Vai al contenuto

Io e le sue vacche

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Io e le sue vacche
Titolo originaleJe et ses vaches
AutoreAlfred Jarry
1ª ed. originale1894
Genereracconto
Lingua originalefrancese

Io e le sue vacche (Je et ses vaches) è un racconto breve scritto da Alfred Jarry nel 1894. L'opera è da alcuni considerata un manifesto ante litteram del teatro surreale francese. Il testo compare per la prima volta nella raccolta di testi Visions actuelles et futures (1894).

Il libro parla del viaggio di un uomo attraverso un suo incubo ricorrente. L'alternarsi di sonno disturbato e di veglia permette all'autore di raccontare la storia da due diversi punti di vista. Una notte, il fratello del protagonista, Bugrelao, irrompe in camera rovesciando dappertutto cera verde sul pavimento. Per la prima volta, la madre dei due fratelli crede alla versione di Romelio, accettando di buon grado di ripulire i meandri della cera, ormai raffreddata.

Interpretazione

[modifica | modifica wikitesto]

L'epilogo ironico del finale lascia aperte diverse interpretazioni possibili. Secondo alcuni il racconto contiene diverse allegorie. L'interpretazione più citata (Breton, 1997, p.77) è quella secondo cui la caduta della candela rappresenta la nascita della religione islamica. Critici posteriori hanno visto nell'immagine della madre una rappresentazione icastica che in qualche modo premoniva la sottomissione delle donne iraniane che sarebbe seguita alla Rivoluzione Islamica.

Il libro, per il suo contenuto fortemente politico e critico, non è stato mai pubblicato in Italia, ad esclusione di un breve riassunto, riportato nella traduzione dal francese dell'Antologia dello humour nero di André Breton.

  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura