Coordinate: 37°55′50″N 14°05′18″E

Castelbuono

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Disambiguazione – Se stai cercando la frazione di Bevagna in provincia di Perugia, vedi Castelbuono (Bevagna).
Castelbuono
comune
Castelbuono – Stemma
Castelbuono – Bandiera
Castelbuono – Veduta
Castelbuono – Veduta
Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Palermo
Amministrazione
SindacoMario Cicero (lista civica -centro-sinistra) dal 13-6-2022
Territorio
Coordinate37°55′50″N 14°05′18″E
Altitudine423 m s.l.m.
Superficie60,79 km²
Abitanti8 016[1] (31-12-2023)
Densità131,86 ab./km²
FrazioniLiccia, San Guglielmo
Comuni confinantiCefalù, Geraci Siculo, Isnello, Petralia Sottana, Pollina, San Mauro Castelverde
Altre informazioni
Cod. postale90013
Prefisso0921
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT082022
Cod. catastaleC067
TargaPA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 321 GG[3]
Nome abitanticastelbuonesi
Patronosant'Anna
Giorno festivo26 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Castelbuono
Castelbuono
Castelbuono – Mappa
Castelbuono – Mappa
Posizione del comune di Castelbuono nella città metropolitana di Palermo
Sito istituzionale

Castelbuono (Castiḍḍubbonu in siciliano) è un comune italiano di 8 016 abitanti[1] della città metropolitana di Palermo in Sicilia.

Geografia fisica

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L'abitato sorge a circa 423 m s.l.m., sulle pendici del colle Milocca, tra i centri di Pollina a nord, San Mauro ad est, Geraci Siculo a sud-est, il massiccio delle Madonie a sud ed Isnello e Gibilmanna (Cefalù) ad ovest. Fa parte del Parco delle Madonie.

CASTELBUONO[4] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 11,511,913,516,120,825,228,228,425,220,416,312,912,116,827,320,619,2
T. min. media (°C) 6,36,17,29,213,017,019,820,318,014,110,67,86,79,819,014,212,5
Precipitazioni (mm) 675546392387153878697019210830185515

Le prime tracce di insediamento risalgono all'epoca neolitica (utensili di uso domestico ed armi di pietra levigata), e sono probabilmente attribuibili a popolazioni di stirpe sicana, cacciate dalla costa per l'incalzare di altri popoli, tra i quali i Siculi. I primi insediamenti, quindi, si fanno risalire al III millennio a.C.

All'epoca della colonizzazione greca, risale la figura poetica del pastore Dafni, nato sulle Madonie fra le delizie del Ninpharum Locus, nel boschetto di Lauro irrorato dalle fresche acque sorgive. Etimologicamente a Lauro si fa corrispondere Dafni. Inoltre reperti archeologici (soprattutto materiale fittile nelle tombe) della civiltà greco-romana sono stati rinvenuti nella necropoli di Bergi.

Età medioevale

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Risale all'età bizantina l'attestazione di un casale d'Ypsigro, toponimo interpretato come zona fresca in media altitudine (dal greco ὕψος hypsos 'altezza' e ὑγρός hygròs 'umido, fresco').

Castelbuono deve le sue origini ai Ventimiglia, signori della Contea di Geraci, i quali, agli inizi del Trecento, decidono di costruire un castello sul poggio dominante l'antico casale d'Ypsigro[5].

Il toponimo d'Ypsigro era ben noto agli storici e geografi del passato, che inizialmente lo collocavano sui Nebrodi. Solo con un documento del 1105 si rinviene l'esatta collocazione. In tale atto scritto - redatto fra l'abate benedettino Ambrosio di Lipari ed il nobile geracese Ugo di Creone - viene descritta la permuta di una frazione di terreno la cui collocazione ha ad oggetto i luoghi adiacenti al colle di San Pietro[6].

All'età islamica e, in seguito, normanna sono ascrivibili i vari ruderi di fabbricati in contrada San Guglielmo (forse il castello del Kadì), le tracce di necropoli, la tradizione che la vecchia madrice fosse originariamente una moschea, infine l'abside della chiesa di Santa Venera e il portale dell'ex-abbazia di Sant'Anastasia.[senza fonte] La zona di Castelbuono sembra coincidere con la località di Riqqat Basili ("campi di Basilio") che nel XII secolo al-Idrisi pone "9 miglia a nord di Geraci", definendoli "rinomati per l'abbondanza e per l'eccellente qualità dei loro prodotti"[7].

Alla fine del Duecento, un gruppo di geracesi si trasferì dalla vicina Fisauli a Ypsigro, probabilmente per la mitezza del clima. La zona si trovava ad ovest dell'attuale castello. A tale epoca risale la prima migrazione di geracesi verso la conca divenuta poi l'attuale Castelbuono[8].

Il primo documento nel quale si riscontra il nome di Castelbuono risale al 1329. Trattasi di un atto notarile nel quale il conte Francesco Ventimiglia dichiara al vescovo di Cefalù che egli detiene il bosco e le terre di S. Maria di Bisanzio in territorio Castri Boni[9]. Quanto alla esatta fondazione del castello e, conseguentemente del paese, questa è testimoniata dalla lapide che si trova sull'arco di ingresso del maniero, nella cui incisione in latino, si traduce quanto segue: «L'anno del verbo incarnato 1317, regnando il gloriosissimo Federico, re di Sicilia, noi, Francesco conte di Ventimiglia, di Ischia maggiore e Geraci e signore delle due Petralie, abbiamo incominciato a edificare questo castello belvedere Ypsigro nel nome di Cristo».[10]

La fondazione, pertanto, non risale al 1269, quando ivi si trasferì la popolazione di Fisauli ma, al 1317. Al 1269, risale esclusivamente la costruzione di un fondaco sul colle San Pietro, con scopo di avvistamento (prima idea di roccaforte).[11]

L'abitato sorto presso il fondaco, nel 1282, contava circa trecento abitanti e agli inizi del XIV secolo possedeva già tre chiese e costituiva un centro di una certa importanza.

