Festival di Berlino 1984

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Ettore Scola, premiato come miglior regista per Ballando ballando.

La 34ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 17 al 28 febbraio 1984, con lo Zoo Palast come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il quinto anno Moritz de Hadeln.

L'Orso d'oro è stato assegnato al film statunitense Love Streams - Scia d'amore di John Cassavetes.

Il festival è stato aperto dal film Ballando ballando di Ettore Scola.[2]

La retrospettiva di questa edizione è stata dedicata al cineasta Ernst Lubitsch, in particolare ai film girati e/o interpretati nel periodo 1914-1933, mentre la sezione Homage ha visto un programma dedicato al regista statunitense Jules Dassin e all'attrice e cantante greca Melina Merkouri.[3]

«Il futuro del cinema d'autore tedesco... sarà deciso dalla sua creatività artistica, immaginazione, esperienza sociale e attenzione: laddove mostrerà queste qualità, sarà mobilitato "di fronte al pericolo" per raccogliere la sfida lanciata da Zimmermann e opporre resistenza a questo "percorso compromettente". In caso contrario, i becchini avranno già scavato la fossa.»

Il conflitto iniziato nel 1983 tra la direzione del festival e il ministro degli interni Friedrich Zimmermann, che si era opposto alle sovvenzioni per Das Gespenst di Herbert Achternbusch e per il film collettivo Krieg und Frieden, proseguì in questa edizione con un dibattito sulla nuova legge sul finanziamento dei film che sarebbe entrata in vigore il 1º marzo. I cineasti temevano una sistematica discriminazione nei confronti dei film artistici e politici e, in effetti, alcuni dei film tedeschi considerati più interessanti alla Berlinale del 1984 furono realizzati senza finanziamenti statali.[1] Lo scontro politico-culturale interessò soprattutto il film fuori concorso Wanderkrebs di Herbert Achternbusch (che includeva un personaggio visto da alcuni come una caricatura del ministro presidente bavarese Franz Josef Strauß)[5] e Meridian oder das Theater vom Frieden di Rüdiger Neumann, incluso nel programma del Forum.[1] Zimmermann non si mostrò disposto a finanziare opere che a suo parere non giovavano all'immagine della Germania e negò al secondo l'ultima parte della sovvenzione, accusando Neumann di aver trasformato in un'opera politica quello che aveva presentato alla commissione per i finanziamenti come «un documento geografico, antropologico ed emotivo».[6] In realtà l'unica differenza riguardava un riferimento alle politiche sull'armamento nucleare di Ronald Reagan nei titoli di apertura e a molti parve chiaro che il rifiuto aveva motivazioni politiche. Sul Frankfurter Rundschau, Wolfram Schütte descrisse il cinema d'autore tedesco come "in estremo pericolo".[1]

La sera dell'inaugurazione, il nuovo sindaco berlinese Eberhard Diepgen assicurò che l'indipendenza del festival non avrebbe subito interferenze perché era «l'aria di cui una competizione artistica ha bisogno per vivere».[5] La presenza dei due film fu confermata, tuttavia il tentativo del ministero di esercitare la sua influenza fu visto da molti come un grave pericolo per il futuro del cinema tedesco e alcuni degli addetti ai lavori accusarono il governo di limitare la libertà artistica e di usare la sua visione del mondo come metro di censura politica.[1][6]

Con oltre 600 film proiettati in 12 giorni, la Berlinale del 1984 segnò il punto alto dal suo inizio quanto a dimensioni del programma, anche se la scelta di strutturare una tale offerta dividendola in sotto-sezioni, serie e programmi speciali non sempre trovò il favore dei commentatori.[1][7]

