Discussione:Aristotele

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Questa voce rientra tra gli argomenti trattati dal progetto tematico sottoindicato.
Puoi consultare le discussioni in corso, aprirne una nuova o segnalarne una avviata qui.
 Filosofia
Bibliografia utilizzabile
La voce è stata monitorata per definirne lo stato e aiutarne lo sviluppo.
Ha ottenuto una valutazione di livello sufficiente (giugno 2015).
CSeri problemi relativi all'accuratezza dei contenuti. Importanti aspetti del tema non sono trattati o solo superficialmente. Altri aspetti non sono direttamente attinenti. Alcune informazioni importanti risultano controverse. Potrebbero essere presenti uno o più avvisi. (che significa?)
AVoce scritta in buon italiano e con buono stile. Sintassi e lessico adeguati, linguaggio chiaro e scorrevole, con uso attento di termini specifici. Strutturazione in paragrafi soddisfacente. (che significa?)
CSeri problemi relativi alla verificabilità della voce. Carenza di fonti attendibili. Alcuni aspetti del tema sono completamente privi di fonti a supporto. Presenza o necessità del template {{cn}}. La delicatezza del tema richiede una speciale attenzione alle fonti. (che significa?)
ALa voce è corredata da un adeguato numero di immagini e altri supporti grafici, in tema con il contenuto della voce, oppure non ne necessita alcuno. (che significa?)
Note: A parte qualche spigoletto da limare la voce è completa.
Monitoraggio effettuato nel giugno 2015
Aristotele
Argomento di scuola secondaria di II grado
Materiafilosofia
Dettagli
Dimensione della voce100 089 byte
Progetto Wikipedia e scuola italiana

Senza titolo 1

[modifica wikitesto]

C'è un errore quando si parla della triade dei filosofi, platone non fu il maestro di socrate, bensì un suo alunno. -Anonimo

La frase dice esattamente quello, anche se in modo grammaticalmente ambiguo. Emptywords 12:22, 7 mag 2006 (CEST)[rispondi]
Temo sia stata fatta un po' di confusione. Il primo commento di questa disc--HUNK (msg) 12:34, 11 nov 2010 (CET)ussione, anonimo, è datato 7 febbraio, ovvero si riferisce a questa [1] versione dell'articolo: come si può ben vedere, l'introduzione era ancora di una righetta scarsa, e quindi (suppongo) che il commento fosse riferito alla frase Giacché Socrate [...] suo allievo Platone e quelle di Aristotele (che, per inciso, non mi pare affatto ambigua o errata...). Emptywords ha quindi letto il commento e ha corretto di conseguenza, anche se su un'altra frase. :-)[rispondi]
Nessun dramma, anzi: la mia frase, "Con il suo predecessore Socrate e il suo stesso maestro, Platone, è considerato uno dei più influenti pensatori della filosofia antica", è in effetti grammaticamente ambigua, e come tale va migliorata. Tuttavia, le modifiche [2] apportate non mi sembrano affatto che portino nella direzione giusta: la frase è ancora ambigua (se non anche sintatticamente errata), e sono anche state tolte delle informazioni. Adesso devo scappare, ma oggi pomeriggio provo a migliorarla un po'. Pëtr 07:26, 9 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Senza titolo 2

[modifica wikitesto]

Ci sono alcuni piccoli errori grammaticali e il testo potrebbe essere un poco più elegante, in stile con i migliori articoli di it.wiki. Adesso non ho tempo di mettermi a fare una ricerca per migliorare l'articolo: prima o poi lo farò, nel frattempo volevo segnalare la cosa, se poteva essere di utilità. - 87.2.55.189 12:58, 11 set 2006 (CEST)[rispondi]

[modifica wikitesto]

La voce ontologia e dialettica non costituiscno violazione di copyright perché scritte autonomamente da de utenti non registrate. Graziie.

Voce scarna

[modifica wikitesto]

Non vi sembra che questa voce si a un po' troppo scarna? insommma parliamo di Aristotele non dell'ultimo venuto.

  • (corr) (prec) 14:34, 18 nov 2006 151.42.230.200 (Discussione | blocca) (→Le opere)
  • (corr) (prec) 18:18, 17 nov 2006 Thijs!bot (Discussione | contributi | blocca) m (robot Aggiungo: nov:Aristotéles)
  • (corr) (prec) 00:51, 15 nov 2006 Sailko (Discussione | contributi | blocca) (→Collegamenti esterni)
  • (corr) (prec) 21:47, 13 nov 2006 Thijs!bot (Discussione | contributi | blocca) m (robot Aggiungo: ba:Аристотель, sco:Aristotle Modifico: eu:Aristotele)
  • (corr) (prec) 23:11, 4 nov 2006 Rei-bot (Discussione | contributi | blocca) m (robot Aggiungo: be:Арыстоцель Tolgo: ba:Аристотель Modifico: scn:Aristòtili)
  • (corr) (prec) 13:51, 29 ott 2006 Escarbot (Discussione | contributi | blocca) m (robot Aggiungo: sh:Aristotel)
  • (corr) (prec) 15:27, 20 ott 2006 G.dallorto (Discussione | contributi | blocca) (→La vita)
  • (corr) (prec) 15:27, 20 ott 2006 G.dallorto (Discussione | contributi | blocca) (→La vita)
  • (corr) (prec) 15:26, 20 ott 2006 G.dallorto (Discussione | contributi | blocca)

biografia di aristotele?

[modifica wikitesto]

contribuirò pure io, ma questa voce non mi sembra soddisfacente...Aristotele non è appunto l'ultimo venuto!

Farò altrettanto, ma la mancanza del sinolo neltrattare la metafisica è abbastanza traumatizzante; e manca anche la parte sulla poetica... -Ultima

Riscrittura Completa Della Voce

[modifica wikitesto]

Ho intenzione di riscrivere la voce su Aristotele ex novo. - Utente: Ultima 19:41 21\02\08

Non voglio frenarti, ma ti consiglierei di farlo dapprima in una sandbox (pagina di prova). E' una voce molto complessa, ricchissima di contenuti, e già sottoposta a numerosissimi edit che l'hanno migliorata in molte parti. Pensi ci siano alcune parti specifiche che vanno migliorate?Quali difetti riscontri nella voce?--Antiedipo 22:16, 21 feb 2008 (CET)[rispondi]


Trvo assolutamente incredibile che in una voce enciclopedica su Aristotele non sia fatto cenno della sua teoria di "forma" e "materia". Neppure un accenno alla psicologia del De Anima, che tanto ha influenzato le teorie cristiane. Ora, senza dover riscrivere totalmente da capo la voce (che nella parte biografica e nei sunti degli scritti acroamatici è sufficientemente completa) mi pare che una aggiunta sotto il titolo "Psicologia" ed un'integrazione circa l'ontologia debba essere fatta. --Lucafil32 18:35, 7 mar 2008 (CET)[rispondi]

Sono completamente d'accordo. Però credo che la voce debba essere riscritta ex novo. Mi pare molto incompleta. A parte il fatto che non fa cenno alla teoria di materia, forma e sinolo (e quindi della teoria del divenire con potenza e atto), non parla nemmeno di Dio per Aristotele (atto puro). Anche i collegamenti sono mal messi. Inoltre credo si debba parlare anche della gnoseologia (il concetto di intelletto attuale o attivo credo sia importante). --Nijeko (msg) 18:45, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Riscrivere da capo mi sembra eccessivo, completerei. La sezione sugli apocrifi è approssimativa, e poco pertinente, non aggiunge conoscenza e manca di citazioni serie. Tra l'altro sembra quasi ironica ----Liquid 2:57, 7 lug 2009 (CEST)

"Lo sapevi che..."

[modifica wikitesto]

Voce proposta per la rubrica Lo sapevi che..? e scartata con motivazione: "voce interessante, ma forse il personaggio è troppo noto per trovare spazio in questa rubrica". Patafritto (msg) 17:27, 22 feb 2010 (CET)[rispondi]

Errore logica

[modifica wikitesto]

C'è un errore nella parte della logica alla seconda riga, in cui si dice: "quello di non-contraddizione, per cui A ≠ non-A", questa affermazione è sbagliata poiché dovrebbe essere: " A non può essere e non essere nello stesso momento dallo stesso punto di vista". E inoltre manca il principio del terzo escluso per cui A = B oppure A ≠ B. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.71.163.241 (discussioni · contributi).

«A non può essere e non essere nello stesso momento» non è lo stesso di «A ≠ non-A»? --Fλιππο (dimmi) 15:57, 1 giu 2010 (CEST)[rispondi]

VOCE PERFETTA

[modifica wikitesto]
Voce perfetta. Complimenti a tutti i contributori! --Alex97 2000 e passa edits... 12:07, 6 giu 2010 (CEST)[rispondi]


La sorte delle opere aristoteliche

[modifica wikitesto]

Per ora sposto qui questa sezione perchè, pur essendo approfondita, sembra ripetere alcuni concetti già espressi nell'altra sezione già esistente che tratta delle opere. Penso di fare una cosa corretta anche per evitare lunghe digressioni, forse basterebbe fare una sintesi da aggiungere al paragrafo già esistente, oppure farne una nota. --Limonc (msg) 00:03, 28 ago 2010 (CEST) La sezione è questa:[rispondi]

I testi di Aristotele hanno una storia particolare: il successore Teofrasto dichiara nel suo testamento di lasciare tutti i suoi libri a Neleo, probabilmente aspettandosi che egli sarebbe diventato il suo successore all'accademia (anche in quanto amico di Aristotele stesso). Questi libri infatti erano tutti gli scritti essoterici di Aristotele, ovvero appunti riservati alle lezioni contenenti le sue riflessioni in fieri, uniti agli appunti dei suoi allievi. Erano quindi il vero sapere insegnato, in tutti gli ambiti, nel Liceo. Ora, in realtà scolarca non fu eletto Neleo, bensì Stratone, fatto che portò Neleo ad andarsene a Scepsi con tutti i testi, privandone quindi il Liceo. A questo punto a tutta la comunità filosofica rimasero solo gli scritti aristotelici sotto forma di dialogo platonico (esoterici), che erano però solo una minima parte dei suoi studi, e una serie di trasposizioni del suo pensiero, non sempre fedeli, che comunque non potevano godere della rigorosità di tutti i passaggi logici dell'originale. Ad essi si aggiunsero tutta una serie di falsi attribuiti al filosofo, tra cui i testi che Neleo vendette alla biblioteca di Alessandria come “testi di Aristotele”, come appaiono nel registro della stessa, ma che in realtà erano appartenuti ad Aristotele, ma non erano affatto suoi (in prevalenza trattati di Teofrasto). Intanto Scepsi entra nei possedimenti romani e un discendente di Neleo decide di “dissotterrare” i rotoli e venderli per denaro ad un bibliofilo, Apellicone, che pubblicò la prima “edizione”, di assai scarsa qualità, dell'Aristotele che si credeva perduto. Successivamente egli entrò nelle vicende politiche che si conclusero con la campagna di Silla, con la quale la sua ricca biblioteca entrò nel bottino di guerra. Anni dopo in una delle biblioteche di questi i vecchi rotoli furono finalmente disponibili ad alcuni fortunati studiosi che crearono una sorta di élite culturale. Fra di essi vi fu anche Tirannone, amico di Cicerone e studioso di Aristotele, che però abbandonò ben presto l'opera di riedizione al peripatetico più noto in circolazione: Andronico da Rodi, curatore dell'edizione ancora oggi utilizzata per i trattati aristotelici. Intanto gli originali erano passati con l'intera biblioteca al figlio di Silla, Fausto, che dilapidò l'intero patrimonio, vendendo anche i preziosi testi che scomparvero definitivamente.