Stemma di Casa Ventimiglia, principi di Castelbuono

Da tale periodo si fa risalire il dominio della famiglia Ventimiglia sulla contea di Ypsigro, protrattosi fino al XX secolo. Nel 1860 si registra, infatti, l'estinzione della linea maschile diretta e del titolo ma non dell'asse ereditario[12].

La famiglia Ventimiglia, da cui vennero importanti guerrieri e diplomatici e il cui dominio si estendeva su vari paesi delle Madonie, imparentata con l'imperatore Federico II, proveniva dalla Contea del Maro in Liguria, e arrivò in Sicilia a metà del XIII secolo con Enrico II conte di Ventimiglia e del Maro, figlio del conte Filippo I.

Con Enrico II Ventimiglia ha inizio il ramo siciliano del casato. Egli, infatti, sposò la contessa Isabella discendente del duca Serlo II d'Altavilla, il quale - secondo un'incerta tradizione - sembra abbia governato la contea di Geraci. Con tale matrimonio Enrico divenne conte di Geraci.

Nel 1269 Enrico riceve dal vescovo di Lipari il collem sancti Petri de Ypsigro (colle di San Pietro), permutandolo con altri terreni adiacenti a Geraci (seconda permuta del sito).

Nel 1316 il nipote di Enrico, Francesco I, ottiene dal Papa[13] di poter istituire un cenobio francescano sul colle di Ypsigro, ereditato dal nonno. Da lì a poco ebbe inizio la costruzione del castello riutilizzando una struttura precedente (vecchio fondaco costruito sul colle di San Pietro), secondo il modello del maschio (torrione centrale) cui si affianca la residenza del signore.

Alla morte di Francesco Ventimiglia, avvenuta nel 1338, la contea di Geraci e Castelbuono venne confiscata da Pietro d'Aragona, passando nel dominio regio, fino alla restituzione ai figli Emanuele e Francesco II Ventimiglia nel 1354.

Nel 1454, Giovanni I Ventimiglia, marchese di Geraci, decise di trasferire la sua “corte” a Castelbuono; tale avvenimento, nella specie, contribuì alla rinascita culturale ed economica dell'abitato. Dalla situazione anzi rappresentata, peraltro, derivò una inevitabile conseguenza: lo spostamento della sacra Reliquia del teschio di Sant'Anna, dono del Duca di Lorena, la quale, fino ad allora, risultava venerata nel castello di Geraci. Tale reliquia, nella specie, rinvenuta durante il periodo delle crociate, era stata precedentemente trasferita in Sicilia, probabilmente dal conte Enrico II di Ventimiglia. Nello stesso torno d'anni il Marchese decise di innalzare il mausoleo di famiglia dove si fece seppellire. Il mausoleo sulla fiancata della chiesa francescana in prossimità del coro. L'edificio presenta un impianto ottagono cupolato. Sulle facce del mausoleo si aprono monofore centinate a tutto sesto. Un alto tamburo nascondeva in origine l'estradosso della cupola, attualmente appare fortemente estradossato. La struttura voluta da Giovanni Ventimiglia si ricollega a tutta una serie di mausolei principeschi realizzati nello stesso torno d'anni in altri feudi del Regno napoletano. Ricordiamo tra gli altri la cappella - mausoleo di Sergianni Caracciolo; la tribuna ottagona di Galatina voluta dal Principe di Taranto Giovanni Antonio Del Balzo Orsini e la cappella dei principi di Bisignano voluta da Antonio Sanseverino e realizzata a Cosenza[14].

Nel 1595 Giovanni III Ventimiglia e Ventimiglia (figlio di Maria Ventimiglia di Ciminna), ottenne il titolo di principe di Castelbuono, e il paese divenne contemporaneamente "capitale dello Stato di Geraci". Il principe, in qualità di Principe dell'Accademia della Stella organizzò il plotone d'onore dei "Cavalieri della Stella", giovani che si addestravano nell'esercizio delle armi e dell'equitazione. Il campo d'addestramento, recinto da mura, corrispondeva alla spianata orientale del castello, chiamato poi il Piano del Marchese. Notevole fu lo sviluppo religioso, culturale ed artistico grazie a questo personaggio, il quale chiamò a Castelbuono i padri Cappuccini e i padri Domenicani (ai quali venne affidata l'istruzione pubblica) per cui furono eretti i conventi con le chiese annesse. Egli iniziò anche la costruzione della Matrice Nuova nel 1602 e nel 1614 fece trasportare la fontana di Venere Ciprea nel corso principale.