Il film d'apertura fu Ballando ballando di Ettore Scola, anche se il festival avrebbe dovuto essere inaugurato da L'addio di Ėlem Klimov. La pellicola sovietica non fu però autorizzata per l'esportazione e solo tre anni dopo, quando la politica di Michail Gorbačëv determinò un cambiamento nel clima politico, fu mostrata a Berlino.[4] Nel complesso, il programma del concorso ricevette l'apprezzamento della critica e oltre a quello di Scola si distinse per film come Piccola sporca guerra di Héctor Olivera, Das Autogramm di Peter Lilienthal, Les Voleurs de la nuit di Samuel Fuller (che fu duramente contestato dal pubblico)[9] e Rapporti di classe di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet.[1]

Gli Stati Uniti furono rappresentati in maniera eterogenea: mentre Voglia di tenerezza di James L. Brooks, proiettato fuori concorso, fu accolto come un elegante film hollywoodiano, John Cassavetes con Love Streams - Scia d'amore mostrò il lato intransigente e incorruttibile del cinema americano.[1] L'assegnazione dell'Orso d'oro a quest'ultimo ricevette un'accoglienza mista da parte del pubblico e di alcuni degli addetti ai lavori, anche se su Die Zeit il giornalista Ulrich Greiner celebrò il film (l'ultimo interamente girato da Cassavetes) come «un lavoro radicale, disperato, eccentrico ma a volte davvero confortante».[1] Gli altri premi furono accolti dagli applausi generali, in particolare il Gran premio della giuria a Piccola sporca guerra, mentre molti disapprovarono il fatto che a Das Autogramm non fosse stato assegnato nessun riconoscimento e che il film di Straub e Huillet avesse ricevuto solo una menzione d'onore.[7]

John Cassavetes e Gena Rowlands, entrambi presenti al festival.

Fuori concorso fu proiettata una copia di Nosferatu il vampiro di F.W. Murnau restaurata insieme alla fondazione Deutsche Kinemathek, con la musica originale suonata da un'orchestra allo Zoo Palast. La proiezione fu dedicata a Lotte Eisner, storica del cinema, scrittrice e poetessa scomparsa pochi mesi prima, dopo aver supervisionato il restauro del film.[10]

L'Info-Schau presentò diversi programmi tematici, tra cui quello sul nuovo cinema austriaco, una serie di film americani indipendenti e un "Panorama mediterraneo" con film provenienti da Israele, Egitto, Spagna, Jugoslavia e altri paesi affacciati sul Mediterraneo, per la prima volta raggruppati per costituire un "focus" geografico.[11] Fu un'innovazione accolta positivamente dalla stampa, anche se la proiezione di Al-avokato del regista egiziano Raafat El-Mihi, una farsa sulla corruzione delle autorità proibita in patria, destò lo sdegno di alcuni critici arabi che inviarono una lettera di protesta al presidente egiziano Hosni Mubarak.[1][11]

Il Forum estese il suo programma e quest'anno rivolse l'attenzione in particolare alla musica con film e documentari come il canadese Au pays de Zom di Gilles Groulx, l'indiano Dhrupad di Mani Kaul o The Gold Diggers dell'esordiente Sally Potter, e soprattutto una selezione di film sul tango e il suo rapporto con la storia politica dell'Argentina.[11][12] Molti furono anche i film della Germania Ovest, tra cui gli apprezzati Dorian Gray im Spiegel der Boulevardpresse di Ulrike Ottinger e Der Schlaf der Vernunft di Ula Stöckl, che il critico Wolfram Schütte accostò a Una vampata d'amore di Bergman e definì sul Frankfurter Rundschau «un autentico esempio di cinema che affronta profondamente le esperienze controverse nelle vite delle donne vissute consapevolmente».[1][11] Oltre al programma dedicato al Nuovo cinema tedesco, ci fu un omaggio alla serie Das kleine Fernsehspiel, vero e proprio laboratorio artistico di ZDF che aveva lanciato giovani talenti cinematografici, e un programma incentrato sulle opere prime intitolato "Prospettive".[1][7]

