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Giannino Bosi

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Giannino Bosi (Piacenza, 22 febbraio 1920Tramonti di Sotto, 9 dicembre 1944) è stato un partigiano italiano con il nome di battaglia di Battisti, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Al momento dello smembramento dell'esercito italiano a seguito dell'8 settembre 1943 (Armistizio di Cassibile) Bosi è sottotenente di complemento aggregato al primo Reggimento fanteria della Brigata "Re". Bosi è uno dei primi organizzatori della Resistenza friulana, dove, sulle alture contornanti il corso del Tagliamento, operava la Brigata Garibaldi Tagliamento[1], brigata di cui Bosi prese il comando per un certo periodo.

Nell'autunno-inverno del 1944, nelle zone in cui interveniva la formazione partigiana di Bosi, fu sferrata una durissima offensiva da parte dei nazifascisti, a cui era aggregato anche il battaglione Valanga della Xª MAS. Nei dintorni di Tramonti di Sotto (Pordenone), la brigata di Bosi esaurì le munizioni e Giannino Bosi, piuttosto che cadere nelle mani dei nazifascisti, riservò l'ultimo proiettile a disposizione per se stesso[2]. La stessa scelta fu fatta dalla giovane conosciuta col nome di battaglia "Paola", Jole De Cillia, compagna di Bosi, decorata alla memoria con la medaglia d'argento al valor militare.

Il battaglione Valanga il giorno dopo la cattura fucilò 10 combattenti della Brigata dietro il cimitero di Tramonti di Sotto[3].

Il comandante partigiano riposa nel cimitero di Piacenza, dove la cittadinanza ha fatto scolpire un piccolo monumento[4]; a Piacenza è anche intitolata a Bosi una sezione dei DS.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottotenente di complemento dell’Esercito, subito dopo l’8 settembre 1943, anelante della libertà della Patria, si ritirava sulle colline del Friuli, dove organizzò il primo nucleo di patrioti friulani. Braccato dalle truppe germaniche che in lui temevano un fiero nemico, si trasferiva con la propria formazione sulle montagne del Tagliamento e, vincendo i rigori del rigido inverno, organizzava un forte gruppo di reparti animandoli del suo stesso spirito combattivo e della sua stessa fede patriottica. Animato da un profondo spirito di sacrificio ed assertore convinto dei principi di giustizia e di libertà fu sempre di esempio a tutti, senza mai risparmiarsi, nei disagi, nelle privazioni e nei pericoli. Nel corso di poderose offensive nemiche fu l’anima della difesa, trascinando con l’esempio i suoi uomini in lotte vittoriose. Durante l’offensiva sferrata dal nemico nell’autunno del 1944 nella zona fra Meduna e Tagliamento, circondato da soverchianti forze, continuò a combattere strenuamente e, piuttosto che arrendersi e cadere vivo nelle mani dell’avversario, rivolse la propria arma contro se stesso e, dopo aver gridato per l’ultima volta « Viva l'Italia », si uccise.»
— 8 settembre 1943 - 8 dicembre 1944.
  1. ^ Brigata Garibaldi Tagliamento dal fondo Divisioni Garibaldi in Friuli, su beniculturali.ilc.cnr.it:8080. URL consultato il 2 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  2. ^ Vicenda ricordata nella motivazione della Medaglia d'Oro assegnatagli postuma
  3. ^ Giannino Bosi “Battisti”, su ANPI di Udine. URL consultato il 23 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
  4. ^ Piccolo monumento dedicato a Bosi (JPG), su partigiani-piacentini.net. URL consultato il 10 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2006).
  • Alberto Buvoli, Il partigiano "Battisti". Giannino Bosi Medaglia d'Oro della Resistenza friulana, Padova, il Poligrafo, 1995.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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