Nel 1632 "la terra" ottenne lo status di "città". In quest'epoca possedeva i tratti d'una città giardino realizzata secondo modelli probabilmente ispirati a Francesco Maurolico. Nella nuova trama urbana, per tutta la seconda metà del secolo, s'incastrarono chiese, conventi e fontane, mentre la Nuova Matrice si aprirà al culto nel 1701. Particolarmente vivace fu la vita culturale: i Serpotta lavorarono alla cappella di Sant'Anna, il castello viene ristrutturato e i Ventimiglia dotarono la città di un teatro. Molto attive furono alcune accademie letterarie e Torquato Tasso fu per un periodo tra gli artisti di corte. Negli ultimi decenni del Settecento la città era divenuta centro di interesse per alcune casate nobiliari delle Madonie, mentre la popolazione subiva il gravoso dispotismo del principe.

L'ultimo del ramo principale dei Ventimiglia di Geraci, fu Giovanni Luigi VIII, il quale, in seguito ad un'epidemia di colera si autoinvestì del titolo di abate di Santa Maria del Parto[15]. Lo stesso morì nel 1860. E i titoli passarono a Carlo Antonio II Ventimiglia Maniaci, dei Principi di Grammonte.

Età contemporanea

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Piazza Margherita, al centro di Castelbuono. Sulla destra la matrice vecchia

Nel 1812, la costituzione siciliana abolisce i privilegi feudali; ciò, tuttavia, non comporta il venir meno della nobiltà locale. Si registra, invero, in tale periodo, la presenza di attive casate.

In particolare, tra queste, si ricordano: i Guerrieri, i Collotti[16] ed i Galbo. Tali famiglie, nella specie, contribuirono allo sviluppo culturale, nonché, economico del paese, mediante l'esportazione della manna nella vicina città di Palermo. Prodotto, quest'ultimo, ad oggi utilizzato nelle Madonie sia in campo gastronomico che omeopatico.

Sempre in tale periodo, si segnala la presenza di alcune famiglie borghesi, i cui appartenenti, diedero numerosi contributi in termini di ricerca medico-scientifica, tra questi, occorre far riferimento alla figura di Francesco Minà Palumbo.

Tra il 1828 e il 1820, diverse scosse sismiche danneggiarono il castello, e la Matrice Nuova perse i campanili e la cupola. Nel castello fu demolito l'ultimo piano e, ingrandita la cappella, si crearono l'ingresso attuale e la sacrestia.

La città partecipò alle rivolte contro i Borboni nel 1848 e nel 1860, ricevendo elogi da Giuseppe Garibaldi[17]. Aderì alla rivolta sociale dei fasci siciliani nel 1893, durante la quale subì lo stato d'assedio.

Un importante personaggio nella Castelbuono risorgimentale fu il barone Francesco Maria Guerrieri Failla, poeta e patriota, nato a Castelbuono il 21 febbraio 1831 e morto ivi il 29 agosto 1900[18]. Compì i suoi studi a Palermo, prima nel Collegio dei Nobili, e successivamente nell'Ateneo Palermitano. Quando il moto del 4 aprile 1860 (moto della Gancia) fallì, il 18 aprile 1860 Francesco Maria Guerrieri scrisse un proclama: "Italiani di Castelbuono l'alba della rigenerazione è giunta... uno è il principio, uno il fine, sottrarci tutti all'infame gioco dei tiranni" e innalza il vessillo tricolore sul campanile della chiesa di S. Antonio Abate[19].

Chiesa di San Francesco

Dopo il 900 ha inizio la storia contemporanea di Castelbuono. Anche nella cittadina scende l'incubo del primo conflitto bellico. Complessivamente il tributo di Castelbuono fu il seguente: 163 morti, 411 feriti oltre i dispersi in campo ed i morti in prigionia[20].

La situazione non muta con la seconda guerra mondiale, preceduta dalle vicende del fascismo. A Castelbuono, inneggia la propaganda fascista: adunanze di balilla, piccole italiane e figli della lupa. Si ascolta Radio Londra ed il paese subisce i bombardamenti. Celebre fu quello che investì la Matrice Vecchia, ad angolo con la discesa del Collegio[20].

A tale periodo, risale anche la fugace visita di Mussolini a Castelbuono[21]. L'evento era atteso per le ore 15 del 6 maggio 1924. Grandi preparativi furono allestiti, con le scolaresche e le autorità. Alle 18, dopo tre ore di attesa, lo stesso si presentò a bordo della sua Alfa Romeo, non scese dall'auto, e si limitò a stringere velocemente la mano al Sindaco, ripartendo di gran fretta. In molti si chiesero il perché di tanta celerità. L'ipotesi più accreditata fa riferimento ai 552 "solisti", vale a dire ai castelbuonesi che, nelle elezioni del mese precedente, avevano votato la lista socialista del Sole.

Matrice Nuova

Alcuni anni più tardi, dopo la caduta del fascismo, il 18 settembre del 1943, il capitano Kelly insedia il primo consiglio comunale, viene nominato Sindaco Gioacchino Failla. Si contano i morti della grande guerra: 88 i deceduti.

L'anno successivo si costituisce la Repubblica di Salò, viene chiamato a farne parte, come sottosegretario al Ministero della Cultura Popolare, il castelbuonese Alfredo Cucco[20].

Nel 1946 si svolse il referendum istituzionale dove, in controtendenza rispetto al resto del sud Italia, vinse la Repubblica. Sempre lo stesso anno si tennero le prime elezioni comunali post-belliche, le prime a suffragio universale. Vinse le elezioni, la nuova formazione politica "della democrazia repubblicana", Filippo Bonomo venne eletto Sindaco. Come vicesindaco venne eletta, invece, una donna, fatto abbastanza sorprendente per l'epoca: si trattava di Nicla La Grua[12].

Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 dicembre 2010.[22]

«D'azzurro, al castello d'oro, murato di nero, munito di tre torri, la centrale più alta e più larga, merlato alla guelfa, il fastigio di otto, le torri ciascuna di quattro, chiuso di rosso, finestrato dello stesso, due finestre nel corpo del castello, due nelle torri laterali, una e una, due ordinate in fascia nella torre centrale; esso castello fondato sulla collina tondeggiante di verde, fondata in punta e uscente dai fianchi. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Castello dei Ventimiglia

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Lo stesso argomento in dettaglio: Castello dei Ventimiglia (Castelbuono).
Il castello

In seguito al restauro del 1997 sono emerse le strutture di un edificio precedente al castello dei Ventimiglia, voluto nel 1317 dal conte Francesco I Ventimiglia. L'edificio attuale è il risultato di numerosi rifacimenti, che rendono difficile la ricostruzione del suo originario aspetto. A semplice pianta quadrangolare, mostra all'esterno un misto di stili che in quel periodo influenzavano tutta l'architettura siciliana. Il volume a cubo richiama lo stile arabo; le torri angolari quadrate riecheggiano quello normanno; la torre rotonda si rifà invece alle costruzioni militari sveve. Nel terremoto degli inizi del XIX secolo scomparvero i merli, della forma ghibellina, a coda di rondine, ed inoltre mura di cinta, torri ed archi, oggi andati in rovina. Alcune strutture difensive del XIII secolo e alcuni ambienti del XIV secolo sono invece rimasti intatti. Nel 1920 il castello, che intanto era venuto in possesso del barone Fraccia, passò al comune di Castelbuono. Adesso è sede del Museo civico.

Architetture religiose

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Campanile della Parrocchia Maria Santissima Assunta "Matrice Vecchia"
Un particolare degli interni della "matrice vecchia"
La fontana della Venere Ciprea
  • Chiesa della Santuzza (Madonna delle grazie)
  • Cappella della Santa Croce
  • Ex chiesa del Crocifisso
  • Ex chiesa di San Giuseppe
  • Ex chiesa del monte
  • Ex eremitaggio della Madonna del parto - Abbazia di Santa Maria del Parto dell'Ordine di San Benedetto fondata da Francesco II Ventimiglia[23][24]
  • Chiese campestri minori

Fontana della Venere Ciprea

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Al centro della "terra vecchia", oggi il corso principale, è la fontana della Venere Ciprea (XV secolo), che decorava, insieme a un variegato sistema di fontane, il belvedere dei Ventimiglia, ovvero il meraviglioso giardino rinascimentale inserito nel complesso comprendente anche la dimora dei Ventimiglia nei pressi del monastero dei francescani e della cappella di famiglia, dedicata a sant'Antonio, meglio conosciuta come Mausoleo dei Ventimiglia. La fontana fu ricomposta nel 1614 nella sua attuale collocazione. In alto si trova un'arcaica statua di Venere accovacciata, al centro Venere con Cupido e in basso pannelli di arte greca che raffigurano 4 miti di Venere. Le statue furono ritrovate durante il dissodamento delle terre del giardino ventimigliano; una lapide ricorda il ritrovamento.

Architetture civili

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[25]

Tradizioni e folclore

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Una delle tradizioni più antiche e sentite di Castelbuono è quella di offrire al pubblico, nel periodo di carnevale, rappresentazioni teatrali a carattere satirico che hanno come bersaglio personaggi, luoghi, eventi, fatti di rilevanza locale avvenuti nell'ultimo anno. A Castelbuono queste rappresentazioni vengono definite "maschere", nel linguaggio di ogni giorno, mentre ognuna delle serate in cui vengono rappresentate in pubblico viene definita "veglione". Gli autori/attori, rigorosamente locali, a sottolineare l'estrazione agreste di questa tradizione, riuniti in "gruppi mascherati", già a partire dal periodo natalizio si impegnano nella scrittura dei copioni e nella progettazione delle coreografie e delle trovate sceniche.

Via Sant'Anna

A Castelbuono il carnevale, da sempre, si è identificato con il veglione, che oltre all'avvenimento principale, costituito dalla rappresentazione delle maschere, ospita serate danzanti aperte a tutti i cittadini. Il veglione ha avuto come sede dapprima il vecchio Teatro comunale, quindi il Cine Teatro Le Fontanelle e infine il Cinema Astra, che lo ospita ad oggi (2010).

Anche se non si possiedono fonti scritte, la tradizione orale ha tramandato che, in origine, le maschere erano delle rappresentazioni a carattere prevalentemente coreografico. Più tardi, nei primi anni del XIX secolo, si rintracciano forme di parodia, fatte soprattutto attraverso realizzazioni in cartapesta dei numerosissimi artigiani che vi si dedicavano. Nel secondo dopoguerra, la maschera si è spostata verso forme cantato-recitative, sia attraverso bozzetti in rima, che con improvvisazioni di personaggi analoghi a quelli della commedia dell'arte. A partire dagli anni settanta, la maschera, pur continuando ad attingere a fatti e personaggi del luogo, si è evoluta attraverso i contributi specifici di alcuni gruppi mascherati.