Nel Kinderfilmfest ci furono polemiche dopo la proiezione del film di apertura, lo statunitense Kidco diretto da Ronald F. Maxwell. Pur apprezzato dal giovane pubblico, il film suscitò la disapprovazione di molti osservatori che lo videro come una glorificazione dei valori capitalisti e una propaganda dell'American way of life destinata ai bambini.[1]

Giuria internazionale

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Selezione ufficiale

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Fuori concorso

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Proiezioni speciali

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Panorama Mediterraneo

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US-Non-Majors

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Nuovo cinema austriaco

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Forum internazionale del giovane cinema

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Programma principale

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- Film di Jean Rouch

- Film di David e Judith MacDougall

- Film di Shūji Terayama

- Tango Film

Omaggio a Das kleine Fernsehspiel

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[16]

Il Nuovo cinema tedesco

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Video e Super 8

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  • Alles Bestens, regia di Herbert Wentscher (Germania Ovest)
  • Die Anklage formuliert den Tanz, regia di Kirsten Johannsen (Germania Ovest)
  • Arbeiten Ist Keine Schande, regia di Walter Gramming (Germania Ovest)
  • Audio Mutant, regia di Kees de Groot (Paesi Bassi)
  • Avrum et Cipojra, regia di Joseph Morder (Francia)
  • Berliner Brief, regia di Michael Morris e Vincent Trasov (Germania Ovest)
  • Die Cenci, regia di Robert Quitta (Austria)
  • City of Angels, regia di Marina Abramović e Ulay (Paesi Bassi)
  • Cornucopia, realizzato dal collettivo General Idea (Canada)
  • Die Distanz Zwischen Mir Und Meinen Verlusten, regia di Marcel Odenbach (Germania Ovest)
  • Draggin' The Bottom, regia di Julia Heyward (Stati Uniti)
  • Drawing Conclusions - The Science Mix, regia di Steve Hawley e Tony Steiger (Regno Unito)
  • Eleven Waiters - Vertical, regia di Ingo Günther (Germania Ovest, Stati Uniti)
  • Das Feenband, regia di Ulrike Rosenbach (Germania Ovest)
  • Four Pieces, regia di Louie Grenier (Stati Uniti)
  • Fragment/Video '83, realizzato dal collettivo Notorische Reflexe (Germania Ovest)
  • Grimoire magnétique, regia di Joëlle de la Casinière (Belgio)
  • Half Sleep, regia di Nan Hoover (Paesi Bassi)
  • Houset, regia di Matteo Minissi (Italia)
  • I Just Work Here, regia di Julia Heyward (Stati Uniti)
  • Infermental III[17][18]
  • L'invincibile (Der Unbesiegbare), regia di Gusztáv Hámos (Germania Ovest)
  • Der karibische Western, regia di Christoph Dreher (Germania Ovest)
  • Kensington Gore, regia di Catherine Elwes (Regno Unito)
  • Die lange Hoffnung, regia di Pepe Danquart (Germania Ovest)
  • L.A. Nickel, regia di Branda Miller (Stati Uniti)
  • La maison de Pologne, regia di Joseph Morder (Francia)
  • Mojave Plan, regia di Mike Steiner (Germania Ovest)
  • Perfect Lives, regia di John Sanborn (Stati Uniti)
  • Romeo Is Bleeding, regia di Lydia Schouten (Paesi Bassi)
  • Sensible Shoes, regia di John Adams (Regno Unito)
  • Solange es Europa noch gibt - Fragen an den Frieden, regia di Jeanine Meerapfel (Germania Ovest)
  • Stations, regia di Robert Wilson (Francia)
  • This Tape Is Not Meant to Be..., regia di Joan Jubela (Stati Uniti)
  • Über Nacht Berühmt, realizzato dal collettivo Die HaNd in dEN MunD (Germania Ovest)
  • Universal Input Output, regia di Astrid Heibach (Giappone, Germania Ovest)
  • Video Letter, regia di Shuntarō Tanikawa e Shūji Terayama (Giappone)
  • Video Opernhaus, regia di Jochen Gerz (Germania Ovest)
  • Der Videopionier, regia di Gerd Conradt (Germania Ovest)
  • Der Westen lebt, regia di Klaus vom Bruch (Germania Ovest)
  • White Food, regia di Stephen Laub (Stati Uniti)