[modifica wikitesto]

Ho aggiunto all'inizio della voce che Aristotele era prima biologo e POI filosofo. La sua principale occupazione era infatti la biologia marina.--HUNK (msg) 12:41, 31 ott 2010 (CET)[rispondi]

D'accordo sul biologo, ma Aristotele è conosciuto principalmente come filosofo. Secondo me dovresti invertire, mettendo come prima occupazione quella di filosofo.--Pennac (msg) 15:18, 1 nov 2010 (CET)[rispondi]

Ai tempi di Aristotele quella del filosofo non era un vero e proprio mansione...per questo motivo ho optato per aggiungere all'inizio della voce il "biologo". Per fluenza testuale poi l'ho anteposto.--HUNK (msg) 22:15, 1 nov 2010 (CET)[rispondi]

Però ai tempi di oggi Aristotele è considerato prima di tutto un filosofo. Secondo me è questo ciò che conta. A ogni modo si tratta di un dettaglio.--Pennac (msg) 23:25, 5 nov 2010 (CET)[rispondi]

Comunque ho lasciato il "biologo" anteposto per motivi di fluenza letteraria..se è errato dimmi come fare.--HUNK (msg) 12:34, 11 nov 2010 (CET)[rispondi]

Recenti modifiche alla sezione biografica

[modifica wikitesto]

Mi è stato segnalato questo edit come una possibile rimozione eccessiva di contenuti. Effettivamente molte informazioni di interesse sono state perdute, come la suddivisione in tre periodi della vita di Aristotele (che andrebbe però "fontata"). Invito quindi le parti in causa a trovare un accordo e una formulazione condivisa. Personalmente credo che in questa voce possiamo abbondare in informazioni biografiche, infatti aggiungerle non significa togliere spazio al resto visto che esistono comunque molte sottovoci specifiche per l'approfondimento. --Johnlong (msg) 15:47, 5 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Ciao Johnlong; ti ringrazio per l'interessamento e per aver aperto questa discussione. Per quanto riguarda le fonti specifico che ciò che avevo scritto erano rielaborazioni degli appunti presi durante le lezioni del mio professore di filosofia. Posso però specificare le fonti in quanto egli basa le sue lezioni su libri universitari importanti. In particolare la tripartizione della vita (che a me sembrava molto utile) è presa da Giovanni Reale, introduzione ad Aristotele, 1991.
Le altre informazioni invece da W.D.Ross, Aristotele, 1976 e M.De Bartolomeo-V.Magni, Filosofia.
Ho già aperto una discussione nella pagina personale di trambolot come avrai visto; aspetto che partecipi anche lui a questa discussione. --FognettinaDolce (msg) 17:14, 5 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Molto bene, sono ottime fonti. Indicale in nota e per me puoi reintrodurre quanto avevi scritto, poi vediamo, se ci sono ancora problemi si può sempre annullare. --Johnlong (msg) 18:30, 5 giu 2011 (CEST)[rispondi]


Grazie; l'ho reintrodotto con aggiunta di fonti e ho anche integrato alcune piccole specificazioni che prima non c'erano. L'unica cosa che segnalo è che nella mia biografia c'è già la parte "abbandono dell'accademia e fondazione del peripato"; ho confrontato le due versioni e mi sembra che ci sia tutto anche nella mia elaborazione. Comunque sia lascio a voi scegliere cosa fare. --FognettinaDolce (msg) 19:16, 5 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Veramente era stata lei per prima che aveva tolto il materiale precedente e ne aveva inserito di nuovo, che mi è sembrato poco consono ad una enciclopedia, infatti erano riportati dei giudizi molto pesanti su Speusippo e la sua investitura a scolarca. Un'enciclopedia non dovrebbe limitarsi a descrivere senza giudicare? Inoltre aveva ripetuto una parte (su Alessandro e il Liceo) che già esisteva dopo la sezione delle opere giovanili, forse non se n'era accorta, per questo ho proveduto ad unificare la biografia, mettendo alla fine (e non più al centro) la parte delle opere giovanili. Io non è che volessi rimuovere i suoi inserimenti, semplicemente ho visto che gran parte delle cose inserite già c'erano e queste che già c'erano mi sembravano migliori. Comunque se alcune aggiute hanno fonti autorevoli, come la tripartizione in tre periodi, senz'altro si può mettere, però appunto penso che le aggiunte andrebbero fatte con criterio integrando quello che già c'è, e non ricoprendo semplicemente le cose precedenti. Trambolot. Scusa, non ne puoi prima discutere invece di ricoprire semplicemente le cose precedenti? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Trambolot (discussioni · contributi) 19:24, 5 giu 2011 (CEST).[rispondi]

Veramente se leggessi bene la discussione ho appena detto che sono consapevole della parte "abbandono dell'accademia e fondazione del peripato"; ho ripristinato la mia elaborazione con integrazioni di alcune parti che mi ero accorta di aver sorvolato e soprattutto integrando quella parte dell'abbandono dell'accademia. Non ho tolto il materiale precedente l'ho solo rielaborato perchè a mio parere (e a parere di altri che avevano già espresso nella discussione il desiderio di riscrivere la biografia) la voce era migliorabile. L'episodio di speusippo è attestato sempre dalle fonti che ho citato; il posto toccava ad Aristotele a cui Platone assegnava anche dei compiti individuali ma alla sua morte per motivi economici è passato a Speusippo. Comunque se per anche gli altri è un giudizio inappropriato si può benissimo togliere.
NB: apprezzo molto la modifica di unificazione delle opere --FognettinaDolce (msg) 19:41, 5 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Mi scuso se forse sono apparso un po' brutale, e capisco le tue buone intenzioni. Ho cominciato a integrare le due parti, ci sono da inserire ancora dei pezzi del tuo materiale. Chiaramente è un lavoro un po' certosino, come tutto del resto qui su wikipedia. se vuoi continuare per me nessun problema, però penso che espressioni come "ingiustamente", "indignato", "dimostrazione indubbia" siano da evitare perchè mi sembrano enfatiche. Penso anche che in proposito sia opportuna l'opinione di altri. Ciao Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Trambolot (discussioni · contributi) 19:49, 5 giu 2011 (CEST).[rispondi]

Mi sembra normale che Aristotele sia "indignato" dalla scelta interna dell'Accademia di nominare Speusippo e non lui; ed è questa decisione che lo porta a cominciare i suoi viaggi per il mediteranneo. Troppo enfatico, d'accordo, allora trova tu espressioni migliori, per me va bene. Sull'ingiustamente ti ho già spiegato sopra perchè l'ho usato e che non sono io a giudicarlo tale. Dunque aspettiamo l'opionione anche degli altri. Però, prima di reincancellare la mia versione potevi anche tu, come hai detto a me, parlarne nella discussione prima, no? Buon lavoro "certosino" (che tra l'altro mi sembra che sia stato tu ora a togliere molte informazioni che, anche se magari erano ridondanti ed enfatiche, primac'erano....) --FognettinaDolce (msg) 19:54, 5 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Premesse che questo non e' esattamente il mio campo, constato che prima la voce conteneva cose che sono poi state rimosse (due volte). Da un punto di vista formale e di aderenza alle regole di WP a me sembrava corretta, ma nel dubbio non avrei rimosso (due volte), avrei chiesto. Che ne dite se rimettiamo tutto cio' che FognettinaDolce aveva inserito (con tanto di fonti) e poi chi lo ritiene fa un un lavoro di integrazione senza pero' privare WP di informazioni? --gabrielepx (msg) 21:19, 5 giu 2011 (CEST)[rispondi]

(rientro) I toni enfatici vanno certamente sempre evitati, come le formulazioni in prima persona plurale, ecc. La cosa migliore credo sia correggere direttamente sul testo le parti ritenute problematiche. --Johnlong (msg) 15:31, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Ora ho integrato la parte nuova di Fognetta, attenuando anche i toni troppo enfatici. Spero mi scuserete, ma com'era prima c'erano due pezzi duplicati, in pratica si faceva morire Aristotele due volte.--Trambolot (msg) 21:04, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Avevo segnalato il problema delle parti doppie nella discussione: si sarebbe potuto discutere insieme su quale togliere e sulle parti troppo enfatiche da migliorare. Comunque sia ho visto l'integrazione; ti faccio notare che manca la specificazione del terzo periodo di Aristotele. Ciao! --FognettinaDolce (msg) 21:26, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]

L'avevi segnalato ma il problema chi l'ha causato? A ogni modo è risolto, ho lasciato praticamente tutte le tue aggiunte, riguardo la divisione in periodi (per me superflua ma prendo atto che ci tieni tanto :) ho persino suddiviso la biografia in un'ulteriore sezione intitolata "La fondazione del Peripato" (scorporata dalla sezione precedente), così il terzo periodo mi pare anzi evidenziato meglio: all'inizio del terzo periodo ho scritto proprio "nell'ultimo periodo della sua vita", controlla meglio!--Trambolot (msg) 19:18, 7 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Sarebbe piu carino che facessi meno l'ironico grazie; tra l'altro per te è superfula ma altri han espresso un'opione positiva sulla tripartizione della vita. Se tutti la pensassero come te nessuno dovrebbe piu cercare di migliorare una voce; ok, avevo causato un "problema" ma la situazione era molto semplice: tenere la vecchia o la nuova sciogliendo il problema. Tuttavia non mi va di far polemiche; ti faccio notare che stai facendo tutto praticamente da solo almeno io avevo chiesto pareri e consigli altrui; non apprezzo questo modo di fare ma sorvolo che è meglio. Buona serata NB: Controllo bene prima di parlare sta tranquillo credevo fosse giusto mettere "Il terzo periodo comincia" per coerenza con gli altri,ma amen ^^' --FognettinaDolce (msg) 19:54, 7 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Mi sembra che la nota 11 sia poco esatta; il termine metafisica nacque con Andronico da Rodi nel I sec a.C e aveva significato solo dal punto di vista editoriale ("dopo gli scritti della fisica"). Solo dopo significherà "oltre la sfera sensibile" e questa precisazione viene fatta anche in altre voce di wikipedia come Metafisica o Metafisica (Aristotele); non capisco come mai nella nota di questa voce venga invece detto che i significati della parola sono controversi... --FognettinaDolce (msg) 21:39, 5 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Non conosco tale controversia, se esiste andrebbe citata in modo puntuale. Forse si tratta più semplicemente di un fraintendimento comune. Ho sempre dato per assodato che l'origine del nome fosse quella che hai indicato, un caso classico e spesso citato in cui il significato letterale si è perso nei secoli e la parola ha assunto il significato che conosciamo oggi. Spulciando la cronologia sono risalito alla modifica che ha introdotto la nota, ho chiesto quindi all'autore di intervenire qui per un chiarimento, se salta fuori qualcosa indicheremo la controversia, altrimenti credo possiamo correggere. --Johnlong (msg) 15:03, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]


«The awkward title, literally “The [books or things] after the physical [books or things],” first attested in Nicolaus of Damascus (1st century CE), reflects the difficulty of fitting the treatise into the standard scheme of disciplines: it belongs to theoretical philosophy, and draws on physics, but does not belong to physics, because the divine things it considers (unlike the heavens, also divine) exist separately from matter and motion.»