Congregazioni religiose

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A Castelbuono sono attive diverse congregazioni religiose sia maschili che femminili. Le congregazioni maschili hanno una tradizione secolare e rappresentavano, anticamente, le corporazioni dei mestieri o lo status sociale a cui si apparteneva. Queste ultime partecipano alle manifestazioni religiose più importanti che si susseguono durante l'anno a Castelbuono, in primis per la processione che si svolge durante i festeggiamenti in onore della Patrona Sant'Anna, e quella per il Corpus Domini a cui partecipano, obbligatoriamente, tutti i confrati residenti nel paese.

Attualmente esistono 18 congregazioni maschili, che sfilano durante le processioni in ordine di fondazione o rifondazione, da quelle più recenti via via sino a quelle più antiche. Esse sono:

Ordine Nome Abitino Anno di fondazione Sede Corporazione
Sant'Anna Bordeaux con bordo verde 1747, rifondata nel 1886 S.Nicolò
Gruppo Uomini Cattolici "PIO X" Fiocco dorato con immagine 1909
Sant'Antonio Marrone scuro con bordo bianco Partecipa nuovamente alle manifestazioni dal 2000
Sacro Cuore di Gesù Blu con bordo rosso 1838, ricostituita nel 1984 Chiesa del Calvario Pastori
Santa Rita Nero con il colletto bianco 1949 S.Agostino
San Pietro Rosso con bordo verde e stemma pontificio Inizio XVI secolo, rifondata nel 1883 Matrice vecchia Maestranze
Sant'Antonino Martire Verde con bordo rosso e coccarda XVI secolo, rifondata nel 1823 S.Antonino
Santa Lucia Verde con bordo bianco 1883 San Vincenzo
SS. Crocifisso Rosso magenta con bordo bianco e coccarda 1786 S.Antonino
10º San Francesco di Paola Amaranto con bordo blu 1875 S.Francesco Muratori
11º Congr. Madonna del Rosario Viola con bordo bianco XVIII-XIX secolo San Vincenzo
12º San Pasquale Baylon Marrone con bordo bianco e medaglione 1873 S.Antonino Pastori
13º Maria SS. Immacolata Celeste con bordo rosso e medaglione 1699 S.Francesco Braccianti e contadini
14º San Vincenzo Ferreri Avorio con bordo e colletto nero 1873 S.Vincenzo Maestranze
15º San Giuseppe Celeste con bordo dorato 1747 S.Agostino Falegnami
16º Maria SS.Addolorata Nero con bordo bianco, medaglione e guanti neri 1773, rifondata nel 1835 Matrice vecchia Nobiltà e alte maestranze
17º SS. Sacramento Bianco con bordo rosso e immagine dell'ostensorio 1539 Matrice vecchia Frumentari
18º Confr. Madonna del Rosario Nero con bordo blu e medaglione 1492 S.Vincenzo

Le congregazioni femminili sono:

Eventi religiosi

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Sant'Anna, San Gioacchino e Bambina

Principali eventi religiosi di Castelbuono:

  • dal 10 al 19 marzo: a tavula di San Giuseppi;
  • Settimana santa: solenni quarant'ore; processioni della Reposizione; Venerdì santo furriata i sepurcra e processione del Cristo morto;
  • prima domenica di maggio: festa di san Vincenzo Ferreri;
  • 3 maggio: processione della santa Croce;
  • 22 maggio: tradizionale festa di santa Rita con pioggia delle rose;
  • Corpus Domini: tradizionale processione e decorazione del percorso processionale con le carte rizze;
  • 24 giugno: festa di san Giovanni Battista con degustazione di fave, patate e vino;
  • dal 17 al 27 luglio: festa patronale di sant'Anna;
  • 13-14 settembre: festa del santissimo Crocifisso con processione del simulacro;
  • ultima domenica di settembre: festa di santa Lucia di campagna presso l'omonima chiesetta extraurbana, con distribuzione della tradizionale cuccìa;
  • Natale: tradizionale novena in lingua siciliana (lu viaggiu) cantata presso le edicole votive del comune e le chiese.
La sezione archeologica

Il Museo civico ha sale adibite a mostre temporanee e sezioni permanenti (archeologica, pinacoteca, arte sacra, urbanistica); espone una selezione degli arredi della cappella di Sant'Anna ed opere di arte moderna e contemporanea. Tra gli eventi artistici più significativi degli ultimi anni vi sono da menzionare certamente le mostre di arte contemporanea, in collaborazione con l'associazione Fiumara d'arte di Antonio Presti, Luca Beatrice ed Helga Marsala. La valenza delle collezioni, la suggestione della cornice e, soprattutto, lo splendore del barocco della Cappella serpottiana, ne fanno oggi uno dei siti culturali più visitati di Sicilia[senza fonte].

La sezione arte sacra

Nel Museo naturalistico Francesco Minà Palumbo, oltre all'ingente collezione naturalistica omonima, è presente una piccola sezione archeologica che documenta l'esistenza di alcuni insediamenti antichi neolitici e del passaggio di diverse culture. Il museo si sviluppa principalmente intorno a collezioni di minerali, fossili e all'erbario con la flora spontanea delle Madonie, le piante d'interesse agrario e patologico, uccelli e insetti, e infine una ricca biblioteca.

Il Museo del Risorgimento "I Viaggi", custodisce al suo interno in quattro ampie sale allestite nei locali dell'ex carcere di piazza Margherita, i cimeli garibaldini donati da Francesco Romeo, ispettore onorario dei Beni Culturali della Regione Siciliana. Inaugurato l'11 dicembre 2016.

