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Giovan Battista Crispo

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Ritratto ottocentesco del Crispo

Giovan Battista Crispo (Gallipoli, 1550 circa – Roma, 1598 circa[1]) è stato un filosofo, storico, presbitero e letterato italiano. È inoltre ricordato per essere stato cameriere d'onore di Papa Sisto V.

(LA)

«[...] Joannes Baptista Crispus, cuius libri de Philosophis caute legendis [...] optimi sunt [...]»

(IT)

«[...] Giovan Battista Crispo, [...] i cui libri sui filosofi, da leggersi con cautela, sono ottimi per il lettore [...]»

Nato a Gallipoli, in provincia di Lecce, intorno al 1550, era figlio di un ricco mercante di Napoli e di Giulia Soffianò, dama della stessa Gallipoli. Sin da piccolo fu educato a studi classici e filosofici. La data di nascita è alquanto dubbia in quanto nel registro della Basilica pontificia Cattedrale di Sant'Agata di Gallipoli non risulta alcuna fonte che testimoni la nascita del filosofo. Lasciò in seguito la città di Gallipoli, allora città mercantile, e si recò a Napoli dove seguì studi sulla metafisica di Aristotele, su Platone e su Socrate.

Divenne amico di Giovan Battista Caracciolo, Alfonso Rota, Antonio Cardines, del cardinale Francesco Toledo, Odoardo Farnese e Bernardo Cardines; successivamente, per sopravvenute difficoltà economiche, fu lettore presso i padri olivetani e precettore in casa di Angelo Di Costanzo e Flaminio Caracciolo; strinse amicizia con Federigo Borromeo e il cardinale Roberto Bellarmino che si distinse nel combattere le riforme protestanti del 1500. Conobbe poi Clemente VII ed il celebre scrittore Torquato Tasso,autore della Gerusalemme liberata. Tra le opere da ricordare un'orazione latina ad Annibale Balsamo del dicembre 1571. È da ricordare anche in quanto trovò e salvò a Napoli l'Arcadia di Jacopo Sannazaro. Fu chiamato ad essere lettore presso la Congregazione olivetana.

il padre gesuita Antonio Possevino

Secondo il De Angelis (II, p. 56), infine, il Crispo avrebbe lasciato manoscritti la seconda e terza parte del De ethnicis philosophis, Dissertazioni, Discorsi, le Animadversione in animarium platonicum Marsilii Ficini, oltre a varie poesie delle quali, tuttavia, si è persa ogni traccia.

Alcune delle sue opere sono rimaste inedite come De Ethnicis Philosophis, caute legendis, discorsi e varie poesie. Fu inoltre un presbitero molto stimato e apprezzato dal clero della provincia, della diocesi e dal suo eminente Vescovo; fu un uomo dedito alla vita religiosa, molto pio ed incline alla pietà.

Domenico De Angelis scrisse al filosofo gallipolino un'opera intitolata "Vita di Giovan Battista Crispo" dedicata ad Alfonso Filomarini; una parte di essa recita così:

«Pochi uomini erano in quel tempo, che nella provincia salentina gli potessero stare a fronte nella profondità dello specolare, nella chiarezza di pensar rettamente delle cose filosofiche, nell'altezza della cognizioni teologiche e nella varia erudizione nelle scienze e delle lingue. Ne fuvvi poscia Letterato di grido in Italia a cui non congiungesse la chiara fama della dottrina del Crispo, che non fosse suo amico, e che per comunicare con esso lui i parti dell'ingegno loro, non ne procurassero ardentemente l'amicizia.»

Il Crispo stava per ricevere un'alta Prelatura ecclesiastica ma purtroppo non la ricevette mai in quanto fu colpito molto probabilmente da una "febbre di mal indole".

La data della morte è incerta e a seconda degli autori, è collocata tra il 1595 e il 1598; è sicuro però, che egli morì a Roma a causa di una forte febbre, mentre si trovava in vacanza nella villa del Cardinale Castruccio. Lo storico gallipolino Bartolomeo Ravenna,sostiene che egli morì nel 1595.