«Più tardi sono stati raccolti in un libro che stranamente è stato chiamato "Metafisica" in effetti il nome può essere interpretato in due modi così come è stato fatto: da una parte ciò che è oltre la fisica in senso assiologico o gerarchico, e dall'altra semplicemente ciò che viene dopo la Fisica cio che dal punto di vista della collocazione dei libri andava inserito dopo la Fisica.»

Per quanto attiene Andronico

«Following a Stoic division of philosophy, Andronicus organized the corpus into first “logical” writings, then “physical” (or more broadly "theoretical" writings, to include the Metaphysics, concerned with nonphysical things), then “ethical” writings (or more broadly “practical,” to include the Politics).»

NEW HYPOTHESIS ABOUT THE TITLE METAPHYSICS

In an essay published in 1954 (see bibliography), Hans Reiner proposed a new interpretation of the origins of the title of Aristotle's book. His hypothesis is summarized by Takatura Ando in: Metaphysics. A critical survey of its meaning - The Hague, Martinus Nijhoff. pp. 4-5.

"According to Reiner, it would have been a quite arbitrary procedure to christen the science, which Aristotle himself called the first philosophy, and Theophrastus the first theology, with a name derived by chance from the mere editorial sequence of the work. The interpretations of this book by Alexander of Aphrodisias and by Asclepius, on which modern scholars like Brandis, Zeller, and Bonitz base the above mentioned hypothesis [that the title is due to Andronicus of Rhodes], tell us in reality that the book was called ta meta ta fisika, because it came after the physical sciences. Rather then mentioning anything about its origin from Andronicus' arbitrary arrangement, Alexander and Asclepius said that the order was taxix proz hmaz. Anyone who has learned a little about Aristotle's philosophy must know that prox emax usteron is the contradictory opposite of prox emax proteron, which on its side, is the contrary of fusei proteron. Metaphysics is posterior to physical sciences in the order in which we learn things, and this is consistent with calling metaphysics prote filosofia, first philosophy, i.e. prior in the order of being. (...) The name metaphysica , Rainer proceeds, cannot be found even in Diogenes Laertius, the oldest catalogue of Aristotle's works. The first person to use this title if Nicolaus of Damascus, who lived in the latter half of the first century B.C. In a commentary on Theophrastus metaphysics -- this book had also originally another name -- we find that Nicolaus of Damascus wrote a book on Aristotle's meta ta fusica. (...) Though as we have already said we cannot find it [metaphysics] in the list of Diogenes Laertius, it seems very probable that it was included in an earlier list -- that of Hermippus (ca. 200 B.C.) -- and was by some chance dropped from the list of Diogenes. According to Howald, Ariston of Ceus who was master of the Peripatetic school fro 228-5 B.C. made a list of philosophical works before Hermippus and Diogenes presumably used this when he made his list. The origin of the name metaphysics, thus traced back to one century after Aristotle's death, might be safely conjectured to reflect the sequence which Aristotle himself followed. (...) Eudemus, Aristotle's immediate disciple, the author of the History of Theology, and the first editor of his teacher's works, is supposed by Reiner to have invented the name ta meta ta fusica."

Mi fermo?

--Xinstalker (msg) 16:04, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Grazie per le delucidazioni al riguardo; magari nella nota si può far un breve accenno a questo nuovo dibattito sull'interpretazione del nome metafisica così non ci saranno fraintendimenti, no? --FognettinaDolce (msg) 16:36, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Nuovo... beh è un po' datato... 60 anni fa.... la tua ipotesi forse... era precedente... ;) non date retta alla Wikien sono noti somari, meglio la Wikide:

«Ob der Titel ( ta meta ta physika: die <Schriften, Dinge> nach der Physik) einen bloß bibliografischen oder einen sachbezogenen Hintergrund hat, ist unklar

--Xinstalker (msg) 16:47, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Con il "Nuovo" mi riferivo al paragrafo che hai proposto prima... comunque ok, era una mia mancanza al riguardo; credevo solo che fosse meglio specificare ciò nella nota anche per gli altri che come me non ne erano al corrente. Dunque grazie per i chiarimenti! ;) --FognettinaDolce (msg) 16:51, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]
Grazie Xin, ottimo chiarimento. Forse allora per completezza sarebbe bene aggiungere un cfr. e indicare in nota con qualche titolo. Lo stesso andrebbe fatto negli altri luoghi dove compare. --Johnlong (msg) 17:48, 6 giu 2011 (CEST)[rispondi]

Titolo dei paragrafi

[modifica wikitesto]

L'utente Trambolot modifica il titolo del paragrafo "Pensiero" in un senso che, per me, è contro il criterio di uniformità dei vari paragrafi riguardanti il pensiero dei filosofi. Aspetto la risposta dell'utente. --Apollineo! (msg) 21:23, 5 giu 2012 (CEST)[rispondi]

L'utente Apollineo ha apportato modifiche alla struttura dei paragrafi, senza discuterne previamente. Io ritengo che la sezione delle opere, dove si parla anche degli scritti giovanili, andrebbe lasciata per coerenza prima della trattazione del pensiero. E' stato modificato anche il titolo di quest'ultimo, rimuovendo la dicitura "La filosofia: scienza delle cause e ricerca delle essenze", che dava un titolo sintetico alla sezione in accordo con l'opinione di studiosi citati in bibliografia che ritengono come la filosofia di Aristotele possa essere definita effettivamente una scienza delle cause che ricerca le essenze primarie.--Trambolot (msg) 21:28, 5 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Sì, ho apportato delle modifiche "bold". Nell'immediato non è mi è stato contestato nulla, ora leggo però Trambolot che mette in discussione quanto da me fatto. Dunque provvedo a spiegare le ragioni per cui, a mio parere, la voce dovrebbe mantenere la seguente struttura:
  • Incipit
  • Biografia
  • Pensiero
  • Opere
  • tutto il resto
Semplicemente, il pensiero di un autore determina le opere che gli andrà poi a produrre; non accade mai il contrario, ossia che siano le opere (proprie) a influenzare il pensiero di colui che le compone. E' un controsenso che non si è mai sentito. Non metto poi in dubbio che la filosofia di Aristotele possa essere definita una "scienza delle cause che ricerca le essenze primarie", come dice Trambolot, però ho sempre notato che le voci riportano come titolo del paragrafo che illustra il pensiero di un autore appunto la dicitura "Pensiero". Non vedo perché sottrarre questa voce al criterio di uniformità suddetto. Tra l'altro, se è evidente che la filosofia di Aristotele tenda a questo scopo, non dovrebbe neppure essere necessario ribadirlo immediatamente nel titolo, ma il concetto verrà fuori con la progressiva lettura da parte del fruitore. --Apollineo! (msg) 21:36, 5 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Innazitutto vorrei segnalare l'atteggiamento a mio parere scorretto di Apollineo, che per primo ha modificato la voce, in maniera pesante, senza discuterne con nessuno, rollbackando poi gli aggiustamenti in corso che stavo facendo alla voce, senza neppure aspettare; e direi che le contestazioni gli sono arrivate anche abbastanza nell'immediato. In secondo luogo, caro Apollineo, il tuo criterio di uniformità non mi pare sia legge di wikipedia, d'altronde se una voce è strutturata in un certo modo un motivo ci sarà, e dipende, come in questo caso, da come la voce è stata impostata. Ribadire i concetti portanti nel titolo, inoltre, può essere di aiuto nella lettura, e serve a evidenziare le linee guida di una sezione, come fanno d'altronde tanti manuali di filosofia o di qualunque altra materia.--Trambolot (msg) 21:50, 5 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Ho ripristinato i paragrafi alla versione prima delle modifiche, dato che la voce mantiene tutto sommato una certa uniformità rispetto alle altre voci, mentre quella di cui Apollineo lamenta la mancanza non è legge.--Trambolot (msg) 21:55, 5 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Se qualcuno pensa che il mio atteggiamento sia scorretto, me ne dispiaccio, non è questa l'immagine che voglio dare di me, anche perché credo di fare solo il bene della voce, con i miei edit. Non che gli altri non lo facciano, sia chiaro, tutti diamo la nostra piccola parte per la riuscita del progetto. Comunque ribadisco il concetto: sono stato bold, come del resto è chi vuol far fare passi avanti alle voci; ecco spiegati i miei interventi, in realtà sul piano pratico abbastanza modesti, alla struttura della voce. Ho rollbackato perché non ritengo corretta la versione di Trambolot, come del resto lui non ritiene corretta la mia (e mi ha contro-rollbackato, come si vede dalla cronologia). Credo che questi episodi accadano in continuazione in Wikipedia e rappresentano la normale "dialettica" tra wikipediani. Non c'è bisogno di prendersela.
Se la voce è strutturata in un certo modo un motivo ci sarà. Ma il bello di questo progetto è che è tutto un work in progress; una struttura, che magari resiste per diverso tempo (non ho controllato se sia il caso di questa voce), può essere modificata in qualsiasi momento, se quella nuova è migliore (questo ovviamente dovrà stabilirlo il confronto tra più utenti, non solo noi due). Quindi non voglio assolutamente attenermi al "dogma" del "così l'hai trovata e così deve rimanere".
Quanto al criterio di uniformità, non era mia intenzione parlare di "leggi" o imposizioni varie. Dicevo soltanto che la prassi è quella.
Wikipedia non è un manuale di filosofia e non lo è neppure questa voce, che è un singolo elemento di una enciclopedia. --Apollineo! (msg) 22:02, 5 giu 2012 (CEST)[rispondi]
E, in ogni caso, le motivazioni per cui secondo me la voce dovrebbe accettare l'attuale versione le ho riportate sopra. --Apollineo! (msg) 22:07, 5 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Se può aiutare in questo dialogo per aver presente qualche esempio, cfr. un'enciclopedia in inglese (non cito Wikipedia che non è fonte per se stessa): http://www.iep.utm.edu/aristotl/ --Tenan (msg) 11:22, 6 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Ringrazio l'utente Tenan, come si può vedere nell'enciclopedia da lui linkata, gli scritti (writings) sono messi prima della trattazione del pensiero. Così era pure in questa voce, non capisco perchè cambiare da un giorno all'altro per un criterio di presunta uniformità che non sta scritto da nessuna parte, e serve soltanto a stravolgere l'impostazione generale della voce. Lo stesso Apollineo ha ammesso che l'uniformità da lui pretesa non è una legge di wikipedia ma una sua convinzione personale. Il titolo del paragrafo, poi, almeno quello si poteva lasciare, che c'è di male a titolarlo "Scienza delle cause e ricerca delle essenze", almeno questo concedilo, Apollineo, per ora non faccio l'annullamento del tuo intervento dato che, come al solito, lo rollbackeresti subito. Aspetto che sia tu a farlo, grazie.--Trambolot (msg) 17:51, 9 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Trambolot, guarda che io parlavo dell'uniformità wikipediana, mica delle altre enciclopedie. Ribadisco che la maggior parte delle voci che ho visionato presentano le opere dopo il pensiero, che è fondamentale, anche su un piano di pura logica, per comprendere queste. Non ho mai detto che questa è una mia convinzione personale, non diciamo cose false, cortesemente. Ti invito anche a non assegnarmi il ruolo di chi rollbacka, perché lo hai fatto anche tu. Detto questo, non ho intenzione di annullare il mio intervento. Non c'è consenso alla tua versione, che è finora sostenuta solo da te. Quindi, cortesemente, non toccare la voce finché non raggiungi consenso. --Apollineo! (msg) 21:34, 9 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Senti chi parla, casomai non c'è consenso sulla tua versione, che è sostenuta solo da te, sulla base di un criterio di presunta uniformità a cui tieni solo tu. E nonostante tu non abbia alcun consenso, hai modificato la voce per primo, senza discuterne con nessuno, rollbackando i miei inverventi che si limitavano a riportare la voce allo stato originario, cioè lo stato in cui la voce è rimasta per parecchi anni, senza che nessuno abbia avuto da obiettare. Invece adesso arrivi tu e ti accorgi solo ora che essa manca di "uniformità", intimandomi che dovrei raggiungere un consenso per poter ristabilire la voce nella versione in cui è rimasta per anni. Casomai chi arriva dopo deve avere consenso sufficiente per poter effettuare modifiche importanti come la struttura dei paragrafi, quindi dato che tu non hai intenzione di farlo, provvedo io a ripristinare la voce, che si dovrà modificare solo dopo che si sarà raggiunto un consenso sufficiente, come prescrivono le regole.--Trambolot (msg) 20:21, 10 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Il criterio del consenso vale anche per questa voce. Wikipedia certamente non è fonte per se stessa: ciò che si fa in altre voci non è il criterio per valutare ciò che si fa in questa voce concreta. Per questo sembra corretto parlare prima di modificare una voce (tranne che la voce sia veramente un disastro...).--Tenan (msg) 15:27, 11 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Tenan, non si parla di fonti, si parla di convenzioni stilistiche. Sicuramente Wikipedia non è fonte di se stessa, ma qui si sta parlando di consuetudini strutturali che valgono uniformemente per tutte le voci. --Apollineo! (msg) 17:23, 11 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Scusa, Apollineo, è una questione di logica: c'era una strutturazione dei paragrafi che è rimasta inalterata per alcuni anni, e quindi godeva di silenzio-assenso, perchè nessuno vi ha mai trovato nulla da obiettare. La nuova "versione" che tu hai voluto imporre invece è stata contestata sin dal primo giorno. Quindi direi che spetta alla nuova versione trovare il consenso necessario per poter rimanere in pianta stabile. Se troverai una maggioranza di persone che la pensano come te non avrò più nulla da obiettare, ma se invece continui così a rollbackare prima che la discussione sia risolta in tuo favore dovrò prendere provvedimenti nei tuoi confronti.--Trambolot (msg) 21:57, 14 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Lascio la discussione. Le mie motivazioni le ho già spiegate, ma non insisto. Teniamo pure la voce con l'assetto errato attuale. Scusate il disturbo. --Apollineo! (msg) 16:41, 15 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Segnalo che al prossimo accenno di edit war procederò al blocco non già della voce, ma delle utenze coinvolte. Se non riuscite a trovare un accordo per carenza di dibattito, vi invito ad aprire una Richiesta di pareri.--CastaÑa 14:20, 15 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Speriamo di poter risolvere il problema qui, nella voce. Propongo continuare la discussione e, mentre, lasciare l'articolo come era prima dell'inizio di questa "guerra"... Magari lasciamo un po di tempo per altri interventi di coloro che vigilano la pagina. Grazie.--Tenan (msg) 15:13, 15 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Esempi di strutturazione nelle enciclopedie di filosofia

[modifica wikitesto]

Carissimi sperando di fare cosa utile e gradita vi giro la struttura della voce Aristotle/Aristotele nelle diverse enciclopedie di filosofia:

La voce curata da Stephen Menn nella Encyclopedia of Philodsophy della Gale (2005) vol. 1 263-82 è così strutturata:

  • Una mega introduzione con la vita
  • Writings
  • ethics and politics
  • dialectic and analytics
  • physics and cosmology
  • psychology and zoology
  • metaphysics
  • influence
  • Bibliography

La voce curata da Terence H. Irwin nella Routledge Encyclopedia of Philosophy, Version 1.0, London and New York: Routledge (1998) è così strutturata:

  • Life
  • Order of Aristotle’s works
  • Appearances
  • Thought and language
  • Deduction
  • Knowledge, science and demonstration
  • Categories and beings
  • Change and substance
  • Causes
  • Change
  • Metaphysics
  • From being to substance
  • Why is form substance?
  • What are substantial forms?
  • Universals, Platonic Forms, mathematics
  • Metaphysics: God
  • Soul and body
  • Perception
  • Appearance and thought
  • Desire and voluntary action
  • The human good
  • Virtue of character
  • Virtue, practical reason and incontinence
  • Choice, virtue, and pleasure
  • Virtue, friendship and the good of others
  • Two conceptions of happiness?
  • Politics: ideal states
  • Politics: imperfect states
  • Rhetoric and poetics
  • Influence
  • List of works
  • References and further reading

La voce curata da Enrico Berti per la Enciclopedia filosofica della Bompiani (2006) vol.1 pagg. 673-704 è così strutturata:

  • Vita e opere
  • Logica e dialettica
  • Fisica e cosmologia
  • Psicologia e biologia
  • Metafisica
  • Etica e politica
  • Retorica e poetica
  • Bibliografia

La voce curata da Gianni Vattimo per la Garzantina di Filosofia (2004/2007) pagg. 55-9 è così strutturata:

  • La vita e le opere
  • La critica del platonismo e il problema dell'evoluzione del pensiero aristotelico
  • La "filosofia prima" e il sistema del sapere
  • Il mondo del movimento: la fisica
  • La logica
  • Il sapere e il mondo umano
  • Poetica e retorica

Francamente mi sembra che il capitolo delle opere possa rimanere inserito subito dopo la vita.

Cordialità e buon lavoro. --Xinstalker (msg) 22:41, 16 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Ringrazio Xinstalker per la precisazione, nonostante abbia ormai abbandonato la discussione un po' deluso. Ciononostante vorrei precisare che i miei interventi facevano riferimento alla struttura delle voci wikipediane, non di altre enciclopedie. Se poi sia necessario seguire la struttura di enciclopedie esterne, lo ignoro, non so neppure se c'è una linea guida che espone la cosa in tal senso. Io sapevo che Wikipedia deve attenersi rigorosamente alle fonti, non alle convenzioni stilistiche di altre enciclopedie. Ma, come detto, non era questo il punto che sottolineavo. Ribadisco: mi ritiro dalla discussione e auguro buon lavoro a tutti. --— Apollineo! (messaggi) 00:52, 17 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Da buon ultimo

[modifica wikitesto]

Non mi ero accorto di questa discussione ma seguendo l'amico Xin, sempre interessante per i suoi pirotecnici interventi, mi accorgo ora della questione che si dibatte. A farla breve sono anch'io d'accordo con l'inserire le opere secondo il metodo storiografico (Vedi manuale Giannantoni) per l'esposizione del pensiero.--Gierre (msg) 08:27, 17 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Ho riorganizzato il paragrafo secondo il metodo in vigore in WP: e cioè prima dare conto e ragione dell'origine e significato del termine (in questo caso del lemma Logica) e successivamente spiegare i suoi contenuti che ho riportato in un sotto-paragrafo (Analitici primi e posteriori). Credo che così sia eliminata la confusione notata dall'utente.--Gierre (msg) 08:05, 6 set 2012 (CEST)[rispondi]

la logica per Aristotele non esiste sotto questo nome. egli parla delle leggi del pensiero strutturato e dei suoi elementi fondamentali. E non del solo sillogismo come e' scritto. La logica per Aristotele e' strumento del pensiero e non ragione distinta , dianoia che e' termine platonico. La logica non serve, come vedo scritto nella nota 35, per acquisire nuove conoscenze, ma per elaborare un pensiero corretto formalmente

Vedo poi erroneamente scritto deduzione contrapposta a intuizione, forse si voleva dire Induzione.

Chiedo scusa per la forma ma sto usando un tablet che non conosco.--Gierre (msg) 08:41, 11 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Si fa riferimento alla distinzione tra intelletto e ragione, messa in luce dagli studiosi, in rete reperibile su questa sintesi elaborata dal professor Massimo Mori, docente dell'Università di Torino: sarà opportuno chiedersi dove sia storicamente nata l’idea della distinzione tra intelletto e ragione: non è possibile stabilire chi per primo l’abbia prospettata, ma, ciononostante, si può dire con certezza che ad Aristotele vada fatta risalire la sua formulazione più precisa. Secondo lo Stagirita, attraverso la ragione (διανοια) possiamo acquisire conoscenze impiegando i sillogismi, ossia quei ragionamenti concatenati strutturati in maniera tale che, partendo da due premesse, si pervenga ad una conclusione. Nella voce si dice comunque abbastanza chiaramente che non la logica bensì l'intuizione permette di creare quelle conoscenze da cui la logica trae soltanto delle conclusioni formalmente corrette.--Trambolot (msg) 11:51, 12 ott 2012 (CEST)[rispondi]
Ho modificato il testo con riferimenti più attendibili di quelli che si trovano in un sito ad uso di studenti con appunti generici, presi non si sa come e ad opera di chi, che in poche righe pretendono di esporre contenuti filosofici che riguarderebbero la distinzione tra intelletto e ragione da Cartesio a Hegel (e scusate se è poco) che propriamente c'entra poco o niente con l'argomento del paragrafo che è la logica aristotelica. --Gierre (msg) 10:00, 17 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Continuo a non capire dove sia la difficoltà di evidenziare la distinzione tra intelletto e logica (o analitica, organon, chiamala come ti pare), che nella voce connota il passaggio al nuovo argomento per evitare la perdita del filo del discorso. Quel pezzo di introduzione al paragrafo sulla logica aiuta il lettore a comprendere in che modo la logica va inquadrata nella teoria della conoscenza di Aristotele. Il sito che ho linkato in maniera sbrigativa in effetti può dare l'impressione di appunti presi supreficialmente, ma si tratta di concetti validissimi ed espressi non solo dal Massimo Mori, ripresi da questo sito enciclopedico ben più attendibile, ma sottolineati anche da altri studiosi di spessore.--Trambolot (msg) 16:19, 17 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Credevo di esser stato chiaro comunque ti ripeto che la logica per Aristotele è STRUMENTO del pensiero e NON ragione conoscitiva. La logica NON riguarda la teoria della conoscenza. La logica NON serve per acquisire nuove conoscenze, compito della ragione e dell'intelletto, ma per elaborare un pensiero corretto formalmente. Tutto quello che tu riporti sulla distinzione in Aristotele tra intelletto e ragione NON ha a che fare con la logica aristotelica ma con la scuola stoica successiva. (Per capire meglio vedi qui --Gierre (msg) 08:06, 18 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Purtroppo non sei molto chiaro, nè il tuo atlante può essere d'aiuto, dato che a pag. 505 si parla della logica in generale, non di quella aristotelica, mentre la distinzione aristotelica tra intelletto e logica è stata sottolineata in maniera evidente, oltre che dal professor Massimo Mori, anche da altri come Guido Calogero, I fondamenti della logica aristotelica, La Nuova Italia, Firenze 1968, pag. 15 e segg., persino con un lavoro filologico sui testi aristotelici, fonti che tu hai rimosso senza motivo. Senza contare che già Tommaso d'Aquino, nel Duecento, si rifaceva proprio ad Aristotele per distinguere l'intelletto dalla logica. Lo stoicismo invece si concentra sulla logica, non parla di intelletto. Dire poi che la logica NON riguarda la teoria della conoscenza è una tesi po' strappata, perchè è chiaro che riguarda principalmente le forme del pensiero, ma la logica di Aristotele, come hai voluto sottolineare tu stesso, è diversa da quella moderna che è puramente formale, poiché riguarda anche, come scrivi tu stesso nella voce, l'adeguamento dei nostri schemi mentali alla realtà, e quindi in ultima analisi la conoscenza stessa. Ciò non toglie ovviamente che per Aristotele la ragione sia soprattutto strumento, ed è inutile che continui a ripetermelo dato che con me sfondi una porta aperta. Credo comunque sia più corretto riportare nella voce dei riferimenti a studi specifici su Aristotele come Calogero e Mori, anzichè a quel manuale che riporta definizioni generiche del termine logica che non sono attinenti nel particolare ad Aristotele.--Trambolot (msg) 15:38, 18 ott 2012 (CEST)[rispondi]

P.S. Ho visto anche che hai inserito una digressione sull'etimologia del termine logica che trovo fuori tema perchè si dilunga sulle terminologie stoiche, presocratiche e platoniche, che altrimenti devierebbe il filo del discorso, e che comunque non ho rimosso ma ho semplicemente spostato nella voce apposita Logica.