A Castelbuono vengono pubblicati tre quindicinali cartacei:

  • Le Madonie, fondato nel 1922;
  • L'obiettivo, fondato nel 1982;

Manifestazioni

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Durante la prima o seconda settimana di agosto ha luogo Ypsigrock festival, nato nel 1997 e divenuto uno dei più importanti festival musicali italiani. Nel corso degli anni ha scalato sempre più le classifiche di gradimento per eventi del genere e si è affermato a livello europeo. Il paese viene inondato da giovani e non, creando un'atmosfera unica nel suo genere, dove la voglia di condivisione, la musica e l'arte (si organizzano mostre ed eventi collaterali) la fanno da padrone. Nel 2017 è stato l'unico evento italiano ammesso a partecipare all'European Festival Awards.

La rassegna Castelbuono Jazz Festival, nata anch'essa nel 1997[senza fonte].

Dal 2015 si è aggiunta una rassegna di musica classica, Castelbuono Classica: quattro giornate con concerti pomeridiani di giovani artisti e session serali con musicisti di fama internazionale [26].

Nella prima settimana di agosto ha luogo Divino Festival, nato nel 2007, oggi diventato uno dei più importanti Galà Enogastronomici nel panorama italiano[senza fonte].

Libri su Castelbuono

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  • Castelbuono nel travaglio dei secoli: storia, religione, arte, tradizione di Antonio Mogavero Fina (1950)
  • I Ventimiglia: teatro e poesia alla corte e nel principato di Antonio Mogavero Fina (1964)
  • Ypsigro delle Madonie e origine di Castelbuono di Antonio Mogavero Fina (1975)
  • L'antipatica questione del Castrum Belvidiri di Antonio Mogavero Fina (1992)
  • La storia del giro podistico internazionale di Castelbuono a cura di Lirio Abbate e Rosario Mazzola (1994)
  • Castelbuono. Capitale dei Ventimiglia di Eugenio Magnano (1996)
  • Lessico del dialetto di Castelbuono di Massimo Genchi e Gioacchino Cannizzaro (2000)
  • Il tesoro della matrice nuova di Castelbuono nella contea dei Ventimiglia di M. Concetta Di Natale (2005)
  • Castelbuono, u paisi di Salvino Leone (2008)
  • Castelbuono la città gentile di Roberto Alajmo Mimì Mollica (2009)
  • Iconografia della storia naturale delle Madonie. Ediz. illustrata a cura di P. Mazzola e F. M. Raimondo (2011)
  • Le collezioni di vertebrati del museo naturalistico F. Minà Palumbo di Castelbuono di Adelaide Catalisano e Fabio Lo Valvo (2011)
  • Sant'Anna con il suo popolo. Dalla Palestina a Castelbuono di Salvino Leone (2014)
  • La cucina tradizionale di Castelbuono di Salvino Leone (2016)
  • Bosco carbone e carbonai a Castelbuono. Storia, lingua, cultura di Massimo Genchi (2016)
  • Castelbuono. Catalogo fotografico. Ediz. illustrata a cura di Sandro Scalia (2017)
  • Castelbuono, guida cittadina a cura di Michele Spallino (2020)
  • Pulcherrima civitas Castriboni di Orazio Cancila (2020)

Di seguito i film girati parzialmente o totalmente a Castelbuono:

Infrastrutture e trasporti

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Castelbuono è interessato dalle seguenti direttrici stradali:

Ferrovie ed eliporto

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Il comune era servito dalla Stazione di Castelbuono, chiusa e demolita nel 2021 per lavori sulla linea ferroviaria Palermo-Messina, e da un eliporto sito al chilometro 12 della SS 286.

