Governo Giolitti I
Governo Giolitti I | |
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Stato | Italia |
Presidente del Consiglio | Giovanni Giolitti (Sinistra storica) |
Coalizione | Sinistra storica[1], Indipendenti |
Legislatura | XVII, XVIII |
Giuramento | 15 maggio 1892 |
Dimissioni | 25 maggio 1892 (respinte) 19 maggio 1893 (respinte) 24 novembre 1893 |
Governo successivo | Crispi III 15 dicembre 1893 |
Il Governo Giolitti I è stato il ventinovesimo esecutivo del Regno d'Italia, il primo guidato da Giovanni Giolitti.
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 15 maggio 1892[2] al 15 dicembre 1893[3] (sebbene già dimissionario dal precedente 24 novembre), per un totale di 579 giorni, ovvero 1 anno e 7 mesi.
Compagine di governo
[modifica | modifica wikitesto]Appartenenza politica
[modifica | modifica wikitesto]Partito | Presidente | Ministri | Sottosegretari | Totale | |
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Sinistra storica | 1 | 11 | 11 | 23 |
Situazione parlamentare
[modifica | modifica wikitesto]NOTA: Nonostante questo governo sia stato effettivamente privato della fiducia (seppur indirettamente e tramite un ordine del giorno), ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva nei fatti al solo Re (il quale, dando egli stesso una prima fiducia al governo, aveva il potere di far resistere l’esecutivo ad un voto della Camera dei deputati, come volte fece), il rapporto con il Parlamento in senso moderno non era pienamente obbligatorio (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione o sopravvivenza di un governo palesemente privo di tale supporto), ma diveniva sempre più fondamentale. La prassi di determinare la sopravvivenza dell’esecutivo in base al supporto parlamentare, dunque, si è andata sviluppando si da questi momenti, ma stabilmente solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale, in tempi molto più tardi rispetto all’unità, ed ufficialmente solo con la Costituzione della Repubblica Italiana. Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo ed anche secondo il voto effettivamente subìto, il supporto che questo ha ottenuto.
Al momento della sua formazione, il 15 maggio 1892, e fino al 23 novembre 1892 (XVII legislatura):
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
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Camera dei deputati[4] | Governo | DEM (164), IND (7), PLC-D. (14) | 185 / 508
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Astensione | DEM (38) | 38 / 508
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Opposizione | DEM (84), PLC (34), ER (42) | 160 / 508
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Non votanti | DEM (115), IND (10) | 125 / 508
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Dal 23 novembre 1892 (XVIII legislatura) al 19 maggio 1893:
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
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Camera dei deputati[4] | Maggioranza | DEM (323), IND (35) | 358 / 508
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Opposizione | PLC (93), ER (56) | 150 / 508
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Dal 19 maggio 1893 e fino alla sua caduta definitiva, il 15 dicembre 1893:
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
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Camera dei deputati[4] | Governo | DEM (98), IND (35) | 133 / 508
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Opposizione | PLC (82), ER (55), PSRI (1) | 138 / 508
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Non votanti | DEM (225), PLC (11) | 236 / 508
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Composizione
[modifica | modifica wikitesto]Cronologia
[modifica | modifica wikitesto]1892
[modifica | modifica wikitesto]- 15 maggio - Il governo giura dinnanzi al Re.
- 25 maggio - Il Presidente del Consiglio espone alla Camera, in uno dei primi atti del parlamentarismo, il programma di governo, che venne tuttavia approvato solo con 169 favorevoli (160 contrari, 38 astenuti), una frazione dei parlamentari della Sinistra storica. Giovanni Giolitti dunque, tenuto conto dell’esigua maggioranza, si dimette, ma le dimissioni sono rifiutate dal Re.
- 27 settembre - A causa dell’incerta situazione politica, è sciolta la Camera dei Deputati e convocati gli elettori per il 6 e 13 novembre; e il nuovo Parlamento per il 23 novembre.
- 6-13 novembre: Si svolgono le elezioni politiche: il governo, pur non dimessosi, vede aumentare la sua base di supporto, avendo la Sinistra storica ottenuto ben oltre la maggioranza dei seggi (323) e la maggioranza assoluta. Ciò non risolve tuttavia gli attriti che risultano solo compensati momentaneamente dai nuovi deputati ottenuti.
1893
[modifica | modifica wikitesto]- 19 maggio - La Camera dei Deputati respinge il bilancio della giustizia, facendo così dimettere prima il ministro Teodorico Bonacci e, poco dopo, il governo. Il Re tuttavia, rifiuta ancora una volta le dimissioni, accettando solo quelle del ministro.
- 23 novembre - Ad un anno dalle elezioni politiche, la Camera da lettura pubblica la “Relazione del Comitato dei Sette”, istituita in seguito allo scandalo della Banca Romana scoppiato poco prima, concludendone una scarsa vigilanza degli istituti bancari ed accuse di traffico di denaro illecitamente prelevato rilevanti al Presidente del Consiglio, per un totale di ben 60 000 Lire.
- 24 novembre - A causa della pressione, il governo rassegna le sue dimissioni al Re, il quale le accoglie ed incarica Giuseppe Zanardelli di formare un nuovo governo. Tuttavia, in seguito all’infruttuosità di tale mandato per via delle opposizioni dell’Impero austro-ungarico alla nomina di Oreste Baratieri agli Esteri, l’incarico fu affidato nuovamente a Francesco Crispi.
- 15 dicembre - Con il giuramento del nuovo esecutivo termina ufficialmente l’esperienza di governo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Non tutto il partito supportò il Governo, tanto che la mozione di fiducia fu approvata da poco più dei parlamentari della Sinistra (comprese le astensioni), aiutati poi da altre forze politiche.
- ^ L'annunzio ufficiale del Ministero Giolitti, su archiviolastampa.it, 16 maggio 1892, p. 1.
- ^ IL NUOVO MINISTERO, su archiviolastampa.it, 16 dicembre 1893, p. 1.«I ministri presteranno alle ore 15 giuramento nelle mani del Re. (Per telegramma da Roma). 15, ore 15,20»
- ^ a b c Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
- ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva del proprio sottosegretario ministeriale.
- ^ a b c d e Affiliato alla Sinistra storica.
- ^ Tecnicamente facente parte della Destra storica, si spostò tra gli indipendenti ed all’appoggio della Sinistra storica (per quanto non ne fece parte) ai fini della formazione dell’esecutivo.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971
Altri progetti
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