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Fëdor Dan

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Fëdor Il'ič Dan

Fëdor Il'ič Dan (in russo Фёдор Ильич Дан?; San Pietroburgo, 19 ottobre 1871New York, 22 gennaio 1947) è stato uno scrittore, politico e medico russo.

Aderì alla corrente menscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo e ne divenne uno dei dirigenti. Sostenne il Governo Provvisorio dopo la Rivoluzione di Febbraio e contrastò i Bolscevichi. Nel 1922 venne espulso dall'Unione Sovietica come controrivoluzionario[1].

Fëdor Dan nacque in una famiglia ebraica di San Pietroburgo. Il suo cognome d'origine era "Gurvitch".[senza fonte] Studiò e si laureò in medicina.[2]

Di idee socialiste, da ragazzo si unì all'Unione di lotta per l'emancipazione della classe operaia. Nel 1896 venne arrestato e mandato in esilio a Orël per tre anni.

Tornato in libertà, entrò a far parte del Partito Operaio Socialdemocratico Russo e nel 1903 si recò a Londra per il secondo congresso del partito. Dan si schierò con Julij Martov contro Vladimir Lenin nella diatriba circa lo statuto del partito che decretò la scissione tra menscevichi e bolscevichi. Insieme a Martov, formò la fazione Menscevica, tornando in Russia nel 1912.

Vivendo a San Pietroburgo, collaborò alle pubblicazioni mensceviche fino a quando non fu esiliato a Minusinsk allo scoppio della prima guerra mondiale. Venne rilasciato nel 1915 quando accettò di arruolarsi nell'esercito imperiale russo in qualità di ufficiale medico chirurgo. Tornò a San Pietroburgo dopo i fatti della rivoluzione di febbraio e supportò il coinvolgimento dei Menscevichi nel governo provvisorio. Inoltre, sostenne il proseguimento della guerra contro Germania e Austria.

Nel 1917, membro del Soviet di Pietrogrado, si oppose alla rivoluzione di ottobre e fece parte di un piccolo gruppo d'opposizione all'interno dell'Assemblea Costituente. Tuttavia, questa venne sciolta dai Bolscevichi nel 1918.

Dan fu arrestato nel 1921 e mandato in esilio nel 1922, espulso dal paese come "controrivoluzionario". Tuttavia, quando l'Unione Sovietica venne attaccata dai nazisti nel 1941, egli diede il proprio supporto al regime bolscevico-post/bolscevico di Stalin.

  1. ^ Barbara Gambaccini, note a John Reed, I dieci giorni che sconvolsero il mondo, pag. 25. Edizioni Clandestine, Marina di Massa, 2011. ISBN 978-88-6596-307-4.
  2. ^ Rabinowitch, Alexander. The bolsheviks come to power. The revolution of 1917 in Petrograd, 1978, W. W. Norton & Company. pag. 393, ISBN 9780393008937

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