Organon - De Interpretatione

[modifica wikitesto]

Credo che sia opportuno modificare, tra le opere dell'Organon, la traduzione del titolo latino "De Interpretatione", che forse è meglio tradurre con "Sull' enunciazione" o "Sull' espressione", indicando a fianco comunque l'originale greco e il latino. Spero siate tutti d'accordo, in attesa di risposte non modificherò nulla.

Faccio presente a chi ha posto l'avviso in bibliografia, che Cicerone e Diogene Laerzio non sono considerati uno "studio" su Aristotele, ma che è solo elencata l'edizione dei testi da cui sono tratte le relative citazioni presenti nella voce. Per evitare equivoci li ho sistemati a parte, prima della trattazione della letteratura critica. --Trambolot (msg) 18:05, 11 feb 2013 (CET)[rispondi]

Gli argomenti che apportai nella discussione sopra (ottobre 2012) continuo a ritenerli validi ancora adesso: come puoi portare Pancaldi a sostegno di argomenti (peraltro già espressi in altri punti nel paragrafo con altre fonti) di cui lui non fa menzione, dato che nel libro citato a pag. 505 non parla della logica aristotelica? Lui parla della logica come concetto in generale (cioè della logica secondo lui, non secondo Aristotele che non viene proprio citato). Poi perchè cambiare di punto in bianco il paragrafo dopo che se ne era discusso mesi fa? Il paragrafo è rimasto inalterato da allora, credo sia opportuno quantomeno discuterne prima, se si vuole riaprire l'argomento. Ad esempio, ho tolto la digressione sull'etimologia del termine logica, come la tolsi allora, perchè la trovo fuori tema e troppo lunga, avendo già spostato a suo tempo il tuo contributo nella voce Logica, più apposita.--Trambolot (msg) 23:47, 25 set 2013 (CEST)[rispondi]

  • Per superare ogni polemica aggiungo delle citazioni specifiche e puntuali di Giovanni Reale e di Gabriele Giannantoni sulle quali spero non avrai da obiettare.
Quanto alla tua osservazione sulla nota di Pancaldi (che vuol dire "secondo lui"?) il testo è riferito validamente e precisamente alla logica e rimanda più ampiamente alla voce "dottrina della conoscenza" che fa riferimento anche ad Aristotele e che potrai utilmente leggerti.
Ti faccio osservare che nella nota relativa Calogero, da te erroneamente riferita alla voce "deduzione" della Treccani, è invece in "Apodissi" dove Calogero non dice (come tu scrivevi nelle prime righe della sezione), che la Logica è distinta dalla ragione,(e come potrebbe dato che si tratta di un procedimento razionale?) ma il contrario nel senso che «l’(ἀπόδειξις), significante "dimostrazione" è la funzione più complessa della dianoia». Una funzione della conoscenza razionale quindi e non conoscenza vera e propria data la natura formale della logica aristotelica.
Ho tolto la nota relativa al prof Mori che è generica e non adeguata al testo. La nota relativa all’autore tedesco è altrettanto generica, priva di traduzione italiana e senza preciso riferimento al testo della voce.
La seconda nota riferita a Calogero è superflua in quanto ripete quanto detto nella prima.
Quanto alla lunghezza del testo dedicato all’etimologia (5 righe) questa è una tua opinione non condivisa da altri utenti. --Gierre (msg) 10:24, 27 set 2013 (CEST)[rispondi]


Mi attribuisci una cosa errata, dove avrei scritto che "la Logica è distinta dalla ragione"? Quello che ho scritto, nella nota relativa a Calogero, è che Aristotele distingue la logica dall'INTELLETTO (NON dalla ragione), o, come spiega Calogero, il nous (intelletto) dalla dianoia. Ripristino quindi la frase, che ti invito a rileggere meglio facendo attenzione all'uso corretto dei termini. Su Calogero, che ha particolarmente insistito sulla distinzione tra intelletto e ragione in Aristotele, ti consiglio di rifarti non tanto alla Treccani, quanto ai suoi studi illustrati in I fondamenti della logica aristotelica, La Nuova Italia, Firenze 1968.
Quanto alla nota del prof. Mori è per lo meno più valida di quella di Pancaldi, che a pag. 505 parla della logica in generale, non di quella di Aristotele che non viene citato neppure una volta come tutti possono verificare. Se conosci riferimenti effettivi ad Aristotele in quel testo, avresti potuto citare direttamente quelli, mentre quella nota così com'è può stare al massimo nella voce Logica, non nella voce Aristotele. Il prof. Mori, invece, come puoi leggere, cita espressamente Aristotele attribuendogli, come già fece Calogero, la distinzione tra logica e intelletto.
Che la mia opinione sul testo dedicato all’etimologia non sia condivisa da altri utenti non mi risulta che sia vero, dato che la voce è rimasta inalterata dall'ottobre 2012, cioè dal nostro ultimo confronto su questo tema. Ti prego quindi di rispettare la regola del consenso, e di aspettare cortesemente che altri utenti si pronuncino in proposito.--Trambolot (msg) 23:12, 27 set 2013 (CEST)[rispondi]
Quale sarebbe il consenso di altri utenti? qui vedo che siamo in due a discutere: oppure vuoi dire che chi tace acconsente? Ma acconsente con te o con me? Nell'attesa che altri utenti si pronuncino ripristino le 5 righe presenti sin dalla prima stesura della sezione e che tu ti ostini a cancellare.--Gierre (msg) 08:44, 28 set 2013 (CEST)[rispondi]

Non avevo cancellato nulla delle tue 5 righe (rimandi a Reale e Giannantoni), le avevo solo spostate in nota, dato che costituiscono un approfondimento di quanto già stava scritto. Per il resto vale la regola del silenzio assenso. Pensavo che anche tu fossi d'accordo con le modifiche finali apportate dopo la discussione dell'ottobre 2012. Ancora adesso continuo a non capire cosa ti disturba della stesura del paragrafo "Logica" su cui da allora nessun altro ha avuto da ridire: la distinzione aristotelica tra logica e intelletto fa riferimento a delle fonti precise (in particolare Calogero, I fondamenti della logica aristotelica, autore anche della voce sulla treccani che ti esorto a leggere nella parte riguardante Aristotele), dunque perchè non dovrebbe andar bene? Cos'ha che non va? --Trambolot (msg) 16:26, 28 set 2013 (CEST)[rispondi]

Stagira macedone

[modifica wikitesto]

Stagira era una colonia greca, precisamente di Calcide (va però detto che Polibio sostiene fosse colonia di Andro), città di origine della madre, Festide. Non era una città macedone, era sì al confine con la Macedonia ma non era macedone: cfr. tra i numerosi... Giovanni Reale (Storia della filosofia greca e romana vol.4 p. 9); Pierre Pellegrin (Il sapere greco- dizionario critico, a cura di J. Brunschwig e Goffrey E.R. Lloyd vol.II p.38); Enrico Berti (Enciclopedia filosofica vol.1 p.673), etc.etc.... I Macedoni occupano Stagira nel 349! --Xinstalker (msg) 10:53, 29 lug 2014 (CEST) Ad integrazione, forse ho capito l'arcano... Reale, nel 1977 (Introduzione ad Aristotele) dice che Stagira faceva parte del regno macedone; nel 2001 e 2004 la pone al confine della Macedonia; Berti 2004 e Pellegrin 1996 sostengono fosse una colonia greca; Berti nel 1977 nello Stato attuale degli studi sulla biografia aristotelica in "Aristotele dalla dialettica alla filosofia prima" aveva già indicato tutto e comunque con Stephen Menn (2005, Encyclopedia of Philosophy, Gale NY) chiudiamo: «Aristotle was born in Stagira, a Greek colony in Macedonia.». Dal che... che fosse macedone esce dalla affrettata lettura di un 'primo' Reale o da qualcuno prima di lui... sbagliato (più recentemente «Aristotle, 'the most genuine of Plato's students', according to some ancient sources, was born in 384 B.C. in the northern Greek coastal village of Stagira, an Ionic-speaking colony on the Thracian peninsula of Chalcidice that had been settled by immigrants from the islands of Euboea and Andros.104»; «He may have taken up residence for a time in his father's home in Stagira, his native town (now part of Macedonia), which had been destroyed by Philip II in 348 and which Aristotle may have persuaded Philip to rebuild» (The Cambridge Ancient History, 2006, vol.6 pp. 616 e 621) Comunque che i genitori di Aristotele fossero greci già lo sostiene esplicitamente il Reale del 1977 cfr. p. 9 «Dunque Greci erano i genitori di Aristotele ...»--Xinstalker (msg) 11:13, 30 lug 2014 (CEST)[rispondi]

A dire il vero c'è anche chi afferma che il popolo macedone antico fosse di etnia greca. Di sicuro quando si parla di "macedoni" in antichità non ci si riferisce agli odierni slavo-macedoni che vivono nella Repubblica di Macedonia. Fatto sta che Aristotele, seppur di etnia greca, di fatto era di nazionalità macedone e per questo considerato uno "straniero" in Atene. Uno dei motivi per cui non ereditò l'Accademia platonica era proprio la sua vicinanza ad Alessandro Magno. Per questo credo che "macedone antico" non sia una definizione sbagliata per Aristotele, anche perché rimanda alla pagina del Regno di Macedonia dove tutto questo, incluso il possibile comune ceppo etnico greco per la popolazione macedone antica, viene spiegato con dovizia di particolari. --79.16.24.165 (msg) 19:05, 17 ago 2014 (CEST)[rispondi]

Ho eliminato (per coerenza con quanto affermato sopra circa l'etimo del nome della scuola) l'affermazione che si riferisse alle 'leggendarie' passeggiate durante l'insegnamento piuttosto che ai colonnati della costruzione.

