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Kamo no Mabuchi

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Ritratto di Kamo no Mabuchi eseguito da uno studente

Kamo no Mabuchi (Hamamatsu, 24 aprile 169727 novembre 1769) è stato un poeta, filologo e filosofo giapponese del periodo Edo.

Nacque in una famiglia shintoista, nella quale il padre Okabe Masanobu (1653-1732) svolse l'attività di sacerdote a Kamo.[1]

Mabuchi studiò dapprima i classici cinesi seguendo gli insegnamenti del maestro neoconfuciano Shundai Dazai (1680-1747). [1]

Mabuchi lavorò ad Hamamatsu come amministratore di un albergo e contemporaneamente proseguì gli studi orientati allo spirito dell'antico Giappone; nel 1736 decise di trasferirsi a Kyoto presso la scuola filosofica e filologica di Kada no Azumamaro, uno dei maggiori rappresentanti del Kokugaku.[2]

Nel 1738 si stabilì a Edo, dove, sotto la protezione dello shōgun Tokugawa Yoshimune, divenne consulente speciale per gli studi giapponesi e fondò un'accademia (Agatai).[3] Tra i suoi discepoli si può citare Motoori Norinaga.

Dal 1760 si dedicò a tempo pieno agli studi sull'antico spirito del Giappone.

Tra le sue opere si possono citare i commenti al Kojiki, al Man'yōshū, al Genji monogatari, ai Norito (preghiere shintoiste), ai Kagura (danza sacra shintoista) e a numerosi scritti della letteratura classica giapponese.

Si distinse anche per i suoi studi sullo shintoismo e per il lavoro intitolato Kokuikō ("Studio sul carattere nazionale", 1765), incentrato sulla religione giapponese e critico verso il buddhismo e il confucianesimo.[4]

Nei suoi studi e nei suoi lavori Mabuchi svolse sia la funzione di critico e di filologo sia quella del promotore del Kokugaku ("studi antichi") e della iamatologia o wagakusha ("studi giapponesi"), che ebbero l'obiettivo di valorizzare la cultura giapponese, in un'epoca di profonda e vasta ammirazione per la cultura cinese.[4][5]

Nei suoi scritti Kamo no Mabuchi pose la sua attenzione sulle transizioni e sui cambiamenti, criticando invece le categorie e le definizioni rigide del pensiero cinese.[1] Inoltre esaltò la funzione della poesia di ispirare i comportamenti e la morale grazie alla sua capacità di esprimere le emozioni e i sentimenti.[6][7]

La sua tomba si trova nel cimitero di Tokaiji a Shinagawa. Un museo si trova accanto alla casa dove è nato a Hamamatsu.

  1. ^ a b c Le Muse, vol. 6, Novara, De Agostini, 1965, p. 226.
  2. ^ (EN) Kamo no Mabuchi (nel sito Encyclopedia.com), su encyclopedia.com. URL consultato il 20 gennaio 2018.
  3. ^ (EN) Kamo no Mabuchi (nel sito Encyclopedia of Shinto), su eos.kokugakuin.ac.jp. URL consultato il 20 gennaio 2018.
  4. ^ a b Kamo no Mabuchi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 20 gennaio 2018.
  5. ^ Kamo no Mabuchi (nel sito Sapere.it), su sapere.it. URL consultato il 20 gennaio 2018.
  6. ^ (EN) Kamo no Mabuchi (nel sito The Samurai archives), su wiki.samurai-archives.com. URL consultato il 20 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2018).
  7. ^ (EN) Kamo Mabuchi, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 28 maggio 2022.
  • (JA) Koyama Tadashi, Kamo no Mabuchi den, Tokyo, 1938.
  • (JA) Ōishi Arata's, Kamo Mabuchi, Tokyo, 1942.
  • (JA) Araki Yoshio, Kamo no Mabuchi no hito to shisō, Tokyo, 1943.
  • (EN) Peter Nosco, Remembering Paradise: Nativism and Nostalgia in Eighteenth-Century Japan, Cambridge, 1990.
  • (EN) Susan L. Burns, Before the Nation: Kokugaku and the Imagining of Community in Early Modern Japan, Durham, Duke University Press, 2003.
  • (EN) Louis Frédéric, Japan Encyclopedia, Cambridge, Harvard University Press, 2002.

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