The Kitchen, New York

  • 5dim/MIND, regia di Ken Feingold (Stati Uniti)
  • Anthem, regia di Bill Viola (Stati Uniti)
  • Bad Boys, regia di Alan e Susan Raymond (Stati Uniti)
  • He Saw Her Burning, regia di Joan Jonas (Stati Uniti, Germania)
  • How to Fly, regia di Ed Bowes (Stati Uniti)
  • Noli me tangere, regia di Owen Land (Stati Uniti)
  • Romance, regia di Ed Bowes (Stati Uniti)
  • Seizure, regia di Pat Hearn (Stati Uniti)
  • Theme Song, regia di Vito Acconci (Stati Uniti)

Electronic Arts Intermix, New York

  • 30 Second Spots, regia di Joan Logue (Stati Uniti)
  • Allen 'n' Allan's Complaint, regia di Nam June Paik e Shigeko Kubota (Stati Uniti)
  • Amida, regia di Dan Reeves (Stati Uniti)
  • Antarctica Series, regia di Kit Fitzgerald e John Sanborn (Stati Uniti)
  • The Best of William Wegman, regia di William Wegman (Stati Uniti)
  • Damnation of Faust: Evocation, regia di Dara Birnbaum (Stati Uniti)
  • Difficult Music, regia di Davidson Gigliotti (Stati Uniti)
  • Easy Street, regia di Chip Lord e Jules Backus (Stati Uniti)
  • Glass Act III, regia di Dean Winkler e John Sanborn (Stati Uniti)
  • Happenstance (One Part of Many Parts), regia di Gary Hill (Stati Uniti)
  • Hatsu yume, regia di Bill Viola (Stati Uniti)
  • Media Ecology Ads, regia di Antoni Muntadas (Stati Uniti)
  • Meta Mayan II, regia di Edin Velez (Stati Uniti)
  • Perfect Leader, regia di Max Almy (Stati Uniti)
  • Reasons for Knocking at an Empty House, regia di Bill Viola (Stati Uniti)
  • Songs of the 1980s, regia di Doug Hall (Stati Uniti)
  • Spin Out (Part I), regia di Tony Oursler (Stati Uniti)
  • Sunstone, regia di Ed Emshwiller (Stati Uniti)
  • Teletapes, regia di Peter d'Agostino (Stati Uniti)

Image Forum, Tokyo

  • Between Daydream and..., regia di Naoko Kurotsuka (Giappone)
  • B futatabi, regia di Nobuhiro Kawanaka (Giappone)
  • Bihaindo, regia di Naoto Yamakawa (Giappone)
  • Catalogue of 11th July, regia di Koichi Mizuno, Masato Ishino, Yoshiko Kiriyama, Katsuhiko Ichiba (Giappone)
  • Connection, regia di Toshio Matsumoto (Giappone)
  • Co-Relation, regia di Yoshitaka Shimano (Giappone)
  • Flow 2, regia di Shinsuke Ina (Giappone)
  • Frame By Frame, regia di Makoto Saitō (Giappone)
  • Moment, regia di Makoto Tezuka (Giappone)
  • Movie Watching, regia di Junichi Okuyama (Giappone)
  • The Passage of Time, regia di Nobuhiro Kawanaka (Giappone)
  • Shozo-Shu, regia di Hideki Kanbajashi (Giappone)
  • Thunder, regia di Takashi Itô (Giappone)
  • Xenogenese, regia di Akihido Morishita (Giappone)
  • You Watch..., regia di Hironori Terai (Giappone)

