Vai al contenuto

Carlo Roberto Dati

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Carlo Dati)
Carlo Roberto Dati (incisione di Paolo Caronni, 1806)

Carlo Roberto Dati (Firenze, 12 ottobre 1619Firenze, 1º gennaio 1676) è stato un filologo e scienziato italiano, allievo di Galilei e di Torricelli, fu segretario dell'Accademia della Crusca nel cui ambito, oltre a collaborare alla terza edizione del Vocabolario, promosse la compilazione di un dizionario etimologico della lingua toscana, mai pubblicato per l'incuria dei colleghi.

Pala di Carlo Dati (smarrito) all'Accademia della Crusca

Nato in una nobile famiglia fiorentina illustre anche per tradizioni letterarie (vi avevano appartenuto in passato fra gli altri Leonardo e Goro Dati) fu avviato sia agli studi classici sotto la guida di Romolo Bertini, Piero Vettori il giovane e Giovan Battista Doni, sia agli studi scientifici con Galileo Galilei ed Evangelista Torricelli, sia alle attività artigianali, imparando l'arte del battiloro. Fu amico in gioventù di Lorenzo Magalotti e di Francesco Redi, il quale gli dedicò le sue "Esperienze intorno alla generazione degl'insetti" del 1668[1]. Fu anche antiquario, collezionista di opere d'arti, bibliotecario del cardinale Giulio de' Medici e orafo. Partecipò attivamente alle riunioni dell'Accademia del Cimento, della quale fu uno dei fondatori.

Il 29 novembre 1640 fu ammesso all'Accademia della Crusca, con lo pseudonimo di Smarrito; vi conseguì gradualmente tutte le cariche fino a diventarne segretario nel 1663. La sua attività fu determinante nella decisione di pubblicare una nuova edizione del Vocabolario, la terza edizione di cui si iniziava la copiatura per la stampa già nel 1664 e la pubblicazione nel 1691. Nel 1648 fu chiamato allo Studio fiorentino come successore del Doni nella cattedra di Lingue classiche dove tenne un corso di lezioni sulla Vita di Pomponio Attico di Cornelio Nepote e l'anno successivo sui Versi aurei e sui Simboli di Pitagora.[2][3] Il suo valore fu riconosciuto anche fuori d'Italia, tanto che Luigi XIV gli dimostrò ripetutamente la sua considerazione.[4] L'interesse per gli studi linguistici si manifestò nel Discorso dell'obbligo di ben parlare la propria lingua del 1657, una introduzione all'edizione di due trattati grammaticali: le Osservazioni intorno al parlare e scrivere toscano di Giovan Battista Strozzi e la Declinazione de' verbi di Benedetto Buonmattei. Dati espone l'idea del continuo mutamento della lingua e della necessità di salvaguardare l'identità, argomenti che stanno alla base delle posizioni puriste. Fu importante inoltre il tentativo di compilare un dizionario etimologico del toscano a cui collaborarono numerosi autori, dal Redi al Pallavicino. Ma la lentezza con cui i cruscanti procedevano spinse lo studioso francese Gilles Ménage a pubblicare un proprio vocabolario etimologico della lingua italiana, Origini della lingua italiana, opera dedicata tuttavia agli stessi accademici italiani[5].

I giovanili interessi scientifici lo spinsero alla ricerca di una lingua che potesse trasformare il fatto scientifico in letteratura. In particolare Dati chiamò "veglie" delle composizioni che avrebbero dovuto avere il carattere di conversazioni dotte intrattenute durante le veglie notturne su questioni della lingua o su eventi scientifici ispirandosi alla formula delle Notti Attiche di Aulo Gellio. Fra queste "veglie" notevole la Dissertazione sull'utilità e diletto che reca la geometria, letta all'accademia della Crusca nel 1658, sotto forma di un dialogo tenuto ad Arcetri fra Galilei e un giovane fiorentino.

Dati si interessò anche alla storia dell'arte. Nel 1667 dedicò a Luigi XIV di Francia Le vite de' pittori antichi, un'opera nella quale sosteneva la tesi che l'artista si forma l'idea della bellezza perfetta studiando le figure e gli oggetti naturali, fondendole poi con l'immaginazione in una immagine ideale. L'opera, che avrebbe dovuto trasformarsi in un trattato di maggiori dimensioni, non fu tuttavia portata a termine dal Dati.[6]

