Il Popolano

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Il Popolano
StatoGranducato di Toscana (bandiera) Granducato di Toscana
Linguaitaliano
PeriodicitàQuotidiano
GenereStampa nazionale
Fondazione1848
Chiusura1849
SedeFirenze
 
Prima pagina del Popolano del 9 gennaio 1849

Il Popolano fu un quotidiano pubblicato a Firenze dall'8 gennaio 1848 al 5 maggio 1849[1]. È la continuazione del periodico Il Sabatino. Dopo la legge granducale sulla stampa del 6 maggio 1847 Il Sabatino cercò di cambiare nome ma la censura granducale non glielo permise. Dopo Guardia Nazionale, Ciompo, Balilla, fu infine autorizzato a chiamarsi Il Popolano[2][3][4]. Lo diresse Enrico Montazio ed era proprietario Francesco Piros[4]. Fu un quotidiano avverso agli aristocratici, ai gesuiti, agli oscurantisti, ai retrogradi.[2], prometteva cuor di popolo, nulla altro[4]. Patriottico e inneggiante all'Indipendenza Italiana, antiaustriaco, fu colpito dalla censura, il Montazio fu licenziato dal proprietario del giornale[2]. La nuova redazione era composta da Napoleone Giotti direttore[4], da Torquato Menichelli, direttore dopo il Giotti, dal Busi. Il Popolano si moderò, fu unitario e fautore dell'indipendenza[2]. Il Giotti lasciò la redazione quando Il Popolano attaccò Carlo Alberto. Contrastò il Ministro Ridolfi e si avvicinò al Capponi[2]. Il Montazio ritorna a scrivere per Il Popolano il 2 ottobre 1848 come collaboratore. Il Popolano fu definitivamente soppresso il 18 maggio 1849[3][4].

Vi collaborarono: Gustavo Modena, Antonio Caccianiga, Achille Gennarelli, Augusto Zagnoni, G. B. Niccolini, Demetrio Ciofi[4].

  1. ^ aavv, Il Risorgimento Italiano, Fratelli Bocca, 1909, p. 316.
  2. ^ a b c d e aavv, La Toscana alla fine del Granducato, Firenze, Gasparo Barbèra Editore, 1909, p. 216.
  3. ^ a b Teresita Gaudioso, Il giornalismo letterario in Toscana dal 1848 al 1859, Firenze, Società anonima editrice Francesco Perrella, 1922, p. 26.
  4. ^ a b c d e f Giacinto Stiavelli, Antonio Guadagnoli e la Toscana dei suoi tempi, Torino, Società Tipografico-Editrice Nazionale, 1907, p. 220,230,231.