"per coerenza con quanto affermato sopra " sopra dove? Piuttosto che levare sarebbe il caso di chiarire, dove per chiarire ci sta anche una chiosa che dice che l'origine del nome puo' essere xxx o yyyy. Chi legge altrove qualcosa sull'origine del nome e poi arriva qui, se non trova nulla si trova autorizzato a editare e inserire quello che ha letto a proposito.--Bramfab Discorriamo 16:26, 9 set 2014 (CEST)[rispondi]

Cancellazione Trambolot

[modifica wikitesto]

Prima si discute e si propone la cancellazione, poi, raggiunto il consenso, si toglie la frase contestata. Altrimenti è vandalismo.--Gierre (msg) 07:52, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]

Io sono, con Trambolot, per la cancellazione. C'è talmente tanto (ancora) da scrivere in questa voce che non la occuperei con quella parte, in quanto "ingiusto rilievo" rispetto a lemma. Semmai un lemma a parte da collegare. --Xinstalker (msg) 07:59, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
E infatti sono due righe, in fondo voce, che opportunamente contestualizzate non danneggiano ne la voce, il pensiero di Aristotile, ne la sua figura, meno barbosa di quanto a tutti i costi certi culturisti insistono nel proporlo. Neppure si capisce come due righe, il minimo per scrivere chi, cosa, come e perché siano un ingiusto rilievo. piuttosto forza col tanto (ancora) da scrivere . --Bramfab Discorriamo 13:49, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
Mettiamola allora così: il lemma Aristotele per te è barbosa di quanto a tutti i costi certi culturisti insistono nel proporlo, mentre per me è "pertinente"; per te Aristotele e il giavellotto fatale è pertinente in questa voce mentre per me qui è fuori contesto e ingiusto rilievo rispetto a quello che tu intendi essere barboso, e andrebbe quindi collegato solo in "voci correlate". A me il "barboso" e a te Aristotele e giavellotto fatale della Doddy. Per il resto è una voce che a mio avviso deve riportare ancora molto, del "barboso" s'intende. --Xinstalker (msg) 14:01, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
Noto comunque Bramfab che intervieni in barba alle regole le quali vorrebbero che si dovrebbe rispettare le versione consolidata fino a che non si è raggiunto il consenso. Che qui come vedi non c'è ancora... leggi Trambolot sotto... Non è così? Quando muovo io è edit war è occhio del ciclone, quando muovi tu, da amministratore come sei, invece è corretto e giusto è vero è buon senso è naturale è wikipediano (come dite? Quando ce vo ce vo). Alla fine ve la scriverete da soli questa enciclopedia, in venti quanti siete rimasti e sarete, temo, sempre di meno, perché alla fine senza contributori vi annoierete. --Xinstalker (msg) 14:09, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]

[@ Bramfab] Quando hai tempo leggilo anche tu almeno una volta --Xinstalker (msg) 14:13, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]

[@ Ignisdelavega] ecco mettiti d'accordo per favore con il collega Bramfab sulle policy che non si capisce dove debbano cadere, siete due amministratori esperti, perché altrimenti se ce la aggiustiamo secondo i desiderata, con un po' di psicologia, un po' di aristotele farete delle ottime voci... :-D --Xinstalker (msg) 14:25, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]

La rimozione non ha alcuna motivazione enciclopedica e sopratutto la menzione non fa alcun ingiusto rilievo (lo farebbe se la voce fosse di sole 20 righe). Io preferisco pensare che vi siano state persone che, per il loro percorso scolastico, abbiano incontrato per la prima volta Aristotile anche in un romanzo (che sia della Doody o Gaarder importa poco) e poi abbiano continuato a interessarsene, e sopratutto a farsi domande, piuttosto che essersene sempre tenuti alla larga, trovando solamente testi che sarebbero piaciuti a Jorge, bibliotecario medioevale di un monastero clunicense sperduto in Appennino. Wikipedia la si scrive sia per Jorge che per Adso.--Bramfab Discorriamo 14:56, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
Condivido pienamente Xinstalker. Mi sembra incredibile che siccome la filosofia di Aristotele è barbosa, ci si inventi un'affinità col protagonista fantasioso di un romanzo giallo. A ogni modo siamo qui per discuterne, ma finché non si raggiunge un consenso, siccome la regola parla chiaro, un ulteriore ripristino da parte di Bramfab andrà segnalato come vandalismo.--Trambolot (msg) 15:08, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
[@ Bramfab] Ci sono molte persone che hanno incontrato Gesù con Jesus Christ Superstar, tu pensi che per questo due righe sul film vadano inserite in voce Gesù? No, non lo pensi, per quelle persone noi non scriviamo Wikipedia. Ci sono moltissime persona che non sanno cosa sia l'energia dal punto di vista della fisica, ma sanno bene cosa sia l'energia spirituale (c'è molta letteratura in tal senso) tu ritieni che vadano inserite 2 righe nella voce energia? No non lo pensi, per quelle persone non scriviamo Wikipedia. Posso pensare anche io che quell'ambito che tu proponi debba avere come ha la sua voce e magari essere correlata qui, ma non inserita nella voce Aristotele? Posso anche io avere dignità di questo senza sentirmi per questo un "barboso"? --Xinstalker (msg) 15:16, 31 ott 2014 (CET) P.S. La rimozione non ha alcuna motivazione enciclopedica lasciaci il brivido di deciderlo insieme prima. e sopratutto la menzione non fa alcun ingiusto rilievo rispetto a quello che ha scritto ed è stato scritto su Aristotele e quello che ha significato per l'intera cultura occidentale non è ingiusto rilievo è tanto di più. --Xinstalker (msg) 15:20, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
Non ho detto che sia barbosa, anzi ho detto che la si vuol proporla solamente in modo barboso. <Ironia on> se parlate di filosofia dovreste essere in grado di comprendere il contenuto di un testo scritto <ironia off> Non vedo il nesso fra Gesù e Aristotile, fra questa voce e la voce energia. Vedo un presidio di una voce come cosa personale e sopratutto non vedo nessuna motivazione, salvo, che si dimostri che queste due righe siano un ingiusto rilievo. Per cui a mia volta segnalo Wikipedia:Non danneggiare Wikipedia per sostenere una tua opinione, in quanto, a parte un virtuale e anacronistico stracciarsi di vesti, non si e' ancor dimostrato che nell'economia di questa voce queste due righe costituiscano un ingiusto rilievo.
Problema che non si pone l'alma mater studiorum, la acta accademica lo ACADEMIC JOURNAL ARTICLE By Pauw, F. Akroterion , Vol. 56 , Annual 2011 per esempio.
Sarei anche curioso di sapere in base a quale logica (certamente non aristotelica) si afferma "semmai un lemma a parte da collegare" e poi si rimuove il tutto, e aggiungo mettere il collegamento Aristotele_detective nella apposita sezione "voci correlate, assieme a "minuzie" come Metafisica aristotelica, Horror vacui non costituirebbe viceversa un mero ingiusto rilievo? Misteri delle logiche.!--Bramfab Discorriamo 16:37, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]

Riassumendo, per cui , anche se il consenso non e' una conta, siamo in tre ad affermare che una citazione ci stia, Gierre ed il sottoscritto sosteniamo un minimalista inserimento (chi, cosa, come) contestualizzato nel capitolo sulla fortuna di Aristotile nel '900, Xin più genericamente suggerisce di mettere il collegamento al lemma (nelle voci correlate si presume!), Trambalot senza approfondire l'ingiusto rilievo non ne vuole fare cenno. Speriamo di non sfogliare libri avvelenati.--Bramfab Discorriamo 16:47, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]

Sono contrario a inserirlo in quel contesto, perché lì si parla della fortuna filosofica di Aristotele, quindi che c'entra il romanzo di quella signora? Dopo Tommaso d'Aquino annoveriamo Margaret Doody nella tradizione aristotelica? Al massimo si potrebbe metterla in una sezione finale dedicata ai romanzi di fantasia ispirati al personaggio Aristotele, però andrebbe messa in un elenco insieme ad altri libri o film del genere, altrimenti non si capisce perchè solo quella.--Trambolot (msg) 17:31, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
Intanto si parla di fortuna e basta, (titolo per altro giornalistico, stavolta lo faccio io il difficile), e ho pure inserito delle fonti accademiche, forse perché, essendo la signora scrittrice accademicamente colta almeno quanto che la critica qui, quello che ha scritto su Aristotile evidente e' degno di essere discusso anche in ambiti paludati. Sull'aggiungervi ad altri, non so se te nei reso conto ma nelle tra le righe sopra ho già suggerito altri due titoli, di cui uno anch'esso legato alla "Poetica".--Bramfab Discorriamo 17:51, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
Una trattazione della fortuna di Aristotele dovrebbe riguardare gli ambiti di cui si è occupato, cioè la filosofia, la scienza, quindi si dovrebbe parlare dei filosofi che hanno interpretato Aristotele, o delle letture che ne hanno dato gli studiosi. Questa Doody sarà pure colta, ma non vedo il legame tra quel contesto e i suoi romanzi di fantasia, almeno io non vedo nessun legame. Piuttosto come valuti l'idea di creare una sezione a parte in cui elencare le creazioni letterarie, o più genericamente artistiche, ispirate al personaggio Aristotele?--Trambolot (msg) 22:39, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
La sezione sarebbe un ampliamento delle due righe che hai rimosso, con altre informazioni ed in linea con le nostre voci biografiche.--Bramfab Discorriamo 23:41, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]
Bene, allora se anche gli altri sono d'accordo si potrebbe creare una sezione intitolata ad esempio "Aristotele nella cultura di massa", magari con delle sottosezioni come "Romanzi" in cui troverebbero posto quelli di Doody. Forse in questo sei più esperto di me, comunque per me si può già cominciare in tal senso.--Trambolot (msg) 16:25, 1 nov 2014 (CET)[rispondi]

Aggiunta di Gierre

[modifica wikitesto]

Si tratta di un'aggiunta recente, di cui ho motivato la rimozione, quindi funziona al contrario: chi come Gierre vuole lasciarla, prima discute, e poi, raggiunto il consenso, potrà inserirla.--Trambolot (msg)

Strano modo di ragionare. Il testo da te rimosso esisteva senza dare fastidio a nessuno. Tu l'hai cancellato senza rispettare la regola della discussione e del consenso. Io ho ripristinato la situazione iniziale e ho aperto la discussione per il raggiungimento del consenso. Senza che questo sia stato ancora definitamente raggiunto tu ora cancelli nuovamente il testo. Fra parentesi poi non è che io sia entusiasta di quella sezione: se viene tolta non ci piangerò sopra, ma quello che contesto è il tuo modo d'agire. --Gierre (msg) 07:37, 1 nov 2014 (CET)[rispondi]
Trambolot, quando sarebbe stata fatta l'aggiunta recente? Hai facilità di trovarla nella cronologia? Grazie.--Tenan (msg) 09:43, 1 nov 2014 (CET)[rispondi]
L'aggiunta risale all'altro ieri, come si può vedere qui, e l'ho rimossa che non erano passate nemmeno 12 ore, non mi pare si possa dire che esisteva da tempo immemore...--Trambolot (msg) 16:28, 1 nov 2014 (CET)[rispondi]

Da rivedere

[modifica wikitesto]

La voce contiene gravi errori, se ci fossero le fonti e queste venissero poi effettivamente lette andrebbe certamente meglio... --Xinstalker (msg) 10:59, 5 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Tolto il template... se ne occupa Gierre, almeno spero. --Xinstalker (msg) 10:58, 6 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Intervento di Trambolot

[modifica wikitesto]