Lettera a Filaleti di Timauro Antiate, 1663
  1. ^ Esperienze intorno alla generazione degl'insetti fatte da Francesco Redi accademico della Crusca, e da lui scritte in una lettera all'illustrissimo signor Carlo Dati, In Firenze: all'insegna della Stella, 1668
  2. ^ DBI.
  3. ^ «Sed ut aliquid de me etiam loquar, hoc anno Aurea Pythagorae Carmina meis praelectionibus explicare decrevi, et symbola ejusdem prosequi, intermixtis nonnumquam quaestionibus Pythagoricis, ex quibus non parum lucis Laertii, Porphyrii, et Jamblici vitis accedet; additisque dissertationibus, quibus omnis doctrina Pythagorica, quae ex plurimis fragmentis, atque auctoribus, colligi potuit, enucleabitur.» da una lettera di Carlo Roberto Dati a Nikolaes Heinsius del 18 Agosto 1649.
  4. ^ Antonio Belloni, Carlo Roberto Dati, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931. URL consultato il 10 aprile 2019.
  5. ^ Ferdinando Massai (a cura di), Le "Origini italiane" del Menagio e l'"etimologico toscano" degli Accademici della Crusca: undici lettere inedite di Carlo Dati ad Alessandro Segni (1665-1666), Firenze: Tipografia E. Ariani, 1917
  6. ^ Antonio Minto (1953).
  7. ^ a b c d e Francesco Fontani, p. 252.
  • Angelico Aprosio, La biblioteca aprosiana, Bologna 1673, pp. 567–572;
  • Giovanni Mario Crescimbeni, Commentari intorno alla sua Istoria della volgar Poesia, II, 2, Roma 1710, pp. 339 s.;
  • Salvino Salvini, Fasti consolari dell'Accademia fiorentina, Firenze 1717, pp. 536–560;
  • Jean-Pierre Niceron, Mémoires pour servir à l'histoire des hommes illustres dans la République des lettres, XXIV, Paris 1733, pp. 300–305;
  • Elogio degli uomini illustri toscani, IV, Lucca 1774, pp. 454–466;
  • Angelo Fabroni, Vitae Italorum doctrina excellentium qui saeculis XVII. et XVIII. floruerunt, XVI, Pisa 1795, pp. 1536;
  • Giovanni Prezziner, Storia del Pubblico Studio e delle Società scientifiche e letterarie di Firenze, II, Firenze 1810, pp. 72–74;
  • Vincenzo Antinori, Notizie istoriche relative all'Accademia del Cimento, Firenze 1841, pp. 36, 61, 75 ss.;
  • Francesco Inghirami, Storia della Toscana, I, Fiesole 1843, pp. 521 s.;
  • Karl Bernhard Stark, Handbuch der Archologie der Kunst, Leipzig 1878, pp. 114, 117, 127;
  • J. Martin, Milton en Italie, in Bulletin italien, X (1910), pp. 305 s.;
  • Ferdinando Massai, Le origini italiane del Menagio e l'Etimologico toscano degli accademici della Crusca, in Rivista delle biblioteche e degli archivi, XXVIII (1917), pp. 1–22;
  • Alessandro D'Ancona, Orazio Bacci, Manuale della letteratura italiana, III, Firenze 1920, pp. 523–531; VI, ibid. 1921, p. 396;
  • Francesco Branciforti, Carlo Dati studioso della lingua italiana in Siculorum Gymnasium, n. s., III (1950), pp. 126–143;
  • Antonio Minto, Le vite dei pittori antichi di Carlo Roberto Dati e gli studi eruditi antiquari del '600, Firenze, Leo S. Olschki, 1953, ISBN 9788822218483.
  • Raffaele Colapietra, Stile e scienza nei discepoli di Galileo, in Convivium, n. s., IX 1955), pp. 547 s., 551, 556;
  • Antonio Belloni, Il Seicento, Milano 1955, ad Indicem;
  • Carlo Alberto Madrignani, La poetica di Francesco Redi nella Firenze letteraria di fine Seicento, in Belfagor, XV (1960), pp. 405. 409 s.;
  • Eric W. Cochrane, Tradition and enlightenment in the Tuscan academies 1690-1800, Roma 1961, ad Indicem;
  • Julius von Schlosser, La letteratura artistica, Firenze 1964, p. 512;
  • Benedetto Croce, Nuovi saggi sulla letteratura italiana del '600, Bari 1968, pp. 212, 260;
  • Storia della letteratura italiana, a cura di Natalino Sapegno, Emilio Cecchi, V, Milano 1970, pp. 286, 289, 900;
  • Carmine Jannaco, Il Seicento, Milano 1973, ad Indicem;
  • Alberto Asor Rosa, Il Seicento, V, 1, Bari 1974, ad Indicem;
  • John Walter Hill, Oratory Music in Florence, I, Recitar Cantando, in Acta musicologica, LI (1979), p. 130;
  • Francesco Fontani, Elogio di Carlo Roberto Dati recitato nella Reale Accademia fiorentina nell'adunanza del dì 30. di settembre 1790. Dall'abate Francesco Fontani bibliotecario della Riccardiana, per Gaetano Cambiagi stampatore granducale, 1794. URL consultato il 10 aprile 2019.
  • Maria Luisa Doglio, «Dati, Carlo Roberto (1619-1676)». In: Vittore Branca (a cura di) Dizionario critico della letteratura italiana, Torino: UTET, 1973, Vol. I, 667-669.
  • Aurelia Accame Bobbio, Carlo Roberto Dati, in Enciclopedia dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
  • Guido Andreini, Carlo Dati e l'Accademia della Crusca, in Miscellanea di studi critici pubblicati in onore di Guido Mazzoni dai suoi discepoli per cura di A. Della Torre e P.L. Rambaldi, Tipografia Galileiana, Firenze, 1907, pp. 81–110.
  • Guido Andreini, La Vita e l'opera di Carlo Roberto Dati : contributo allo studio della vita letteraria accademica a Firenze nel Seicento, Ramella, Firenze, 1913.
  • Alfonso Mirto, Rapporti epistolari tra Cassiano dal Pozzo e Carlo Roberto Dati, in Nouvelles de la république des lettres, N. 2 (2001).
  • Alfonso Mirto, Antonio Magliabechi e Carlo Dati : lettere, Firenze, Leo S. Olschki, 2001.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN9836658 · ISNI (EN0000 0000 8088 3966 · SBN RAVV078664 · BAV 495/72601 · CERL cnp00473837 · ULAN (EN500316518 · LCCN (ENn86081846 · GND (DE124111653 · BNF (FRcb10497055p (data) · J9U (ENHE987007280812605171 · CONOR.SI (SL100011363