I trasporti interurbani di Castelbuono vengono svolti con autoservizi di linea gestiti dalla SAIS Autolinee e dall'Azienda Siciliana Trasporti.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1898 1900 Antonio Collotti Sindaco
1900 1900 Temistocle Ricceri Commissario Regio
1900 1903 Mariano Tumminelli Sindaco
1903 1908 Mariano Failla Sindaco
1908 1909 Mariano Tumminelli Sindaco
1910 1911 Giovanni Failla Gambaro Sindaco
1911 1911 Oreste Eller Vainicher Commissario Regio
1912 1920 Mariano Raimondi Sindaco
1920 1921 Antonio Spallino Sindaco
1921 1929 Antonio Gugliuzza Sindaco - Podestà
20 aprile 1946 1 agosto 1950 Filippo Bonomo Sindaco
1º agosto 1950 Rosolino Alberti Sindaco
5 giugno 1952 Commissariamento Sindaco
5 giugno 1952 10 giugno 1956 Luigi Carollo Partito Comunista Italiano Sindaco
10 giugno 1956 2 settembre 1957 Luigi Carollo Partito Comunista Italiano Sindaco
2 settembre 1957 5 maggio 1960 Francesco Raimondo Sindaco
5 maggio 1960 Luigi Carollo Partito Comunista Italiano Sindaco
29 novembre 1960 Commissariamento Sindaco
29 novembre 1960 27 dicembre 1964 Antonio Mercanti Sindaco
27 dicembre 1964 luglio 1968 Antonio Mercanti Sindaco
luglio 1968 luglio 1969 Giuseppe Guarcello Sindaco
luglio 1969 20 luglio 1970 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
20 luglio 1970 20 novembre 1971 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
20 novembre 1971 3 agosto 1975 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
3 agosto 1975 11 maggio 1976 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
11 maggio 1976 17 agosto 1976 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
17 agosto 1976 23 ottobre 1977 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
23 ottobre 1977 5 luglio 1980 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
5 luglio 1980 27 febbraio 1982 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
27 febbraio 1982 29 gennaio 1983 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
29 gennaio 1983 7 novembre 1983 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
7 novembre 1983 23 gennaio 1984 Francesco Cipolla Democrazia Cristiana Sindaco
23 gennaio 1984 5 settembre 1984 Antonio Fiasconaro Democrazia Cristiana Sindaco
5 settembre 1984 6 giugno 1985 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
6 giugno 1985 4 aprile 1987 Francesco Romeo Partito Socialista Italiano Sindaco
4 aprile 1987 19 luglio 1988 Mario Lupo Lista Civica Sindaco
19 luglio 1988 2 luglio 1989 Francesco Romeo Partito Socialista Italiano Sindaco
2 luglio 1989 31 maggio 1990 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
31 maggio 1990 20 luglio 1990 Vincenzo Carollo Democrazia Cristiana Sindaco
20 luglio 1990 12 settembre 1991 Antonio Fiasconaro Democrazia Cristiana Sindaco
12 settembre 1991 22 ottobre 1992 Vincenzo Raimondo Democrazia Cristiana Sindaco
12 ottobre 1992 6 Febbraio 1993 Santi Geraci Democrazia Cristiana Sindaco
6 Febbraio 1993 25 novembre 1993 Commissariamento Sindaco
25 novembre 1993 15 dicembre 1997 Angelo Ciolino centro-sinistra Sindaco
15 dicembre 1997 28 maggio 2002 Giuseppe Mazzola centro-sinistra Sindaco
28 maggio 2002 15 maggio 2007 Mario Cicero centro-sinistra Sindaco
15 maggio 2007 8 maggio 2012 Mario Cicero centro-sinistra Sindaco
8 maggio 2012 12 giugno 2017 Antonio Tumminello Lista Civica (centro-destra) Sindaco
12 giugno 2017 13 giugno 2022 Mario Cicero Lista Civica (centro-sinistra) Sindaco
13 giugno 2022 In carica Mario Cicero Lista Civica (centro-sinistra) Sindaco

A partire dal 1912, ogni anno a Castelbuono si corre il Giro podistico internazionale. Con più di 100 anni di vita, la gara è la corsa su strada più antica d'Europa.[28] la gara si svolge in concomitanza con i festeggiamenti della patrona del comune, la Madre Sant'Anna.

Negli anni novanta Castelbuono è stata centro del primo concorso ippico interregionale delle Madonie ("trofeo Giubbe Rosse").

Negli ultimi anni Castelbuono ha ospitato la competizione automobilistica "Autoslalom città di Castelbuono" organizzata dall' A.S.D. Club Motorsport di Castelbuono con la collaborazione del team Palikè.

La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Supergiovane Castelbuono che milita nel girone A del campionato di Eccellenza.

I personaggi sportivi di Castelbuono che spiccano oltre lo stretto sono tre:

- Vincenzo Campo è il pilota di Karting con le partecipazioni e vittorie nei campionati regionali-nazionali e alcuni partecipazioni alle competizioni internazionali.

- Giuliano Minutella è il pilota di Parapendio con le partecipazioni e vittorie alle finali di livello nazionali e internazionali.

- Enrico Di Gangi è il combattente di Arti marziali miste nel MMA Fighting con le partecipazioni e vittorie nelle competizioni nazionali e internazionali.

Il concorso ippico internazionale, i cui atleti risultavano tesserati con il CONI e l'A.N.T.E. fu un evento fortemente voluto dall'Ing. Vincenzo Maria Morici, già Vicepresidente dell'ANTE.[29]

Castelbuono è stata ufficialmente proclamata Città europea dello Sport per l'anno 2014dall'ACES (Associazione delle CapitaliEuropeedello Sport).