Togliere dettagli sostenendo che si snellisce non e' una soluzione, in ogni caso se ne discuta anticipatamente.--Bramfab Discorriamo 12:00, 8 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Si tratta di concetti già espressi a proposito del motore immobile, non ne ho discusso perché non e' una versione consolidata, per giunta assai contorta ( che significa causa prima, una causa incausata cioè dal motore immobile, causa di movimento?)--Trambolot (msg)
E' la frase intera che va vista, tra
a) Esso risulta mosso direttamente dalla causa prima, cioè dal primo motore immobile, identificabile con la divinità suprema (mentre le altre divinità risiedevano all'interno del cosmo presidiando al movimento delle singole sfere), che è causa di movimento ma di per sé immobile, dato che Dio, essendo "atto puro", è a sua volta incausato, oltre ad essere privo di materia e quindi non localizzabile da nessuna parte. Il primo mobile si muove infatti per un desiderio di natura intellettiva, cioè tende a Dio come propria causa finale.
b) e della cui natura peraltro Aristotele ebbe qualche difficoltà a dare una definizione precisa. Esso risulta mosso direttamente dalla causa prima, una causa incausata cioè dal primo motore immobile, causa di movimento ma di per sé immobile, in quanto essendo atto puro in lui non vi è divenire e movimento, ma tuttavia è anche motore in quanto la sua presenza mette in moto tutto ciò che è imperfetto che guarda e tende a Lui come una somma perfezione identificabile con la divinità suprema (mentre le altre divinità risiedevano all'interno del cosmo presidiando al movimento delle singole sfere).Il primo mobile si muove quindi per un desiderio di natura intellettiva, cioè tende a Dio come propria causa finale.
La b) e' piu' completa meglio spiega il legame fra far primo mobile e divinità suprema.
Vorrei anche sentire l'opinione di [@ Gierre].--Bramfab Discorriamo 12:46, 8 giu 2015 (CEST)[rispondi]
Ho risistemato, ampliato e, credo, ancora meglio spiegato il paragrafo riguardante la cosmologia e quello relativo alla teologia. Per come è stata originariamente organizzata la voce è inevitabile che nella cosmologia si torni a parlare di Dio, argomento già trattato nel paragrafo dedicato alla teologia dove però gli aspetti riguardanti il "pensiero di pensiero" sono solamente accennati. Del resto lo stesso Aristotele riprende e approfondisce e talvolta modifica argomenti e concetti esposti nella sua opera monumentale. --Gierre (msg) 08:01, 9 giu 2015 (CEST)[rispondi]
Ora mi pare che va meglio, grazie. --Trambolot (msg)

Rivediamo (1)

[modifica wikitesto]
  • Aristotele nacque nel 384/3 a.C. a Stagira, l'attuale Stavro, città macedone nella penisola calcidica, situata sulla costa nord-orientale della Grecia, a circa 55 chilometri a est dell'odierna Salonicco. Dove Kenneth Mcleish in Aristotle sostiene questo? Eppoi che c'azzecca un traduttore, drammaturgo e musicologo per passione, con una voce su Aristotele? Evidentemente chi ha scritto questa parte della voce non ha né letto il libro, né valutato l'autore, né considerato gli importanti testi riportati, loro malgrado (poveretti!), in bibliografia... magari mi sbaglio... parliamone :)...--Xinstalker (msg) 10:51, 10 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Intermezzo di approfondimento (1): Le opere di Aristotele

[modifica wikitesto]

I testi sottolineati sono immediatamente disponibili per i wikipediani che volessero approfondire: nel caso... chiedete.
Ho inserito i link agli autori perché occorre imparare a verificare, sempre!, chi siano questi.
Coloro che si giustificano, e mi è capitato leggerlo, che su queste "materie" 'si dice di tutto e il contrario di tutto' sono solo dei somari che hanno a malapena sbirciato (forse) un manualetto liceale e quindi liquidano così per non essere "scoperti".
Per i templari admin delle materie scientifiche... inutile rilasciare interviste lamentando carenze nelle materie umanistiche quando si poi si tutelano solo le voci scientifiche e matematiche (cfr. voce "energia"), ma non sapendo praticamente nulla di quelle umanistiche le si lascia libere a chiunque facendo leva solo sulla "wikilove" e per niente sui contenuti. Qual è l'esperto disponibile a sopportare questo? Nessuno, infatti non ce n'è nessuno, qui su wikit. Dal che... occorre noi studiare. Me per primo s'intende, noto sgrammaticato e principe dei somari, il quale invece vuole sempre imparare. Sotto dunque!

  • Nel 1923 Werner Jaeger pubblica, a Berlino per la Weidmannsche Bichhandlung, il classico Aristoteles. Grundlegung einer Geschichte seiner Entwicklung (trad. it. di Guido Calogero per la Nuova Italia Aristotele: prime linee di una storia della sua evoluzione spirituale) dove veniva presentata per la prima volta, in modo radicale, la teoria genetica dell'opera aristotelica. Tale teoria sostiene che in un primo momento Aristotele abbia aderito alle tesi platoniche per liberarsene successivamente. Questo spiegherebbe come in alcuni testi alcune dottrine platoniche, come la tripartizione dell'anima riportata nei Topoi (τόποι; trad. it. in Organon curata da Giorgio Colli per la Einaudi di Torino) sia data per ovvia quando in altre opere Aristotele la disconosce.
  • Nel 1966, [Ingemar Düring] pubblica, a Heidelberg per la C. Winter Universitätsverlag, il testo Aristoteles. Darstellung und Interpretation seines Denkens (trad. it. di Pierluigi Donini per la Mursia, Aristotele) dove procede per una interpretazione del tutto opposta: inizialmente Aristotele avrebbe rigettato l'opera di Platone per poi, invece, avvicinarvisi viepiù in vecchiaia.

Oggi gli studiosi non concordano con alcuna di queste ipotesi, le quali seppur opposte possono infatti ambedue risultare verosimili. Perché? Perché, come nota Pierre Pellegrin, delle pubblicazioni di Aristotele non abbiamo alcuna contezza. Non sappiamo in alcun modo la loro originaria edizione, collocazione, datazione, possiamo solo in modo assolutamente incerto congetturare alcune supposizioni. Perché? Per via della storia della biblioteca di Aristotele (questa storia è stata studiata dal filologo belga [Paul Moraux] e riportata nel suo Der Aristotelismus bei den Griechen von Andronikos bis Alexander von Aphrodisia, se del caso cfr. l'edizione italiana edita da Vita e Pensiero di Milano, vol.1 pp. 13-40)

  • Horst Blanck (nel suo Das Buch in der Antike; edito in italia nel 1992 dalla Dedalo con il titolo Il libro nel mondo antico cfr. pp. 184 e sgg.) riassume questa storia che si basa su Strabone (XIII, 1, 54), confermato e integrato da Diogene Laerzio (V, 52) e da Plutarco (Sulla, XXVI, 1,3). Alla morte di Aristotele, Teofrasto, suo discepolo, diviene scolarca del Liceo ereditandone la biblioteca. Teofrasto lascia nel suo testamento a un gruppo di allievi (tra cui Stratone di Lampsaco e Neleo di Scepsi), l'edificio accanto al kepos, mentre al solo Neleo di Scepsi lascia la biblioteca di Aristotele a cui, nel frattempo, si sono aggiunti ulteriori volumi oltre gli scritti di Teofrasto. Neleo di Scepsi conta di essere nominato successore di Teofrasto, ma ciò non accade, gli viene preferito Stratone. Neleo abbandona il Liceo a si ritira nella sua città natale, Scepsi (Asia Minore) portandosi dietro l'intera biblioteca con tutte le opere di Aristotele, privando il Liceo di questo fondamentale strumento (ma fu presto, almeno in parte, ripristinata e quindi ereditata da Licone successore di Stratone cfr. Diogene Laerzio V,62). Morto Neleo, gli eredi, gente diciamo... disinterassata... si limitano a non buttare tutti quei testi... Tuttavia gli eredi di Neleo vengono a sapere che i re di Pergamo cercano libri da "acquisire" per allestire la propria biblioteca e quindi decidono di nascondere l'eredità di Neleo in alcuni sotterranei, decidendosi infine di venderla ad Apellicone di Teo (Strabone lo indica più bibliofilo che filosofo, ma forse bibliomane, in Ateneo V, 214c si riporta che sottrasse dagli archivi di Atene gli antichi decreti degli Ateniesi; per la vicenda della cessione dei libri appartenuti ad Aristotele a Tolomeo II Filadelfo riportata in Ateneo I,3a cfr. pp.186 e sgg.) che riporta ad Atene tutte quelle opere in parte ammuffite e mangiate dai tarli... Apellicone muore e non vede la conquista di Atene da parte dei Romani di Silla il quale decise di inserire nel bottino di guerra proprio la biblioteca di Apellicone che conteneva quella che fu di Neleo... Giunta a Roma finisce in mano a Tirannione (bibliotecario di Silla e maestro di Strabone che per questo era ben informato, ma amico anche di Cicerone, Attico e Cesare). Fu dunque Tirannione (cfr. Plutarco Silla 26, 2) a procurare al peripatetico Andronico di Rodi le copie che gli occorsero per la compilazione degli elenchi delle opere di Aristotele. Forse questo racconto è un po' romanzato, forse proprio da Andronico che voleva dare l'idea di pubblicare delle opere inedite. Fatto è che se da una parte ai tempi di Cicerone già circolavano dei testi di Aristotele, giunti a noi sotto forma di citazioni o allusioni e indicati come "essoterici" in quanto destinati alla pubblicazione "esterna" al Liceo", quelli giunti a noi sono quelli di Andronico di Rodi, ovvero l'eredità di Neleo di Scepsi, quindi i testi riservati al Liceo, ma:

«I testi giunti sino a noi sotto il nome di Aristotele hanno così subito una doppia serie di interventi. Innanzitutto Andronico - che potrebbe essere stato semplicemente il portavoce del gruppo- corresse, spostò e talvolta riscrisse i testi, sopprimendone alcune parti o incorporando glosse esplicative. Queste pratiche, che urtano il nostro senso dell'autenticità testuale, sono state moneta corrente fino all'epoca moderna, e probabilmente le opere "scritte", come i poemi o i testi che Platone e Aristotele avevano redatto per la pubblicazione, erano sfuggire a queste violenze editoriali. Ma qual era lo stato iniziale dei trattati di scuola di Aristotele editi da Andronico? E' qui che occorre tenere conto del secondo intervento. I testi del corpus non sembrano essere appunti presi dagli allievi durante le lezioni o preparati dallo stesso Aristotele, come a volte si è detto. Essi appaiono piuttosto il risultato di un lavoro collettivo, nel quale il maestro incorporava alcune delle critiche e dei commenti degli astanti, che di fatto più che allievi erano colleghi. Tale carattere collettivo dell'elaborazione dei suoi testi dovette sollevare gli editori successivi dagli ultimi scrupoli, per pochi che ne abbiano avuti, al momento di intervenire sul corpus che era stato loro trasmesso. Questi dai testuali costringono le ipotesi cronologiche dei commentatori odierni in un irrimediabile circolo vizioso. Poiché i testi del nostro corpus aristotelico non sono propriamente di mano di Aristotele, essi non possono essere studiati oggettivamente, vale a dire secondo i criteri stilistici come quelli che hanno permesso agli interpreti di mettersi più o meno d'accordo sulla cronologia dei dialoghi, o almeno di gruppi di dialoghi, di Platone)[sottolineatura di Xinstalker].»

