

La decadenza comunale ebbe inizio con la soppressione del monastero ad opera della Repubblica Cisalpina nel 1798, saccheggiato dai soldati napoleonici[8]. I terreni vennero infatti venduti separatamente e gli stabili porzionati agli abitanti locali, contribuendo però alla diffusione dell'alte della filatura della seta. Già all'inizio dell'Ottocento nell'ex-convento sorse infatti una delle prime filande della zona; all'inizio del XX secolo sorse anche uno stabilimento di tessitura.

Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì l'aggregazione di Lambrugo al comune di Lurago ed uniti[9], decisione che fu tuttavia abrogata con la Restaurazione[10].

Durante la Seconda guerra mondiale il comune fu teatro di alcune operazioni di resistenza nel basso comasco, condotte dal partigiano Giancarlo Puecher Passavalli, medaglia d'oro al valor militare.

Nel 1967 al comune venne aggregata la frazione di Cadea, già parte del comune di Lurago d'Erba[11].

«Partito: nel primo d'oro, alla lettera maiuscola L di rosso, accompagnata da due stelle di sei raggi, dello stesso, una in capo, una in punta; nel secondo di rosso alla lettera maiuscola L, rivoltata, d'oro, accompagnata da due stelle di sei raggi, dello stesso, una in capo e una in punta. Ornamenti esteriori da Comune.»

«Drappo partito di d'oro e di rosso, ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del comune.»

Lo stemma ed il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica, in data 30 ottobre 1992.[13]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Chiesa parrocchiale di San Carlo Borromeo

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La prima chiesa dedicata a san Carlo nel borgo di Lambrugo venne realizzata nel 1615 per volontà dei nobili Giussani. La dedicazione al santo arcivescovo di Milano era dovuta ad una visita pastorale che questi aveva condotto nel territorio lambrughese nel 1567 e nuovamente nel 1574. La chiesa rimase il luogo di culto principale del paese sino al 1902 quando venne creata la parrocchia di Lambrugo, indipendente dalla prepositura di Lurago d'Erba[14] da cui per secoli aveva dipeso. Dal 1910 iniziarono quindi i lavori di costruzione di una nuova chiesa mentre la precedente venne in un primo tempo sconsacrata e poi utilizzata attualmente come salone dell'oratorio.

La nuova chiesa[15], di forme maestose in stile neoromanico, si staglia su un costolone montuoso contraddistinguendo il panorama stesso del comune. Realizzata nei primi del Novecento[8], dispone di tre navate e contiene diversi affreschi del pittore milanese Enrico Volonterio e decorazioni ad ornamenti del pittore Primo Busnelli di Meda. All'interno dell'altare maggiore si trova un bassorilievo marmoreo rappresentante la "Deposizione di Cristo" proveniente dall'antico monastero cittadino.

Monastero benedettino di Santa Maria

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Il monastero[16] di Lambrugo venne eretto a partire dalla metà dell'XI secolo e venne da subito sottoposto all'autorità della Pieve di Incino, composto inizialmente da un solo "casamento da nobile di quattro stanze con sotto cucina e magazzino e sopra una sala adibita a refettorio"[17]. Col tempo, per meglio servire alle esigenze della comunità monastica, venne eretta una chiesa, consacrata ufficialmente nel 1518.

Nel 1527 Gian Giacomo Medici, fratello del futuro papa Pio IV e zio materno di san Carlo Borromeo, riuscì ad impadronirsi del locale castello e devastò il monastero distruggendone l'intero archivio come rappresaglia.

Nel 1574, Carlo Borromeo, in visita pastorale a Lambrugo,[18] propose alle suore del monastero di clausura un trasferimento a Milano, senza tuttavia ottenere successo[8]. Durante la stessa visita, il Borromeo rifiutò una proposta - avanzata da parte del padre spirituale delle stesse suore - di elevare la chiesa del monastero al rango di parrocchiale.[18] Dieci anni più tardi, lo stesso cardinale autorizzò una cura d'anime presso la stessa chiesa[18].