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  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ https://it.climate-data.org/location/114476/
  5. ^ Storia del Comune, su comune.castelbuono.pa.it. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  6. ^ Antonio Mogavero Fina, Ypsigro delle Madonie e origine di Castelbuono, Castelbuono, Ed. le Madonie, 1975.
  7. ^ Géographie d'Édrisi traduite de l'arabe en français d'après deux manuscrits de la bibliothèque du Roi et accompagnée de notes par P. Amédée Jaubert, Tome second, Paris, Imprimerie Royale, 1840, p. 107.
  8. ^ Ancora oggi, gli anziani geracesi, chiamano i castelbuonesi "fisaulara", cioè discendenti dei loro compaesani di Fisauli. Mogavero Fina, op. cit..
  9. ^ Mogavero Fina, L'antipatica questione del Castrum Belvidiri, Ed. le Madonie, 1992.
  10. ^ Orazio Cancila, I Ventimiglia di Geraci (1258-1619), Associazione no profit Mediterranea, Palermo, 2016, pp. 32-33.
  11. ^ Santoro, La contea dei Ventimiglia: il castello di Castelbuono, Il Teatro del sole, Palermo, 1984.
  12. ^ a b Salvino Leone, 2008.
  13. ^ I Ventimiglia, Arti Grafiche siciliane, Palermo, 1980; Castelbuono, sintesi storico artistica, Ed. le Madonie, 2002.
  14. ^ V. Galati, Mausolei e tribune ottagone nel primo Umanesimo baronale del Regno di Napoli. Il Mausoleo di Giovanni I Ventimiglia a Castelbuono (Palermo), in "Bollettino della SOcietà di Studi Fiorentini", 24-25, 2015-2016, p.473, 381., su academia.edu.
  15. ^ Mogavero Fina, Castelbuono nel travaglio dei secoli, Ed. le Madonie, 1950. La chiesa di Santa Maria del Parto è l'attuale Romitaggio, oggi adibito ad attività di ristorazione, un tempo antica abbazia benedettina.
  16. ^ Antica famiglia nobiliare risalente al XVII secolo. Il barone Antonio Collotti fu sindaco di Castelbuono. Salvino Leone, 2008, p. 247.
  17. ^ "Parole rivolte in Cefalù il 5 luglio 1862 ad una Commissione dell'Associazione unitaria di Castelbuono", in: Giuseppe Garibaldi, Scritti e discorsi politici e militari (vol. V dell'Edizione Nazionale degli Scritti di G. G.), Bologna, Cappelli, 1935, p.107-108.
  18. ^ Esiste un necrologio a lui dedicato dal giornale "L'ora" dell'epoca.
  19. ^ Oggi tale chiesa non è più presente, essendo stato eretto nello storico luogo una costruzione civile in cui esiste, tuttavia, una lapide commemorativa del centenario dell'Unità d'Italia che fa menzione dell'epico gesto.
  20. ^ a b c Francesco Lupo, La croce sul pane, Ed. le Madonie, 1997.
  21. ^ Le accoglienze di Castelbuono a Mussolini, Ed. le Madonie, 25 maggio 1924
  22. ^ Castelbuono (Palermo) D.P.R. 22.12.2010 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato l'8 agosto 2022.
  23. ^ Pagine 267, Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, "Della Sicilia Nobile" Della Sicilia nobile - Francesco Maria Emanuele e Gaetani marchese di Villabianca - Google Libri, Volume unico, Palermo, Stamperia de' Santi Apostoli per Pietro Bentivenga, 1757.
  24. ^ Antonio Mogavero Fina, "L'Abbazia di Santa Maria del Parto" Università degli Studi di Palermo, Castelbuono medievale, Edizione Lo Giudice, Palermo, 1970.
  25. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  26. ^ Castelbuono Classica | prendete nota, su castelbuonoclassica.it. URL consultato il 9 aprile 2023.
  27. ^ La Repubblica - Archivio: La Passione di Giosuè in croce sulle Madonie
  28. ^ Così, per esempio la definisce normalmente la Gazzetta dello Sport: Taccuino, in Gazzetta dello Sport, 29 luglio 2009. URL consultato il 2 ottobre 2009.).
  29. ^ Periodici: Le Madonie - L'obiettivo - luglio 1993/1994/1995/1996.
  • Francesco Guerrieri Failla, Poesie patriottiche (1860-1900), Palermo, Vena & C., 1934.
  • Salvino Leone, Castelbuono: 'u paisi: storia ed arte, fatti e persone, cultura e tradizioni, Castelbuono, Ed. le Madonie, 2008.
  • Antonio Mogavero Fina, Storia del patriottismo castelbuonese, Castelbuono, Le Madonie, 1961.
  • Antonio Mogavero Fina, Ypsigro delle Madonie e origine di Castelbuono, Castelbuono, Ed. le Madonie, 1975.
  • Antonio Mogavero Fina, L'antipatica questione del Castrum Belvidiri, Ed. le Madonie, 1992.
  • Progetto Lires, collana nº 8 Ministero della Pubblica Istruzione dell'Università e della Ricerca- Direzione Generale della Sicilia - pagg. 17 e segg.
  • Periodico Le Madonie 1-15 aprile 2004 pag. 5 - Periodico L'obiettivo 7 aprile 2004, pag. 6 (Periodico l'Obiettivo, 7 aprile 2004, pag. 7: "in esso è raccontata la storia dell'Ing. Vincenzo Maria Morici (figlio di Melchiorre, figura di rilievo nella Castelbuono del Novecento, nonché, marito della nipote del Barone Guerrieri: la nobildonna Giuseppina Buscemi Collotti Buscemi), al quale si devono molteplici interventi di ripianamento tecnico effettuati nella cittadina. Il marito di Giuseppina, il barone Michelangelo Collotti, venne eletto agli inizi del secolo (1812) nel Parlamento Siciliano. Questo episodio viene ritenuto come il primo atto di una presenza castelbuonese alla vita pubblica dell'isola. (Antonio Mogavero Fina, Storia del patriottismo castelbuonese, Castelbuono, Le Madonie, 1961.)
  • Orazio Cancila, Castelbuono medievale e i Ventimiglia, Associazione no profit Mediterranea, Palermo 2010.
  • Orazio Cancila, Nascita di una città. Castelbuono nel secolo XVI, Associazione no profit Mediterranea, Palermo, 2013.
  • Orazio Cancila, I Ventimiglia di Geraci (1258-1619), Associazione no profit Mediterranea, Palermo, 2016.
  • Antonio Fiasconaro, Una vita dedicata a cercare cimeli di Garibaldi. Museo del Risorgimento "I Viaggi", quotidiano La Sicilia, 2016.
  • V. Galati, Mausolei e tribune ottagona nel primo Umanesimo baronale del Regno di Napoli. Il Mausoleo di Giovanni I Ventimiglia a Castelbuono (Palerno), «Bollettino della Società di Studi Fiorentini», 24-15, 2015-2016.
  • Francesco Sacco, Dizionario geografico del Regno di Sicilia, Tomo uno, Palermo, Reale Stamperia, 1800.

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