[continua] --Xinstalker (msg) 09:57, 12 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Qualcuno avrebbe dovuto, ad esempio, replicare con Berti. Ma non c'è nessuno... continuo, se del caso, su Wikibooks. Qui non c'è sufficiente interesse, tanto vale procedere da solo. --Xinstalker (msg) 09:47, 17 giu 2015 (CEST)[rispondi]

L'interesse c'è. Manca il tempo... Perché non citare anche Guthrie, visto che hai tempo?--Tenan (msg) 11:44, 17 giu 2015 (CEST)[rispondi]
Anche io non ho tempo, infatti chiudo qui. :) Per quanto attiene Guthrie non l'ho fatto per due ragioni: 1) mi è stato chiesto di trattare libri e citazioni in italiano; 2) perché non voglio arrivare a conclusioni ma aprire un dibattito di approfondimento della voce. Ma visto che non c'è tempo, e nemmeno io ho tempo ecco quanto hai chiesto, ma... adieu.

«The surviving works are commonly referred to collectively as 'the lecture-manuscripts', but seem to fall into two main classes, with perhaps a third of lesser extent and importance. Together they form a unique record of Aristotle's work as a teacher and researcher,1 First come the manuscripts from which lie lectured to his advanced pupils, or perhaps even occasionally the notes taken by a pupil, A scholiast on bk A of the Metaphysics says that it was commonly believed to be by a pupil called Pasicles, nephew of Eudemus, but Alexander thought it Aristotle's, Ross suggested that this fragment of a book might consist of Pasicles's notes of Aristotle's lectures. This instance raises the vital question of the genuineness of the corpus, on which much careful research has been carried our. The extreme views of Gohlke {every work is by Aristotle) and Zurcher [none is by Aristotle) have not been generally supported, nor have reviewers favoured the more recent attempt of Grayeff to show that Aristotle only wrote the exoteric worts and the whole corpus is the work of the School, covering some 250 years. Moraux has criticized the extremists, and we may accept his more moderate view: The corpus aristotelkum presents itself to the critical reader as, in the main, a fairly homogeneous whole. Nevertheless certain pieces within it seem to be inauthentic. By and large one can say that modern scholars agree in regarding a large number of treatises as authentic; several others ate almost universally held to be un-Aristote)ian; doubt in fact only remains over a few works or parts of works. Thus the authenticity of the Magna Moralia, the Eudemian Ethics and bk Κ of the Metaphysics remains disputed. Diiring, after discussing some stylistic curiosities in the lecture- manuscripts> sums up thus: The conclusion that we can draw is extremely important, and does not depend on the correctness or otherwise of our explanation of the addition in a particular case: the writings preserved in the corpus must in the first place have been copied from Aristotle's original manuscripts, by an editor who took the greatest pains to preserve everything, even what was written in the margin or on separate slips. Additions either in expression or form un- Aristotelian are very rare. Anyone familiar with Aristotle's writings must confirm that the editor went about his work with the utmostpietas.1 I shall not return to this subject, and the rest of the volume will be based on the general consensus of ancient as well as modern times that in the surviving corpus we possess what we need not hesitate to call genuine 'acroamaticaT works of Aristotle. It is sometimes difficult to tell whether we are reading lecture-notes or memoranda for use in Aristotle's or his pupils' research. During judges, for instance (Arisuy 29if.), that the notes comprising book 7 of the Physics are 'rather a memorandum for his own use than the ms. of a lecture'. This brings us to a second class of school-writings of which we have some examples, consisting of collections of factual material on various subjects to serve as a firm basis for systematic treatises or lectures in both theoretical and practical sciences. Such were the compilations of laws and political constitutions/ of which Aristotle himself says that they will be useful to those already capable of judging questions of relative value and appropriateness; to go through them without such capacities will not of itself impart good judgement. His own task will be 'to work out from the collected constitutions the sort of elements which preserve or ruin a society and the reason why some are well and others badly governed'. Such too was the anthology of rhetorical manuals or technai from Tisias onwards, combined with a commentary on them by Aristotle himself which Cicero declared to be of more use than the manuals themselves (De inv. 2.2.6, Ross, Fragmenta, 1). The best surviving example of work of this kind is in. a different field, biology. The Historia Animalium is a mine of physiological and anatomical information about all sorts of beasts, fish and birds, on which are based the theories expounded in the biological treatises which we also possess, on the reproduction, movements and bodily parts of animals. In a work of this nature authorship is naturally hard to determine with certainty, but scholarly criticism would vouch foe k that at least books 1-6 and part of 8 were written by Aristotle, though with a number of additions made in the Peripatos, and that 7, 9 and 10 are later.1 These are the main divisions, but there was a third, represented foe us by the Problems. Though the existing collection is post- Aristotelian,3 it is known that Aristotle himself amassed such series of questions under the same title Problemata, and what we have is a Peripatetic work following his practice and doubtless incorporating some of his material. The questions are ordered by subjects, and follow a stereotyped pattern, beginning with 'Why.. . ?* and intro- The lost literary compositions ducing a possible answer or answers with the words 'Is it because . . . ?' It looks as if Aristotle continued the Academic practice parodied by Epicrates. Plato's pupils are there set a question of biological taxonomy, and after a little time for thought, each has to express his opinion in turn. The detail is comic, but the practice must have been real, and would naturally give rise to written collections of questions on various subjects, of which the Problems attributed to Aristotle would be the only surviving example.'»

--Xinstalker (msg) 12:41, 17 giu 2015 (CEST)[rispondi]

...da Hegel

[modifica wikitesto]

Non mi risulta che con Hegel si sia risvegliato l'interesse per la filosofia aristotelica che ha costituito una corrente sotterranea che ha scorso nei secoli fino a noi sia nella filosofia che nella teologia: un certo San Tommaso, ad esempio, ne ha ben profittato. Quanto agli autori moderni (Heidegger, Kripkie) bisognerebbe citare fonti che dimostrino la derivazione della loro dottrina da Aristotele.--Gierre (msg) 08:02, 22 ago 2015 (CEST)[rispondi]

Citazione iniziale

[modifica wikitesto]

Toglierei la citazione iniziale di Dante perché non mi sembra molto rilevante (rispetto al soggetto trattato). Non sarei contrario a metterne un'altra, ma quella non mi sembra all'altezza.-- Spinoziano (msg) 14:39, 13 feb 2016 (CET)[rispondi]

ma perché sarebbe "inadatta"? «Aristotele rappresentò per Dante, come per molti intellettuali tra il XIII e il XIV secolo, la fonte scientifica e filosofica più rilevante: egli è il filosofo per antonomasia, il cui magistero è apertamente riconosciuto dall’Alighieri, che spesso lo chiama “mio maestro” (Conv., I 9 9), “maestro dei filosofi” (Conv., IV 8 15), “maestro e duca de la ragione umana” (Conv., IV 6 8), “preceptor morum” (Mon., III 1 3), ecc. L’eccellenza filosofica di Aristotele, “’l maestro di color che sanno” (Inf., IV 131), è poi figurativamente tradotta nella rappresentazione della “filosofica famiglia” del Limbo...» Con poche parole e senza magniloquenza Dante esprime il suo debito nei confronti del filosofo, un debito che l'umana famiglia gli ha riconosciuto per secoli.--Gierre (msg) 07:38, 15 feb 2016 (CET)[rispondi]

È meglio tenere la sezione etica nella voce aristotele o la sezione aristotele nella voce etica? O se possibile linkarle? O ancora fare una voce come ce l'ha la Politica? --Martin (scrivimi) 16:50, 15 lug 2016 (CEST)[rispondi]

PS. notare che la sezione Politica in questa pagina non ha colegamenti con la voce apposita--Martin (scrivimi) 16:53, 15 lug 2016 (CEST)[rispondi]

Aristotele teista

[modifica wikitesto]

Aristotele, usando la terminologia moderna, è un deista "Per usare nomenclatura moderna, Platone è teista, Aristotele è deista."(in (Henry C. Vedder. Forgotten Books. p. 353. ISBN 9781440073427.)

"La ragione di questa acuta morale che Atticus discerne, e qui ancora una volta aveva ragione, nel deismo di Aristotele. Deismo riguarda Dio, come la creazione e l'allestimento del mondo, e poi lasciarlo a se stesso. (in "Charles Bigg. Neoplatonism. Society for Promoting Christian Knowledge. p. 50.)

"Mentre ha citato il male e la sofferenza, ho fatto meraviglia di giustapposizione di Tony di scegliere tra deismo di Aristotele o la difesa del libero arbitrio, che pensa "dipende dalla previa accettazione di un quadro della rivelazione divina." (in Gary R. Habermas, David J. Baggett, ed. (2009). Did the Resurrection Happen?: A Conversation With Gary Habermas and Antony Flew. InterVarsity Press. p. 105. ISBN 9780830837182.) Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Gierre (discussioni · contributi) .

Ricordando ingiusto rilievo, quanto sono rilevanti questi autori che lo indicano come teista secoli prima della nascita del teismo? --Bramfab Discorriamo 17:51, 9 ott 2018 (CEST)[rispondi]

"La dignità non consiste nel possedere onori ma nella coscienza di meritarli."

[modifica wikitesto]

Questa citazione, che si trova all'inizio del paragrafo sull'Etica, oltre ad essere senza fonte (non è indicata l'opera di Aristotele) è probabilmente inventata.

Su Internet si trovano molte occorrenze, sempre senza fonte; Aristotele discute il termine μεγαλοψυχία (megalopsuchia), reso in italiano con magnanimità, dignità, fierezza, principalmente nell'Etica Eudemia III, 5, e IV, 3 e nella Grande Etica (Magna Moralia) I, 25, ma la citazione non compare in nessuno di questi testi. Per un elenco completo delle occorrenze del termine μεγαλοψυχία si può vedere Aristoteles. Lexicon a cura di Roberto Radice, Milano, Biblia, 2005, Vol. II, p. 694.

Proporrei quindi di togliere la citazione (che compare anche nella voce 'Dignità' o quantomeno di segnalarla come 'attribuita ad Aristotele, ma non presente nei suoi scritti.' Ontoraul (msg) 17:58, 9 ott 2018 (CEST)[rispondi]

Che sia inventata lo dici tu, si trova citata in Marcello Marino, Leadership Filosofica, Morlacchi Editore, 2008, p. 56, di sicuro ne sa più lui di te, prova a "cercare" un altro termine.--5.170.77.2 (msg) 19:08, 9 ott 2018 (CEST)[rispondi]
Una citazione deve essere verificabile: questo significa che andrebbe sempre riportato il libro e la pagina in cui si trova. Ontoraul (msg) 19:49, 9 ott 2018 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati

[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 2 collegamenti esterni sulla pagina Aristotele. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 18:22, 18 mag 2019 (CEST)[rispondi]

Aristotele sulle Donne

[modifica wikitesto]

La sezione sulla fortuna critica di Aristotele rispetto al femminismo e' completamente anacronistica. Implica l'attribuzione ad Aristotele di visioni che sono state, ed in parte purtroppo ancora sono, radicate in molte culture e civilta' e di cui Aristotele non e' responsabile. La difesa che di Aristotele viene fatta, in qualche modo legittima l'accusa, che in se stessa e' solo indice di un approccio storiografico anacronistico e, piu' in generale, povero di argomenti e banale. --Xandreios (msg) 13:44, 24 giu 2019 (CEST)[rispondi]

Modifica e semplificazione dell'Introduzione

[modifica wikitesto]

Si e' Rivista l'intro, resa piu' semplice e scorrevole. Si prega di lascarla come si trova, e di chiedere lo stato di "pagina di valore" a Wikipedia--81.98.74.242 (msg) 13:25, 4 set 2020 (CEST)[rispondi]