Col Seicento, venne imposta definitivamente la clausura sul monastero e raggiunse contemporaneamente il picco massimo del proprio splendore, sviluppandosi architettonicamente ed acquisendo ulteriori proprietà terriere. Il monastero divenne meta delle più importanti famiglie nobili della Brianza che qui trovarono modo di alloggiare e dar carriera religiosa alle loro figlie. Lo stesso cardinale Federico Borromeo visitò questo monastero almeno sette volte documentate tra il 1605 ed il 1630.[19] Fu nel Seicento che venne eretta la torre piccionaia ancora oggi visibile che è divenuta nel tempo uno dei simboli caratteristici del borgo. Questo periodo di splendore durò però meno di un secolo dal momento che i costi proibitivi che esso riportava lo costrinsero quasi a chiudere per bancarotta se non fosse stato per l'istituzione di una delle prime scuole gratuite per il popolo nell'area che ne evitò la soppressione già sotto la dominazione degli Asburgo. La chiusura venne invece decretata nel 1798 con l'avvento della Repubblica Cisalpina che procedette ad incamerare tutti i beni dell'ormai ex struttura religiosa, vendendoli poi separatamente a privati.

Col Novecento, il monastero è tornato a rivivere in gran parte come struttura religiosa: dal 1904 trovarono ospitalità le Suore Giuseppine che qui aprirono un collegio che dal 1954 passò alle Suore Figlie di Gesù di Verona che perdurarono sino al 1967 quando ancora una volta la struttura venne smembrata. Nel 1974 l'amministrazione comunale acquisì una parte del monastero oggi adibita a municipio mentre il resto, assieme alla chiesa, permane di proprietà di privati. Della ex-chiesa, risalente al XVI secolo ma utilizzata come fienile in seguito alla sconsacrazione, restano solo il campanile e qualche volta a crociera[8]. .

Architetture civili

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Villa Puecher

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Villa Puecher risale alla fine dell'Ottocento ed era la villa di famiglia dove Giancarlo Puecher Passavalli si rifugiò assieme al padre ed al resto della famiglia dopo l'inizio dei bombardamenti anglo-americani su Milano a seguito dell'armistizio dell'8 settembre. Da qui il Puecher iniziò la sua attività di partigiano nell'area di Erba che proseguì alacremente negli anni successivi. Nel secolo precedente alla villa aveva già soggiornato Luigi Puecher Passavalli, arcivescovo di Iconio e parente di Giancarlo.

Costruita in stile eclettico, unendo elementi medievali, rinascimentali e barocchi, il modello era quello delle strutture della nuova borghesia di fine secolo. Il piccolo portico di ingresso alla villa, retto da esili pilastri in cemento decorativo, è sovrastato dal balcone belvedere in facciata e contornato da finestre ad arco. Il giardino, all'italiana, si staglia dietro alla villa e vi si ha accesso direttamente dal salone centrale al piano inferiore.

Evoluzione demografica

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Demografia pre-unitaria

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Demografia post-unitaria

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Abitanti censiti[21]

Etnie e minoranze straniere

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Principali provenienze della popolazione straniera residente
(dati ISTAT al 31 dicembre 2013[22])
Romania (bandiera) Romania 27
Senegal (bandiera) Senegal 27
Albania (bandiera) Albania 20
Marocco (bandiera) Marocco 17
Tunisia (bandiera) Tunisia 10
Pakistan (bandiera) Pakistan 8

Nel 2014 risiedevano ad Lambrugo 157 cittadini stranieri, ovvero il 6,4 % della popolazione totale.[23]

Lingue e dialetti

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Nel Comune è relativamente diffuso il dialetto comasco, mentre è molto presente il dialetto brianzolo che differisce dal primo in più punti. Come tutti i dialetti lombardi occidentali, anche il biranzolo, è sostanzialmente una lingua romanza derivata dal latino.

 

La maggioranza della popolazione è cattolica. L'immigrazione di cittadini comunitari ed extra-comunitari ha portato all'insediamento di minoranze di musulmani e ortodossi.

Nel Comune è presente una parrocchia cattolica appartenente all'arcidiocesi ambrosiana di Milano ed unita in unità pastorale con quella di Lurago d'Erba.

Dominato per secoli dall'agricoltura, oggi sul territorio del comune di Lambrugo il tema centrale per l'economia è rappresentato dal comparto tessile di produzione perlopiù artigianale, con attività connesse di tintura dei tessuti e stampa. Sono presenti inoltre piccole industrie di minuteria metallica e di lavorazione del legno.

