Decreto Poletti
Il decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34 (noto anche come decreto Poletti dal nome del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti del governo Renzi) è un atto normativo della Repubblica Italiana.
Convertito in legge 16 maggio 2014, n. 78, costituì una prima parte della riforma del mercato del lavoro realizzata dal governo del periodo, chiamata poi informalmente Jobs Act.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il segretario del PD Matteo Renzi, appena nominato nel 2013, tra le nuove proposte per superare la crisi economica e la disoccupazione, rese noto l'avvio di una campagna di semplificazione della normativa per rendere più facile alle imprese il licenziamento e l'assunzione di lavoratori in un momento di elevato tasso di disoccupazione.
Per questo motivo, una volta giunto al governo Renzi varò importanti riforme del mercato del lavoro, tra cui appunto il decreto Poletti e l'assai contestato Jobs Act.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Analisi e contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Il decreto ha riguardato i contratti di lavoro con contratto a tempo determinato e di apprendistato. Di seguito i principali contenuti:
- contratti a termine: il limite entro il quale il datore di lavoro non è tenuto ad indicare le ragioni tecniche, organizzative, produttive o sostitutive che rendono legittima l'apposizione di un termine al contratto del suo dipendente è di 36 mesi, con un massimo di 5 proroghe. C'è poi un tetto legale di utilizzo dei contratti a termine: il numero dei contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato non può superare il 20%
- sanzioni: sono di tipo amministrativo; ciò vuol dire che chi supererà il tetto del 20% verrà punito con una multa pari al 20% della retribuzione complessiva del ventunesimo contratto a tempo determinato per tutta la sua durata. La percentuale sale al 50% per i contratti successivi.
- regime transitorio: fino al 31 dicembre, oltre alla norma del 20%, saranno valide le regole dei contratti vigenti. Ciò vuol dire che le imprese dovranno adeguarsi al tetto del 20%, sempre che il contratto collettivo applicabile non sia più favorevole.
- enti di ricerca: per gli istituti pubblici e privati che operano nella ricerca il limite del 20% non è obbligatorio in ragione della specificità dell'attività svolta.
- aziende con meno di 5 dipendenti: stessa cosa per le aziende con meno di 5 dipendenti, anche in questo caso non c'è l'obbligo del tetto del 20%.
- apprendistato: è pari al 20% la quota degli apprendisti da stabilizzare a fine contratto, ma solo per le aziende con oltre 50 dipendenti. L'accordo prevede un piano formativo individuale. I contratti di apprendistato potranno riguardare anche gli studenti di quarta e quinta superiore, anche se con età inferiore ai 18 anni.
Iter di approvazione
[modifica | modifica wikitesto]L'iter di approvazione parlamentare del decreto legge fu di circa 20 giorni e avvenne circa un mese dopo il suo varo. Di seguito i vari passaggi:
- 12 marzo 2014 - Il Consiglio dei Ministri vara il decreto-legge;
- 20 marzo 2014 - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano firma il decreto-legge;
- 24 aprile 2014 - La Camera approva il ddl di conversione del decreto con 282 sì, 161 no e 1 astenuto.
- 7 maggio 2014 - Il Senato approva, modificandolo, il ddl di conversione del decreto con 158 sì e 122 no;
- 15 maggio 2014 - La Camera approva in via definitiva il ddl di conversione del decreto con 279 sì, 143 no e 3 astenuti;
- 16 maggio 2014 - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano firma la legge di conversione del decreto;
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, in materia di "Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese."
- Legge 16 maggio 2014, n. 78, in materia di "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese."
- Renzi, priorità al Jobs act, modello tedesco per il lavoro. Allargheremo il bonus 80 euro, in Il Sole 24 Ore. URL consultato il 1º settembre 2014.
- I 5 anni che hanno cambiato il lavoro: addio posto fisso, i contratti (pochi) sono a tempo, in Il Sole 24 Ore. URL consultato il 3 agosto 2014.
- La meglio gioventù è stata bruciata: laureati a 39 anni, proletari a vita, in Il Manifesto. URL consultato il 17 luglio 2014.
- Jobs Act: il cantiere aperto delle riforme del lavoro (PDF), in ADAPT LABOUR STUDIES e-Book series n. 25. URL consultato il 31 maggio 2014.
- Damiano: "Decreto Poletti perché dico sì", in Unità. URL consultato il 26 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2014).
- Il decreto lavoro è legge: ecco il testo definitivo nel Jobs Act, in LeggiOggi. URL consultato il 21 maggio 2014.
- GLI ORDINI DEL GIORNO CHE SCIOLGONO I DUBBI INTERPRETATIVI SUL DECRETO POLETTI, su pietroichino.it. URL consultato il 31 maggio 2014.
- JOBS ACT le novità della legge di conversione, su ipsoa.it. URL consultato il 23 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2014).
- A Detailed Explanation of the Legislative Decree On Increasing Protection Employment Contracts.
- TheRword, A detailed explanation of the Legislative Decree on Increasing Protection Employment Contracts, su therword.info, Paul Bodenham, 28.12.2014. URL consultato il 30.12.2014 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2014).