Giovan Battista de Tomasi (anch'egli gallipolino) scrisse nel 1814 a Napoli:

«La vita del Crispo sarà sempre un modello di virtù per i posteri. Egli fu sacerdote pieno di meriti, fornito di una maschia eloquenza, di un peregrino sapere,di un cuor benefico,retto ed esemplare. Filosofo non men di massime che di opere, si occupò sempre in vantaggio dei suoi simili. Morì da Cristiano qual visse in mezzo al compianto dei suoi e nel bacio del Signore.»

La sua figura risulta essere molto importante in quanto elogiato ed esaltato da numerosi scrittori; il De Angelis lo descrive come un uomo poliedrico: filosofo, teologo, scienziato, musicista, giureconsulto, oratore, matematico, storico e poeta.

Attualmente nel centro storico di Gallipoli gli è dedicata una piccola via e una corte.

  1. ^ A. Romano, Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in Collegamenti esterni.
  • Bibliotheca selecta, II, Venetiis 1603, pp. 33–38 Id., Apparatus sacri..., II, Venetiis 1606, pp. 117 s. S. Ammirato, Opuscoli, II, Firenze 1637, p. 498*I. A. Marta, Propugnaculum Aristotelis adversus principia Bernardini Telesii, Romae 1587
  • S. Mazzella, Sito etantichità della città di Pozzuolo e del suo amatissimodistretto, Napoli 1595, p. 243 Id.,
  • N. Toppi, Biblioteca napoletana, Napoli 1678, pp. 132, 345 L. Nicodemo, Addizioni copiose alla Biblioteca napoletana, Napoli 1683, p. 28
  • D. De Angelis, Le vite de' letter. salentini, II, Napoli 1713, pp. 43–56
  • F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, IX, Venetiis 1721, coll. 98 s.
  • F. M. Mersenne, Observationes et emendat. ad FrancisciGeorgi Veneti problemata, Paris 1723, coll. 430-434 J. G. Schelhorn, Amoenitates historiae eccles. et litterariae, V, Francofurti et Lipsiae 1726, p. 264 J. P. Niceron, Mémoires pour servir àl'histoire des hommes illustres, XXVII, Paris 1734, pp. 269–271
  • L. Moréri, Le grand Dictionnairehistorique, III, Amsterdam 1740, p. 704 F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, II, 1, Milano 1741, p. 676 II, 2, ibid. 1742, p. 48
  • A.F. Deslandes, Histoire critique de la philosophie, II, Amsterdam. 1756, p. 293
  • C. Minieri Riccio, Mem. stor. degli scrittori natinel Regno di Napoli, Napoli 1844, p. 113 *B. Chioccarello, De illustribus scriptoribus qui in civitate et RegnoNeapolis ab orbe condito ad annum usque MDCXXXXVI floruerunt, Neapoli 1780, pp. 306–309 Brindisi, Bibl. arcivesc. "A. De Leo", ms. D 5: G. Lezzi, Memorie de' letterati salentini (1788), pp. 341–348
  • Nuovo dizion. istor., VIII, Napoli 1791, pp. 195 s.
  • S.Catalano, Vita di G. B. C., in Io. Baptistae Pollidori frentani et StephaniCatalani gallipolitani opuscola nonnulla, Neapoli 1793, pp. 79–100 I.
  • A. Fabricius, BibliothecaGraeca, III, Hamburgi 1793, pp. 148,151
  • L. Giustiniani, Diz. geografico-ragionato del Regnodi Napoli, V, Napoli 1802, p. 39 G.
  • De Tomasi, G. B. C. salentino, in Biografia degli uomini ill. del Regno di Napoli, II, Napoli 1814, pp. n.n.
  • F. Colangelo, Vita di G. Sannazaro poeta e cavaliere napoletano, Napoli 1819, pp. XX, XXVI, 31, 94 n. 1, 96 n. 1, 111
  • B. Ravenna, Mem. istor. della città di Gallipoli, Napoli 1836, pp. 525–530
  • G. B. Tafuri, Notizie intorno alla persona ed opere diAngelo di Costanzo, in Opere di Angelo, Stefano, Bartolomeo, Bonaventura, Gio. Bernardino e Tommaso Tafuri di Nardò, a cura di M. Tafuri, II, Napoli 1851, pp. 352 s. n.

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