Infrastrutture e trasporti

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Lambrugo è attraversata dalla ex Strada statale 342 Briantea, che collega Bergamo a Varese attraverso Como.

Ferrovie e trasporto pubblico

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Lambrugo è servita dalla fermata ferroviaria di Lambrugo-Lurago, che si trova a nord del centro abitato di Lambrugo, lungo il tratto ferroviario Milano-Asso.

Amministrazione

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Il 6 aprile 2008 è stato suggellato un patto di reciproca amicizia tra i comuni di Lambrugo e di Rajcza, collocato al confine polacco. Il patto è stato firmato al termine del viaggio della delegazione polacca e di alcuni ragazzi che li ha portati a visitare alcune tra le più famose bellezze della provincia di Como, tra cui Bellagio. Il patto sottolineava il reciproco sforzo dei sindaci e degli abitanti ad avere un futuro prospero e di amicizia insieme.

Lambrock Festival

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Dall'estate del 2011 l'associazione culturale Mondo Delle uoVa[24] di Arosio (Co) organizza al campo sportivo di Lambrugo il Lambrock Festival[25], nel mese di giugno, dove si esibiscono band locali e di fama nazionale (Diaframma, Lactis Fever, Aim).

Lambrugo nella letteratura

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Lambrugo è citata in diverse opere letterarie:

  • Johann Gottfried Ebel, Manuel du voyageur en Suisse. Ouvrage ou l'on trouve les directions nécessaires pour recueillir tout le fruit et toutes les jouissances que peut se promettre un etranger qui parcourt ce pays, 1818
  • Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944
  • Cesare Cases, Confessioni di un ottuagenario, 2000
  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 341, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Ortografia classica.
  6. ^ Rischio sismico per provincia su protezionecivile.it Archiviato il 18 aprile 2009 in Internet Archive..
  7. ^ a b Comune di Lambrugo, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 6 maggio 2020.
  8. ^ a b c d Borghese, p. 254.
  9. ^ a b c d Comune di Lambrugo, 1798 - 1809 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 6 maggio 2020.
  10. ^ a b Comune di Lambrugo, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 6 maggio 2020.
  11. ^ Decreto del presidente della Repubblica 12 gennaio 1967, n. 23, in materia di "Distacco della frazione Cadea dal comune di Lurago d'Erba e sua aggregazione al comune di Lambrugo (Como)."
  12. ^ a b Stemma Comune di Lambrugo, su comuni-italiani.it.
  13. ^ Lambrugo, decreto 1992-10-30 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  14. ^ Marcora, p. 28.
  15. ^ Chiesa di S. Carlo Borromeo - complesso, via S. Carlo - Lambrugo (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 24 aprile 2020.
  16. ^ Monastero di S. Maria Assunta (ex) - complesso, via Volta, 40 - Lambrugo (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 24 aprile 2020.
  17. ^ Il resoconto sul monastero di Lambrugo è riportato in R. Beretta, Il monastero di Santa Maria in Lambrugo, in Memorie Storiche della Diocesi di Milano, Milano, vol. III, pp. 222–256, 1956
  18. ^ a b c Marcora, p. 27.
  19. ^ E. Bressan, Storia della Brianza, 2007
  20. ^ Comune di Lambrugo, 1757 - 1797 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 6 maggio 2020.
  21. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  22. ^ DEMO ISTAT, su demo.istat.it.
  23. ^ dati Istat
  24. ^ http://www.mondodelleuova.it/
  25. ^ Lambrock Festival
  • R. Beretta, Gian Giacomo de' Medici in Brianza (1527-1531), A.S.L., a. XLIII, fasc. 1-2, pp. 53–120, 1916
  • R. Beretta, Il monastero di Santa Maria in Lambrugo, in Memorie Storiche della Diocesi di Milano, Milano, vol. III, pp. 222–256, 1956
  • Carlo Marcora e Rosa Maria Bertelè Picotti, Lurago d'Erba - Note storiche, Inverigo, Graffiti Edizioni, 1990 [1960].
  • Annalisa Borghese, Lambrugo, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 254.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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