Super 8 da Berlino

  • Füsse nackt Augen zu, regia di Antje Fels (Germania Ovest)
  • Drell Desmingt, regia di Baerbel Becker (Germania Ovest)
  • Der genähte Film, regia di Andrea Hillen (Germania Ovest)
  • Kriegsfilm in 4 Teilen, realizzato dal collettivo Organisationskreis Neues Medium (Germania Ovest)
  • Niemand sieht die Blindschleiche, realizzato dal collettivo Die tödliche Doris (Germania Ovest)
  • Ohne Liebe Gibt Es Keinen Tod, regia di Maye Rendschmidt (Germania Ovest)
  • Que la lumière soit, regia di Ines Sommer (Germania Ovest)
  • Repetition and Accident, regia di Rainer Bellenbaum (Germania Ovest)
  • Ropotow im Kampf gegen Terragörcs, realizzato dal collettivo Teufelsberg Produktion (Germania Ovest)
  • Solo 10, regia di Angelika Böhm (Germania Ovest)
  • Soweto, Teil 1 und 2, regia di Thomas Kiesel (Germania Ovest)
  • Tesito, regia di Ingrid Ernst (Germania Ovest)
  • Die Universität, regia di Volker Rendschmidt (Germania Ovest)
  • Verhängnisvolle Verabredung, regia di Wlodimierz Nechamkis (Germania Ovest)
  • Der Vladofilm, regia di Michael Krause (Germania Ovest)
  • Wolfsburg, regia di Frieder Butzmann (Germania Ovest)

Kinderfilmfest

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Retrospettiva

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Premi della giuria internazionale

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Premi delle giurie indipendenti

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Premi dei lettori

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  1. ^ a b c d e f g h i j k l m 34th Berlin International Film Festival - February 17-28, 1984, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 4 maggio 2017.
  2. ^ a b I film del Festival di Berlino, in La Stampa, 15 febbraio 1984.
  3. ^ Retrospective, Berlinale Classics & Homage, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 28 febbraio 2019.
  4. ^ a b Jacobsen (2000), p. 310.
  5. ^ a b Jacobsen (2000), p. 309.
  6. ^ a b Lietta Tornabuoni, Litigare a tempo di tango, in La Stampa, 18 febbraio 1984.
  7. ^ a b c d Jacobsen (2000), p. 311.
  8. ^ Jacobsen (2000), p. 312.
  9. ^ Un Orso per Ettore Scola a Berlino stasera?, in La Stampa, 28 febbraio 1984.
  10. ^ Jacobsen (2000), p. 314.
  11. ^ a b c d Jacobsen (2000), p. 313.
  12. ^ Forum Archiv - 1984, su arsenal-berlin.de, www.arsenal-berlin.de. URL consultato il 22 dicembre 2018.
  13. ^ Juries - 1984, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
  14. ^ Episodio della serie antologica American Playhouse.
  15. ^ Versione ridotta del documentario Indagine fattuale sui campi di concentramento tedeschi, realizzato nel 1945 e distribuito solo nel 2014.
  16. ^ Nome del team editoriale e della serie trasmessa da ZDF che co-produce e mostra opere di registi cinematografici e televisivi emergenti.
  17. ^ Infermental era il titolo di una rivista ideata dal regista ungherese Gábor Bódy, pubblicata su videocassetta dal 1980 al 1991. Ogni volume era pubblicato da editori di diversi Paesi e raccoglieva lavori audiovisivi che rappresentavano le ultime tendenze nazionali. Tra i numerosi artisti partecipanti ci sono stati Gary Hill, Jon Jost, gli Yello e Mona Hatoum.
  18. ^ Infermental, su infermental.de, www.infermental.de. URL consultato il 4 novembre 2019.
  19. ^ Lietta Tornabuoni, Orsi d'oro e d'argento, in La Stampa, 29 febbraio 1984.
  20. ^ 34th International Film Festival Berlin, su inter-film.org, www.inter-film.org. URL consultato il 22 dicembre 2018.

Collegamenti esterni

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